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Post n°35 pubblicato il 26 Settembre 2012 da L.Onely
 

*

Certe volte passo dinanzi a negozietti, per esempio nella rue de Seine. Rigattieri o piccoli commercianti di libri antichi o di acqueforti, con vetrine zeppe. Da loro non entra mai nessuno, evidentemente non fanno affari. Ma se si guarda dentro, li si vede sedere, sedere e leggere, noncuranti; non si curano del domani, non si preoccupano del guadagno, seduto dinanzi a loro hanno un cane, soddisfatto, o un gatto che fa ancora più grande il silenzio strofinandosi lungo le file di libri, quasi spolverasse i nomi sui dorsi.

 

Oh, se ciò bastasse: vorrei certe volte comperarmi una di quelle vetrine zeppe e sedermi là dietro con un cane per vent'anni.


Da “ I quaderni di Malte Laurids Brigge” _ R. M. Rilke

*

*

E in effetti Jakob Mendel non vedeva e non sentiva niente di ciò che gli accadeva attorno. Vicino a lui i giocatori di biliardo facevano chiasso litigiosi, i camerieri correvano, il telefono squillava; qualcuno strofinava il pavimento o accendeva la stufa, e lui non notava nulla. Una volta un carbone ardente era caduto dalla stufa, a due passi da lui il palchetto mandava già odore di bruciato e fumava, e fu solo allora che per via di quella puzza infernale un cliente si rese conto del pericolo e si precipitò a soffocare il fumo; mentre lui, Jakob Mendel, a una spanna di distanza e già avvolto dalle esalazioni, non s’era accorto di nulla. Perché lui leggeva come altri pregano, come i giocatori giocano e gli ubriachi tengono lo sguardo fisso nel vuoto, storditi; il suo rapimento quando leggeva era così commovente che, da allora, il modo in cui gli altri leggono mi è sempre parso profano.

In Jakob Mendel, in quel piccolo rivendugliolo galiziano con i suoi libri, avevo visto personificato per la prima volta – ero giovane allora – il grande mistero della concentrazione assoluta, che rende tali l’artista e lo studioso, il vero saggio e il perfetto monomane, la tragica ventura e sventura della piena possessione.

Da "Mendel dei libri" Stefan Zweig

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Commenti al Post:
CatarsiCercasi
CatarsiCercasi il 03/10/12 alle 14:49 via WEB
Si puņ parlare di amore sviscerato per i libri? O del potere che essi esercitano su certune persone, andando a toccare direttamente i luoghi segreti ove hanno vita certe alchimie? E l'odore della carta dei libri? Ognuna il proprio. Puņ essere considerata una sorta di stupefacente in grado di stordire? (scusa, ho lasciato andare e non mi sono accorta che forse non era il caso)
 
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