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Messaggi di Aprile 2018
Post n°1250 pubblicato il 17 Aprile 2018 da cannibale3
In telecomunicazioni Internet delle cose (o, più propriamente, Internet degli oggetti o IoT, acronimo dell'inglese Internet of things) è un neologismo riferito all'estensione di Internet al mondo degli oggetti e dei luoghi concreti. L'Internet delle cose è una possibile evoluzione dell'uso della Rete: gli oggetti (le "cose") si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati su se stessi e accedere ad informazioni aggregate da parte di altri. Le sveglie suonano prima in caso di traffico, le scarpe da ginnastica trasmettono tempi, velocità e distanza per gareggiare in tempo reale con persone dall'altra parte del globo, i vasetti delle medicine avvisano i familiari se si dimentica di prendere il farmaco. Tutti gli oggetti possono acquisire un ruolo attivo grazie al collegamento alla Rete. Per "cosa" o "oggetto" si può intendere più precisamente categorie quali: dispositivi, apparecchiature, impianti e sistemi, materiali e prodotti tangibili, opere e beni, macchine e attrezzature. L'obiettivo dell'internet delle cose è far sì che il mondo elettronico tracci una mappa di quello reale, dando un'identità elettronica alle cose e ai luoghi dell'ambiente fisico. Gli oggetti e i luoghi muniti di etichette Identificazione a radio frequenza (Rfid) o Codici QR comunicano informazioni in rete o a dispositivi mobili come i telefoni cellulari. I campi di applicabilità sono molteplici: dalle applicazioni industriali (processi produttivi), alla logistica e all'infomobilità, fino all'efficienza energetica, all'assistenza remota e alla tutela ambientale. L'internet delle cose tende ad evolversi in modo parallelo e reciproco al web semantico. Nel 2017 l'Università degli Studi di Udine, prima in Italia, ha creato un corso di laurea triennale ad hoc in "Internet of things, big data and web". Nella visione dell'Internet delle cose, gli oggetti creano un sistema pervasivo ed interconnesso avvalendosi di molteplici tecnologie di comunicazione (tipicamente a corto raggio). Queste tecnologie di più basso livello, quando integrate in architetture protocollari basate sul protocollo IP, possono dar concretamente vita alla visione dell'Internet delle cose, essendo in grado di dialogare con i nodi della rete Internet. I principali domini applicativi ed ambiti operativi interessati dallo sviluppo della IoT sono riportati nel seguente elenco: Domotica-Robotica-Avionica-Industria automobilistica-BiomedicaleMonitoraggio in ambito industriale-Telemetria-Reti wireless di sensori-Sorveglianza-Smart grid-Smart City-Sistemi Embedded-Telematica-Agricoltura-Zootecnia Aziende come IBM, B-Scada, C3 IoT, ThingWorx, IoT-Ticket.com, Raco Wireless, nPhase, Carriots, EVRYTHNG, Microsoft, Hewlett Packard Enterprise, Apple, Samsung, Apio, Exosite, VMware e Advisia Sagl stanno sviluppando dei framework per l'Internet delle cose. Secondo stime di Gartner, nel 2020 ci saranno 26 miliardi di oggetti connessi a livello globale. ABI Research stima che saranno più di 30 miliardi. Altri istituti parlano di 100 miliardi. Il valore del mercato è stimato in 80 miliardi di dollari. Le aspettative degli esperti sono che l'Internet delle cose cambierà il nostro modo di vivere in modo radicale. Gli oggetti intelligenti, con capacità decisionale, permetteranno risparmio energetico sia a livello personale (domotica e smart-home) sia a livello macroscopico (smart-city e smart grid). L'integrazione con internet implica l'utilizzo di IP univoci. IPv4 permette di avere 4,3 miliardi di indirizzi univoci, ecco perché gli sviluppatori di dispositivi IoT stanno adottando lo standard IPv6, che permette di raggiungere 2128 (circa 3,4 × 1038) indirizzi. Mentre la maggior parte degli esperti di tecnologia ritengono che l'IoT sia un passo verso un mondo migliore, studiosi e sociologi rimangono dubbiosi circa gli sviluppi della rivoluzione dell'ubiquitous computing. Le maggiori critiche fatte sino ad ora all'IoT riguardano due aspetti: la sicurezza e la privacy. Per quanto riguarda il primo la maggior parte delle aziende sta lavorando su soluzioni che rendano sicuri gli oggetti da attacchi di pirati informatici, anche se dobbiamo aspettarci in futuro la necessità di antivirus, o altri sistemi di protezione, non solo per computer ma anche per oggetti di tipo differente. L'Unione Americana per le Libertà Civili (ACLU) ha rivelato apprensione circa la possibilità che l'IoT possa mettere a repentaglio il controllo di ognuno sulla propria vita. L'ACLU ha scritto che "Non esiste un modo semplice per prevedere come saranno utilizzati questi strumenti così potenti, che si accumulano in maniera sproporzionata nelle mani di corporazioni che cercano vantaggi finanziari o di governi che aspirano ad un controllo ancora maggiore. C'è la possibilità che i Big Data e l'Internet delle Cose ci rendano più difficile controllare le nostre vite, e mentre noi diventiamo sempre più trasparenti per grandi corporazioni e istituzioni governative, esse diventino sempre più torbide. Alcuni ricercatori hanno identificato i problemi sulla privacy che tutti gli stakeholder nel campo dell'IoT devono affrontare, dai produttori e gli sviluppatori di app ai clienti stessi, ed hanno esaminato le responsabilità di ogni parte coinvolta così da assicurare la privacy in tutte le circostanze. Tra i problemi sottolineati nel report si trovano: Consenso dell'utente: in qualche modo gli utenti devono essere in grado di dare consenso informato al raccoglimento di dati. Gli utenti, però, hanno a disposizione tempo e conoscenze tecnologiche limitate. Libertà di scelta: sia la protezione della privacy sia le norme sottostanti devono promuovere la libertà di scelta. Anonimato: le piattaforme dell'IoT prestano scarse attenzione all'anonimato dell'utente nella trasmissione di dati. Piattaforme future potrebbero, per esempio, utilizzare TOR o tecnologie simili così che non si possano tracciare profili troppo specifici degli utenti basandosi sul comportamento delle loro "cose". La libertà individuale ad utilizzare le proprie proprietà potrebbe essere limitata o addirittura annullato quasi in tempo zero prendendo il controllo della rete IoT. Un regime militare che prende il potere potrebbe immediatamente bloccare tutti i veicoli connessi alla rete, disattivare i televisori e altri dispositivi collegati alla rete. Sono state sollevate preoccupazioni sul fatto che si stia sviluppando l'Internet delle Cose molto rapidamente, senza la considerazione appropriata per le questioni di sicurezza coinvolte e i cambi regolamentari che potrebbero essere necessari. |
Post n°1249 pubblicato il 14 Aprile 2018 da cannibale3
Non facciamoci prendere in giro! La VERITA' è sotto gli occhi e dobbiamo essere in grado di comprendere, analizzare ed arrivare all'illuminazione (che poi è sempre la stessa) Le Grandi Nazioni (USA-RUSSIA-UK-FRANCIA...) hanno grandi interessi che riguardano il controllo delle fonti energetiche e del mercato. Raro che una guerra sia conseguenza della difesa di un principio etico o di una etnia in difficoltà. Lo sterminio degli Armeni, dei Palestinesi, dei Curdi, non interessa alle predette Nazioni. I mercanti di morte, casualmente sono USA-RUSSIA-UK-FRANCIA (e anche l'Italia...) progettano e fabbricano armi di ogni tipo, sempre più sofisticate e letali. Una bomba per definizione, DEVE SCOPPIARE, quello è il suo scopo e non può rimanere accatastata in depositi e non utilizzata. La lobby delle armi necessita delle guerre per poter crescere e proliferare. Se Assad abbia o non abbia "gasato" il suo popolo, non è chiaro ma è sufficiente il sospetto non provato, ad attivare rappresaglie con il solo ed unico scopo di svuotare i depositi e mantenere il controllo sulla Siria ed in questa zona del medio oriente. Oggi alle ore 03.00 si è verificato l'attacco con circa 100 missili a tre siti in Siria, dove si ritiene, vengano nascoste le scorte di armi chimiche. E' questo il mondo che meritiamo, non siamo capaci di dialogare senza menare le mani? |
Post n°1247 pubblicato il 07 Aprile 2018 da cannibale3
Con l’intento di fare chiarezza, con l’assunto di come non esistano più politicamente destra e sinistra, mi accingo a riassumere brevemente la situazione. Il Centro destra (Lega-Forza Italia-Fratelli d’Italia) ha ottenuto complessivamente il 37% di consensi e rappresenta la “coalizione” più votata. I 5S presentatisi in solitudine, hanno contabilizzato un ottimo 32%. Nel cdx la Lega ha fagogitato gli alleati passando dal 4% delle ultime politiche, al 17% dell’ultima tornata, svuotando Forza Italia di consensi. Chi ha perso è stato il Partito Democratico, gestito in modo folle da Renzi, all’inseguimento di obiettivi Europei, dimentico del popolo Italiano, ed ora correttamente all’opposizione e non disponibile a partecipare a ripartizioni di torta di potere. Per Governare mancano 50 consensi al cdx e 90 ai 5S: diventa obbligatorio quindi formulare proposte di alleanze disgiunte. Si ipotizza 5S+PD (dopo gli insulti reciproci) CDX+5S (con programmi inconciliabili e conflittuali...). Ciò che emerge è a mio avviso l’arroganza dei “parvenue nel salotto buono” che pretenderebbero alleanze tra 5S e PD “derenzizzato” quando a comandare nel partito è ancora il Matteo; alleanze con la Lega che dovrebbe sfilarsi dalla coalizione che ha ottenuto i maggiori consensi per governare. Nella passata legislatura i cambi di casacca (schieramento) con il tramite del Gruppo Misto (che andrebbe abolito con l’imposizione del vincolo di mandato...) sono stati più di CINQUECENTO! Avvicinandosi l’eventualità del ritorno alle urne, con conseguente perdita dei diritti acquisiti, immagino che gli ex disoccupati in quota 5S, per non perdere il lauto compenso (12.000 eu circa/mese) e la possibilità di andare in pensione con la partecipazione ad un sola legislatura (4 anni 6 mesi ed un giorno...) faranno a gara per trasmigrare: è l’occasione che fa l’uomo ladro! |