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Povertà e ricchezza

Post n°68 pubblicato il 04 Luglio 2012 da luca.vt
Foto di luca.vt

Finalmente torno a scrivere, sono passati troppi anni, anni persi ad aspettare che ci fosse un collasso totale del sistema, ed ora siamo sulla soglia del baratro.

Credo che in tutta Europa la perdita dell'etica pubblica e l'assenza di politica stia scatenando ogni appetito privato che porta sempre a corruzione, violenza, degrado e povertà. La cosa curiosa è che mentre un secolo fa questo processo poteva durare anni, ora è accelerato, rapido.

Abbiamo una classe politica e dirigente mediocre in questo Paese perché i mediocri ed i corrotti sono la maggioranza, gente che si vende, a prescidere dal prezzo, vende la propria dignità, i propri figli, la propria etica, il proprio pensiero.

Ora che questo Paese si arrangia senza nessuna prospettiva futura, paradossalmente i comunisti sono gli unici a conservare un futuro, parli con loro e progettano, mentre gli altri vivono affannosi alla giornata, compiendo le quotidiane meschinità.

Non ci vuole molto per capire cosa bisogna fare, sicuramente l'emancipazione intellettuale è la bussola che deve guidare le persone per uscire dalle secche del mare della civiltà, utile a navigare in sicurezza nella profondità della libertà della coscienza.

La povertà nell'etica fa si che un'enorme ricchezza economica renda sempre più poveri. Osservo i dirigenti italiani, penosi nello sguardo, vili, non fieri del ruolo sociale che ricoprono, corrotti dalla rete amicale di cui si circondano e per la quale hanno trovato questi lavori apicali, poveri per i loro vizi materiali, tristi nelle loro mediocrità. Guardo compagni salariati forgiati nella povertà materiale di una società opulenta, che ti vorrebbe far credere di essere qualcuno solo quando si ha qualcosa, che ogni giorno dimostrano di essere realizzati e felici, il cui sguardo fiero ti punta dritto negli occhi, senza rabbia ne rancore, ma con la sana voglia di conoscere il mondo che li circonda.

Chiaramente ognuno ha una storia personale alle spalle diversa, pochi sono oggi i cittadini che riescono a rifuggere le sirene del potere. Solo una minoranza è veramente libera ma povera socialmente, mentre una maggioranza gode di una libertà e di ricchezza progressivamente inferiore, a causa del loro essere servi del potere cortigiano che si è instaurato in questo Paese.

 
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Ellenismi

Post n°67 pubblicato il 02 Maggio 2010 da luca.vt
Foto di luca.vt

La Grecia, Paese del Mediterraneo dalla grande storia antica, soffre di un male endemico gravissimo eredità di un passato autoritario, la corruzione.

La Grecia, con i suoi 11 milioni di abitanti, come la Lombardia, con un PIL che fa sorridere il Lussemburgo, è in balia delle ruberie intraprese nell'espressione del bipolarismo bifamiliare, dove il nepotismo regna, dove la meritocrazia non esiste.

La Grecia assomiglia troppo ad un altro paesino più grande, che si trova di poco ad Occidente, assomiglia a certe regioni d'Italia, come la Sicilia o la Campania, come loro è bellissima e deturpata, violentata da un'umanità miope e fatalista, come loro si accende d'estate in roghi boschivi e non, dove sembra naturale che tutto venga avvolto dalle fiamme.

Ma la Grecia vive, respira, si scalda. Ci dicono gli anarchici, poi sono i comunisti, ci fanno credere che una minoranza violenta vuole gli scontri, poi scopriamo che a scendere in piazza è un sindacato con 1,5 milioni d'iscritti. Di contro, c'è la Grecia profonda della piccola borghesia che ha sempre mangiato e pasciuto la sua prole mediocre senza midollo.

La Grecia un po' italica, che si trova sull'orlo della bancarotta, che ha compromesso il proprio futuro, si trova schiava degli altri Paesi occidentali. I corrotti, i borghesi, i reazionari, hanno vinto due volte, hanno svenduto il Paese e rimarranno ricchi. La sinistra moderata attappa i buchi del connazionale debosciato, il populista di destra che ha traghettato il piccolo stato ellenico verso il tracollo economico e sociale. Come al solito certa sinistra non riesce a trovare altra ricetta che far pagare il conto ai proletari, piuttosto che presentare il conto ai borghesi incapaci e corrotti. Vince il senso di responsabilità che sa tanto di codardia.

Ci rimangono solo i sogni, domani svegliandoci vedremo il popolo ellenico cambiare il corso della storia, trovando un nuovo modello di partecipazione democratica, in cui il bene comune sia il faro delle scelte politiche. Rimarrà un sogno?!

 
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Primo Maggio di Capitalismo

Post n°66 pubblicato il 01 Maggio 2010 da luca.vt
Foto di luca.vt

Nel mondo occidentale assistiamo ad una perdita complessiva di ore e giornate lavorative, sia nell'industria che nell'agricoltura, chiaramente dovuta all'avanzamento tecnologico, la quale dovrebbe portare ad un miglioramento della qualità della vita per la riduzione della dipendenza dell'uomo dal lavoro. Paradossalmente si assiste a due fenomeni pericolosi che producono effetti negativi, la ricchezza prodotta non viene reinvestita ma immomilizzata nelle rendite, la velocità di movimentazione monetaria, sottrae ricchezza al territorio che le ha prodotte, spostandola con semplicità da una parte all'altra del pianeta, producendo sconquassi sociali enormi.

L'economia capitalistica, generata ed ideata dall'animale sociale uomo, non è proprio in sintonia con le aspettative del suo creatore. Non rende il sistema stabile, anzi lo porta continuamente a sollecitazioni forti, dalle carestie alle crisi economiche, passando continuamente in conflitti bellici di ogni forma e natura.

Sicuramente il capitalismo è la forma economica umana più avanzata, la quale ha prodotto enormi ricchezze, aumentatando le aspettative di vita, creando per alcune popolazioni aggressive ed ingorde una ricchezza di beni materiali incredibile. Non riesce però a risolvere determinati problemi tipici della specie umana e ne crea paradossalmente degli altri.

Oggi, ci stiamo avvicinando ad una crisi strutturale del capitalismo senza precedenti. Si potrebbe aspettare la sua macerazione e vedere quali effetti sortisce o reagire pensando ad uno sviluppo sostenibile, in sintonia con l'ambiente e le sue risorse, in armonia con le altre specie animali.

Modificare il pensiero comune è il vero strumento di cambiamento della società, creando un uomo nuovo dalle ceneri del capitalismo. Puntare ad una maggiore qualità della vita tralasciando le effimere ricchezze di beni materiali, spesso inutili, sarebbe già il primo passo per iniziare il cammino verso una società più equa e tollerante.

 
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Genitori ed opportunisti

Post n°65 pubblicato il 30 Aprile 2010 da luca.vt
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Il male endemico della politica italiana resta l'opportunismo. L'individualismo regna sovrano sull'interesse collettivo. Ci saranno sicuramente ragioni storiche che portano a questa situazione, ma l'adagiarsi e l'allinearsi è sintomo di poco coraggio ma soprattutto di condivisione di tale principio. Le storture prodotte dall'opportunismo ricadono nell'incapacità individuale di prendersi le proprie responsabilità per i comportamenti tenuti nei confronti degli altri e della società in genere. Si preferisce dichiarare un'opinione comune ai più, piuttosto che esprimere le proprie idee, si preferisce mentire sistematicamente sui propri comportamenti privati e pubblici, affinché si possa essere accettati, per garantirsi un continuo consenso. Il risultato prodotto è una sistematica alterazione della realtà, un'ipocrita società dell'apparire.

Ci sono genitori che lavorando nella pubblica amministrazione, tramite conoscenze politiche e/o clientelari, inseriscono nello stesso settore o addirittura nello stesso ufficio, i proprio figli, sicuramente non meritevoli, altrimenti avrebbero avuto il coraggio di partecipare ad una selezione regolare.

Il genitore con questo comportamento induce nel figlio un ritardo dall'emancipazione nei confronti della famiglia d'origine, convince la propria prole che il bene collettivo è un concetto fumoso ed inutile e che il benessere sia contenuto in una scatola di disvalori nella quale c'è la corruzione e l'opportunismo.

Con tale comportamento, il genitore dimostra di non amare il proprio figlio, lo rende peggiore e non lo educa. Con questo processo mette a tacere l'anima profonda del suo cervello, quella che si preoccupa del futuro della prole. Soddisfa il suo piacere narcisistico di rendersi utile ad ogni costo, tranquillizzando le sue ansie ma solo temporaneamente perché non pensa che il figlio possa raggiungere il benessere e la felicità senza il suo intervento. In fondo ama se stesso e non i propri figli.

L'opportunista si forma in questo humus comportamentale, è un'incapace, ha paura di esprimere se stesso e per avere un effimero successo utilizza gli strumenti che gli hanno insegnato.

 
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Annus Horribilis II

Post n°64 pubblicato il 02 Aprile 2010 da luca.vt
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Più di così, si muore. Non credo si possa pensare una società dove i più sfruttati dal potere, consegnano la loro libertà ai loro schiavisti, convinti che i problemi siano altri. Il padrone, la curia e i nuovi ricchi, come dei pifferai magici riescono a guidare la "gente" verso il precipizio, verso la loro morte per inedia, la morte dell'idee e del sapere.

Adesso inizia il loro attacco famelico alla poca ricchezza rimasta da sottrarre ai poveri, ai proletari, le briciole che il capitalismo nostrano ha lasciato alle classi subalterne.

L'unico sistema è la lotta! Dove prendono il potere? Dalla connivenza ad ogni ordine e grado dei meschini sudditi. Bisogna rompere il sistema di consenso. Denunciare, fare sindacato, smontare i concorsi truccati, far saltare il coperchio. Faremmo danni a singoli individui venduti, mettiamogli una gogna mediatica, pubblica. Attacco frontale alle lobby di potere.

Fare sindacato, fare politica, altrimenti l'annus horribilis 2009 sarà uno zucchero rispetto a quello degli anni futuri.

 
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