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Un blog creato da Ladypapaya il 28/03/2011

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De Rossi condannato per veranda "abusiva"

Post n°89 pubblicato il 09 Maggio 2011 da Ladypapaya
 

Due mesi di reclusione al calciatore della Roma e 4mila euro di multa a lui e la moglie
 Il calciatore della Roma, Daniele De Rossi, e l'ex moglie Tamara Pisnoli, sono stati condannati a due mesi di reclusione dal Tribunale di Roma (pena sospesa) per abusivismo edilizio. Il giudice ha inflitto anche una ammenda di 4mila euro ciascuno e l'abbattimento del "manufatto abusivo". Si tratta in particolare di una veranda costruita nell'abitazione dell'ex coppia all'Eur, zona a sud della Capitale.
I lavori furono considerati fuori norma dai vigili urbani. Secondo quanto si afferma sul capo di imputazione De Rossi e la moglie sono accusati di avere, "in concorso tra loro" e "in qualità di proprietari nonché responsabili dei lavori, abusivamente realizzato in assenza del permesso di costruire l'ampliamento del salone e della cucina, mediante l'abbattimento ed il conseguente avanzamento delle misure perimetrali verso l'esterno del fabbricato con inglobamento della parte terrazzata".

Inoltre nel piano superiore dell'appartamento gli imputato sono accusati di aver "realizzato la chiusura di un terrazzo coperto e l'ampliamento del locale lavatoio spostando la tamponatura verso l'esterno".

Nel corso del processo il centrocampista anche della Nazionale si è difeso affermando che non si è occupato dei lavori. Dal canto loro gli avvocati del calciatore, Franco e Francesca Coppi annunciano che ricorreranno in Appello. Secondo i difensori quando fu acquistato l'immobile il costruttore dette garanzie per la realizzazione della veranda.
2 mesi per abusivismo edilizio? Una veranda abusiva? Allora in Campania, Sicilia, Calabria dovrebbero condannare tutti per abusivismo. E lungo i litorali, sulle isole, in Sardegna, ecc. ecc.
Ma dai!. L'unico paese senza regole... dove tutti fanno tutto... e ogni tanto qualcuno paga per tutti. Io non "tifo" per de Rossi, anzi con tutti i soldi che ha avrebbe potuto acquistare una casa diversa e più grande, ma è scandaloso.
Certo, l'edilizia deve essere regolamentata e disciplinata da leggi, ma in Italia  per ottenere un permesso ci vogliono anni, la burocrazia sfianca anche i più ostinati, pareri negativi che diventano positivi e il contrario, incertezze normative (da interpretare a uso e consumo), leggi, leggi, leggi, e ancora leggi, decreti, aggiornamenti, modifiche, rimandi, condono sì - condono no, aree vincolate che si svincolano per alberghi, costruttori, parchi gioco, centri commerciali, piste di aeroporti. Business is business. E il povero cittadino  che deve fare? Andare contro legge e rischiare una denuncia per aver allargato un balcone. Ma si rischia il penale, mica poco, ti sporchi la fedina penale per qualche metro quadrato in più. Allora tanto vale costruirsi un palazzo.
Io sono per il rispetto delle leggi ma certe volte viene una rabbia.. che... spinge a fare sciocchezze.
Mah! Che sconforto.

 
 
 

Uomini usano social network per dominare

Post n°88 pubblicato il 09 Maggio 2011 da Ladypapaya
 

Studio su uso di Twitter. per donne sono utili per contatti
4 MAG - Gli uomini usano i social network in modo aggressivo, per competere e dominare, soprattutto sul lavoro, mentre le donne per costruire reti e contatti. Lo dimostra un'analisi condotta dall'universita' dell'Hertfordshire sull'uso di Twitter da parte di ricchi imprenditori, nell'arco di un mese. Lo studio si e' concentrato sul loro uso del social network, rilevando che gli uomini usano Twitter per gli affari il 46% in piu' delle volte delle donne, anche se si tratta di conversazioni informali.

Due diversi modi di pensare, di agire, di competere.

 
 
 

Iphone e dieta

Post n°87 pubblicato il 08 Maggio 2011 da Ladypapaya
 

Arriva applicazione Iphone per dimagrireNegli Usa 7 milioni di americani l'hanno gia' scaricata
Quando per perdere peso non basta la volonta' individuale interviene la tecnologia. Sull'Iphone e sull'Ipad si puo' infatti scaricare una nuova applicazione, Lose It, che crea una tabella per verificare se si sta mangiando troppo e si fa sport a sufficienza. L'applicazione e' disponibile gratis su Itunes e calcola un budget giornaliero di calorie, sulla base di altezza, peso e obiettivi di dimagrimento. Negli Usa 7 milioni di americani hanno gia' scaricato il surrogato del dietologo tascabile.
Gli americani devono mangiare di meno. No a salse, hotdog,alcool, hamburger, super panini, patatine fritte e NO AL BURRO DI ARACHIDI.
Altro che applicazioni sul cellulare.

 
 
 

Ancora orrori. Ma stiamo impazzendo tutti?????

Post n°85 pubblicato il 06 Maggio 2011 da Ladypapaya
 
Foto di Ladypapaya

Gb, il piercing diventa un corsetto
L'allarme lanciato da un chirurgo estetico
 Un chirurgo estetico britannico ha lanciato l'allarme sui pericoli costituiti dalla nuova moda del "corset piercing", diffusa nel Regno Unito. La pratica consiste nel forare la pelle inserendovi tanti anelli nei quali far passare un nastro con un effetto finale di corsetto.
Stiamo esagerando. Un orrore dietro l'altro. Menti malate si aggirano indisturbate.
Come disse Rocco Papaleo nel suo film: drogati!

 
 
 

Mollato all'altare: ora risarcitemi

Post n°83 pubblicato il 04 Maggio 2011 da Ladypapaya
 

Roma, chiede 500mila euro per danni
 E' un'offesa troppo grande, un'onta che va lavata con molti euro. Almeno 500mila. E' quanto chiede un romano, abbandonato dalla futura sposa, proprio davanti all'altare della chiesa. Lei rinuncia a ad essere sua moglie perché innamorata di un altro uomo. Così, oltre allo shock dell'inattesa notizia ci sono tutte le spese sostenute per l'abitazione, la festa di matrimonio ed il viaggio di nozze. Soldi che vorrebbe risarciti.
Riccardo R., romano di 32 anni, impiegato in un'azienda privata, si è così rivolto al tribunale civile per chiedere all'ex fidanzata 500mila euro sotto forma di risarcimento danni.

I fatti risalgono al 17 aprile 2011. "Tutto era pronto - si legge nell'atto di citazione predisposto dagli avvocati Anna Orecchioni e Giacinto Canzona - per le nozze: ricevimento in una villa alle porte di Roma, viaggio di nozze nelle isole della Polinesia ed al rientro un appartamento arredato di tutto punto su gusto della sposa". "Il tutto a spese - è sottolineato nell'atto - della famiglia dello sposo".

Il giorno delle nozze Riccardo R. era in chiesa in attesa della sua futura consorte. Ma il fratello di lei comunica che questa non intende più sposarsi perché legata ad un altro uomo. Al parroco non rimane che comunicare anche ai presenti, sbigottiti, che la cerimonia e saltata.

Ora Riccardo R. chiede di procedere giudizialmente nei confronti della donna al fine del risarcimento dei danni, anche a titolo di danno morale ed esistenziale per lo shock determinato dall'affronto subito. Avrà soddisfazione?

 
 
 

Da leggere per sorridere

Post n°82 pubblicato il 03 Maggio 2011 da Ladypapaya

 

 

 

 di Ladypapaya

Un Pout - Pourri di racconti da condividere con quelli che, come me, tentano d’ironizzare sulla banalità del quotidiano, di uscire dall’annebbiamento della routine.

I racconti si riferiscono a un periodo di fervore cerebrale sopraggiunto per scongiurare quello che mio marito, simpaticamente, definisce l’incontro dei neuroni una tantum.

 Istruzioni per l’uso: i racconti che seguono devono essere letti comprendendo lo stato d’animo di chi, la mattina, inizia la giornata incontrando in bagno uno sconosciuto con il pigiama sformato, regalo di Natale dalla madre. Anche lui non mi riconosce e quel Buon Giorno mugugnato a denti stretti in realtà ha un diverso significato Con chi ho il piacere di parlare?

 

 INTRODUZIONE

 

Ebbene sì, questi racconti riguardano la mia vita e a molti non gliene fregherà granché  sapere che esisto. Tuttavia, vorrei regalare frammenti di me da spargere in giro come si fa con le ceneri di chi non c’è più.

Nonostante dalla lettura dei racconti la mia persona risulti goffa, sprovveduta e maldestra, credetemi, sono una persona normale che vive una vita normale, all’interno di un contesto normale. E’ il termine normale che assume un’inquietante valore.

Nella vita ho sentito tante volte pronunciare  la frase - Vorrei avere una bacchetta magica e far scomparire tutti -. Io al contrario sono un tipo di donna semplice: vorrei lasciare tutti al loro posto e scomparire io.

Ho definitivamente accettato che le formule magiche non esistono, non ci sono principi da aspettare, e mi sono arresa alla legge di gravità che spietatamente spinge verso il basso quelle parti di corpo che dovrebbero volgere verso l’alto.

Tuttavia riesco ancora a ironizzare su ciò che sono permettendomi di farlo anche con gli altri.

Alcune cose invece mi fanno soltanto incazzare. Una di queste è la pubblicità. Una in particolare mi fa imbestialire. Ricordate quella di una marca di biscotti  che mostra a un pubblico televisivo di rimbecilliti una famiglia allegra e festosa mentre fa colazione? In dissolvenza la loro abitazione, un mulino, sperduto nella campagna. E qui mi soffermo. Io abito in un ex mulino, abbastanza sperduto nella campagna, e la mattina appena sveglia litigo sulla scelta di chi deve scendere al piano terra dove si trova la cucina. Ci andiamo normalmente io o mio marito alternandoci per risparmiarci tre piani per scendere, tre piani per ritornare in camera e altrettanti per scendere di nuovo. Non abbiamo le facce sorridenti la mattina, soprattutto quando con il vassoio della colazione, a turno, risaliamo quelle rampe di scale con un fiatone che ogni anno peggiora. Per ora il bambino è risparmiato, perché troppo piccolo, ma ci stiamo organizzando.

A questo punto mi aspetto che il telespettatore si faccia una semplice domanda: se una famiglia al completo fa colazione comodamente seduta a tavola, senza fretta, diciamo alle otto di mattina, con brioche calde fumanti e biscottini da inzuppare nel latte, perché non inquadrano anche la domestica che dai fornelli saluta rivolta alle telecamere?

Ingannata e frustrata cerco di convincere mio figlio che la pubblicità è tutta un’illusione ma quando con il dito indica lo schermo per mostrarmi  gli ultimi giochi della play station che vorrebbe in regalo comprendo che la mia battaglia è inutile perché c’è sempre il tal amico, il compagno di scuola, insomma qualcuno che ha fregato i genitori riuscendo a farselo regalare condannandomi alla resa. Certo, se dovessi dare retta a lui mi troverei presto sul lastrico perché il più pidocchioso gioco elettronico da play station non costa meno di quaranta – cinquanta euro e chi li produce non ha altro a cui pensare che mettere sul mercato nuove versioni alla rapidità della luce. A svuotare definitivamente il mio portafoglio ci sono anche gli acquisti giornalieri delle figurine da collezionare e delle insignificanti buste sorpresa che si acquistano da giornalai sempre più confusi davanti alle richieste delle piccole sanguisughe, le scarpe da ginnastica che s’illuminano, le magliette degli eroi preferiti, le merendine che nessuno mangia e che si comprano soltanto per scovare il tal pupazzetto, i palloni firmati dai calciatori che arrivano a casa dopo aver collezionato centinaia di bollini. Potrei continuare all’infinito e credetemi sulla parola, io ce la metto tutta per non cedere, ma mio figlio riesce con una facilità stupefacente a ottenere quello che desidera ricattandomi  come uno spregiudicato malvivente. Volete qualche esempio? “in piscina non ci vengo” mi ripete settimanalmente e per farlo entrare in acqua devo supplicarlo fino a provare vergogna, “io non mangio” e il suo rifiuto m’impedisce di andare a dormire per il senso di colpa, “io i compiti non li faccio” e allora scatta il baratto: tu fai questo io ti regalo questa cosa. Insomma spesso mi sento una mamma presa in ostaggio da un moccioloso nanerottolo che vanifica il significato di donna autoritaria.

Se mio figlio riesce a mettermi all’amgolo, mio marito mi abbatte prima che suoni il gong e la realtà é così logorante che colgo l’occasione per sfogarmi: avete idea di cosa significhi quell’amnesia che colpisce i mariti davanti agli armadi?

“Amore, dove sono i calzini di lana a coste larghe? Sarebbe sufficiente chiedere “dove sono i calzini di lana” ma lui é preciso e deve specificare bene che cosa sta cercando.

“Dove sono da sempre, nel cassetto, prima anta a sinistra” urli scandendo bene le parole.

“Quale cassetto?” insiste.

E’ in momenti come questi che desidero scomparire. “Il primo in alto”.

“Nel cassetto non ci sono.”

“Guarda bene, ci sono, ci sono.”

Desideri che un fulmine lo colpisca.

“Io non li trovo. Perché le cose non sono mai dove dovrebbero essere?” Non si accontenta d’infastidirmi, deve anche insultarmi.

Ogni volta la stessa storia. Arrivo davanti all’armadio, apro il cassetto e i calzini sono lì, davanti a me.

“Ecco qui i maledetti calzini di lana a coste larghe”.

Sbuffando nemmeno ti ringrazia. Nonostante l’evidenza la ragione è sempre sua.

A proposito di calzini a me capita spesso di scoprire che sono diversamente accoppiati. Per esempio uno è blu e l’altro nero oppure uno è più corto e l’altro più lungo. Questo è il vero mistero della mia esistenza. Un calzino scompare per ricomparire un giorno modificato. E questo succede anche con i calzini di mio figlio. Sopra il comò nella sua stanza c’è una cesta piena di calzini che attendono di essere ricongiunti ai compagni scomparsi. Alcuni  attendono da anni.

Questo è soltanto un esempio di ciò che rovina le mie giornate. Io ho imparato a convivere con i miei difetti e con quelli altrui, ma certe volte desidero pronunciare la magica frase bididibodidibù e svanire avvolta in una nuvola. Anche senza nuvola andrebbe benissimo.

Quotidianità da sconfiggere ironizzando sulle proprie abitudini, sui limiti del proprio carattere, raccontando storie vere per prendersi in giro perché  credo che la comicità vada ricercata negli avvenimenti giornalieri in cui ognuno di noi è coinvolto. Un esempio: che cosa c’è di più esilarante di una donna, carica di buste della spesa, alla ricerca del cellulare che squilla insistente nello zaino? Una donna, carica di buste della spesa, alla ricerca del cellulare che squilla nello zaino consapevole che sarà quella rompicoglioni della mamma. Ammettere che in momenti come questi essere orfani sarebbe così rassicurante.

Oppure come non sbellicarsi dalle risate se tuo marito ha invitato a cena degli amici, quando avevi deciso di cenare con una pizza surgelata?

E delle vacanze rovinate da amici invadenti e dal maltempo che si abbatte sempre sui rari week end necessari per evadere? Sono costretta a raccontarvi questo: a quante persone è capitato di portare il figlio in un famoso parco divertimenti  sotto un temporale fuori stagione durato tutto il giorno? L’apice del divertimento sono state le ore di attesa sotto l’acqua per accaparrarsi tre poncho di plastica e un ombrello (altri disgraziati come noi non hanno avuto questa fortuna) e mettersi in fila per accedere all’unico gioco al coperto dove ci siamo scatenati in svariati, mortificanti, giri sul bruco mela.

La lista può proseguire all’infinito: matrimoni noiosi da cui non sempre puoi sfuggire, feste di carnevale per bambini mostruosamente insopportabili, festività natalizie divenute un obbligo a cui non riesci a sottrarti, incidenti curiosi, gaffe da dimenticare, situazioni imbarazzanti  o più semplicemente il proprio e altrui vissuto riconsiderato e raccontato per ironizzare.

Posso anche raccontare, ammesso che interessi a qualcuno, del mio rifiuto per la tecnologia. In macchina ho installato un navigatore satellitare che non so usare. Il motivo? Rifiuto di leggere i manuali per principio e quello del navigatore è oltraggiosamente voluminoso. Una volta soltanto ho impostato sul display un indirizzo e mi sono ritrovata contromano. Da quel giorno ho continuato a chiedere ai passanti le indicazioni per raggiungere una strada, anche se quasi sempre, incontri chi risponde “mi dispiace, non sono della zona”, oppure “è una strada che conosco, ma in questo momento proprio non ricordo da che parte si trovi”. In ogni quartiere quindi ci sono fuori sede e  smemorati. Ci devi fare i conti.

Il rifiuto della tecnologia riguarda anche il mio rapporto con il cellulare che uso soltanto per telefonare. Gli sms m'innervosiscono (soprattutto l’uso del T9 mi fa impazzire), la telecamera non mi serve perché non saprei proprio che diavolo fotografare, ma quello che veramente mi fa incazzare sono le suonerie selvagge e le persone che urlano al cellulare camminando avanti e indietro nei luoghi pubblici. Alla faccia della privacy ho potuto ascoltare conversazioni private con tanto di nomi e cognomi, particolari personali, liti. Di una signora sconosciuta sono venuta a conoscenza della sua malattia e del risultato delle analisi del sangue.

Una volta però mi sono divertita ascoltando la conversazione di un signore felicemente abbracciato a una giovane ragazza davanti alla vetrina di Coin. Evidentemente parlava con la moglie (il dito sulle labbra per invitare la ragazza al silenzio lo ha tradito) e la informava, dispiaciuto, di un suo ritardo in quanto bloccato  in mezzo al traffico sulla Via Appia. Un uomo fantasioso, certamente, perché ci trovavamo davanti alla Coin di Via Cola di Rienzo. Chi conosce Roma sa che questa via si trova dalla parte opposta della città.

Approfittando di questo spazio non posso tacere sulla mia avversione per l’uso di videoregistratori, macchine fotografiche digitali, pentole a pressione, forni  a microonde, computer, fax, fotocopiatrici. So di non poterne fare a meno e per questo aumentano le mie difficoltà nel loro utilizzo.

Ultimamente, cercando di comprendere un gioco scaricato sul computer per mio figlio di sei anni, mi sono sentita perfettamente, inesorabilmente, imbecille. Dopo un’ora di tentativi per prendere una chiave con la quale entrare in una certa stanza del gioco (premetto che il gioco era adatto ai bambini dai 6 anni in su e il protagonista era Topolino)  mio figlio con la sua infantile vocina, mi ha detto: “Mamma stasera chiedo aiuto a papi, lascia perdere.” Mi sono arresa all’evidenza e all’innocenza ma il giorno dopo tramite Internet ho trovato le spiegazioni del gioco. Certo, questo significa barare, ma la guerra è guerra.

Allora, coraggio, prendiamoci in giro.

Devo anche fare i conti con l’età, con quell’età di mezzo che imbarazza: se metti i pantaloni a pinocchio sei ridicola, se ti vesti con abbigliamento classico dimostri dieci anni di più. Certo in aiuto ci sono le creme, i lifting, i push up per il seno, le palestre, le tinture e le estention  per i capelli, le unghie finte, le ciglia finte, e infine il chirurgo plastico. Niente di drammatico ricorrere al bisturi. La chirurgia estetica soft interviene poco poco, giusto per togliere qualche zampetta intorno agli occhi, tirare gli zigomi, ridurre il doppio mento, eliminare le borse sotto gli occhi, stirare la pelle del collo e del decolté, svuotare il conto in banca. Niente di eclatante, soltanto un ritocchino per ridare splendore al viso e al corpo che ti hanno tradito. Una domanda: perché gli uomini con i capelli brizzolati, la pancetta, restano affascinanti? Perché non hanno la cellulite? Perché un uomo di cinquantanni può spassarsela con una ragazza di venti e vivere la sua storia con orgoglio mentre una donna non può avere come amante un uomo più giovane? Io non ci sto, come disse qualcuno molto in alto, proprio non ci sto.

Ma tornando a noi, permettetemi di  raccontare i fatti miei a modo mio.

I racconti che seguono sono pezzetti della mia vita, da leggere come si leggono i diari, dove ognuno potrà ritrovarsi in qualche situazione (seppur con alcune differenze).

Se alla fine della lettura io vi diventerò antipatica, oppure prenderete le parti dei miei parenti e dei miei amici, beh, affari vostri.

Io sono così e non intendo cambiare. Lasciatemi soltanto sfogare e sdrammatizzare.

Il mio motto è: se posso ridere di me, pensa quanto posso ridere di te!

Che dite: siete incuriositi e continuo o lascio perdere?

 
 
 

Intimo sentire

Post n°81 pubblicato il 03 Maggio 2011 da Ladypapaya
Foto di Ladypapaya

La camicia è una macchia bianca sul letto. Lei l’ignora: infila nel cassetto la biancheria pulita, mette la borsa nuova sul ripiano più alto dell’armadio, apre la finestra e cambia aria alla stanza. Si siede davanti allo specchio.

E’ bella, oggi; sembra quasi che il trucco della sera precedente le sia rimasto addosso.

Ora può girarsi, raggiungere il letto.

La camicia è ancora lì.

Prima sfiora il colletto e accarezza le maniche, poi la preme contro il naso, sulla bocca. Sorride. Che stupida, pensa.

Va all’armadio e cerca una stampella libera. Si sforza di non guardare il telefono anche se è lì, sul comodino.

Si accende una sigaretta aspirando con gusto la sua dose giornaliera di veleno nella speranza di annullare il senso di vuoto che la rende infelice. Ancora una volta sta per cedere al pianto.

Cammina nella stanza, avanti e indietro, delimitando uno spazio immaginario entro il quale  rinchiudere il ricordo della sera prima e maledire la sua debolezza.

Il telefono continua a  tacere.

Lo sguardo cerca lo specchio che ora le rimanda le immagini da dimenticare. Lei, il suo amante, gli abbracci, i corpi che si sfiorano e si cercano, loro due che si svestono con urgenza.

Flash sbiaditi della sua gonna sul pavimento, le calze gettate lontano, gli indumenti intimi strappati con forza, gli ultimi bottoni slacciati della sua camicia .

Il ricordo di quella notte è nuovo tormento.

“Dove sei?” si chiede inutilmente.

Il letto rimanda l’odore della  notte d’amore trascorsa, della passione consumata.

Prende la cornetta del telefono e la scaglia lontano. Inutile attesa.

Un’altra sigaretta, l’odore del  fumo si mescola con il profumo di dopobarba che ancora permane nell’aria, la mente trasuda di fresca memoria.

Giorgio è entrato nella sua vita soltanto da due mesi eppure è già la sua dimensione, la sua metà, la sua necessità.

Non credeva fosse possibile innamorarsi nuovamente dopo il divorzio ma lui era riuscito a sconfiggere le sue paure, a vincere la sua riluttanza di abbandonarsi ancora tra le braccia di un uomo.

Lui era speciale, intrigante, e l’aveva conquistata  forzando le barriere che aveva eretto per proteggersi da nuove sconfitte amorose, rovistando nella sua intimità con fermezza.

Innamorarsi di Giorgio fa imprevedibile quanto mai devastante.

Quella notte si erano detti addio, come altre volte, eppure lei sapeva che non ci sarebbero stati altri giorni. Era finita davvero, i chilometri che li dividevano erano diventati un ostacolo, la relazione clandestina soffocava i loro entusiasmi, la magia era svanita annullando la complicità degli amanti di sempre.

Razionalità, forse, illusione alternata a disagio, consapevolezza e delusione.

Immutato invece il bisogno di sentire l’appartenenza con la sua vita, dell’altrove, del momento corrotto, dell’attesa di un risveglio emotivo che credeva di aver ritrovato e ora sentiva perduto.

Desiderio di lasciarsi andare, di annusare, di stringere un corpo, di possedere ed essere posseduta.

La stanza trasuda di calore e puzza di fumo.

Controlla che ci sia la linea telefonica.

Qualcosa dentro di lei si spezza e i pensieri  fuggono via come gatti randagi.

Ancora quel sentire il bisogno di amare, di essere amata, di allontanarsi rumorosamente gridando il nome di Giorgio.

Pesa il ricordo delle parole di quella notte, inutili frasi di addio già udite, e ancor di più è insopportabile ciò che non è stato detto.

Apre l’armadio e sfila la camicia bianca appesa alla stampella. L’annusa, la stropiccia, ne strappa  prima una manica, poi l’altra, si libera dei brandelli gettandoli fuori della finestra. Coriandoli di stoffa  si spargono nel vento e si dirigono lontano prima di scomparire alla vista.

I gomiti appoggiati al davanzale, lei osserva quel viaggio silenzioso e sorride, fiera del suo coraggio.

Il telefono squilla. Un rumore assordante quanto inutile che viene interrotto dalla mano che stacca la spina.

Lei si veste con cura, si trucca e raccoglie i lunghi capelli con un fermaglio.

Lo specchio non mente.

E’ bella, oggi, ed è bella per se stessa.

 

 

 
 
 

Cestinate qui i messaggi che non avete gradito

Post n°80 pubblicato il 03 Maggio 2011 da Ladypapaya
 
Tag: cestino
Foto di Ladypapaya

Ogni giorno riceviamo mail, sms, comunicazioni, che ci disturbano.

Inviate in questo post messaggi contenenti tutto quello che vi ha molestato. Si potrebbero ricavare statistiche divertenti.

Proviamo?

Io oggi per esempio ho ricevuto l'ennesima mail spam in cui mi si informa che posso usufruire di una cospicua somma (in sterline) se consento il deposito sul mio conto corrente. Naturalmente devo fornire nome, cognome, residenza, mail.

Stì truffatori nigeriani non si arrenono mai! Ma c'è ancora qualcuno che cade nella trappola?????

 

 
 
 

Adele snobba le nozze reali per un barbecue

Post n°79 pubblicato il 02 Maggio 2011 da Ladypapaya
 

La cantautrice contattata per il party post matrimonio ha rinunciato
- La notizia ha destato scalpore. La regina delle classifiche inglesi, e anche americane, Adele era troppo occupata a grigliare salsicce per esbirsi al party del matrimonio di William e Kate. La cantautrice era stata invitata dall'organizzazione ma ha declinato perché "il mio barbecue era organizzato da tempo e non potevo rinunciare", riporta il tabloid The Sun.

Ma in fondo la cantante il principe l'ha visto:  "Ho visto William che faceva footing nel parco di fronte casa mia la notte scorsa e la mattina si sposava, è stato incredibile."

Così si fa. Meglio arrostire una salsiccia che andare al matrimonio evento dell'anno. Che snobbismo.


 
 
 

Turista inglese stuprato nei vicoli di Genova

Post n°78 pubblicato il 02 Maggio 2011 da Ladypapaya

La vittima presa a botte e derubata da due stranieri
E' stato picchiato, derubato e violentato in strada. Vittima un turista inglese di 24 anni. Il giovane è stato avvicinato, tra i vicoli di Genova, con una scusa da due stranieri, che lo hanno immobilizzato, derubato del cellulare e dei pochi spiccioli che aveva addosso e stuprato. Soccorso da alcuni passanti, il 24enne è stato trasportato in ospedale. Gli esami medici hanno confermato la violenza.
"Ero ubriaco, ma so che un gruppo di nordafricani mi ha violentato. Me li ricordo bene, ricordo i loro volti", è il racconto shock fatto ai carabinieri. Il fatto si sarebbe consumato in via della Marina, nella zona del centro storico. Lì, in piena notte, il ragazzo sarebbe stato trascinato in un angolo buio da un gruppo di nordafricani che lo avrebbero violentato e rapinato del portafogli.
Non era sufficiente derubarlo, il ragazzo ha dovuto subire anche la violenza. Animali!! Per chi stupra io sono per il taglio netto di tutto l'apparato genitale. E non mi vengano a dire che devono essere curati, che forse erano ubriachi, che sono dei poveracci che vivono il disagio sociale. Sono animali e basta!

 
 
 

I napoletani hanno davvero una fantasia contagiosa

Post n°77 pubblicato il 02 Maggio 2011 da Ladypapaya
 

Poteva mai mancare la statuetta di Barak Obama che annienta Osama Bin Laden sul già affollato presepe napoletano? Certo che no: ci ha pensato il giovane artista di San Gregorio Armeno Genny Di Virgilio a celebrare la fine del re del terrore, del capo di Al Qaeda.

 
 
 

Lui dice "ti amo", ma pensa al sesso

Post n°76 pubblicato il 02 Maggio 2011 da Ladypapaya
 

E' spinto da un meccanismo atavico
09:00 - Si dice che le donne siano più propense a pronunciare per prime il fatidico "ti amo". In realtà le due magiche parole compaiono con maggiore rapidità sulle lebbra di lui. Purtroppo però il contenuto del messaggio non è del tutto disinteressato: l'impazienza maschile nel dichiarare il proprio amore punta in realtà a ottenere i favori della compagna. questa potente spinta li indice a  dichiarare i propri sentimenti in media sei settimane prima di quanto non accada a lei.  
Lo ha rilevato uno studio pubblicato sul "Journal of Personality and Social Psychology": dietro al romanticismo maschile non si nascondono, però, cattive intenzioni o malafede di natura: la spiegazione, secondo gli scienziati, è evolutiva. Le differenze tempistiche sono strettamente legate al momento in cui la coppia intraprende i primi approcci sessuali. "Gli uomini possono essere più impulsivi nel modo d'esprimere l'amore, ma il significato di amore può essere molto diverso a seconda della sessualità", ha spiegato Josh Ackerman, docente alla MIT Sloan School of Management e coautore dello studio.
 
Nel corso di una serie d'indagini i ricercatori hanno scoperto che in due terzi delle coppie sono gli uomini a confessare per primi il loro sentimento, ma sono sempre i signori maschietti a dirsi più felici quando il fatidico "ti amo" viene pronunciato loro dopo un mese di relazione, anche privo di rapporti sessuali. Al contrario le donne si sentono più appagate quando la dichiarazione arriva subito dopo un rapporto sessuale. La ragione di questa differenza, secondo i ricercatori, dipende dai diversi segnali che i partner si inviano a vicenda: confessare il proprio sentimento prima di fare sesso può essere una dimostrazione d'interesse per portare avanti il rapporto fino a includere l'attività sessuale, che dal punto di vista evolutivo, significa non perdere l'occasione di diffondere il proprio patrimonio genetico. Le donne invece, che hanno più da perdere nel caso rimangano incinte e si ritrovino sole, preferiscono una confessione post-sesso, che viene letta come il segnale di un impegno più a lungo termine. 
 
Gli uomini che vogliono sentirsi dire "ti amo" prima del sesso sono in realtà quelli più interessati a una storia di poco impegno, mentre sia gli uomini sia le donne in cerca di una relazione stabile sono più appagati se la dichiarazione d'amore arriva dopo aver fatto l'amore. Secondo Ackerman, nonostante i metodi sempre più sofisticati di controllo delle nascite e il sedimentarsi di valori egualitari nella società contemporanea, questi modelli primitivi persistono nel subconscio.  
Avete capito? La differenza è evolutiva

 
 
 

Je fume

Post n°75 pubblicato il 01 Maggio 2011 da Ladypapaya
Foto di Ladypapaya

Je ne vais pas travaillex je ne vais pas dejeneur

et alor je fume

 
 
 

Lezioni di Tango

Post n°74 pubblicato il 01 Maggio 2011 da Ladypapaya
 
Foto di Ladypapaya

Questo ballo è seducente passione

 
 
 

Sesso: arriva la mentina dell'amore

Post n°73 pubblicato il 01 Maggio 2011 da Ladypapaya
 

Migliora la performance, combatte l'ansia da prestazione
Il maschio italiano, lo si è detto più volte, non si sente più del tutto a suo agio sotto le lenzuola. Sono circa il 30% i nostri connazionali che per varie ragioni vivono con ansia le prestazioni sessuali. Per loro è arrivato un nuovo "aiutino", una pasticca al sapore di menta che si scioglie in bocca e che può essere assunta in qualsiasi momento.  
 Il nuovo prodotto è il vardenafil orodispersibile, ossia una pastiglia da 10 mg che si prende senz'acqua, a stomaco pieno o vuoto. "E' la prima e unica novità in questo campo che risponde all'esigenza di libertà dell'uomo", afferma Francesco Montorsi, professore di urologia all'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. "Su 100 che chiedono il nostro aiuto - aggiunge - 15 hanno meno di 40 anni. La componente psicologica in questi casi è prevalente, per cui ci attendiamo che il nuovo vardenafil risponda appieno alle loro necessità". Dopo i 40 anni inoltre, spiega ancora l'esperto, il quadro psicologico tende a complicarsi e possono subentrare anche cause organiche: questo prodotto, per le sue caratteristiche farmacologiche peculiari di efficacia unita alla nuova modalità di assunzione senza acqua, si presta a rispondere al bisogno di una normale sessualità. 
 
Il problema della qualità delle performance sessuali è molto comune tra gli uomini di tute le età. Il 22% dice di sentirsi insicuro di fronte a donne sempre più esigenti e il 20% è poco o per nulla soddisfatto della propria vita sessuale. E' quanto è emerso dall'indagine nazionale condotta da Doxa Pharma e presentata a Milano. "Queste situazioni sono estremamente frequenti", spiega Raffaella Michieli, segretario nazionale della Società italiana di medicina generale (Simg). "L'82% dei nostri assistiti - aggiunge - giudica molto importante il benessere sessuale e il 60% di loro vorrebbe parlarne con il proprio medico".
 
Il problema si presenta anche tra gli adulti: sono il 13% gli uomini tra i 40 e i 70 anni che soffrono di disfunzione erettile. Ben uno su due ha avuto difficoltà di erezione almeno una volta nella vita. Il disturbo colpisce complessivamente oltre 3 milioni di italiani. 
Una caramellina, et voilà, la performance è garantita. E con l'alito fresco!

 
 
 

A Parigi primo albergo automatico

Post n°71 pubblicato il 30 Aprile 2011 da Ladypapaya

Prenotazione su internet e distributori cibo automatici29 aprile, 16:54
(ANSA) - PARIGI, 29 APR - A Parigi nasce il primo albergo self service, senza personale di servizio e totalmente automatico. Si chiama Hi Matic, e' situato vicino alla piazza della Bastiglia, ha una quarantina di camere, dotate di iPad e wi-fi. L'unico modo per accedervi e' una prenotazione su internet che svela un codice d'accesso per i suoi servizi. La colazione e' a base di prodotti biologici, servita in vassoietti monodose come quelli degli aerei. Per il resto tutto si puo' acquistare da distributori automatici.

 

Portiereeee???? C'è nessuno?? Il bagno non funziona! La porta non si apre?? Aiutooo???

Va bene il risparmio, il low cost, ma non si esagera?

 
 
 

Internet ignoranti tutti

Post n°70 pubblicato il 28 Aprile 2011 da Ladypapaya
 

 (ANSA) - MONTEVIDEO, 28 APR - Secondo il Premio Nobel per la letteratura Mario Vargas Llosa (nella foto), il linguaggio che utilizzano ''i ragazzi'' nelle chat via Internet, su Twitter e Facebook ''e' terrificante'' e fa supporre che ''pensano come una scimmia''. ''Internet ha messo in soffitta la grammatica, l'ha liquidata, per cui si vive in una specie di barbarie sintattica'', ha sostenuto lo scrittore peruviano in un'intervista al settimanale uruguayano 'Busqueda', oggi in edicola.

Che cosa ne pensate??????

 
 
 

La casa WC

Post n°69 pubblicato il 27 Aprile 2011 da Ladypapaya
Foto di Ladypapaya

La casa WC è realtà in Corea

Quando si parla di deformazioni professionali, non può non venirmi in mente la storia di questo signore coreano, Sim Jae-Duck, imprenditore nel ramo sanitari e membro della World Toilet Organization, che per lanciare un messaggio di sensibilizzazione sociale, si è progettato una casa a forma di WC gigante.

 

Situata a Suweon, città a sud di Seoul dove Sim è stato anche sindaco, la casa è costata la bellezza di 1,6 milioni di dollari. Sim, che attualmente è anche parlamentare, spera che questa casa possa sottolineare l'importanza di una migliore igiene in tutti i paesi.

"I bagni un tempo erano considerati luoghi sporchi e puzzolenti. Non più. Devono essere trattati come il santuario che protegge la salute umana", ha dichiarato Sim, che ora tutti chiamano il "sindaco WC".

Che dire, ce n'è per tutti.

 
 
 

William d’Inghilterra e Kate: il frigorifero commemorativo reale

Post n°68 pubblicato il 27 Aprile 2011 da Ladypapaya
 
Foto di Ladypapaya

Le nozze del principe William d’Inghilterra e Kate Middleton si avvicinano e ogni settimana saltano fuori nuovi gadget più o meno trash. Questa volta andiamo sul tecnologico e vogliamo parlarvi del frigorifero commemorativo reale. Ebbene si: la ditta GdhA, distributrice di elettrodomestici della GE in Gran Bretagna, ha pensato bene di lanciare una linea di frigo con tanto di effigie della reale coppia che campeggia sovrana indiscussa sulle ante della nostra cella frigo. Chi non vorrebbe svegliarsi nel cuore della notte e andare a sgranocchiare qualche snack in compagnia del principino William e della bella Kate?

 
 
 

Roma: boom di cani al pronto soccorso intossicati dall’hashish

Post n°67 pubblicato il 27 Aprile 2011 da Ladypapaya
 
Foto di Ladypapaya

E’ allarme a Roma per i cani intossicati dall’hashish. Se già questa droga nuoce alla salute umana, figuriamoci a quella animale. Il problema riguarda sia il fumo di sigarette che gli spinelli, letteralmente inghiottiti dai cani. Sembra che siano in aumento i cani portati nei pronto soccorso veterinari intossicati dall’hashish: la gravità della sintomatologia dipende dalla taglia e dalla quantità di droga che viene ingerita. Il problema si ingigantisce se si pensa che spesso l’anamnesi dei pazienti ricoverati d’urgenza non è precisa: i proprietari, la maggior parte delle volte, non ammette che il proprio cane abbia ingerito della droga.

 
 
 
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