Creato da PROF.DI.FILOSOFIA il 15/08/2005
ovvero sulla Ricerca della Felicità

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Lettera sulla Felicità/3

Post n°4 pubblicato il 16 Agosto 2005 da PROF.DI.FILOSOFIA

nulla per noi rende godibile la mortalità della vita, senza l'inganno del tempo infinito che è indotto dal desiderio dell'immortalità.

Non esiste nulla di terribile nella vita per chi davvero sappia che nulla c'è da temere nel non vivere più. Perciò è sciocco chi sostiene di aver paura della morte, non tanto perché il suo arrivo lo farà soffrire, ma in quanto l'affligge la sua continua attesa. Ciò che una volta presente non ci turba, stoltamente atteso ci fa impazzire.

La morte, il più atroce dunque di tutti i mali, non esiste per noi. Quando noi viviamo la morte non c'è, quando c'è lei non ci siamo noi. Non è nulla né per i vivi né per i morti. Per i vivi non c'è, i morti non sono più. Invece la gente ora fugge la morte come il peggior male, ora la invoca come requie ai mali che vive.

Il vero saggio, come non gli dispiace vivere, così non teme di non vivere più. La vita per lui non è un male, né è un male il non vivere. Ma come dei cibi sceglie i migliori, non la quantità, così non il tempo più lungo si gode, ma il più dolce.
 
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Commenti al Post:
MedeAthena
MedeAthena il 16/08/05 alle 12:13 via WEB
Quando noi viviamo la morte non c'è, quando c'è lei non ci siamo noi. Non è nulla né per i vivi né per i morti. Per i vivi non c'è, i morti non sono più. -> Una delle frasi epicuree più belle...e forse una delle più vere! Peccato non ci sia il symbol nello script, in lingua è spettacolare.
(Rispondi)
 
PROF.DI.FILOSOFIA
PROF.DI.FILOSOFIA il 16/08/05 alle 12:32 via WEB
...liberare gli uomini dalla paura della morte era uno delle quattro funzioni del "quadruplice farmaco". Gli altri erano (sinteticamente): liberare gli uomini dalla paura degli dei; dimostrare la facilità dell'accesso alla felicità; delimitare come transitorie le fasi di sofferenza. Tutti e quattro sono capisaldi dell'elaborazione epicurea.
(Rispondi)
 
 
MedeAthena
MedeAthena il 16/08/05 alle 13:04 via WEB
Il tetrapharmakos :) ancora complimenti per il bellissimo blog ^__^
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alexxxdgl5
alexxxdgl5 il 16/08/05 alle 12:44 via WEB
Finalmente stò ritornando dalla mia amata filosofia,sorpresa inaspettata ieri nel vedere questo blog. Ce ne saranno a migliaia ma il "caso"mi a diretto qui. La mia mente è stata martoriata da un pragmatismo economica che mi ha quasi spaventato all'inizio pensare al mondo con un punto di vista filosofico. Il discorso della morte è affascinante e credo che la filosofia contemporanea con l'esistenzialismo sia andata troppo oltre,sia diventata poesia,pura indagine sul linguaggio,quando in effetti può essere molto più semplice e vitalistico. Credo sia giusto indagare e andare anche molto lontano in concetti di cui già le basi sono su palafitte,come diceva Popper,ma ritengo che a volte intuizioni sintetiche hanno più sostanza della pura deriva mentalistica. Il nulla e l'assenza non esistono come oggetti naturali,ma sono creazioni semiotiche del pensiero/linguaggio. Sono i mondi possibili della logica che entrano senza passare dalla porta e senza chiedere permesso.
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alexxxdgl5
alexxxdgl5 il 16/08/05 alle 12:51 via WEB
Poi la morte è stata strumentalizzata come mezzo per l'egemonia delle coscienze,e credo che la paura come sentimento sia stato costruito con il tempo dalla religione cristiana.Il Nietzsche della morte di dio aveva proprio questa mistificazione a malincuore.
(Rispondi)
 
PROF.DI.FILOSOFIA
PROF.DI.FILOSOFIA il 16/08/05 alle 13:07 via WEB
sono contento di aver contribuito a liberare un altro fratello dalle catene dell'economicismo...
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CoMizia
CoMizia il 16/08/05 alle 12:52 via WEB
Invece è proprio il pensiero della morte che esalta la vita!Ogni attimo rubato a lei è felicità.
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PROF.DI.FILOSOFIA
PROF.DI.FILOSOFIA il 16/08/05 alle 13:05 via WEB
come vedi, hai superato la paura della morte! carpe diem.
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solo_per_te_sempre
solo_per_te_sempre il 16/08/05 alle 13:13 via WEB
Esalta la vita solo se la morte non è vissuta come minaccia e limite,di fatto nella nostra società,anche togliendo la morale cristiana dell'immortalità dell'anima,proietta la morte come qualcosa di terribile da rimuovere ad ogni costo. Si può arrivare anche al parossismo di voler vivere a condizioni indegne per natura solo per prolungare la vita. Nel pensare alla morte come stimolo penso che si debba fare molta pulizia di concetti che ci troviamo incarnati dalla nostra cultura,altrimenti la morte nell'immaginario collettivo è minaccia della perdita di sè da allontanare il più possibile. La morte come stimolo di vita può appartenere a chi predilige il rischio e ama sfidarla,ma questo è un'altro discorso. Le persone che dicono il famoso proverbio "si vive una volta sola" di fatto non stanno esorcizzando la morte,ma la loro paura di non godere della vita confrontandosi alle pratiche degli altri.
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whatsgoingon2005
whatsgoingon2005 il 16/08/05 alle 13:53 via WEB
C'è un passaggio che mi sfugge nel ragionamento in quanto la conclusione sposta i termini della questione rispetto all'introduzione. Infatti se, come il filosofo afferma, che è saggio vivere il piu' dolce tra i tempi e non il piu' lungo e scegliere il migliore tra i cibi e non la quantità, cio' implica una volontà di discernere di cui il desiderio ne costituisce necessariamente la premessa e quindi in qualche modo se ne ammette, di esso, l'esistenza, seppur contemperata dalla saggezza. Il suposto desiderio dell'immortalità o l'affermato desiderare il tempo piu' dolce nascono dalla stessa radice e quindi la vera questione non è perchè si muore, bensì perchè si vive, e come si vive, afflitti dalla paura della morte, dall'ansia del desiderio o dal peso di insopportbili sofferenze che possono indurre addirittura, ad invocare la morte come requie. Un saluto.
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Miss_XX
Miss_XX il 16/08/05 alle 14:10 via WEB
Verissimo. Temere la morte è stupido, in quanto la morte fa parte della vita stessa. Sarebbe come dire che si teme la vita. O no?
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VegaLyrae
VegaLyrae il 16/08/05 alle 21:12 via WEB
"Quando noi viviamo la morte non c'è, quando c'è lei non ci siamo noi". Verissimo! Ed in effetti in quest'ottica è davvero stupido temere la morte. Il problema interviene, secondo me, quando si teme non tanto per la propria morte, quanto per quella delle persone amate. Questa è l'unica situazione in cui c'è la morte e ci siamo anche noi, ed è certamente la più terribile delle situazioni perchè il vuoto che alcune persone lasceranno nella nostra vita è davvero incolmabile e niente sarà più come prima.
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minsterr999
minsterr999 il 25/03/09 alle 03:39 via WEB
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