Un soldato vaga da solo in un prato di corpi straziati, stramazzati in terra come briciole di un pasto consumato troppo in fretta, divorato in bocconi troppo grossi e voraci. In una terra avvolta nel fumo, priva di colore e forma, si respira dolore trasformato in aridità, invasa da corpi senza vita e fiorita di bombe, illuminata sia di notte che di giorno da razzi che scoppiano come meteoriti esplosi non appena toccano terra, squarciata da un cielo che non smette di accendersi e spegnersi a intermittenza, che si distingue da ciò che non può essere diverso. Una storia da cancellare per poterne riscriverne una nuova, e un’altra da ricordare per cercare di non morire dentro. La pioggia cade giù con una tale violenza che sembra che la natura voglia ribellarsi e ripulire dal sangue quel che non si potrà mai lavare con acqua e nemmeno con sapone. Il suo elmetto lo protegge da gocce che vengono giù come proiettili, dritti, freddi, e imperturbabili, attorno c’è solo silenzio e una flebile voce del vento misto alla pioggia. Il cielo oscurato sopra di lui non somiglia minimamente a quello di più di cinque anni fa, ma serve ugualmente a riportarlo alla sua memoria, al giorno in cui conobbe lei, che sarebbe poi diventata la donna della sua vita. Anche allora le gocce battevano incessanti sulla lamiera che ricopriva appena il capo, mentre i raggi del sole si infiltravano sempre di più fra le nuvole, nascondendosi al punto da credere che il sole non sarebbe tornato mai più.....Continua
Inviato da: emy83ec
il 30/07/2009 alle 14:28
Inviato da: maresogno67
il 21/07/2009 alle 21:25