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Diceva mia madre "Iole, mia cara Iole, la lingua batte dove il dente duole", a significare come la mia insoddisfazione nei confronti degli attuali gestori dello SPEZIA CALCIO, rimanga latente ma pur sempre presente. Dopo gli effetti pratici del "nuovo corso", annunciato come quello della valorizzazione del vivaio, ci ritroviamo (al solito) a commentare la cessione dei due giovani nigeriani cresciuti (senza esordire in prima squadra) al Napoli, la cessione di Iemmello (ancora in prestito...) dopo due esaltanti stagioni in Lega Pro, quella di Giannetti al cagliari, la fuga di De Col non disponibile a languere in panchina dietro improbabili titolari croati (leggasi Milos), la cessione di Ceccaroni in prestito (capitano della squadra primavera) Inoltre Schiattarella chiede di andare a giocare nel Bari, Ebagua "dovunque" ma non nello Spezia in conseguenza dell'inesistente rapporto con l'inesperto allenatore. Mancava solo mettere le "chiavi del mercato" nelle mani di un esordiente come Budan e la frittata è quasi completa. La "slavizzazione" del "nostro amato" è dolorosa ed evidente. Piccolo, Catellani, Migliore, e la bandiera Madonna, difendono il fortino. Sarebbe stato più semplice per l'allenatore ed il suo gruppo, allenare una squadra croata e partecipare a quel campionato, piuttosto che operare come "ufficio di collocamento" per l'etnia di riferimento. Dovrebbero giocare i più bravi e non i raccomandati. Non farò l'abbonamento in attesa di un ritorno alle origini.