Amare più di se stessi... Che mi risulti nessuna religione mette un dio ed i suoi fedeli allo stesso livello. Quindi non è amare, ma venerare. Il che prevede una paura dell'abbandono, cosa che probabilmente avverrà, visto che la paura allontana.
Amare più se stessi del proprio partner è palesemente egoistico ma ugualmente basato su intime paure o appagamento dell'ego. Il perchè è ovvio, biologicamente nessun animale si accoppia con un altro individuo che ritiene debole, quindi, se accade, il "forte" non si ritiene realmente tale o deve soddisfare altre necessità. Paura o appagamento dell'ego che sia, non è comunque amore.
Quindi, necessariamente, una relazione affettiva si deve basare sulla parità e reciprocità, amando il nostro prossimo come noi stessi (ricorda qualcosa? :P). Questo però implica che chi non si ama, non possa amare; chi si ama poco, non possa che amare poco. E viceversa.
E' per questo che i disperati per amore non avranno mai successo nei loro intenti, al massimo possono essere ottimi veneratori per un periodo, o diventare poeti.
Quindi si riparte da se stessi. Come il tatto ci lega al mondo fisico, ma parte e finisce dentro se stessi, allo stesso modo la rabbia si genera e si consuma dentro l'individuo che la prova. Sono espressioni del nostro esistere e quindi esprimibili solo attraverso l'azione e non la reazione.
L'azione non ha bisogno di un oggetto per esprimersi, ma solo di un soggetto e quindi è uno stato assoluto.
Quindi se realmente amo qualcuno, questo implica che ami me. Anzi, che ami tutto. L'amore è o non è.
Quando ho iniziato a scrivere avevo chiarissimo in mente il motivo per cui gli stronzi campano meglio, ma credo di essermi fottuto da solo...
Puttana di una logica!
Inviato da: simona_77rm
il 25/11/2010 alle 13:22
Inviato da: evafutura2008
il 03/04/2010 alle 11:39
Inviato da: spillancer
il 19/02/2010 alle 09:30
Inviato da: i_ronica
il 17/02/2010 alle 14:06
Inviato da: spillancer
il 17/02/2010 alle 13:45