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MANIFESTAZIONE A ROMA PRO LIBERALIZZAZIONE E STOP ALLO SFRUTTAMENTO

Post n°9 pubblicato il 03 Ottobre 2006 da comitaticdaitalia
 

I COMITATI STANNO ORGANIZZANDO UNA MANIFESTAZIONE A ROMA PER FAR SENTIRE LA PROPRIA VOCE E FAR CONOSCERE AI CITTADINI LA GRAVE SITUAZIONE DI SFRUTTAMENTO DEI GIOVANI TIROCINANTI E LE DIFFICOLTA' NELL'ACCESSO ALLA LIBERA PROFESSIONE.

SI PREGA DI INTERVENIRE NEL FORUM APERTO PER LA DISCUSSIONE:

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importantissimo0
importantissimo0 il 06/10/06 alle 13:28 via WEB
RAGAZZI MI HA RISPOSTO LA SEGRETERIA DELL'UDEUR!!! CHIEDONO UN INCONTRO!! vi allego la lettera che gli ho inviato e la loro risposta!!! Ecco la loro risposta: Ciao, sono Sara Menenti resp.naz. web, vi scrivo per comunicarvi che il nostro Segretario Nazionale, l'Avv. Roberta Gasco, è interessata e disponibile ad un approfondimento sulle tematiche da voi sollevate. Pertanto potete contattarmi tempestivamente al numero 329.3275657 per fissare un appuntamento già per la prossima settimana nei giorni di Martedì o Mercoledì. Sara Menenti Ecco la mia lettera: Con la presente richiedo, anche a nome di centinaia di migliaia di miei colleghi, di far luce o quanto meno dare visibilità al nostro disagio. Questa è una denuncia dello stato di precarietà, anzi schiavitù, e intimidazione al quale siamo sottoposti. Sono, siamo, praticanti-avvocato, coloro che, laureati in giurisprudenza e fatta la prescritta pratica forense, devono sostenere l'esame "FARSA" di avvocato. Siamo decine di migliaia, c'è chi dice anche 60.000 (praticamente una città), e viviamo in condizioni pietose, siamo gli schiavi con i colletti bianchi d'Italia. Perchè dico questo? Perchè lavoriamo 8/10 ore negli studi dove facciamo la pratica, facciamo tutto quello che deve fare un avvocato (scriviamo atti processuali, andiamo in udienza, abbiamo rapporti con magistrati e con la clientela, sbrighiamo tutte le pratiche burocratiche), tutto però ad esclusivo vantaggio del nostro dominus (l'avvocato presso il quale svolgiamo la pratica). A noi nemmeno le briciole, neanche un rimborso spese. Siamo di fatto già avvocati ma non possiamo esercitare perchè privi del titolo. MA IL VERO SCANDALO E' L'ESAME DI ABILITAZIONE. Infatti trascorsi i due anni di inferno a fare pratica (2 se ci dice bene, nella media dura molto di più) dobbiamo sostenere l'esame di abilitazione. Qui iniziano le prime anomalie. Prima. Le commissioni sono composte da avvocati, professori universitari e magistrati scelti dall'Ordine degli avvocati. La cosa sconcertante, soprattutto in questo periodo, è che la lobby degli avvocati ha, a chiare lettere, detto che la sopravvivenza della professione è minata dal crescente numero di nuovi avvocati. Quindi non ci vogliono perchè temono la concorrenza e proprio in questi giorni stanno manifestando contro il decreto Bersani (che però non ha modificato l'esame). Per conferma di quanto suddetto vedere un articolo di Italia Oggi del mese di settembre 2006 (pag. 4 del supplemento Modello5): "....Potrà apparire strano, ma gli avvocati che hanno raggiunto il n. di 180.000 (in aumento esponenziale) ritengono di agire in un mercato concorrenziale, regolamentato ma concorrenziale, e pensano che i propri fatturati in caduta libera non siano frutto di abili elusioni fiscali ma la conseguenza di una smisurata crescita che sta minando l'esistenza stessa del sistema". Dunque coloro che dovranno essere i futuri concorrenti dei neo avvocati e che correggono i compiti d'esame, e che dunque decidono quanti e chi dovrà passare l'esame, non vogliono che il numero degli avvocati cresca. Hanno quindi il CONTROLLO sull'accesso alla professione. Ma andiamo avanti. L'esame, soprattutto lo scritto, è una FARSA. Una buffonata. Credo conosciate qual è l'iter per ottenere l'abilitazione ma lo riporto brevemente qui sotto: - laurea in giurisprudenza - pratica forense di 2 anni - esame di stato: 3 prove scritte - se si supera lo scritto prova orale su 6 materie (alcune obbligatorie altre a scelta del candidato). Ebbene, la mia segnalazione riguarda l'esame e, segnatamente, le prove scritte. Si tratta di veri e propri temi scritti (lunghi alcune pagine): 2 pareri (dir. civile e penale), ed un atto giudiziario a scelta tra dir. amministrativo, civile e penale. Inoltre, si possono consultare dei codici commentati esclusivamente con la giurisprudenza. Ed ecco le prime anomalie. La soluzione dei pareri è piuttosto agevole, poiché solitamente la soluzione si trova sui codici commentati, ove è possibile trovare la sentenza di riferimento. Quindi il 99% dei candidati "azzecca" la soluzione. Arriviamo al punto cruciale, la correzione. Per passare lo scritto occorre ottenere un punteggio non inferiore a 90 punti (minimo 20 max 45 per ogni prova) e la sufficienza (30 punti) in almeno 2 materie. Dunque è possibile prendere un voto che va dallo zero al 45. Qui mi sono accorto delle prime anomalie. Molti candidati hanno ricevuto voti fotocopia (del tipo 25-25-25 o 30-30-30). La cosa è alquanto strana considerato che i compiti vengono corretti da una commissione composta da numerosi commissari ognuno dei quali può attribuire all'elaborato un punteggio max di 5 punti. Bisogna considerare, inoltre, che gli elaborati, all'atto della commissione, sono anonimi (o dovrebbero esserlo) e che non vengono corretti insieme ma in modo sfuso (non tutti quelli di Tizio e poi quelli di Caio altrimenti l'anonimato varrebbe solo per il primo compito e non per il secondo ed il terzo). Dunque, è piuttosto singolare che 3 compiti diversi ricevano lo stesso punteggio. Si potrebbe capire qualche caso, ma a Roma i voti fotocopia sono circa il 30-40% del totale, e la percentuale aumenta per i bocciati. Questa è solo la prima anomalia (e già dovrebbe essere sufficiente). Ma non è l'unica. Andiamo avanti. Se si viene bocciati la commissione composta dall'ordine degli avvocati (aspetto da tenere a mente) non è obbligata a motivare la bocciatura. Ciò contrasta con la legge che impone che ogni provvedimento amministrativo, sia anche di diniego, sia motivato. Ecco cosa accade: il candidato bocciato può chiedere di visionare il compito corretto, ma su di esso non c'è neanche una correzione, nulla, è intonso. C'è solamente il voto. Quindi, il candidato bocciato non sa cosa ha sbagliato, e non lo capirà mai. Se prova a fare ricorso al Tar, ritenendo ingiusta la bocciatura, l'unica cosa che può fare il Tribunale Amministrativo è ordinare che il compito venga nuovamente corretto...da chi? da un'altra commissione nominata sempre dall'ordine degli avvocati. Dal danno alla beffa. La bocciatura è quindi inevitabile, e si viene marcati a vita! Inoltre considerato che gli elaborati sono migliaia (a Roma circa 5.000 x 3 prove = 15.000) e che per la correzione sono nominati 10 commissari per ogni sottocommissione (a Roma erano 17), e che la correzione dura circa 2 mesi (tra sabati e domeniche circa 44 giorni), emerge che ogni giorno vengono corretti circa 30/40 elaborati. Inoltre i commissari hanno la loro professione (sono avvocati, professori universitari e magistrati) e quindi non correggono compiti tutto il giorno, dunque non tutti i giorni della settimana sono impegnati nelle correzioni. Quindi la correzione di ogni compito dura in media 2/3 minuti. Cosa impossibile se si considera che il candidato scrive per 8 ore e che il compito mediamente è lungo 6/7 pagine protocollo. Quindi gli elaborati non vengono letti! Numerosi sono i casi di compiti simili (perchè i candidati lo hanno fatto consultandosi a vicenda o perché hanno confrontato il loro compito una volta aver ritirato la copia) con esiti diversi. Alcuni bocciati altri promossi. La discrezionalità dei commissari è quindi senza limiti e ripeto, non sono obbligati a fornire alcuna motivazione. Ma ecco il dato sconcertante. Poiché ritengo di essere stato bocciato ingiustamente (come avvenuto ad altri molti miei colleghi), ed arrabbiato per quanto accaduto, ho calcolato il numero di promossi a Roma e Milano (che si correggevano a vicenda) suddiviso per fascia d'età. IL RISULTATO È SCONCERTANTE. Promossi a Roma, 1630, promossi a Milano 1635 (su un campione iniziale di circa 5.000 candidati sia a Milano che a Roma). Già questo dato dovrebbe far pensare, visto che trattasi di un esame di abilitazione e non di un concorso a numero chiuso. L'unico metodo di valutazione è la preparazione del candidato. Ho poi suddiviso i promossi per anno di età (fino al 1970 perchè poi le percentuali diventavano poco rilevanti)). Ecco il risultato: Anno nascita/n° Milano/n° Roma/Differenza 1970 / 27 / / 30 / 3 1971 / 50 / 49 / 1 1972 / 84 / 65 / 19 1973 / 112 / 115 / 3 1974 / 172 / 156 / 16 1975 / 189 / 217 / 28 1976 / 268 / 261 / 7 1977 / 225 / 281 / 56 1978 / 199 / 226 / 27 1979 / 117 / 101 / 16 1980 / 37 / 37 / 0 1981 / 5 / 4 / 1 Insospettito, ho chiesto a persone che masticano statistica più di me, di farmi un breve riassunto e commento dei dati che ho ricavato. Ecco la loro risposta: "Abbiamo fatto qualche elaborazione ed emerge che statisticamente potrebbe esserci odore di puzza. La differenza media per fascia d'età tra Roma e Milano è 14,75. La deviazione standard dalla differenza ipotetica di "zero" 21,6. Con i soli dati a disposizione e facendo la media della differenza dei promossi emerge che mediamente ci sono 14.75 persone di differenza tra Milano e Roma per ogni fascia di età. Abbiamo poi calcolato la deviazione standard dall'ipotetico valore di zero come differenza: cioè ci siamo messo nell'ipotesi che ci sia stato dolo e cioè che la differenza di promossi tra Roma e Milano fosse zero. Il risultato è 21.6. 14.75 è minore di 21.6 (appunto la deviazione standard) quindi statisticamente si può dire che la media delle differenze di promossi (14.75) non è statisticamente differente da zero!!! Attenzione che non vuol dire che è uguale ma che non è statisticamente differente (in questo caso al 95% non è differente)." In sintesi: In media la differenza di promossi tra roma e milano per fascia d'età è 14.5. Solo 14.5 persone. La dimostrazione CERTA del dolo ci sarebbe stata se la differenza fosse stata, per ogni fascia d'età, pari a zero. Questa supposizione è inconfutabile. Ora, calcolando la differenza dall'ipotetico zero (cioè l'ipotesi di dolo) la deviazione è pari a 21,6. Vale a dire, che la correzione effettiva devia dall'ipotesi di dolo evidente (zero promossi) di 21,6 candidati per fascia d'età. Considerato che 14,5 ( la MEDIA effettiva) è minore di 21,6, si può dire che statisticamente 14,5 non è differente da zero, cioè dal dolo. Questa è statistica, non sono opinioni personali. Per fare questi calcoli è sufficiente copiare da Adobe l'elenco dei promossi (vedere i seguenti siti: http://www.giustizia.lazio.it/appello.i ... vocati.txt e http://www.ordineavvocatimilano.it/html/index.html ) e copiarlo su excel, dopo di che ordinare le celle per anno di nascita (ci vogliono 2 minuti) ed il gioco è fatto! Ecco cosa è successo: le 2 Corti di Appello si sono messe d'accordo sul numero tot. di promossi. Poiché le correzioni sono in molti casi finte (sono in molti, e non solo io, a dire che i compiti non vengono letti per le ragioni suddette), per rendere il dato omogeneo hanno concordato anche le percentuali di ogni anno d'età. In pratica, hanno cominciato a correggere i compiti (ovviamente a campione) e poi raggiunta la percentuale prefissata hanno bocciato tutti gli altri (ancora non corretti). Perchè penso questo? Innanzitutto perchè a Roma quelli che hanno il cognome che inizia con una certa lettera, sono stati bocciati quasi tutti. Ce ne sono poche unità su centinaia (occupavamo un'intera aula, circa 700 persone). Basta vedere l'elenco dei promossi per capire qual è, è quella meno rappresentata. Si potrebbe supporre che per sfiga quella lettera è stata corretta per ultima a percentuali raggiunte. Altrimenti bisognerebbe ipotizzare che tutti quelli con quella lettera, ed una intera aula, era composta da asini (cosa improbabile). Inoltre, bisogna tener conto di altre variabili che ogni compito è corretto da più commissari, ognuno dei quali può dare al compito max 10 punti. Ebbene, considerato come detto che i compiti sono corretti in modo anonimo ( la possibilità che un candidato riceva 3 voti uguali per tutti e 3 i compiti sono ridotte. Ebbene, i casi di voti fotocopia (25-25-25, 30-30-30) sono centinaia, circa il 30-40% del totale. La percentuale aumenta per i bocciati (ma guarda un pò!). Posso capire qualche caso, ma centinaia no! Ciò dimostra che i compiti non sono letti o che è letto solo il primo. Inoltre se considerate che: - il numero tot. di promossi è uguale - che è uguale il numero e quindi la percentuale dei promossi per ogni fascia d'età ... se fate 2 + 2, il risultato e chiarissimo! Tutti i dati convergono ad unico risultato: si sono messe d'accordo. Un ultima interpretazione dei dati. I promossi del 1980 sono stati uguali (37). Ma come cavolo è possibile che venga promosso lo stesso numero? E' impossibile. Interpretando i dati, a posteriori, si può dire che se a Roma e Milano c'erano 100 persone del 1980 solo il 37% di loro sarebbe stato promosso. Il che è cozza contro il principio dell'esame, che non deve tener conto dell'età ma solo della preparazione. Ed è possibile che sia a Roma che a Milano, casualmente, 37 persone sono risultate idonee? che, sempre casualmente eh, questo numero corrisponda poi alla medesima percentuale sul totale dei promossi? Potrei capire lo stesso numero, ma la stessa percentuale sul numero totale di promossi (che casualmente è uguale) no! Si potrebbe dire che le percentuali sono simili perchè il campione è omogeneo: ebbene, sarebbe comprensibile che questo possa avvenire per una fascia d'età....sarebbe stato un caso "prevedibile" ma per tutte no!!! Infatti anche per le altre annate le differenze sono minime. Purtroppo ho potuto fare questi calcoli solo per Roma, Milano, Bologna e Lecce perchè le altre non hanno reso noti gli anni di nascita (sono state più furbe). Ma Roma e Milano erano le uniche che si correggevano a vicenda. Tutto ciò per dimostrare che il sistema di accesso alla professione è controllato dall'Ordine degli avvocati. ORA, CREDO CHE QUANTO DETTO SIA PIÙ CHE SUFFICIENTE PER APRIRE “AVVOCATOPOLI”. In questi giorni gli avvocati stanno manifestando contro il decreto Bersani che, tra le altre, ha abolito il minimo tariffario e ammesso la pubblicità degli studi legali. I vecchi avvocati, arroccati ed anacronismi, temono che i nuovi avvocati applicando tariffe più basse possano far loro concorrenza. La mobilitazione si sta traducendo in astensione dalle udienze con evidenti costi a carico del consumatore-cliente che vede allungarsi il processo ed i relativi costi (infatti i giudici stanno rinviando le cause a molti mesi di distanza con conseguente aumento delle parcelle degli avvocati). Inoltre l’Ordine teme la riforma dell’eccesso alla professione (l’esame) perché il Ministro ha intenzione di riformarlo in un’ottica liberalizzatrice. Ritengo sia il momento giusto per dar fiato alle nostre proteste. La maggioranza di noi praticanti arriva a 30 anni (a Roma le media per passare l’esame è 3 tentativi) senza aver mai preso un centesimo. Siamo costretti a rinviare progetti perché viviamo nell’incertezza. Molti di noi hanno preso l’abilitazione temporanea (6 anni) all’esercizio della professione (dopo il primo anno di pratica è possibile patrocinare in cause di un certo valore o per le quali è prevista una pena determinata nel massimo edittale) ma al termine dei 6 anni, se non si è stati promossi all’esame occorre dire addio a tutti i clienti perché l’ordine ci cancella dall’albo. Quindi tutti gli forzi sono stati vani. Inoltre occorre considerare che superato l’esame (non il concorso!) nessuno ci assicura uno stipendio (come avviene per notai e magistrati). La nostra è una situazione insostenibile, ormai arrivata allo stallo. Gli avvocati non ci vogliono ma ci sfruttano nei loro studi. Quando lavoriamo per loro siamo competenti (scriviamo atti e pareri, cioè proprio quello che facciamo all’esame) e grazie alla nostra attività vincono le cause. Poi però quando devono giudicarci in sede di esame non abbiamo la preparazione adeguata e ci bocciano. Troppo comodo così!! Basta ci siamo stancati! Siamo stufi! Spero che almeno voi possiate aiutarci in questa nostra lotta. Purtroppo finché il sistema sarà questo non possiamo organizzarci e manifestare perché vorrebbe dire addio alla professione. Sui forum di praticanti ci stiamo mobilitando (vedere il forum di www.pleasedontspam.it e www.praticanti.com e il sito http://www.ulivo.it/cgibin/adon.cgi?act ... 8018&sid=8 dove è possibile inviare messaggi al Ministro Bersani). Dateci una mano, siamo disperati. Grazie Un praticante avvocato
(Rispondi)
comitaticdaitalia
comitaticdaitalia il 06/10/06 alle 14:09 via WEB
mandaci una mail con il tuo recapito tel fisso a comitaticdaitalia.it provvederemo a chiamarti al più presto
(Rispondi)
 
mngg
mngg il 03/04/07 alle 18:20 via WEB
vorrei sapere se sono in programma mainifestazioni per il 2007 grazie un praticante matgaf@interfree.it
(Rispondi)
rei3f
rei3f il 01/12/06 alle 10:34 via WEB
per piacere, continuiamo a lottare e a spingere per la liberalizzazione della professione di avvocato. siamo ragazzi/e che lavoriamo dalla mattina alla sera. forza e coraggio Bersani ci deve dare una mano! Francesco Losito. P.S. se avete informazioni sull'iter della abolizione dell'esame, vi prego, fatemi sapere.
(Rispondi)
Giojohn
Giojohn il 18/06/07 alle 02:14 via WEB
Penso che l'idea dei comitati sia ottima. Qualche responsabile da poter contattare? Mi pare che l'iniziativa sia partita bene, ma se ne sappia ancora pochissimo in giro.
(Rispondi)
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