Blog
Un blog creato da GiuseppeLivioL2 il 31/08/2014

TERMOLI MOLISE 2014

.... DUE ANNI ESATTI ....

 
 

FACEBOOK

 
 

 

« Avantasia- FarewellMike Oldfield - To France »

Mireille Mathieu - Un Jour Tu Reviendras

Post n°19 pubblicato il 02 Luglio 2015 da Cherrysl

                             

 

 

La canzone  Un jour tu reviendras cantata magistralmente dalla  francese Mireille Mathieu uscì nel 1974. Non tutti sanno che questo brano in versione  musicale è opera del grande Ennio Morricone ed è incluso nella colonna sonora del film "C'era una volta il West" del 1968 diretto da Sergio Leone e interpretato da Claudia Cardinale, Henry Fonda, Jason Robards e Charles Bronson. Al brano  di Morricone fu aggiunto il testo in francese da Alain Lacour e cantato dalla bravissima Mireille Mathieu col titolo appunto Un jour tu reviendras. Un testo ricco di intense emozioni, nostalgia, amore, attesa e speranza nel ritorno dell'amato...

Quand le soleil va se perdre à l'horizon 
Tous nos souvenirs me font souffrir encore 
Et le soir dans l'ombre de notre maison 
J'ai besoin de sentir tes mains sur mon corps 
Un jour tu reviendras, souviens-toi de la terre 
Qui sans toi ne fleurie pas, souviens-toi de moi 
Oui. 
Un jour tu comprendras que malgré ton absence 
J'ai gardé au fond de moi l'espoir de ton retour, 
L'espoir de ton retour 
Un jour tu reviendras pour que tout recommence 
À vivre comme autrefois quand nous étions ensemble. 
Car je sais que demain oui je sais que demain 
Mon amour, mon amour, 
tu reviendras et dans tes bras 
J'oublierai ton absence 
et la vie me semblera plus belle 
Chaque jour, près de toi mon amour.

 

Quando il sole si perde all'orizzonte

tutti i nostri ricordi mi fanno soffrire ancora

E la sera all'ombra della nostra casa

ho bisogno di sentire le tue mani sul mio corpo

Un giorno tornerai, ricordati della terra

che senza di te non fiorisce

Ricordati di me, sì

Un giorno capirai che nonostante la tua assenza,

io ho conservato dentro di me la speranza nel tuo ritorno. 

La speranza nel tuo ritorno

Un giorno tu tornerai perchè tutto ricominci

a vivere come  quando noi stavamo insieme.

Io so che domani, so che domani

amore mio, amore mio

tu tornerai e dentro le tue braccia

dimenticherò la tua assenza

e la vita mi sembrerà più bella

Ogni giorno vicino a te amore mio

 
Rispondi al commento:
GiuseppeLivioL2
GiuseppeLivioL2 il 14/07/15 alle 02:19 via WEB
​ «Non bastano le spalle grosse per fare un uomo». Non basta un’economia baldanzosa per fare grande una regione o una nazione. Non basta inorgoglirsi della propria democrazia per rendere un popolo davvero libero, capace di decidere il proprio destino. Non basta, se con il treno di mezzogiorno per Santa Fè è in arrivo Frank Miller, pistolero e assassino, e ad attenderlo ci sono tre tiratori della sua banda. La crisi greca; la crisi ucraina; l’avanzata dell’Is; il popolo dei disperati che sbarca lacero e confuso; l’assedio della povertà e della disoccupazione, nemici questi ancor più prossimi. Bisognerebbe guardare e riguardare un film che in questi giorni Sky sta riproponendo on demand, High Noon (“Mezzogiorno di fuoco”), diretto nel 1952 da Fred Zinnemann, ebreo e austriaco, e questo già potrebbe bastare per farci sospettare che non si tratta di un semplice western; aggiungiamoci la sceneggiatura di Carl Foreman, incalzato dalla Commissione per le attività antiamericane per il suo supposto comunismo, e il sospetto diventa una certezza. Appena 82 minuti, unità di tempo, spazio e azione come in una tragedia greca, dalle 10.30 alle 12 del 26 giugno 1898 in una cittadina del New Mexico. Facciamolo l’esercizio. Noi chi siamo, del popolo di Hadleyville, mentre le lancette ci ricordano che il tempo per decidere è poco, sempre meno, anzi è finito? Potremmo essere come la feccia del saloon, gente che in fondo si fa una bevuta, non commette nulla di male e preferisce il ritorno del fuorilegge, con la sua allegra anarchia, all’ordine tornato in città. Potremmo essere come i fedeli riuniti nel tempio, sbarbati e ben vestiti: ragionano, e giungono alla cinica conclusione che una sparatoria allontanerebbe gli investimenti dalla loro città, insomma non abbiamo bisogno di pubblicità negativa. Potremmo essere come Will Kane: alle 10.30 si sposa con Amy, si è dimesso da sceriffo, ma il successore deve ancora arrivare. Scappa, gli dicono tutti, non è un problema tuo. Ma lui, semplicemente, non ci riesce. Prova a scappare ma qualcosa glielo impedisce. Amy, quacchera, lo avverte che se lui dovesse affrontare i banditi, lei se ne andrebbe da sola. Proprio su quel treno. Will Kane, un Gary Cooper ormai cinquantenne, lungo e secco, non ha le spalle particolarmente grosse ma ha molto di più. Dovere, missione, responsabilità… chiamatelo come vi pare. Rimane. La celebre canzone di Dimitri Tiomkin, Do Not Forsake Me, My Darling (“Non abbandonarmi, mia amata”) scandisce i minuti. E alla fine sarà proprio lei, Amy, una giovanissima Grace Kelly, l’unica a correre in suo aiuto. I quattro banditi giacciono nella polvere. E nella polvere finisce anche la stella da sceriffo, che Gary abbandona prima di andarsene, senza una parola. Il modo sbagliato per cogliere la lezione del capolavoro (quattro Oscar nel 1953) è mettersi a cercare tanti sceriffi Kane. Il modo giusto è indossare, almeno per un poco e magari senza il carisma di Cooper, i panni dello sceriffo Kane. Il modo giusto è smetterla di passare in rassegna guai e minacce e concludere: “Non è un mio problema”. Il modo sbagliato è ragionare come il portiere dell’albergo: quando c’era Miller, dice senza giri di parole, qui c’era un bel movimento, ora è un mortorio. Movimento, ossia donnine e clienti e grandi bevute. Ossia soldi. Il modo sbagliato è pensare: la presunta minaccia mi fa guadagnare? Allora ben venga, e peggio per gli altri (“Gli altri non sono un mio problema”). Siamo a mezzogiorno meno una manciata di minuti. E lo sceriffo Kane chiama tutti, la feccia del saloon come i probi cittadini del tempio. E la canzone va: “Do Not Forsake Me, My Darling. My friends. My people”. Niente abbandoni né indifferenza, amata mia, amici miei, popolo mio. ____ Umberto Folena ____ Gli altri «sono» un mio problema ____ Le crisi e la lezione di «Mezzogiorno di fuoco» ____
 
* Tuo nome
Utente Libero? Effettua il Login
* Tua e-mail
La tua mail non verrà pubblicata
Tuo sito
Es. http://www.tuosito.it
 
* Testo
 
Sono consentiti i tag html: <a href="">, <b>, <i>, <p>, <br>
Il testo del messaggio non può superare i 30000 caratteri.
Ricorda che puoi inviare i commenti ai messaggi anche via SMS.
Invia al numero 3202023203 scrivendo prima del messaggio:
#numero_messaggio#nome_moblog

*campo obbligatorio

Copia qui:
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 27
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963