Creato da Fratus il 08/08/2006
Commentiamo la società
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Post n°483 pubblicato il 12 Aprile 2012 da Fratus
Pubblicato su "la Voce d'Italia"
“Dubitare delle teorie scientifiche è cosa scientifica”, così ha esordito il Dott. Pier Maria Boria, fisico ed autore di vari saggi sul tema delle origini del mondo che sta trovando ampio spazio sulla “Voce d’Italia” con la costruzione di un dibattito aperto, capace di stimolare l’intervento di molti esperti.
Quali sono i suoi assunti per ritenere la teoria di Darwin non scientifica? “Dubitare delle teorie scientifiche è cosa scientifica”. Oggi è di moda riempirsi la bocca della parola “scientifico” come se tale aggettivo rafforzasse il concetto: errore! Sul mio libro panettone di quest’anno (che è attualmente in cantiere, e che adotta il lemma citato come premessa) il concetto sarà ulteriormente chiarito; ma già così dice tutto: non perdiamoci nelle parole, applichiamo con rigore il rasoio di Occam! Nei suoi saggi lei ha “attaccato” alcuni modi di “fare” scienza sostenendo che sono i fatti a dare validità alle teorie, il resto sono chiacchere, ci può citare degli esempi? “Le discussioni scientifiche vanno fatte ricorrendo a delle fondamenta concordate dimodochè, adottando concetti comuni all’inizio, la discussione si possa sviluppare soddisfacendo esigenze logiche. “Per quanto riguarda le ricerche paleontologiche e genetiche lascio la parola agli esperti: se ne sentono di tutti i colori ed il pocologo che è il sottoscritto non ci si mette. Uniquique suum… Cosa vorrebbe dire alla scienza ufficiale? “Premesso che la scienza ufficiale ad un pocologo come me non chiederà mai nulla, tanto per rispondere alla domanda, direi che la Scienza vera (quella con la esse maiuscola) è caratterizzata da una virtù essenziale, purtroppo in disuso: l’Umiltà”. A cura di Andrea Carbone |
Post n°482 pubblicato il 05 Aprile 2012 da Fratus
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Post n°481 pubblicato il 30 Marzo 2012 da Fratus
Tecnoscienze "Da quell'assemblea al Vittorini in dieci anni e' cambiato moltissimo" Fratus: "Il neo-darwinismo e' una religione""Evoluzionismo? Non vi sono prove concrete per nulla" Affidiamo la sintesi del dibattito sorto nei giorni scorsi su “La Voce d’Italia” in merito alle teorie che spiegano le origini del mondo a Fabrizio Fratus, referente del Comitato Antievoluzionista. Si conclude così il ciclo di interviste realizzato dalla Voce d’Italia, che ha coinvolto il Prof. Odifreddi ed il Dott. Bertolini, nell’auspicio che queste tematiche siano affrontate con maggiore frequenza ed interesse sui media. Dott. Fabrizio Fratus, sono passati 10 anni dalla sua prima iniziativa antievoluzionista tenutasi al liceo scientifico Vittorini di Milano. In quell’occasione tre studiosi spiegarono perché per loro la teoria di Darwin non era scientifica: è cambiato qualcosa da allora? “E’ cambiato moltissimo. Al liceo Vittorini parlarono il ricercatore dell’università di Padova Ronald Nalin, il professore di scienze naturali Fernando De Angelis e il medico Mihael Georgiev, poi divenuto uno dei massimi esponenti nella lotta alla teoria neodarwinista in Italia. Con l’assemblea studentesca organizzata in collaborazione con alcuni studenti si è aperto il vaso di pandora, dimostrando che la teoria di Darwin non è per nulla una teoria valida scientificamente, è piena di falle ed è sostenuta soprattutto per motivi ideologici. Non si capisce come si possa sostenere che noi si discenda da un qualcosa che non si sa da dove sarebbe nato e come si sarebbe sviluppato. Da quel primo evento se ne sono susseguiti a cascata molti altri” In sintesi ciò che lei sostiene è che il darwinismo funga da giustificazione ideologica per la costruzione di un certo tipo di società: è corretto? “È così. Per comprendere il discorso si deve tornare all’origine della teoria quando Darwin la propose, si deve comprendere il periodo storico… a metà del ‘700 la rivoluzione industriale e a fine secolo quella francese, l’affermazione della scuola di pensiero di S. Simon e Comte, la nascita delle scienze sociali e colonialismo… tutte questioni che vanno inquadrate in un’ottica di società materialista cui Darwin è servito. Non dobbiamo poi dimenticare che egli era figlio di un pastore anglicano e aveva seguito studi per diventare pastore: chi meglio di lui per sostenere che ogni ipotesi trascendente della vita non esisteva? Questo fu il primo passaggio. Arrivò poi H. Spencer a coniare il termine evoluzionismo (Darwin parlava solo di trasformazione), ed inoltre creò il modello specifico a cui oggi facciamo riferimento, un modello sviluppatosi partendo dalle ipotesi di Darwin per cui si crede che tutto sia migliorabile. Il progresso di cui si sente tanto parlare ha origine nella teoria di Darwin: esso va sostenuto perché è la strada per giungere alla migliore condizione possibile. In realtà gli studi dimostrano il contrario: noi viviamo in una società che non ha migliorato realmente la qualità della vita e tantomeno la sua durata effettiva (basti guardare un qualsiasi libro e verificare quando morivano i filosofi al tempo di Pitagora). Ma il discorso è molto lungo e complesso, per concludere su questo argomento vorrei specificare che in relazione all’ipotesi evoluzionista noi siamo frutto del caso e come tale non siamo differenti da nessun tipo di animale: è partendo da questo assunto che, a mio avviso, si legittimano aborto, eutanasia ed eugenetica“ Ma davvero non vi sono prove a sostegno della teoria di Darwin? “Questo è il fatto più interessante: prove concrete non ve ne sono per nulla. Basta leggere le dichiarazioni degli stessi evoluzionisti per averne dimostrazione. .la più chiara è sicuramente quella del genetista di Harvard Richard Lewontin, che ha scritto: “Noi difendiamo la scienza nonostante l’evidente assurdità di alcune delle sue affermazioni e la tolleranza della comunità scientifica per delle favole immaginarie... perché abbiamo un impegno materialista aprioristico... Non è che i metodi e le istituzioni della scienza ci obbligano ad accettare una spiegazione materialista dei fenomeni, ma al contrario, siamo costretti dalla nostra adesione aprioristica alle cause materiali... Questo materialismo è assoluto, perché non possiamo permettere l’accesso a Dio” Ecco quanto è valida scientificamente la teoria di Darwin. Ma prendiamo anche un altro importante scienziato evoluzionista, colui che è stato importantissimo nel processo contro l’insegnamento dell’Intelligent Designer nelle scuole americane, ovvero il prof. di filosofia e zoologia M. Ruse: “L’evoluzione viene promossa dai suoi praticanti come più che solo scienza. L’evoluzione viene promulgata come una ideologia, una religione secolare – una completa alternativa al cristianesimo, con significato e moralità. Sono un evoluzionista fervente ed ex-cristiano, ma devo ammettere … che chi si attiene alla lettera ha assolutamente ragione. L’evoluzione è una religione”. Sono gli evoluzionisti che devono dimostrare di avere delle prove… e come si è appena accennato, sono i primi a sapere di non averle” Ho avuto modo di leggere dei suoi articoli contro diversi esponenti evoluzionisti che lei sostiene appartengano ad una “nomenclatura evoluzionista”. Qual è l’accusa? “È senza dubbio l’incapacità della nostra cultura universitaria di essere al passo con il resto del mondo occidentale. Quando parlo di “nomenclatura evoluzionista” faccio riferimento alla lobby dei professori evoluzionisti che per diversi interessi screditano tutti coloro che si schierano contro il neodarwinismo. Un esempio è Telmo Pievani, che in una recente intervista ha dato degli stupidi a tutti coloro che sostengono che la teoria di Darwin sia una ideologia e una religione: mi spiace per lui che evidentemente offuscato dalle sue convinzioni non conosce le dichiarazioni degli stessi evoluzionisti fuori dai nostri confini, dichiarazioni come quelle che ho esposto precedentemente” La sua posizione è molto chiara e mi chiedo se ha esempi concreti in cui gli evoluzionisti hanno sbagliato ad interpretare i dati. “Ve ne sono moltissimi di esempi, l’ultimo in ordine temporale è quello a proposito di batteri e antibiotici: gli evoluzionisti sostenevano che i batteri si evolvessero per resistere agli antibiotici mentre si è scoperto, come sostenevano altri scienziati non evoluzionisti, che la resistenza agli antibiotici fosse già patrimonio dell’informazione contenuta nel codice genetico dei batteri. Hanno avuto ragione i secondi. Nel nostro codice genetico vi sono informazioni e una complessità incredibile e gli evoluzionisti vogliono farci credere che tutto ciò sia frutto del caso, senza però riuscire a dimostrarci come si “crei” l’informazione contenuta nelle specie viventi. A titolo di ulteriori esempi possiamo citare molto altro. Gli organismi unicellulari, come scriveva Huxley in contrapposizione all’ipotesi di Paley sostenitore del disegno intelligente, erano ritenuti essere delle semplici gocce di “protoplasma”. Oggi sappiamo che non sono primitivi e tanto meno semplici, sono capolavori, vere e proprie macchine molecolari. Ancora: Darwin sosteneva che lo sviluppo embrionale fosse influenzato da fattori esterni, al contrario è un progetto incorporato negli esseri viventi. Oppure: Cuvier ha avuto ragione nel sostenere che i fossili fossero distinti e separati, ed infatti come è dimostrato da tutti i fossili ritrovati non vi è nessun tipo di possibilità nel ricostruire qualsiasi tipo di albero che preveda una gradualità temporale e morfologica come sostenuto dagli evoluzionisti. Insomma: la variabilità che vediamo non si genera da variazioni casuali ma solamente da rimescolamento genetico, essa è limitata e oscillante e non illimitata come vogliono farci credere i neodarwinisti. La selezione naturale elimina e non contribuisce in nessuna maniera a sviluppare nuove informazioni” A cura di Andrea Carbone |
Post n°480 pubblicato il 19 Marzo 2012 da Fratus
Tutti noi siamo portati a credere a ciò che riteniamo veritiero in relazione a quello che presunti esperti ci spiegano tramite i diversi canali media e così ci ritroviamo a considerare informazioni da verificare come prove oggettive. Capita a volte che queste nostre informazioni divenute per noi credenze si difendano in pubblico con forza e convinzione. Purtroppo il problema è presente in ognuno di noi e pochi ne sono coscienti. L’ultimo caso è quello di una docente di storia nel biennio di un Liceo Classico, durante una lezione la docente ha approfondito con la classe la teoria di Darwin mettendone in luce limiti di carattere scientifico e in sostanza la sua inaccettabilità. Gli studenti, in parte con ragione visto che gli si poneva un problema: credere o non credere ai libri di testo visto che la loro professoressa, con l’aiuto di pubblicazioni, confutava la teoria di Darwin? Ed ecco allora che i giovani, credendo di avere un FATTO inconfutabile a sostegno della teoria si sono contrapposti alla docente e hanno presentato il caso degli abitanti di Limone sul Garda, portatori di una mutazione genetica, attualmente ancora operante, che avrebbe dato luogo alla produzione di una nuova proteina, la Apolipoproteina A-1 Milano, che protegge dalle malattie cardiovascolari favorendo l’eliminazione del colesterolo. Appena appreso della nuova “prova” a sostegno della teoria mi sono subito chiesto il perché questa prova arrivi da studenti e non la si ritrova in nessun testo a favore di Darwin? Già da qui il sospetto che fosse come sempre una notizia “fasulla”; la domanda è stata posta al dott. Nunzio Nobile, che, senza nessun tipo di problema ha subito risposto e spiegato la questione senza nessun tipo di problema e soprattutto confutando che fosse una prova del neodarwinismo:La apolipoproteina A ha già una funzione benefica per l’organismo in quanto estrae il colesterolo dal circolo sanguigno e la porta al fegato dove verrà eliminato attraverso la bile.La mutazione Milano presente in alcuni abitanti di Limone del Garda non porta quindi ad una funzione nuova ma rafforza ed amplifica la funzione precedente della proteina. Queste mutazioni che provocano miglioramenti di una precedente funzione sono selezionate e si possono diffondere nella popolazione. Non è vero che le mutazioni sono o Anche in questo caso, come in tutti gli altri, le prove non sostengono per nulla il neodarwinismo; grazie alla docente che con coraggio ha fatto il suo dovere, spiegato con intelligenza le mancanze del neodarwinismo. Grazie al dott. Nuzio Nobile che senza alcun problema ha risolto la questione delle mutazioni a Limone del Garda. Fabrizio Fratus |
Post n°479 pubblicato il 12 Marzo 2012 da Fratus
Ancora un passo e siamo al “Sakineh, subito libera!”. Per Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i fucilieri di Marina in stato di arresto in India, tutta la destra ma anche parte della sinistra si sono mobilitate al grido di “Riportiamoli subito a casa”, “Salviamo i nostri marò”, “Siamo tutti con voi”. L’ex ministro della Difesa Ignazio La Russa, quasi in lacrime ha dichiarato: “I nostri ragazzi devono tornare in Italia ed essere restituiti alle loro famiglie”. Si è invocato l’intervento della Nato e dell’Unione europea. Il Giornale ha scritto: “La parte sana del Paese difende i suoi soldati” e vedendo una parte della sinistra un po’ tiepida ha sottolineato, in polemica col sindaco di Milano Pisapia, che a Giuliana Sgrena e alle ‘due Simone’ “nessuna istituzione ha mai negato solidarietà e partecipazione durante i difficili momenti della prigionia”. Non ho alcuna simpatia per le Sgrene e le Simone, ‘vispe terese’ del turismo di guerra, ma a parte che una cosa è un sequestro altra un arresto ordinato dalla magistratura di uno Stato, qui c’è il piccolo particolare che Girone e Latorre sono accusati di aver ucciso due pescatori indiani scambiandoli per pirati somali. All’inizio i due fucilieri si sono difesi dichiarando: “Abbiamo sparato in aria e poi in acqua, contro un’imbarcazione con cinque uomini armati”. Tesi incautamente fatta subito propria dal nostro governo (sia mai che dei ‘bravi ragazzi’ italiani sparino per uccidere, sia pur dei presunti pirati) che in seguito ha più prudentemente ripiegato sulla questione della giurisdizione: la nave da cui i due avrebbero sparato è italiana, i due sono italiani, l’incidente è avvenuto in acque internazionali, quindi la giurisdizione appartiene alla magistratura italiana. Non c’è dubbio che se l’incidente fosse avvenuto a bordo della Enrica Lexie, che è territorio italiano, così sarebbe. Ma la cosa è avvenuta a trecento metri dalla nave e quindi in ‘territorio’ internazionale e perciò neutro. A chi spetta in questo caso la giurisdizione, al Paese dei presunti assassini o a quello delle vittime? Come scrivevo sul Fatto (22/2) all’indomani di questo tragico episodio: “Se due pescatori di Mazara del Vallo di un peschereccio che naviga al largo delle coste siciliane, sia pur in acque internazionali fossero uccisi da militari indiani imbarcati su un mercantile indiano, qualcuno dubiterebbe, qui da noi, che la competenza spetta al Paese delle vittime?”. È quel che pensano, nel caso dell’Enrica Lexie, gli indiani. A ragione. Smettiamola quindi di fare i gradassi con quell’atteggiamento neocoloniale che abbiamo assunto da qualche tempo a imitazione degli angloamericani dal ‘grilletto facile’ che han la pretesa, che anche noi adesso avanziamo, dell’immunità. Se i due fucilieri hanno sbagliato devono risponderne. Un processo in Italia, lo capisce chiunque, anche un indiano, sarebbe una farsa, i due marò sarebbero accolti come eroi e finirebbero in breve all”Isola dei famosi’. Troppo facilmente ci si dimentica che, pur se a migliaia di chilometri, qui ci sono due morti, anche se non se ne fanno mai i nomi come se fossero delle comparse irrilevanti in questa brutta faccenda. Si chiamavano Ajesh Binki e Valentine Jelastine e avevano anch’essi, caro La Russa e cari italiani, delle famiglie e degli affetti. Come Franco Lamolinara, ucciso in Nigeria in seguito a uno sconsiderato blitz degli inglesi, per la cui morte giustamente ci indignammo. Come gli indiani si indignano per le loro. Massimo Fini |
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