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Gioventù bruciata? Forse un po'

Post n°50 pubblicato il 04 Gennaio 2008 da EukleidaS
 
Foto di EukleidaS

Mi sento come quando ero alle elementari. Sembrerà strano, ma è così. Precisamente mi sento come mi sentivo durante le lunghe vacanze natalizie delle elementari.

Dopo tutto il caos, lo stress, e le delusioni ateniesi ecco che sono ritornato a Palermo, dalla mia famiglia, a casa mia. Tutto bene quindi? Non esattamente. In realtà mi sveglio sempre tardissimo, davvero tardissimo, mezzogiorno e simili. E non perchè vada a coricarmi tardi. E' solo che dormendo il tempo mi sembra passare più in fretta. In realtà sono appena arrivato e già vorrei andarmene di nuovo. Anelo il 31 gennaio, un termine fissato come un paletto sull'eclittica, al quale sono costretto ad avvicinarmi alla ridicola velocità di poco più di 1.300 chilometri l'ora. Ma tant'è.

Dicevo che mi sento come quando ero piccolo perchè spesso andavamo durante le vacanze di Natale a sciare sulle Dolomiti. Lungo viaggio in macchina, albergo, neve. Con la differenza che lì passavamo le giornate sciando fino a sfiancarci, mentre qui mi annoio. E con una analogia: sei in un posto che non riesci a sentire completamente tuo, con i tuoi in mezzo a gente che non conosci. Dopo un poco se non puoi sciare ti rompi. E quindi dormo. Ammazzo le giornate dormendo la metà del tempo.

 
 
 

La seduta è tolta

Post n°49 pubblicato il 14 Dicembre 2007 da EukleidaS
 
Foto di EukleidaS

Sintesi di questi esami.

E' brutto dover essere giudicati da persone che non stimi. Essere giudicati male da persone che stimi invece è ancora peggio.

 
 
 

Si va in scena!

Post n°48 pubblicato il 13 Dicembre 2007 da EukleidaS
 
Foto di EukleidaS


Ci siamo, si va in scena. Comincia la kermesse con la annuale cerimonia dell'ergon, in cui il direttore della Scuola illustra i risultati dell'anno al mondo archeologico ateniese e non. Domani seguiranno gli esami. Qui è un tripudio di professoroni, che vengono a salutarti come se fossero i tuoi migliori amici e intanto dietro le spalle affilano i coltelli con i quali domani dovrano scorticarci.

Questo e uno di quei momenti in cui la mia armatura da cavaliere nero con gli spuntoni e piu che mai indispensabile. Chissa come sarei senza. Penso che mi farei prendere da mille paure e attacchi di nervosismo per tutto quello che avrei dovuto fare e non ho ancora fatto, ne tantomeno ho intenzione di fare. Invece con la mia armatura luccicante vado diritto per la mia strada, senza guardare in faccia nessuno. Niente di quello che mi possono dire mi fa effetto. Merito di un lungo allenamento di esami universitari.

Peccato che debba essere cosi. Ma penso che sia meglio, nonostante i lati negativi e una certa mancanza di umanita. Quanti colleghi ho visto presi da attacchi di ansia e di panico. Quante cose ho sentito dire, che in momenti normali non sarebbero state dette.

Quest'anno pero lo sento un po diverso. Sono io che sono un po diverso, a dire il vero. La mia armatura mi piace sempre meno anche se la trovo necessaria. Vedremo.

Ciak, motore e..... Azione!

 
 
 

Il tempo delle scatole

Post n°47 pubblicato il 12 Dicembre 2007 da EukleidaS
 
Foto di EukleidaS

Siamo arrivati quasi alla fine: questo è il tempo delle scatole. Già proprio così, perchè le scatole, piene o vuote, vere o metaforiche, da regalo o da imballaggio, sono le vere protagoniste di questi giorni.

Ieri non avevo nessuna voglia di mettermi a studiare, allora ho cominciato a inscatolare un poco di cose da metter via o da portar via. Pur avendo riempito quattro scatole piene e pesantissime, sembra che la mia stanza non abbia minimamente accusato il colpo. L'impressione generale continua ad essere quella di caos continuo e totale. Gli oggetti sono schierati contro di me come una falange macedone. Ogni volta che togli di mezzo uno di quelli della prima linea ecco che c'è un suo compagno dietro pronto a prendere il suo posto. E mi guardano tutti insieme. Puntandomi addosso le "o" delle scritte che hanno sopra come se fossero un centinaio di occhi minacciosi che dicono: non ce la farai a rinchiuderci tutti quanti, non puoi deportarci! Certi momenti ho paura che abbiano ragione.

Nel frattempo ho anche altre scatole piene. Sto compiendo gli ultimi frustuli "dei miei doveri", ma con la stessa voglia di vivere di un masso di pietra abbandonato nel bel mezzo del deserto. Il fatto che manca sempre meno agli esami, invece di mettermi ansia perchè sono "nei problemi" fino al collo, ormai mi rincuora sempre di più perchè so che sta per finire.

E poi ci sono le scatole da regalo. Ancora non sono riuscito ad uscire per pensarci come vorrei. Ho già qualche idea, ma ho bisogno di vagare, di vedere tante cose in attesa che gli oggetti giusti si facciano avanti spontaneamente e si dichiarino come "il regalo giusto per quella persona lì". E' così che funzionano per me i regali. Non riesco a prendere cose che non mi emozionano, cose che potrei benissimo dare a tizio o a caio senza nessuna differenza.

Ormai quindi il programma per i prossimi giorni è chiaro: oggi e domani scatole metaforiche (eh sì, ancora un po'); venerdì e sabato scatole da regalo; domenica scatole da imballaggio. E poi via, verso il sole!


 

 
 
 

Casa & Natale

Post n°46 pubblicato il 03 Dicembre 2007 da EukleidaS
 
Foto di EukleidaS

Ormai ci siamo, manca poco e tengo duro. Tra un poco di giorni si torna in patria, a casa. E tra un poco di giorni (qualcuno di più) è Natale.

A dire il vero, il fatto di tornare a casa per me è sempre una sensazione ambigua. Da un lato mi sono rotto di stare qui, mi sono scocciato di alcune delle persone che vivono "nella casa", non ne posso più del clima che si respira a fine d'anno e nel periodo pre-esami. Però dall'altro lato mi piace anche stare qui, in un posto che sento molto mio, anche se mio non è. Mi piace Atene in dicembre, come mi piace anche negli altri periodi dell'anno a dire la verità. Mi piace stare con i miei colleghi simpatici. Mi piace avere a disposizione un posto che può soddisfare le mie curiosità scientifiche (ammesso che si facciano vedere).

Ma le due cose, si sa, vanno a braccetto. Quando finiscono i lati negativi, quelli positivi se ne vanno con loro.

Ma comunque... vado a casa mia. Con la mia famiglia. E questa è la maggiore consolazione: ogni volta che perdo i lati positivi di questo posto in realtà vengo più che compensato da quello che trovo. Da quell'atmosfera. Da quel non so che, da quelle cose che agli inglesi fa distinguere HOME da HOUSE.

Il Natale in sè non è che mi appassioni tanto. Diciamolo. Però vado a casa, e questo cambia le cose. Quando penso che Natale è quando vado a casa, allora il Natale mi piace un pelino di più.

 
 
 
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Un blog di: EukleidaS
Data di creazione: 16/06/2007
 

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