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Andrea Liponi

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RIFORMA DELLE SUPERIORI IN ALTO ADIGE

Post n°79 pubblicato il 20 Ottobre 2010 da livio203

Negli ultimi tempi si fa un gran parlare di Licei che - con l'avvio della riforma della secondaria superiore in Alto Adige, nel 2011 - dovrebbero essere "razionalizzati".

IN PARTICOLARE, si parla del liceo classico in lingua tedesca di Bolzano, che dovrebbe sparire per l'esiguità del numero degli iscritti, nonchè dell'indirizzo musicale, che dovrebbe essere soppresso nel Liceo tedesco W.v.d.Vogelweide e non avviato in quello italiano G.Pascoli.  

Nessuno si scandalizza però per la soppressione nella scuola tedesca di tutti - o quasi - gli istituti professionali di stato e, in quella italiana, dell'Istituto professionale per i servizi sociali.  Scuole che finora hanno svolto un ruolo importante, se non altro per il numero complessivo di iscritti (circa 1800 tra italiani e tedeschi nell'indirizzo sociale).  La soluzione trovata per il sociale: trasferire gli alunni al nuovo liceo delle scienze umane ad indirizzo socio-economico, con eventuale passaggio poi alla scuola di formazione professionale provinciale (che, al momento, accoglie solo maggiorenni o giù di lì) per chi voglia accedere al lavoro nei servizi sociali come Operatore socio-assistenziale, non sembra adeguata alle aspirazioni di questa utenza.   Inoltre, dato che al Pascoli negano il nuovo indirizzo musicale, quest'ultimo sta agitandosi in vista del possibile trasferimento di questo indirizzo in via S.Quirino, nell'Istituto "Claudia de' Medici".   In zona Pascoli, invero, fin da tempi non sospetti si era diffusa la voce di questo scambio: l'istituzione del liceo musicale in cambio  del trasferimento del sociale.  Il problema vero, quindi, sarebbe la mancata istituzione del Liceo Musicale.  Che non piace all'assessora di lingua tedesca.  E qui si chiude il cerchio: l'Assessora vuole potenziare le scuole provinciali di Formazione professionale a danno degli Istituti di tipo statale (ha varato una legge chiaramente orientata a questo obiettivo) e non ama i Licei musicali...

Su questi problemi ho mandato ai giornali locali due letterine:

1. 7 ottobre 2010:

Quando, circa un anno fa, manifestai insieme ai docenti dell’IPSCT De Medici, la preoccupazione che non si procedesse frettolosamente al riordino in Alto Adige dell’Istruzione superiore, chiedendo una riflessione e un rallentamento dello stesso, non avrei e non avremmo creduto potesse finire così, con una legge che pone l’istruzione professionale statale in subordine alla formazione provinciale (ponendo di fatto le premesse per una sua abolizione) e con un potenziamento dei licei a danno dell’Istruzione tecnico professionale quale traspare dal piano di distribuzione territoriale proposto ieri.

Il piano di riordino degli Istituti, infatti, conferma questi assunti, riducendo gli spazi all’istruzione professionale e così limitando il diritto allo studio di quegli alunni che siano interessati a raggiungere un titolo statale attraverso un percorso di Istruzione tecnico-professionale, in particolare nel settore sociale.  

Mentre nel resto d’Italia alle professioni sociali si accede solo possedendo un diploma di istruzione secondaria superiore (mancano, infatti, nell’accordo stato-regioni, le qualifiche professionali nel settore dei servizi sociali), in Alto Adige ad esse si continuerà ad accedere mediante delle qualifiche provinciali, presumibilmente non riconoscibili nel resto del territorio nazionale.   Poco importa, quindi, alla Provincia, che i futuri operatori siano qualificati prima di tutto sul piano di una solida preparazione culturale: importa soprattutto che siano degli esecutivi, collocabili vantaggiosamente nei servizi a costi ridotti.  

 

 

2. 18 ottobre 2010:

Fa piacere che il riassetto del sistema scolastico secondario superiore altoatesino scuota alcune coscienze.   Lascia perplesso, però, che l’attenzione sia rivolta tutta alla conservazione degli indirizzi classico e musicale, che riguardano una minoranza esigua di studenti (d’elite, però…), mentre passa del tutto sotto silenzio la soppressione degli Istituti professionali di lingua tedesca (e, in parte, anche di lingua italiana) frequentati finora da migliaia di studenti, che avevano scelto queste scuole perché offrivano un percorso intermedio tra formazione professionale e tecnico-liceale, prendendo il meglio dell’uno e dell’altro.   Non credo che la soluzione trovata in alcuni casi (o formazione provinciale o liceo) sia adeguata alle aspirazioni di questa fascia di utenza e che aiuti la razionalizzazione dei costi.

 

 

 
 
 
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