DietroLaMaschera

No, assolutamente. Anzi, è come la voglia di respirare profondamente dopo aver trattenuto il fiato. Capibilissimo. Bellissima immagine, anche io amo gli strumenti a corda.. Specialmente quelli che necessitano di continui accordamenti. A presto.

Sì, ottimo paragone: se si trattiene troppo il fiato si rischia di andarsene all'altro mondo. A un certo punto l'istinto di sopravvivenza prende il sopravvento e ci fa prendere una bella boccata d'aria. Anche se non lo vogliamo. Grazie per i complimenti per l'immagine: anche io adoro gli archi. Un saluto.

Si, ma a volte prendere un bel respiro può essere un problema...a volte c'è qualcosa, tenuto in mano da chi sa Decidere come e quando si debba...respirare. E non solo. Sensazione meravigliosa da parte di entrambi, l'abbandono e la mano sulla...vita... belli gli archi, si, ma preferisco le corde a se stanti.

Benvenuto sul mio blog Maschio_Alfa, Forse è come dici tu, però io credo anche che per essere una "sensazione meravigliosa" debba esserci la sicurezza assoluta che la fiducia è ben riposta. Ma questo succede sempre nella vita: se ci si accorge che la fiducia in qualcosa o qualcuno non è stata ben riposta, possono esserci risvolti molto poco piacevoli.

E' assolutamente vero. Molto poco piacevoli, a seconda delle situazioni, ma sempre spiacevoli. La fiducia è una cosa seria, è la base del Pilastro. Molto profonda tu, e il blog. Lo visiterò spesso, se non disturbo.

Il mio blog è aperto a tutti. Accetto sempre con piacere le visite e i commenti che vi vengono fatti. Grazie, torna a trovarmi, sarà un piacere leggerti.

Ho passato una vita in mezzo al pubblico, visto il mio ex mestiere. Ma nonostante cio' sono stato sempre un tipo introverso e timidissimo. La prima esperienza sessuale l'ho avuta a 16 anni e la mia vita e' contornata da donne piu' mature di me. Batoste tante, da ammazzarsi, credimi. Ma le ho superate non credendo di farcela. Lo strazio si affievoliva e poi passava fino alla prossima.... Poi, un giorno il peggio: una settimana in rianimazione col frate al capezzale e i parenti intorno, 5 mesi di ospedale ed una lenta e lunga riabilitazione dagli accanimenti terapeutici di ospedali incompetenti..... Ma quando sono uscito, il Renato di prima non esisteva piu'. Via la timidezza, via le remore, benvenuto il parlare diretto, senza fronzoli, il voler vivere appieno, la voglia di recuperare tutto cio' che e' stato soffocato dalla vita..... Si, voglio ricominciare a vivere, come te! (ammazza, quanto mi stimola la mente questa base) Non mi sono mai arreso nelle difficolta', e ho le spalle grosse per poter reggere altri colpi, ma spero sinceramente di poter trovare pace dopo tanta sofferenza. Kiss, Renato.

Accolgo con grande rispetto ciò che mi racconti della tua vita. L’aver visto la morte in faccia e, ancor di più, il dolore che hai passato dopo, cambiano una persona. Di solito in meglio. Mi permetto di dirti che comprendo ciò che dici. E questo lo dico non per saccenza o superficialità. Una volta, un amico, in un periodo di profonda sofferenza, mi disse: “ Ricorda sempre che nulla è permanente. Neanche la sofferenza.” E’ vero. Caro Renato, ti auguro di avere presto tutto ciò che possa aiutarti a raggiungere la serenità. Un abbraccio e grazie per aver lasciato i tuoi pensieri sul mio blog.

...a volte la sofferenza ci stimola ad apprezzare ancora di più i piaceri della vita...a volte anche quelli più banali...è una bella sinfonia..complimenti

Sì, vento che corre, è esattamente così. Aver vissuto il dolore ci fa accorgere che abbiamo dato per scontate cose che, invece, sono un dono ogni mattina che apriamo gli occhi. Anche e soprattutto lo stesso dono di poterli aprire e riuscire a vedere il mondo. E questa consapevolezza ci fa essere grati di ciò che abbiamo e persino del dolore che abbiamo vissuto, poichè è stato un'opportunità di crescita. Grazie per essere passato di qui e avermi lasciato un tuo pensiero, spero di rileggerti presto. un saluto e un sorriso.