Creato da dipendentiomnia il 15/11/2008

Licenziamenti PA

Licenziamenti di Omnia Service Center per mancato rinnovo commessa Wind

 

 

MAIL SPEDITA A STRISCIA ... »

OMNIA NETWORK HA LICENZIATO 100 DIPENDENTI

Post n°1 pubblicato il 15 Novembre 2008 da dipendentiomnia
 

Cosa succede in città? Cantava Vasco Rossi..... te lo dico io che succede che il 31  Gennaio 2008 dopo oltre 4 anni e mezzo di duro lavoro, tutti i DIPENDENTI OMNIA SERVICE CENTER DELLA SEDE DI PALERMO VANNO A CASA.

Giovedì 13 Novembre ore 15.30, arriva una chiamata al cellulare aziendale ed in sala si sente "DILLO A TUTTI I COLLEGHI, VOGLIO CHE SENTANO DALLA TUA VOCE" e dal telefono, tramite la viva voce di un sindacalista, si sente: "A DICEMBRE SIAMO A CASA, WIND NON HA RINNOVATO LA COMMESSA" ...... i colleghi basiti accorrono attorno al telefono ed il sindacalista ribadisce la notizia.

E' vero! La paura che ci ha seguito per tutti questi anni di lavoro si materializza, diventa la viva realtà, il nostro futuro. Il cliente per il quale noi DIPENDENTI OMNIA della sede di PALERMO lavoriamo da oltre 4 anni, non ci ha rinnovato la commessa, senza un perchè o per come, nessuna motivazione.

Arriva il fax dai sindacati impegnati da 2 giorni nelle contrattazioni a Corsico (Mi) con l'amministratore delegato ed il suo avvocato dello studio associato da 48 milioni di euro annui.

Panico, paura, futuro, famiglia, casa, mutuo, debiti, tutte parole che cominciano a risuonare con sempre maggiore eco nelle teste dei dipendenti dal futuro tutt'altro che roseo.

I sindacati comunicano lo stato d'agitazione, le chiamate arrivano sempre con meno frequenza, per le 20.00 , orario di chiusura del call center abbiamo preso meno di 200 chiamate quando i flussi normali in realta erano circa 20 volte superiori WIND HA CAPITO che sappiamo!.

A questo punto ci attiviamo, chiediamo notizie , informazioni, cerchiamo ogni appiglio, qualunque mezza parola che possa chiarirci le idee, ma tutti i responsabili di Omnia Service Center S.p.a. cominciano la loro latitanza, nessuno ci chiarisce le idee ci da risposte, informazioni.....Omnia cosa farà di NOI???????

Più di 100 famiglie vivono la drammatica situazione alle porte di Natale, pronta ad essere incartata , infiocchettata e messa sotto l'albero con il bigliettino che porta scritto a Gennaio sei LICENZIATO!!!! C'è chi dice il "questo è il premio produzione!!" (tanto disusso ed ora concesso...agli altri ceh restano dipendenti), sì un bel calcio nel didietro con tante grazie dell'amministratore delegato di Omnia!

I dipendenti di Palermo cercano risposte e l'unica risposta arriva dalla responsabile operativa di risorse umane che scrive in un SMS "MI DISPIACE E' STATO COME UN FULMINE A CIEL SERENO, SE HAI BISOGNO CHIAMA".... e chiamo sì, ma lei chiaramente non risponde.

Che ne sarà di noi dipendenti e delle notre famiglie? molte delle quali vedono entrambe i componenti, moglie e marito, dipendenti di questa stessa dittà? Teniamo a fare sapere ai nostri "CAPI", i DEUS EX MACHINA di Palermo, che noi non siamo A00233 oppure A000188, noi siamo persone, siamo famiglie, chi pagherà i 50 mutui, i 60 affitti, le rate delle auto, le assicurazioni i pannolini e gli omogeneizzati dei nostri figli?

Oggi 15/11/2008 non abbiamo risposte...Attendiamo che la nostra ditta ci dica qualcosa.

 
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 03/12/08 alle 10:27 via WEB
Omnia quota i precari in borsa Scritto da juble Monday 12 February 2007 da il manifesto articolo di Antonio Sciotto Presto a Piazzaffari, il gruppo acquisterà il call center Wind. È un groviglio di scatole cinesi e azionisti off shore. Cocoprò pagati a ore e committenti come Inps, Inail e H3G «In pronto, chiudere e riaprire, in pronto!». Nel call center della Omnia di Milano i team leader battono i piedi e le mani, urlano su dipendenti e cocoprò per velocizzare i ritmi, non c'è un attimo di respiro («in pronto» vuol dire appunto lasciare il cliente per prendere quello in coda). Siamo in uno dei centri di un'azienda sempre più sotto i riflettori dopo la decisione di rilevare il call center Wind di Sesto San Giovanni con i suoi 275 dipendenti: l'altra notizia è che la Omnia Network (la holding madre che controlla una serie di altre società) è il primo gruppo di call center a quotarsi in Borsa, secondo per dimensioni solo alla Cos Almaviva di Alberto Tripi (il padrone di Atesia), che però non è nei listini di Piazzaffari. I precari entrano dunque ufficialmente nel gotha della finanza (nei giorni scorsi la Borsa ha accettato la matricola, che attende solo l'autorizzazione della Consob per attivare gli scambi). Gli operatori della Omnia Network, divisi appunto in varie scatole controllate, sono 2500, ma parliamo solo dei call center: se teniamo conto che il gruppo svolge quattro attività principali (call center, logistica, noleggio apparati tecnologici e assistenza informatica) i lavoratori sono oltre 3 mila. Gran parte degli operatori dei call center sono cocoprò retribuiti a ore: l'azienda ha di recente avviato le trattative con i sindacati per la stabilizzazione, ma il timore è che riesca a imporre lo stesso tipo di contratti siglati alla Cos, ovvero part time di sole 4 ore. Il rischio maggiore, però, sia per i lavoratori Wind che si preparano a entrare in Omnia (salvo riescano a impedire la cessione) che per gli stessi operatori già assunti o stabilizzandi, è costituito dalla struttura stessa del gruppo, che è quanto mai «volatile». Innanzitutto nella composizione interna: 14 società, spa e srl, «scatolette cinesi» che possono essere chiuse o vendute con estrema facilità, magari per esaurimento di qualche commessa (si va dalla Omnia service e Omnia group alla Wecall4you, passando per Vox2web e Vox2web enterprise, Omnia call, Omnia Logistic, Ifcwww Cargo, Tecnocopy studio e Omniacopy, Conversa, Web global renting e Consorzio Geting; fino all'Acroservizi, in affitto). Ma «volatile» è soprattutto l'insieme degli azionisti, tutte società offshore con sede all'estero: il 45% del pacchetto sta in mano alla Okw, società lussemburghese di proprietà del presidente e dell'amministratore delegato di Omnia Network, Piervittorio Rossi e Achille Tranchida. Ci sono poi la Art Invest Ltd, la Plot Twenty-three Ltd, la Technology 13 Ltd, la Lestia Ltd, la Knightley Ltd, la Gesler Kft, la Technology 22 Ltd. Una vocazione prettamente finanziaria, dunque, più che industriale, e per questo i lavoratori hanno motivo di temere. Omnia Network è nata nel 1995 e il fatturato nel 2005 è stato di 166 milioni e 299 mila euro; le sedi sono 22 in tutta Italia. Vengono applicati, secondo la Slc Cgil nazionale, 5 contratti diversi: metalmeccanico, telecomunicazioni, commercio terziario, commercio trasporti e protocollo Assocallcenter. I committenti vanno da big pubblici a grandi privati: Inps, Inail, Mediaset, Fastweb, Tele 2, H3G, Fineco vita, Woolwich, Eni, Albacom. Tornando a Milano e ai lavoratori, il call center di Via Breda (750 operatori, di cui 300 a tempo indeterminato e il resto precari) è particolarmente «pesante»: i lavoratori a progetto passano da contratti di soli 15 giorni a 6 mesi, vengono retribuiti dai 7,50 ai 12,50 euro all'ora, per arrivare a un netto mensile che in media non supera gli 850 euro. La commessa H3G è davvero dura: «Capita che i team leader chiedano di fare fino a 10 ore di lavoro al giorno - spiega Dafne Irti, Rsa della Filcams Cgil - e non è raro che alcuni lavoratori facciano 12-13 giorni di seguito senza riposo. Così come in estate: fino a 40 giorni con soli 3 di riposo. E' chiaro che puoi rifiutarti, ma magari non ti rinnovano il contratto. Su H3G è stato firmato un contratto di servizio che lega la commessa a una produttività altissima, dunque la pressione è incredibile. Inoltre i turni sono fissati anche per i parasubordinati, e con il preavviso dal venerdì al lunedì successivo: e se non vai al lavoro devi pure avvertire». Per la stabilizzazione si pensa che l'azienda proporrà i part time a 4 ore, ma i cocoprò si sono riuniti in assemblea e hanno deciso di accettare solo contratti di 6 o 8 ore, altrimenti si andrà allo sciopero. A Bitritto, in provincia di Bari, si trova il contact center di Inail e Inps: vero e proprio lavoro pubblico svolto in affitto presso una società privata da 180 cocoprò. Gli inbound sono pagati 6,37 euro lordi l'ora, ma tra Putignano e Modugno ci sono altri 300 addetti che, se lavorano in outbound, prendono 4,50 euro lordi l'ora. Si fanno in media 600 euro netti al mese, dunque la gran parte degli operatori fa almeno due lavori per tirare a campare. Una lavoratrice ci spiega che dalle 9 alle 13 lavora in un call center di riscossione crediti, e dalle 14 alle 20 alla Omnia: «Dopo 10 ore le orecchie mi ronzano e non voglio parlare con nessuno. Peraltro qui le uniche visite mediche che ci hanno fatto sono quelle alla vista. Per l'udito in tre anni non si è visto un medico». Per i tre call center baresi il responsabile del personale Alessio Palenzona ha proposto una stabilizzazione con part time di 4 ore, ma gli operatori puntano almeno a 6. Per Giovanni Russo, della Slc barese, si devono coinvolgere al tavolo anche i committenti: «Per Inps e Inail, ad esempio, il sindacato ha chiesto l'internalizzazione del servizio - spiega - Ma quello che si può fare al minimo è legare l'appalto a una garanzia dei posti di lavoro. Il problema a monte però sono le leggi, ed è giusto che la Cgil faccia pressione per le modifiche legislative: devono cambiare le regole su esternalizzazioni e appalti, altrimenti è inutile stabilizzare i lavoratori in entrata, perché poi le aziende hanno mano libera in uscita, con la cessione di ramo d'impresa».
 
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