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Pennetta: Bisogna liberarsi dal darwinismo sociale

Post n°482 pubblicato il 05 Aprile 2012 da Fratus

Pennetta: Bisogna liberarsi dal darwinismo sociale
'Antievoluzionismo e scientismo? Bisogna fare attenzione'
La Voce d’Italia continua ad occuparsi del dibattito tra il neodarwinismo e l’antievoluzionismo alla base dell’analisi scientifica sulle origini del mondo. La parola va al Prof. Pennetta, biologo ed insegnante di scienze naturali.

Professor Pennetta, perché non “crede” al neodarwinismo?

“Iniziamo subito col dire che il verbo “credere” è in questo caso quanto mai adatto: se il neodarwinismo avesse prodotto delle verifiche sperimentali soddisfacenti non ci sarebbe bisogno di “credere”, anzi non ci sarebbe nessuna questione aperta sull’argomento”

A questo punto però, per poter rispondere, va chiarita la distinzione tra il termine “evoluzione” con il quale si intende il fatto della successione di specie nel tempo (e alla quale non c’è bisogno di credere perché è provata dai fossili), e il termine “neodarwinismo” che indica quella teoria che assume il caso come origine della diversità del vivente e delle specie.

“Una volta fatto questo chiarimento, la situazione si può comprendere meglio se facciamo dei paragoni: nessuno ad esempio può dire di non “credere” alle leggi di Mendel o al codice genetico del DNA perché esistono esperimenti in grado di dimostrarne la correttezza. La stessa cosa invece non si può dire della teoria neodarwiniana, infatti, anche negli esperimenti su decine di migliaia di generazioni di batteri, non è mai stata osservata la comparsa di nuovi caratteri avvenuta col meccanismo delle mutazioni casuali”


Molto spesso viene sostenuto che gli antievoluzionisti siano antiscientisti e che chi non sostiene la teoria di Darwin non ha conoscenze adeguate: qual è la sua opinione in proposito?

“Anche in questo caso va prima fatto un chiarimento sui termini. Per “antievoluzionisti” ritengo che la domanda si intenda riferirsi a coloro che si oppongono al meccanismo neodarwiniano, non all’evidenza dei fossili, e per “scientismo” quel movimento intellettuale tendente ad attribuire alle scienze fisiche e sperimentali e ai loro metodi la capacità di soddisfare tutti i problemi e i bisogni dell'uomo. 
Fatte queste precisazioni, la critica al neodarwinismo potrebbe benissimo essere fatta anche in ambito scientista, infatti il neodarwinismo è insoddisfacente proprio dal punto di vista strettamente scientifico.
“Se invece si intende affermare che la critica al neodarwinismo sia “antiscientifica”, cioè contraria alla scienza basata sul metodo sperimentale, questo ci riconduce a quanto detto nella prima risposta: il metodo scientifico è fondato sulla prova sperimentale, e questa prova è proprio il neodarwinismo a non averla prodotta Con questo intendo affermare una cosa che può apparire rivoluzionaria, cioè che contrariamente a quanto si sente dire è la critica al neodarwinismo che difende la vera scienza da speculazioni teoriche non provate”

In Italia gli antievoluzionisti sono ascrivibili a diverse correnti. Vi è chi semplicemente nega la scientificità della teoria di Darwin, chi sostiene il creazionismo biblico, chi appoggia la teoria sintropica e, da ultimo, quanti la teoria della devoluzione. Evidenziando brevississimamente gli assunti di partenza di queste diverse scuole, lei dove si colloca, e perché?


“Rispondendo nell’ordine, troviamo al primo posto chi nega la scientificità della teoria di Darwin sostenendo che essa non soddisfi i requisiti del metodo scientifico, invece per “creazionisti” dobbiamo intendere non coloro che credono alla creazione, ma coloro che la mettono in contrasto con le spiegazioni scientifiche, chi invece sostiene la “devoluzione” ritiene che ad esempio sia la scimmia a discendere dall’uomo. Come si può già evincere da quanto detto sinora, la mia collocazione è nel primo gruppo, tra coloro cioè che negano che la teoria neodarwiniana abbia superato i test della corroborazione scientifica. Ma a questo punto possiamo aggiungere dell’altro: la teoria neodarwiniana, così com’è formulata, non è scientifica e non lo potrà mai essere, perché anche nel caso che si producesse un evento corroborante, essa manca di quel requisito introdotto dal filosofo Karl Popper e che è divenuto fondamentale nella scienza moderna: il criterio di falsificabilità”
Il criterio di falsificabilità è un evento che se verificato invaliderebbe la teoria, in poche parole, se voglio proporre una teoria scientifica, devo anche dire “se si verificasse l’evento “X”, la mia teoria risulterebbe confutata. Appare subito evidente che una teoria che pone un evento casuale come spiegazione di un fatto non può essere confutata.
“Possiamo aiutarci con un esempio. Se dico che è possibile vincere 100 volte di seguito alla roulette indovinando il numero che uscirà, non esiste esperimento in grado di dimostrare che questo evento in realtà non si è mai verificato in passato. Ed è proprio questo che fa la teoria neodarwiniana, pone il caso all’origine di eventi molto improbabili avvenuti nel passato. Per completezza ricordo infine che l’esempio del numero fortunato uscito alla roulette fu fatto da un grande neodarwinista, il premio Nobel Jacques Monod”
Nelle maggiori riviste scientifiche mondiali non si trovano mai articoli o ricerche che non sostengano il neodarwinismo. Ciò a suo parere avviene per carenza di scienziati non darwinisti di alto profilo o per altre motivazioni?
“Questo è un argomento che viene utilizzato abbastanza spesso per cercare di far passare per argomenti di basso livello le obiezioni al neodarwinismo. La realtà è invece quella efficacemente descritta da grandi personaggi come Stephen Jay Gould e Niles Eldredge che nei loro libri hanno efficacemente descritto l’emarginazione cui sono stati sottoposti nel mondo della biologia coloro anche solo sospettati di mettere in discussione il dogma darwinista. La stessa situazione è stata più recentemente confermata da autori come J. Fodor e M. Piattelli Palmarini, ma senza andare troppo lontano, abbiamo un caso che conosco direttamente, quello di alcuni innovativi lavori di Alessandro Giuliani, primo ricercatore dell’Istituto Superiore della Sanità, che non hanno trovato accoglienza sulle pubblicazioni scientifiche di biologia mentre quegli stessi lavori sono stati favorevolmente valutati e pubblicati su autorevoli riviste specializzate di chimica. Come affermava il filosofo della scienza Thomas Samuel Kuhn, i sostenitori di un paradigma tendono a difenderlo da qualsiasi dato che tenda a metterlo in crisi, e nel campo della biologia il paradigma neodarwiniano è particolarmente radicato”

Perché per alcuni la teoria di Darwin è così importante per la struttura in prima istanza della forma mentis scientifica e per altri è un “gigante dai piedi d’argilla” da abbattere?
“A questa domanda la risposta può essere data ricorrendo ancora una volta attingendo alle parole del Nobel neodarwiniano Jacques Monod, quando parla della scienza moderna e del “postulato di oggettività”: La pietra angolare del metodo scientifico è il postulato dell'oggettività della natura, vale a dire il rifiuto sistematico a considerare la possibilità di pervenire ad una conoscenza vera mediante qualsiasi interpretazione dei fenomeni in termini di cause finali, cioè di progetto”.

I sostenitori del neodarwinismo ritengono che abbandonare il “caso” come motore dell’evoluzione comporterebbe il contemporaneo abbandono di questo postulato di oggettività. Ma si tratta di un timore infondato, non si capisce perché abbandonare il caso per una eventuale nuova legge di natura, come ce ne sono in tutte le discipline scientifiche, dovrebbe comportare l’abbandono del postulato di oggettività: in realtà non esistono scoperte che possano provare, o al contrario, negare l’esistenza di un finalismo in natura.

“Chi invece ritiene che sia un “gigante dai piedi d’argilla da abbattere”, può avere diversi motivi per assumere questa posizione, io posso parlare di chi la pensa come me: ritengo che il darwinismo prima, e il neodarwinismo poi, siano delle teorie delle quali si è appropriato chi vuole strumentalizzarle al fine di proporre una determinata visione della realtà. Se quella neodarwiniana è una teoria scientifica, il darwinismo è a tutti gli effetti un’ideologia (come evidenziato anche dal suffisso –ismo) che si appoggia su una legittimazione scientifica che la rende estremamente solida, quasi inattaccabile. Questo viene sostenuto anche da una grandissima personalità della scienza come il genetista Richard Lewontin, che utilizza proprio il termine “legittimazione” quando indica la valenza politica della biologia. Il neodarwinismo è dunque un “gigante da abbattere” per due importanti motivi: il primo è Liberare la scienza dal condizionamento di un paradigma errato, il secondo è Liberare la cultura e la politica dal darwinismo sociale, un’ideologia disumanizzante che oltretutto ha storicamente fallito. E questo è quanto, chi condivide le mie idee, si propone di fare”

A cura di Andrea Carbone

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