Do it better
manuale semiserio su sesso e dintorni scritto a più mani
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Post n°16 pubblicato il 03 Novembre 2010 da quelchenonmimanca
Ho un sacco di amici che dicono che io viva il sesso come un uomo. Vivo il sesso nell'unico modo in cui ho imparato a godermelo. E cioè in maniera diretta, informale, friendly. Ma il fatto che usi termini appropriati, che possa chiacchierare con un'amica o con un collega delle mie esperienze personali, che guardi film porno, ammetta di masturbarmi o compri sex toys, non fa di me nè una donna dalla sessualità mascolina, nè una con cui poter fare, per esempio, battute pesanti. Soffro tantissimo la volgarità gratuita, soffro tutto ciò che è fatto unicamente per stupire o per attirare l'attenzione. Credo siano molto più volgari certi programmi da tipico palinsesto televisivo di mezza sera che non film hard spinti, che quantomeno ti danno esattamente il prodotto che hai chiesto, non provano ad edulcolorarlo con citazioni di sommi poeti o inframezzi cultrali. Alla stessa maniera, gradirei non trovare culi danzanti dentro un quiz televisivo o ammiccanti amplessi nella pubblicità di un caffè. Ma questo è un altro discorso, e volevo andare a parare altrove. Il fatto che non ritenga sensato usare perifrasi per parlare di sesso e di tutto ciò che ci gira intorno, non fa di me un uomo tanto quanto il fatto che ogni tanto mi piaccia dirigere il gioco e provocare non faccia di me una mistress. Il mio è solo un approccio cosciente, spesso guadagnato a cicatrici e segni sulla pelle, croste sull'anima e ferite nell'autostima. E' il risultato di un percorso che mi ha portato a scandagliare desideri e pulsioni cercando di capirli ed assecondarli. E' l'unico modo in cui riesco ad accettare i miei desideri senza vedere nulla delle oscenità che spesso il resto del mondo vede nelle pulsioni umane. Ma al di là di questo pragmatismo, pofferbacco se sono femmina. |
Post n°13 pubblicato il 21 Ottobre 2010 da quelchenonmimanca
Nell'attesa che la spettinata trovi il tempo per raccontarvi di un party inglese cui ha partecipato, ho deciso di tediarvi con alcune considerazioni discretamente banali che prendono spunto dal colore dell'erba del vicino. Storie di tutti i giorni. Relazioni di coppia sopraffatte dalla quotidianità, dai nuovi ruoli che diventano giorno dopo giorno sempre più aderenti a ciò che gli altri si aspettano da noi, ed in cui finiamo per identificarci. Parto dall'antefatto. Qualche giorno fa, a pranzo con un fornitore, si stava discutendo degli equilibri familiari, e lui mi ha offerto una prospettiva che effettivamente è suggestiva. Secondo questa teoria quando un equilibrio si spezza è perchè non si è rispettato l'assetto originale, diciamo. Perchè questa teoria possa trovare applicazione esistono due requisiti fondamentali: che la coppia sia sana (cioè che non si stia insieme perchè non si riesce a star da soli) e che entrambi si condivida questa prospettiva. In effetti, almeno nel mio caso, qualunque motivo di possibile crisi trova applicazione in questa teoria degli equilibri. E cioè oggi, da madre e da moglie, ogni tanto un po' mi manca non sentirmi "la zoccola" di mio marito. Ma visto che non ci sto assieme tanto per passare le giornate, ho deciso di provare ad applicare il concetto alla mia relazione. Non è semplice. Entrambi siamo fuori casa tutto il giorno per lavoro, c'è la bimba che cresce e che reclama attenzioni, entrambi abbiamo altri interessi e pochissimo tempo da vivere unicamente come coppia. Ma la teoria funziona. D'altronde che c'è di sbagliato nel concedersi ogni tanto il lusso di fare "gli amanti"? Ovvio, che bisogna preservare un'intesa che già esisteva, perchè se l'intesa non è mai esistita, cioè se io cercassi in lui cose che non è mai stato in grado di darmi, se lui avesse su di me fantasie che non condivido, inevitabilmente le frustrazioni si amplificherebbero.. ed in questo caso le soluzioni sono solo due. Lasciarsi o trovarsi una valvola di sfogo. Non è sempre so easy, non sempre regala le emozioni e l'adrenalina di una nuova conquista, forse non c'entra nemmeno molto con la teoria degli equilibri, ma ragazzi, in questi giorni sto davvero gran bene. ; ) |
Post n°12 pubblicato il 18 Maggio 2010 da quelchenonmimanca
L'unica volta che mi è capitato di fare sesso con due uomini avevo vent'anni. Da allora non mi è più capitato una altro triangolo lui-lui-lei. C'è da dire che non sono una a cui piaccia organizzare incontri di qualsiasi genere. Sono sempre stata dell'idea che certe cose debbano "accadere". E' un'esperienza che ripeterei volentieri con gli anni di oggi. Primo perchè l'esperienza di allora si svolse sotto un'elevatissimo tasso alcolemico che ci fece finire la performance tutti e tre abbracciati alla coppa del water, secondo perchè eravamo troppo presi da sceneggiature di film di terz'ordine e l'imperativo era definire delle posizioni che stessero bene a tutti. In sintesi, a parte l'eccitazione per il fatto in sè, eravamo tutti troppo presi nel "girati così" e "mettiti colà" per goderci l'esperienza. Qualche notte fa allora, la possibilità che il triangolo potesse ripetersi ha abitato i miei sogni. Attori, oltre alla protagonista scrivente, un ex collega che mi piaceva assai, ma con cui, a parte qualche ammiccamento non c'è mai stato nulla ed un ex amante dal comprovato feeling. Il risveglio è stato un tantino affannoso, ma poi la vita ha i suoi ritmi e tutto passa. |
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