Fughe ed evasioni

14.53

Sono stata piantata di nuovo.
Dirla in questo modo è un pò umiliante, ma è inutile fare tanti giri di parole.
Solo che proprio non capisco quando la situazione è precipitata.
Dopo essere volata a Parigi "per passare un week end insieme" dopo i regali, le fughe romatiche tutto è cambiato.
Scaricata con una mail.
L'autostima ne risente in questi casi, perchè il gesto rimane inspiegabile (oltre che estremamente vile).
Insomma ho pensato di aver avuto a che fare con una persona bipolare, che fino alla sera prima mi chiedeva di raggiungerla e che in meno di 12 ore mi ha scaricata dicendo "abbiamo due vite troppo distanti".
Appurato che:
1. non sono un cesso
2. un discreto numero di uomini vorrebbero portarmi a letto
3. sono socievole e intrattengo rapporti d'amicizia duraturi
4. sono quasi sempre incline all'ottimismo
non mi sento responsabile di quest'abbandono.
Allora perchè mi sento demolita?

Innamora.menti

Non scrivo da molto tempo.
Non perchè non ci sia molto da dire, al contrario, la mia vita rimane intensa in barba alla mia pigrizia radicata.
Mi sono innamorata.
Innamorata con tutti i sacri crismi.
Credevo che fosse quello giusto, non dico per sempre, ma credevo che potesse essere quello giusto per un bel pò.
Invece è stato più veloce di una meteora e dopo avermi convinta che lui era in possesso di tutte le qualità per farmi felice si è dileguato rapidamente.
Il problema è che più cresciamo e più gli abbandoni si fanno dolorosi, forse cambia l'intensità dell'amore o forse abbiamo perso l'innocenza degli amori adolescenziali, quando bastava così poco, e inevitabilmente facciamo progetti.
O forse, più semplicemente, vediamo le rughe sul volto e non vorremmo invecchiare da soli...quasi fosse innaturale.
Non lo so, ma le lacrime sembrano più amare, almeno le mie.
Quindi ho cercato consolazione in qualche vasetto di nutella in attesa di ritrovare un certo equilibrio.

h. 17.58

Domani vado in Sicilia.
Si sposa una mia amica.
L'aereo parte in tarda mattinata e non ho ancora preparato uno straccio di bagaglio. In effetti non vorrei neppure partire.
Il matrimonio si annuncia sfarzoso. Io non sarò abbastanza magra nè abbastanza in tiro e oltretutto sarò senza accompagnatore.
Non sono riuscita a trovare un'amica disposta ad accompagnarmi, in effetti 1.500 KM scoraggerebbero molte persone...e poi si sposa di venerdì...per avere due giorni dal lavoro ho fatto i salti mortali.
La mia amica che finalmete ha smesso di posare il suo sguardo su tutti gli uomini che le passavano sotto il naso, in uno slancio di generosità ha detto che al mio tavolo ci sarà un single, "per te" ha precisato, come se fosse un pacco regalo.
Sarà sicuramente uno di quei boriosi sotuttoio che mi guarderà con aria di sufficienza (lo so sono ottimista!).
Non sarò "abbastanza" in qualsiasi ambito.
Ho già comprato un pacchetto di sigarette.
Fingerò di fumare per avere una scusa per allontanarmi mentre sdegnoso il single di turno mi guarderà pensando che contribuisco al surriscaldamento del pianeta.

Senza rabbia

E'un periodo particolare questo, sento che vorrei riappacificarmi con il mio passato, con le persone che ho smesso di sentire bruscamente.
Vorrei chiamarle e dire loro che non sono più arrabbiata.
E adesso che quasi all'improvviso la rabbia mi ha abbandonato, mi sento senza difese e quasi senza forze, come se qualcosa dentro di me avesse improvvisamente ceduto.
Non sono più arrabbiata neppure con mio padre, in questi giorni è di nuovo in ospedale, la malattia avanza e lui comincia a rimpicciolirsi, quasi a ritirarsi, la sua voce si fa sempre più incerta.
Credo che si renda conto che il tempo stringe.
Ci sentiamo per telefono e spesso rimaniamo in silenzio, lui non sa che dire, io non so consolarlo, all'improvviso sono io l'adulta e lui il bambino.
Vorrei potergli dire che sono dispiaciuta, che vorrei che la sua vita smettesse di essere così amara, ma io e lui non abbiamo mai parlato di queste cose, non credo che lo faremo adesso.
Mi spaventa l'idea di dover prendere un aereo per tornare a casa per lui.
Mi spaventa qualcosa di indefinito.

Delle cose che non mi sono mai mancate

Ho sempre detestato il natale, perchè mai come in quel periodo dell'anno diventava lampante la nostra povertà.
Non c'erano regali sotto l'albero che aspettavano di essere scartati, e quando tornavo a scuola mentivo per non sentire il peso dell'umiliazione di non avere nulla.
Mio padre ci ha abbandonati molte volte e in molti sensi, io che da piccola lo amavo comunque mi svegliavo il giorno di natale sperando che ci fosse, che avesse un regalo per noi, desideravo, ma non ho mai osato chiedere.
Nel suo vagabondare in luoghi sempre più lontani dal nostro cuore ha finito per smarrire la strada di casa.
Rimanevamo noi come piccoli cuccioli attaccati a mia madre, rimanevamo soli e il desiderio di riscatto si faceva sempre più insistente.
Vorrei aver fatto di più per lei, vorrei poter fare di più.
Prima di ripartire le ho lasciato dei soldi ha cominciato a piangere, dicendo che avrebbe voluto darmi di più, ma che non è stato possibile.
Eppure sento che non mi è mancato niente, che l'amore è stato tanto e che non mi sono mai sentita abbandonata da lei.
Piccola, ma forte come una roccia.
L'ho abbracciata forte.
La felicità che mi appartiene nell'averla nella mia vita è fatta di purezza, di sentimenti forti come lei.
Mai come ora non ho avuto bisogno di altro.