Creato da soleincielo83 il 12/01/2010

Luce di Dio

NON AVERE PAURA ,LA PAURA E' UN SENTIMENTO CHE NON PORTA ALLA VERITA'

 

« 19/9/2013"Jorge Mario Bergoglio... »

VOI CHE NE PENSATE AMICI???????

Post n°90 pubblicato il 03 Ottobre 2013 da soleincielo83

Lucrecia Rego de Planas,
Lettera al Papa da una cattolica perplessa El Pais 01 Ottobre 2013 Condivido con chi vorrà leggerla la lettera che ho inviato al nostro Papa Francesco....
Spero la possa ricevere entro pochi giorni.
Huixquilucan, Messico, 23 settembre 2013

Carissimo Papa Francesco,

sono tanto lieta di avere l’opportunità di salutarti. Sicuramente non ti ricorderai di me; vedendo così tante persone nuove ogni giorno deve essere difficile ricordare tutti, anche coloro con cui hai conversato e vissuto durante il lungo corso della tua vita.

Negli ultimi 12 anni, tu ed io, più volte ci siamo trovati in diversi incontri, riunioni della Chiesa e conferenze che hanno avuto luogo nelle città dell’America Centrale e Meridionale su temi diversi (la comunicazione, la catechesi, l’educazione). Durante questi incontri pastorali ho avuto la possibilità di vivere con te per tanti giorni, dormendo sotto lo stesso tetto, condividendo la stessa mensa e anche la stessa scrivania.

Allora eri l’Arcivescovo di Buenos Aires e io il direttore di uno dei principali mezzi di comunicazione cattolici. Adesso tu sei il Santo Padre e io... solo una madre, cristiana, sposata con un buon marito e nove figli, che insegna matematica presso l’Università e che cerca di collaborare meglio che può con la Chiesa, dal luogo in cui Dio l'ha posta.

In questi incontri di diversi anni fa, mi ricordo più di una volta ti sei rivolto a me dicendo:

- “Ragazza, chiamami Jorge Mario, siamo amici”; io risposi spaventata:

- “Assolutamente no, signor Cardinale! Dio me ne scampi dal dare del tu a uno dei suoi principi sulla terra!”.

Ora però mi permetto di darti del tu, perché non sei più il card. Bergoglio, ma il Papa, il mio Papa, il dolce Cristo in terra, al quale ho la fiducia di rivolgermi come a mio padre.

Ho deciso di scriverti perché soffro e ho bisogno che tu mi consoli. Ti spiegherò cosa mi succede, cercando di essere il più breve possibile. So che ti piace confortare coloro che soffrono e ora anche io sono una di loro.

Quando ti ho conosciuto durante questi ritiri, quando eri ancora il cardinal Bergoglio, mi aveva colpito e lasciata perplessa il fatto che tu non hai mai agito come facevano gli altri cardinali e vescovi. Per fare alcuni esempi: tu eri l’unico lì che non si genufletteva davanti al Tabernacolo o durante la Consacrazione, se tutti i vescovi si presentavano con la sottana e il loro abito talare, perché così richiedevano le regole necessarie per la riunione, tu ti presentavi in completo da strada e collare clericale. Se tutti si sedevano sui posti riservati ai i vescovi e cardinali, tu lasciavi vuoto il posto del cardinale Bergoglio e ti sedevi più indietro, dicendo “qui sto bene, così mi sento più a mio agio”. Se altri arrivavano con una macchina che corrisponde alla dignità di un vescovo, tu arrivavi dopo gli altri, indaffarato e di fretta, raccontando ad alta voce i tuoi incontri nel trasporto pubblico scelto per venire alla riunione. Vedendo queste cose — mi vergogno nel raccontartelo — dicevo dentro di me:

- “Uff... che voglia di attirare l’attenzione! Perché, se si vuole essere veramente umile e semplice, non è forse meglio comportarsi come gli altri vescovi per passare inosservati?”.

Anche alcuni miei amici argentini che hanno partecipato questi incontri, in qualche modo notavano la mia confusione, e mi dicevano:

- “No, non sei la sola. A tutti noi sconcerta sempre, ma sappiamo che ha criteri chiari, e nei suoi discorsi mostra convinzioni e certezze sempre fedeli al Magistero e alla Tradizione della Chiesa, è un coraggioso fedele, difensore della retta dottrina... A quanto pare però ama essere amato da tutti e piacere a tutti. In tal senso potrebbe un giorno fare un discorso in TV contro l’aborto e il giorno dopo, nello stesso show televisivo, benedire le femministe pro-aborto in Plaza de Mayo; potrebbe fare un discorso meraviglioso contro i massoni e, ore dopo, mangiare e brindare con loro al Club Rotary Club”.

Mio caro Papa Francesco, è vero, questo fu il card. Bergoglio che ho conosciuto da vicino. Un giorno intento a chiacchierare animatamente con il vescovo Duarte Aguer sulla difesa della vita e della liturgia e lo stesso giorno, a cena, a chiacchierare sempre animatamente con Mons. Ysern e Mons. Rosa Chavez sulle comunità di base e i terribili ostacoli che rappresentano “gli insegnamenti dogmatici” della Chiesa. Un giorno amico del card. Card. Cipriani e del Card. Rodriguez Maradiaga a parlare di etica aziendale e contro le ideologie del New Age e poco dopo amico di Casaldáliga e Boff a parlare di lotta di classe e della “ricchezza” che le tecniche orientali potrebbero donare alla Chiesa.

Con queste premesse, comprenderai quanto enormemente ho sgranato gli occhi, quando ho sentito il tuo nome dopo l’“Habemus Papam” e da quel momento (prima che tu lo chiedessi) ho pregato per te e per la mia amata Chiesa. E non ho smesso di farlo per un solo giorno, da allora.

Quando ti ho visto sul balcone, senza cotta, senza cappuccio, rompendo il protocollo di saluto e la lettura del testo latino, cercando con questo di differenziarti dal resto dei Papi nella storia, sorridendo, preoccupata, dissi tra me e me:

- “Sì, senza dubbio. Questo è il cardinale Bergoglio”.

Nei giorni successivi alla tua elezione, mi hai dato diverse occasioni per confermare che sei la stessa persona che avevo conosciuto da vicino, sempre alla ricerca di una diversità: hai chiesto scarpe diverse, anello diverso, Croce diversa, sedia diversa e persino stanza e casa diverse dal resto dei Papi che sempre si erano accontentati umilmente delle cose previste, senza la necessità di cose “particolari”, apposta per loro.

In quei giorni stavo cercando di recuperare dall’immenso dolore provato dalle dimissioni del mio amato e molto ammirato Papa Benedetto XVI, nel quale mi sono identificata fin dal principio per la chiarezza nei suoi insegnamenti (il miglior insegnante del mondo), per la sua fedeltà alla Liturgia, per il suo coraggio nel difendere la dottrina giusta fra i nemici della Chiesa e mille cose che non elencherò qui. Con lui al timone della barca di Pietro mi sentivo come se calpestassi la terra ferma. E con le sue dimissioni, ho sentito la terra sparire sotto i miei piedi; ma ho capito, i venti erano veramente tempestosi e il papato significava qualcosa di troppo agitato per la sua forza, ormai diminuita dall’età, nella terribile e violenta guerra culturale che stava sostenendo.

In quel momento mi sentivo come abbandonata in mezzo alla guerra, al terremoto, nel più feroce uragano, e improvvisamente tu sei venuto a sostituirlo al timone. Abbiamo un nuovo capitano, diamo grazia a Dio! Confidai pienamente (senza dubbio alcuno) che, con l’assistenza dello Spirito Santo, con la preghiera dei fedeli, con il peso della responsabilità, con l’assistenza del gruppo di lavoro in Vaticano e con la coscienza di essere osservato in tutto il mondo, Papa Francesco lasciasse alle spalle le cose speciali e le ambivalenze del card. Bergoglio e subito prendesse il comando dell’esercito e, con rinnovato vigore, continuasse il percorso di lotta che il suo predecessore aveva ingaggiato.

Purtroppo, con mia sorpresa e smarrimento, il mio nuovo generale, piuttosto che prendere le armi una volta arrivato, cominciò il suo mandato utilizzando il tempo del Papa per telefonare al suo parrucchiere, al suo dentista, al suo lattaio e al suo edicolante, attraendo sguardi sulla sua persona e non su assunti importanti per il Papato. Sono passati sei mesi da allora e riconosco, con amore ed emozione, che hai fatto migliaia di cose buone. Mi piacciono molto (moltissimo) i tuoi discorsi formali (a politici, ginecologi, comunicatori, alla Giornata della Pace, etc.) e le tue omelie delle Solennità, perché in esse si vede una preparazione minuziosa e una profonda meditazione di ogni parola usata. Le tue parole, in questi discorsi e omelie, sono stati un vero e proprio cibo per il mio spirito. Mi piace molto che la gente ti ami e ti applauda. Tu sei il mio Papa, il Supremo Capo della mia Chiesa, la Chiesa di Cristo.

Tuttavia – e questo è il motivo della mia lettera – devo dire che ho anche sofferto (e soffro), per molte tue parole, perché dici cose che sento come stoccate al basso ventre durante i miei continui tentativi di sincera fedeltà al Papa e al Magistero. Mi sento triste, sì, ma la parola migliore per esprimere i miei sentimenti corrente è: perplessità.

Non so cosa dire e cosa non dire, non so dove insistere e dove lasciar correre. Ho bisogno che tu mi orienti, caro Papa Francesco. Sto davvero soffrendo, e molto, per questa perplessità che mi immobilizza. Il mio grande problema è che ho dedicato gran parte della mia vita allo studio della Sacra Scrittura, della Tradizione e del Magistero, in modo da avere forti ragioni per difendere la mia fede. E ora, molte di queste solide basi sono in contraddizione con ciò che il mio amato Papa fa e dice. Sono scioccata e ho bisogno che tu mi dica cosa fare.

Mi spiegherò meglio, con alcuni esempi.

Io non posso applaudire un Papa che non si genuflette davanti al Tabernacolo né durante la Consacrazione come insegna il rito della Messa; ma non posso criticarlo, perché è il Papa!

Benedetto XVI ci ha chiesto nella Redemptionis Sacramentum che informassimo il vescovo di delle infedeltà e degli abusi liturgici a cui assistiamo. Ma... chi devo informare se il Papa stesso non rispetta la liturgia? Non so cosa fare. Disobbedisco alle indicazioni del nostro Papa emerito?

Non posso sentirmi felice per aver eliminato l’uso della patena e degli inginocchiatoi per i comunicandi, e nemmeno mi può piacere che non ti abbassi mai a dare la comunione ai fedeli, che non chiami te stesso “il Papa”, ma solo “Vescovo di Roma” o che non usi l’anello piscatorio. Però non posso nemmeno lamentarmi, perché tu sei il Papa!

Non mi sento orgogliosa che tu abbia lavato i piedi di una donna musulmana il Giovedì Santo, poiché è una violazione della legge liturgica, ma non posso emettere un pigolio, perché Tu sei il Papa, che rispetto e a cui debbo essere fedele!

Mi ha fatto terribilmente male quando hai punito i Frati Francescani dell’Immacolata, perché celebravano la Santa Messa in rito antico con il permesso esplicito del tuo predecessore nella Summorum Pontificum. E punirli, significa andare contro gli insegnamenti dei Papi precedenti. Ma a chi posso comunicare il mio dolore, tu sei il Papa!

Non sapevo cosa pensare o dire quando ti sei burlato pubblicamente di un gruppo che aveva detto per te dei rosari, chiamandoli “quelli che contano le preghiere”. Essendo i rosari una stupenda tradizione nella Chiesa, cosa debbo pensare io, se al mio Papa non piace e deride chi glieli offre?

Ho tanti amici “pro-life” che pochi giorni fa hai molto rattristato chiamandoli “ossessionati ed ossessivi”. Cosa devo fare? Consolarli, addolcendo falsamente le tue parole o ferirli ancora di più, ripetendo quello che hai detto a loro, per voler essere fedele al Papa e ai suoi insegnamenti?

Alla GMG chiedesti ai giovani di “fare casino per le strade”. La parola “casino”, per quanto ne so, è sinonimo di “disordine”, “caos”, “confusione”. Davvero questo è quello che si vuole che facciano i giovani cristiani nelle strade? Non ci sono già abbastanza confusione e disordine nel mondo?

-So di molte donne sole e anziane (zitelle), che sono molto allegre, simpatiche e generose e che davvero si sentirono degli scarti quando dicesti alle religiose che non dovevano avere la faccia da zitelle. Hai fatto sentire molto male le mie amiche e me; mi ha fatto male nell’anima per loro, perché non c’è nulla di male nell’essere rimaste sole e dedicar la vita alle buone opere (di fatto, la solitudine viene specificata come una vocazione nel Catechismo). Cosa devo dire alle mie amiche “zitelle”? Che il Papa non parlava sul serio (cosa che non può fare un Papa) oppure che appoggio il Papa nel fatto che tutte le zitelle hanno una faccia da religiose amareggiate?

Un paio di settimane fa hai detto che “questo che stiamo vivendo è uno dei momenti migliori della Chiesa”. Come può dire questo un Papa quando tutti sappiamo che vi sono milioni di giovani cattolici che vivono in concubinato e altrettanti milioni di matrimoni cattolici dove si usano contraccettivi; quando il divorzio è “il nostro pane quotidiano” e milioni di madri cattoliche uccidono i loro figli non nati con l’aiuto di medici cattolici; quando vi sono milioni di imprenditori cattolici che non sono guidati dalla dottrina sociale della Chiesa, ma dall’ambizione e dall’avarizia; quando vi sono migliaia di sacerdoti che commettono abusi liturgici; quando vi sono centinaia di milioni di cattolici che mai hanno avuto un incontro con Cristo e non conoscono l’essenziale della dottrina; quando l’educazione e i governi sono in mano alla massoneria e l’economia mondiale in mano al sionismo? È questo il momento migliore della Chiesa?

Quando lo hai detto, amato Papa, fui presa dal panico. Se il capitano non sta vedendo l’Iceberg che abbiamo innanzi, è molto probabile che ci schianteremo contro di esso. Ci credi veramente o è solo un modo di dire caro Papa?

Molti grandi predicatori si sono sentiti devastati al sapere che hai detto che ora non bisogna più parlare dei temi dei quali la Chiesa ha già parlato e che stanno scritti nel Catechismo. Dimmi, caro Papa Francesco, cosa dobbiamo fare noi cristiani che vogliamo essere fedeli al Papa ed anche al Magistero e alla Tradizione? Smettiamo di predicare sebbene San Paolo ci abbia detto che bisogna farlo in ogni occasione? La finiamo con i predicatori coraggiosi, li forziamo al silenzio, mentre vezzeggiamo i peccatori e con dolcezza diciamo loro che, se possono e vogliono, leggano il Catechismo per sapere cosa dice la Chiesa?

Ogni volta che parla dei “pastori con odore di pecore”, penso a tutti quei sacerdoti che si sono lasciati contaminare dalle cose del mondo e hanno perso il loro profumo sacerdotale per acquisire un certo odore di decomposizione. Io non voglio pastori con l’odore di pecora, ma pecore che non odorino di sterco, perché il loro pastore le cura e le mantiene sempre pulite.

Qualche giorno addietro hai parlato della Vocazione di Matteo con queste parole: «Mi impressiona il gesto di Matteo. Si attacca al denaro, come dicendo: “No, non a me! Questo danaro è mio!”». Non si può evitare di comparare le tue caro Papa parole con il Vangelo (Mt, 9,9), contro quello che lo stesso Matteo dice della sua vocazione: “Andando via di là, Gesù vide un uomo, seduto al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse: “Seguimi”. Ed egli si alzò e lo seguì».

Non riesco a vedere dove sta l’attaccamento al denaro (nemmeno lo vedo nel quadro di Caravaggio). Vedo due narrazioni distinte ed una esegesi sbagliata. A chi devo credere, al Vangelo o al Papa, se voglio essere fedele al Vangelo e al Papa?

Quando hai parlato della donna che vive in concubinato dopo un divorzio e un aborto, dicesti “adesso vive in pace”. Mi domando: può vivere in pace una signora che si è volontariamente allontanata dalla grazia di Dio?

I Papi precedenti, da San Pietro fino a Benedetto XVI, hanno detto che non è possibile incontrare la pace lontani da Dio, però Papa Francesco lo ha affermato. Su cosa mi debbo fondare, sul Magistero di sempre o su questa novità? Devo affermare, a partire da oggi, per essere fedele al Papa, che la pace si può incontrare in una vita di peccato?

Poi hai buttato lì la domanda senza dare risposta su come deve comportarsi un confessore, come se volessi aprire il vaso di Pandora sapendo che ci sono centinaia di sacerdoti che erroneamente consigliano di continuare nel concubinato. Perché il mio Papa, il mio caro Papa, non ci ha detto in poche parole cosa si deve consigliare in casi come questo, invece di aprire il dubbio nei cuori sinceri?

Ho conosciuto il cardinale Bergoglio in modo quasi familiare e sono testimone fedele del fatto che sia un uomo intelligente, simpatico, spontaneo, molto spiritoso e molto acuto. Però non mi piace che la stampa stia pubblicando tutti i tuoi detti e le tue battute, perché non sei un parroco di paese; non sei l’arcivescovo di Buenos Aires; ora sei il Papa! E ogni parola che dici come Papa, acquista valore di magistero ordinario per molti di quelli che ti leggono e ti ascoltano.
Ho già scritto troppo abusando del tuo tempo, mio buon Papa. Con gli esempi che ti ho dato, (sebbene ve ne siano molti altri) credo di aver chiarito il dolore per l’incertezza e la perplessità che sto vivendo.
Solo tu puoi aiutarmi. Ho bisogno di una guida che illumini i miei passi basando su quello che sempre ha detto la Chiesa, che parli con coraggio e chiarezza, che non offenda chi lavora per essere fedeli al mandato di Gesù; che dica “pane al pane, vino al vino”, “peccato” al peccato e “virtù” alla virtù, anche se con questo mette a rischio la sua popolarità. Ho bisogno della tua saggezza, della tua fermezza e chiarezza. Ti chiedo aiuto, per favore, perché sto soffrendo molto.
So che Dio ti ha dotato di una intelligenza molto acuta, cosicché, cercando di consolarmi da sola, ho potuto immaginare che tutto quello che fai e dici è parte di una strategia per sconcertare il nemico, presentandoti davanti a lui con la bandiera bianca e ottenendo così che abbassi la guardia. Ma mi piacerebbe che tu condividessi questa strategia con quelli che lottano al tuo fianco, perché, oltre che a sconcertare il nemico, stai sconcertando anche noi, che non sappiamo più dove sta il nostro quartier generale e dove si trova il fronte del nemico.

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Commenti al Post:
popeye.ok
popeye.ok il 03/10/13 alle 04:41 via WEB
non so che dire...ho le idee confuse...sto aspettando
 
attilio.61
attilio.61 il 03/10/13 alle 11:22 via WEB
Falsamente umile, il contrario di Gesù. Mi ricorda La frase del Vangelo "Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore ma dentro sono lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete (Mt7, 15-16). " Buona giornata Attilio
 
monika64_ds
monika64_ds il 03/10/13 alle 13:47 via WEB
Il falso profeta, Bergoglio, si alleerà con l'anticristo (che entrerà in scena tra non molto) per realizzare il nuovo ordine mondiale massonico, ossia il dominio di satana - loro signore - sulla terra. MILIONI di anime - ora sfegatate seguaci dell'antipapa Bergoglio - saranno portate da lui a seguire ciecamente l'anticristo. Ed esse (tranne una minoranza, che se ne accorgerà) accetteranno le leggi massoniche, che LEGALIZZANO le varie forme di peccato. E non si avvederanno del fatto che ciò le porterà a perire, IMPENITENTI, durante i flagelli dei 10 segreti, per poi passare - purtroppo - nella Geenna. Preghiamo affinchè lo Spirito Santo irradi con potenza tutti coloro che rischiano l'inferno.
 
 
monika64_ds
monika64_ds il 03/10/13 alle 13:49 via WEB
So che è difficile da accettare ciò che ho scritto,ma basta leggere i messaggi di Gesù per capire...del resto ogni giorno ci viene presentato un nuovo abominio davanti ai nostri occhi.Preghiamo,preghiamo,preghiamo...
 
   
sivel082010
sivel082010 il 07/10/13 alle 23:50 via WEB
Questa lettera L'ho trovata su un sito internet, ho fatto alcune ricerche: questa donna esiste realmente come esistono i sacerdoti da lei nominati. Per amore della verità ti dico che la lettera mi ha colpito come altre notizie che ho saputo. Anch'io nutro le stesse perplessità , non credo che lo Spirito Santo abbia scelto Papi fino ad oggi che non sapessero portare la barca di Pietro. L'infallibilità del papa è soprattutto nei dogmi. Siamo in un momento in cui il nuovo ordine mondiale vuole rivoluzionare la politica e la chiesa e ci sta riuscendo. Non lo sfarzo. ma l'etichetta di certi paramenti sacri nella liturgia, hanno dei significati ben precisi. Persino S. Francesco che amava sorella povertà diceva che a Dio bisognava dare le cose più preziose .Ricordiamoci che Abele ha sempre dato le primizie a DIO, E NOI CRISTIANI VOGLIAMO OMETTERE di dare le cose più belle, non come ricchezza materiale, ma come amore e rispetto al Re dei Re ;"Cristo". Nessuno deve rifiutare ciò che lo Spirito Santo ha eletto, un Papa è un Papa e come tale si deve definire e come tale deve seguire le istituzioni della santa madre chiesa., e non continuare a definirsi vescovo di Roma Qualcuno ha un significato diverso all'umiltà ?? non è il definirsi umile ma vivere da umile. Paolo VI ha venduto anche lui la pietra del suo anello per donarlo ai poveri , ma questo si è saputo? solo alla sua morte, e le maglie rattoppate e le scarpe bucate di Papa Giovanni Paolo II?, sono state messe in mostra ?? tutti e due questi Papi hanno saputo vivere le proprie privazioni nel silenzio di una dignità apostolica, credimi la Chiesa fa parte integrante della mia vita e noi con la cresima siamo soldati di Cristo e abbiamo il dovere di vigilare sulla Parola, persino in Matteo ci avverte della prostituzione della chiesa e satana non viene mai con l'aspetto di male ma con falsi luccichii per ingannare le anime ,quindi valutare ogni cosa è un dovere del cristiano , questo non significa condannare o giudicare ma essere prudenti e vigilanti. Buona giornata
 
     
monika64_ds
monika64_ds il 08/10/13 alle 13:36 via WEB
Intanto la chiesa di Friburg in Germania,paese nel quale vivo,ha accettato,grazie alle parole di Bergoglio ad aprire ai divorziati.Ora potranno risposarsi e ricevere i sacramenti...la Messa qui sta cambiando e nuove frasi sono già state aggiunte,non vado oltre la lista è lunga ma per amore della Verità vigiliamo,informiamoci,leggiamo le profezie dei Santi e valutiamo...non è tutto oro ciò he brilla.Con ciò non giudico Bergoglio,anzi prego per lui e per i massoni all´interno del Vaticano.
 
     
soleincielo83
soleincielo83 il 13/10/13 alle 00:02 via WEB
La massoneria scrive una lettera a Papa Francesco &#55357;&#56660;12.ott 2013 Qui di seguito potete leggere il comunicato stampa del Serenissimo Gran Maestro della Gran Loggia D’Italia U.m.s.o.i. Gian Franco Pilloni in cui comunica di aver scritto una lettera a Papa Francesco I. Pilloni ha pubblicato il comunicato sul suo profilo facebook (Gian Franco Pilloni). <<COMUNICATO STAMPA. LA MASSONERIA SCRIVE A PAPA FRANCESCO: “METTA FINE ALLE DIVISIONI CHE INCORRONO NEI NOSTRI RAPPORTI” Roma, 9 ottobre 2013 – “Con estrema commozione e infinita gioia mi rivolgo a Voi Santità per farLe umile richiesta affinché si adoperi per porre fine alle divisioni che intercorrono nei rapporti tra la Chiesa Cattolica e la Massoneria, con la speranza che finalmente possa regnare la giusta serenità tra le due componenti, ponendo fine alle divergenze che ancora oggi elevano un muro tra i rapporti”. Inizia con queste parole la lettera inviata dal Serenissimo Gran Maestro della Gran Loggia D’Italia U.m.s.o.i. Gianfranco Pilloni a Sua Santità Papa Francesco. Una vera e propria richiesta di pace e di accettazione, che fonda le sue basi sui valori e i principi comuni alle due realtà. “[…] non siamo una componente avversa alla Chiesa Cattolica da Lei Degnamente rappresentata, anzi, tutt’altro – continua la lettera – Le nostre strade sono parallele, infatti la pensiamo come Voi per la totalità dei problemi che attanagliano la società contemporanea, come Voi ci adoperiamo per un Mondo di Pace e per il rispetto dell’Essere Umano senza distinzione alcuna e il rispetto assoluto verso tutte le Religioni”. La storia della diatriba tra Chiesa e Massoneria inizia già il 28 aprile 1738, quando Papa Clemente XII, con la Lettera apostolica In eminenti, mette in guardia i credenti contro la Massoneria, da qui in poi condannata da diversi Papi in quasi 600 documenti. Nel 1983 scompare dal nuovo Codice di diritto canonico la parola “scomunica” contro i massoni. Per mettere a tacere le voci insistenti di una grande svolta, il 26 novembre del 1983 Joseph Ratzinger, l’allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, conferma il giudizio della Chiesa circa le associazioni massoniche e, dunque, l’iscrizione ad esse rimane proibita sotto pena di esclusione dai sacramenti: “Chi si iscrive alla Massoneria fa peccato mortale e non può accedere alla comunione. Il giudizio della Chiesa resta pertanto immutato”. Nella lettera inviata dal Gran Maestro Gianfranco Pilloni al Santo Padre, si pone l’accento proprio sulle conseguenze che questa chiusura ha causato negli anni. “La posizione che la Chiesa ha tenuto e ancora tiene – spiega Gianfranco Pilloni nella lettera – penalizza i Fratelli Massoni di Credo Cattolico, costringendoli a professare la fede ai margini della Chiesa e facendoli sentire quasi degli intrusi o fedeli poco desiderati”. Già in occasione dell’inaugurazione della sede romana di Piazza Campo Marzio, a settembre del 2012, il Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia U.m.s.o.i. aveva cercato di sfatare i luoghi comuni legati al pensiero comune sulla Massoneria: “Non si tratta di una lobby d’affari segreta. La natura della Massoneria è umanitaria, filosofica e morale. Stimola tolleranza. Pratica la giustizia, aiuta i bisognosi, promuove l’amore per il prossimo. La Massoneria lascia a ciascuno dei suoi membri la scelta e la responsabilità delle proprie opinioni religiose e c’è un rapporto di rispetto assoluto nei confronti di ogni religione. E’ apolitica e impone ai suoi membri i doveri di lealtà civica. Se avesse carattere di segretezza, non avremmo aperto una sede in Piazza Campo Marzio, di fronte alle Istituzioni”. La chiusura della Chiesa e di gran parte dell’opinione pubblica, però, non ha mai smesso di esistere. “Chiedo a Voi, Santità, uno sforzo per eliminare completamente le ormai superate intolleranze nei nostri confronti, pubblicamente, accettandomi, a seguito di questa mia supplica, a Voi – conclude il Gran Maestro Gianfranco Pilloni nella lettera – trasformare i nostri Templi in Templi per la Pace, luoghi di incontri, luoghi di testimonianza dei più alti ed elevati sentimenti di solidarietà e di fratellanza umana”. Ci si chiede ora se Sua Santità Papa Francesco deciderà di rispondere a questa lettera, accogliendo questo ramoscello d’Ulivo e mettendo la parola “fine” all’eterna diatriba tra Chiesa e Massoneria.>> FINE COMUNICATO Una e una sola è la risposta che codesto Gran Maestro dovrebbe ricevere. Questa risposta è quasi antica come l’istituzione massonica moderna di cui si fregia d’appartenere, la replica che si dovrebbe porre alla lettera del Pilloni ha l’età prossima alle tribolazioni massoniche del 1717-1723, ha 275 anni questa risposta e immutata deve perdurare nelle nostre memorie e coscienze, a metro di misura dell’odierno spirito del tempo, a monito per ciò che è divenuto, ad allarme per ciò che verrà. Consapevoli che mai tale replica sarà data al Pilloni dal Vescovo di Roma Bergoglio vogliamo perlomeno riportarne una parte di quella risposta. Ad onore della Tradizione questa risposta echeggia dal 28 aprile 1738: “…decretiamo doversi condannare e proibire, come con la presente Nostra Costituzione, da valere in perpetuo, condanniamo e proibiamo le predette Società, Unioni, Riunioni, Adunanze, Aggregazioni o Conventicole dei Liberi Muratori o des Francs Maçons, o con qualunque altro nome chiamate…” [ Clemente XII, Litt. ap. In eminenti, 28 apr. 1738, in Bullarium Romanum, taurinensis ed., t. XXIV, 365-367] Per la cronaca alleghiamo due foto del Serenissimo Gran Maestro della Gran Loggia D’Italia U.m.s.o.i. Gian Franco Pilloni (pubblicate da lui stesso sul suddetto profilo facebook); in quella a sinistra posa nel tempio, in quella a destra stringe un gemellaggio con due logge statunitensi:
 
     
monika64_ds
monika64_ds il 13/10/13 alle 13:34 via WEB
I Massoni sono stati i primi a congratualarsi per la nomina a Pontefice ed esistono documenti che attestano la sua presenza nella massoneria...il suo nome risulta nel rotary International,organizzazione tipicamente massonica e molto altro ancora. So bene che tutto questo è doloroso,io per prima sono stata malissimo nel venire a conoscenza di queste cose,ma per amore della Verità non possiamo far finta di niente. Per chi volesse approfondire giro questo link http://gianmicheletinnirello.org/2013/03/24/13-inoppugnabili-ragioni-per-cui-bergoglio-e-massone/
 
marziabel
marziabel il 03/10/13 alle 23:42 via WEB
E' molto difficile da capire ciò che è stato scritto, io sono cattolica ma non seguo tutto cio che dice il Santo Padre ho per il momento ben altro per la testa anche se prego continuamente, per la mia malattia, non so che dire queste parole mi lasciano umiliata Grazia
 
 
soleincielo83
soleincielo83 il 07/10/13 alle 23:27 via WEB
cara Marziabel, mi dispiace veamente per la tua malattia,ultimamente anch'io ho dovuto fare delle lotte tremende per accettarla, ma invocando Dio ho trovato la forza, Mi dispiace molto di essere stata fraintesa non da te, ma è un dovere del Cristiano valutare tutto cio che ci viene proposto per la salvezza nostra e degli altri, e non mi stancherò mai di urlare che sono tempi in cui la fede sarà sottoposta a dura prova.Quando tornerò troverò ancora la fede su questa terra? Ti auguro con tutto il cuore una pronta guarigione, soleincielo
 
discepola2007
discepola2007 il 05/10/13 alle 16:06 via WEB
E questo sarebbe tutto il tuo grande dolore,sorella? Buon per te! Ce ne sono di molto peggiori,credi,se appena ti guardassi intorno invece di concentrare le tue forze a "spettegolare" sui fatti del Papa che,oltre tutto....diciamolo,non è neanche "educato" oltre che "blasfemo"! Se volevi un consiglio...il mio è di non inviare mai questo scritto al Papa che solo Dio sa quanti problemi ha "veramente" senza dover sopportare anche i tuoi isterismi. E poi ti dici tanto religiosa? Allora rispetta,taci e ringrazia Chi ci ha mandato questo angelo buono! Anche tu mi hai dato dolore,ma tanto..eppure....ti perdono! discepola
 
anna1564
anna1564 il 06/10/13 alle 23:34 via WEB
NON SPETTA' A NOI PICCOLI GIUDICARE ,DIO E' GIUDICE ,DIO GIUDICA ,DIO MISERICORDIA, DIO AMORE , SARA' LUI L'ARTEFICE E SOLO DIO PUO' DECIDERE PER TUTTI NOI UOMINI PICCOLI. NOI DOBBIAMO SOLO UBBIDIRE QUELLO CHE DIO CI HA INSEGNATO CON LA SUA PAROLA ,IL S. PADRE E' SOLO UN UOMO COME NOI HA SOLO IN PIU' UN MANDATO. ELETTO DA UOMINI E INVIATO A NOI PER MEZZO DELLO SPIRITO SANTO, MA E UOMO COME NOI ,MANGIA ,DORME, FAI I SUOI BISOGNI COME NOI PICCOLI,NON E' DIO BISOGNA RISPETTARLO PER IL MANDATO CHE VIVE E NULLA PIU' .LA VERA PAROLA E NELLA BIBBIA E BISOGNA VIVERE CON UNA SOLA PAROLA .LEGGENDOLA NELLA BIBBIA AMANDO IL PAPA E LA CHIESA MA CAPENDO CHE IL PAPA E' UN UOMO COME NOI E COME NOI PUO' SBAGLIARE MA NON VA CRITICATO PERCHE' E' QUI ' IN VESTE DI GESU' E SOLO DIO PUO' GIUDICARLO E CORREGGERLO NOI PICCOLI DOBBIAMO SOLO PRESEGUIRE CON LA VERA PAROLA QUELLA CHE DIO CI INSEGNA PER MEZZO DELLA BIBBIA GRAZIE ANNA
 
 
soleincielo83
soleincielo83 il 13/10/13 alle 00:36 via WEB
quello che mi addolora è il silenzioso giudizio di non validità nei confronti degli altri papi, per non parlare di papa Giovanni Paolo 2°si critica la curia completata da lui e lo si fa poi Santo. La ricostruzione della chiesa non doveva permettere a qualsiasi consacrato l'omissione di alcuni paramenti sacri come ha fatto Bergoglio. qui t'invio una documentazione,ti preciso che non chiamo Bergoglio papa perché lui si ritiene solo vescovo di Roma. Il vero Francesco: ricchezza liturgica e somma riverenza 11 Ottobre 2013 Proponiamo questa lettura tratta dall’ottima rivista mensile Presenza divina (che ringraziamo), che spiega soavemente come la ricchezza del culto cattolico, dei suoi paramenti come della sua liturgia (antica), siano un tesoro prezioso che veicola ben più alti doni spirituali, utili alla battaglia terrena in vista del premio finale. . Ogni volta che un Sacerdote si appressa all’altare per celebrare la Santa Messa, egli fa discendere Gesù dal Cielo, Lo tiene tra le sue mani, Lo immola sull’altare divenuto un vero monte Calvario. «L’umanità trepidi», esclama ancora San Francesco dinanzi a tanto mistero, la celebrazione richiede che «i calici, i corporali, gli ornamenti dell’al¬tare e tutto ciò che riguarda il Sacrifìcio divino devono essere prezio¬si» (F.F. 241).. Così la tonsura clericale a modo di corona sul capo indica che il Sacerdote è segnato con un sacerdozio regale; scoprire il capo dai ca¬pelli sta a significare la chiarezza della contemplazione e la purezza delle intenzioni, nonché la necessità di svuotare se stesso da ogni at¬taccamento mondano, simboleggiato appunto dalla privazione dei ca¬pelli, considerati un ornamento superfluo del corpo. Mentre poi indossa i paramenti sacri, il sacerdote per ognuno di essi deve recitare una preghiera che sta a sottolineare il particolare significato di ogni elemento di questo abbigliamento. Sulle spalle pone l’amitto che è un pezzo di tela di forma rettangolare con una piccola croce ricamata nel centro e con due nastri ai due angoli superiori che servono come legac¬ci da incrociare sul petto e fissare intorno alla vita. Nell’amitto è signi¬ficata la fortezza della pazienza, che rende capace di abbracciare la propria croce alla sequela di Gesù. Il sacerdote prima bacia la croce, poi pone l’amitto sulle spalle facendolo passare un attimo sul capo e pronuncia queste parole: «Ponete sul mio capo, o Signore, l’elmo del¬la salute, affinché io respinga gli assalti del demonio». Sopra l’amitto indossa il camice o alba, che è una lunga veste di tela bianca che copre tutta la persona. Essa rappresenta il compimento delle opere buone e, per la sua bianchezza, sta a significare che le ope¬re devono essere sincere e pure per la santa e retta intenzione e per la perfezione della carità. Mentre indossa il camice, il Sacerdote così pre¬ga: «Rendetemi candido, o Signore, e purificate il mio cuore, affinché io, fatto candido nel Sangue di Gesù, possa godere dei gaudi eterni». Il cingolo è un cordone con due fiocchi alle estremità Mentre il Sacerdote met¬te il cingolo dice: «Cingetemi, o Signore, col cingolo della purezza e spegnete in me la fiamma del vizio, affinché in me sia la virtù della continenza e della castità». Tutti i paramenti sacri, inoltre, rimandano simbolicamente anche agli oggetti della passione di Gesù e ricordano al sacerdote che, nell’appressarsi all’altare, egli si sta appressando alla croce di Cristo af¬finché, a Lui conformato, sia insieme il Sacerdote che offre il Sacrifi¬cio e l’Ostia offerta. Così l’amitto rappresenta il velo con il quale i soldati coprirono gli occhi di Gesù mentre gli domandavano: «Indovina chi ti ha percos¬so?» (Le 22,64); l’alba raffigura la veste che gli fece indossare Erode per scherno (Le 23,11); il cingolo, il manipolo e la stola adombrano rispettivamente i legacci con i quali fu legato Gesù alla colonna e quando fu catturato nell’orto; la pianeta simboleggia la veste rossa che gli fe¬cero indossare i soldati per schernirLo quale re (Me 15,19); il calice rappresenta il sepolcro nel quale Gesù Cristo fu posto; la patena che si pone sul calice significa il coperchio del sepolcro; il corporale, la pic¬cola tovaglia inamidata che si estende nel mezzo dell’altare, rimanda al sudario nel quale fu avvolto il corpo di Gesù. per conseguire quei frutti divini di grazie che il Signore nella Santa cele¬brazione ci ha riservato, facendoci gustare fin d’ora la gioia che piena¬mente otterremo nella vita eterna. «Ognuno dunque esamini prima se stesso, e così mangi di quel pane e beva del calice; perché chi mangia e beve indegnamente, senza discernere il Corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna» (I Cor 11,28-29). Fonte > Presenza divina (rivista mensile) Mica possiamo interpretare San Francesco scollegato dal contesto odierno, San Francesco va analizzato e compreso secondo la corretta interpretazione dello stesso a partire dal dogma pastorale del Vaticano II ... e soprattutto alla luce del magistero……..
 
discepola2007
discepola2007 il 07/10/13 alle 01:10 via WEB
Non mi piace il tuo commento,Anna del cuore mio! Non fai che ripetere che il Papa è un uomo come noi! Perché conosci molti Papi,tu? Ma su............... E' un uomo con un mandato......e hai detto niente! Anna! Tesoro! Svegliati! E' IL PAPA! Ti abbraccio come sempre,ma pensaci! pat
 
leo_sisa
leo_sisa il 07/10/13 alle 22:19 via WEB
Io credo che l'umiltà sia poco vissuta da molti cristiani e non vivendola più si scambia per voglia di apparire, come si sente con molta insistenza in questa lettera contro il modo di fare del Papa!!! Preghiamo piuttosto lo Spirito Santo perché la Chiesa tutta agisca in sintonia con la Volontà del Padre e lasciamo stare le critiche che servono solo a dividere e amareggiare gli animi!!! Il Signore ci dice: "perché siano una sola cosa, come noi" (Gv 17,11)
 
leo_sisa
leo_sisa il 07/10/13 alle 22:53 via WEB
L’umiltà è la forza del Vangelo «Oggi, qui in Vaticano, comincia la riunione con i cardinali consultori che stanno già concelebrando nella messa: chiediamo al Signore che il nostro lavoro di oggi ci faccia tutti più umili, più miti, più pazienti, più fiduciosi di Dio. Perché così la Chiesa possa dare una bella testimonianza alla gente. E vedendo il popolo di Dio, vedendo la Chiesa, sentano la voglia di venire con noi». Sono le parole di Papa Francesco, a conclusione dell’omelia della messa celebrata con i componenti del Consiglio di cardinali martedì mattina, 1° ottobre, nella cappella di Santa Marta. E nel giorno della festa di santa Teresa di Gesù Bambino, patrona delle missioni, il Papa ne ha ricordato la testimonianza di fede e di umiltà. Papa Francesco ha iniziato l’omelia commentando il passo evangelico di Luca (9, 51-56): «Gesù — ha detto — rimprovera questi due apostoli», Giacomo e Giovanni, perché «volevano che scendesse il fuoco dal cielo sopra quelli che non avevano voluto riceverlo» in un villaggio di samaritani. E «forse nella sua immaginazione c’era l’archetipo del fuoco che è sceso su Sodoma e Gomorra e ha distrutto tutto». I due apostoli, ha spiegato il Pontefice, «sentivano che chiudere la porta a Gesù era una grande offesa: queste persone dovevano essere punite». Ma «il Signore si voltò e li rimproverò: questo non è il nostro spirito». Infatti, ha aggiunto Papa Francesco, «il Signore va sempre avanti, ci fa conoscere come è la strada del cristiano. Non è, in questo caso, una strada di vendetta. Lo Spirito cristiano è un’altra cosa, dice il Signore. È lo spirito che lui ci farà vedere nel momento più forte della sua vita, nella passione: spirito di umiltà, spirito di mitezza». «E oggi, nella ricorrenza di santa Teresa di Gesù Bambino — ha affermato il vescovo di Roma — ci farà bene pensare a questo spirito di umiltà, di tenerezza, di bontà. Questo spirito mite proprio del Signore che vuole da tutti noi. Dov’è la forza che ci porta a questo spirito? Proprio nell’amore, nella carità, nella consapevolezza che noi siamo nelle mani del Padre. Come leggevamo all’inizio della messa: il Signore ci porta, ci porta su, ci fa andare avanti, è con noi, ci guida». Il libro del Deuteronomio, ha proseguito il Pontefice, «dice che Dio ci guida come un padre guida il suo bambino: con tenerezza. Quando si sente questo, non viene la voglia di far scendere un fuoco dal cielo. No, non viene. Viene l’altro spirito»: lo spirito «di quella carità che tutto soffre, tutto perdona, che non si vanta, che è umile, che non cerca se stessa». Papa Francesco ha riproposto a questo punto la forza e l’attualità della figura di santa Teresa di Gesù Bambino: «La Chiesa saggia ha fatto questa santa — umile, piccola, fiduciosa di Dio, mite — patrona delle missioni. Non si capisce questo. La forza del Vangelo è proprio lì, perché il Vangelo arriva proprio al punto più alto nell’umiliazione di Gesù. Umiltà che diviene umiliazione. E la forza del Vangelo è proprio nell’umiltà. Umiltà del bambino che si lascia guidare dall’amore e dalla tenerezza del Padre». Il Pontefice è quindi tornato alla prima lettura della celebrazione, tratta dal libro di Zaccaria (8, 20-23). «In quei giorni, dieci uomini di tutte le lingue delle nazioni afferreranno un Giudeo per il lembo del mantello e gli diranno: “Vogliamo venire con voi perché abbiamo udito che Dio è con voi”». E ha così proseguito: «La Chiesa, ci diceva Benedetto XVI, cresce per attrazione, per testimonianza. E quando la gente, i popoli vedono questa testimonianza di umiltà, di mitezza, di mansuetudine, sentono il bisogno» di cui parla «il profeta Zaccaria: “Vogliamo venire con voi!”. La gente sente quel bisogno davanti alla testimonianza della carità. È questa carità pubblica senza prepotenza, non sufficiente, umile, che adora e serve. È semplice la carità: adorare Dio e servire gli altri. Questa testimonianza fa crescere la Chiesa». Proprio per questo, ha concluso Papa Francesco, santa Teresa di Gesù Bambino «tanto umile, ma tanto fiduciosa in Dio, è stata nominata patrona delle missioni, perché il suo esempio fa che la gente dica: vogliamo venire con voi».
 
angelinabrignone
angelinabrignone il 10/10/13 alle 23:25 via WEB
Ho letto la lettera al Papa ma con profondo dolore non per quello che lui ha fatto o detto ma per chi si permettere di mettere in evidenza simili atti mettendo in mostra solo le cose negative e non quelle positive. Questo Papa ha toccato e conquistato migliaia di cuori con la sua semplicità e umiltà (vera o falsa che sia) e nessuno di noi (a maggior ragione tra quelli che si definiscono cattolici) può discriminare la chiesa e il Papa, Cristo sulla terra, facendo allontanare ancor di più chi è tenuto da un sottilissimo filo di fede. Il Papa è nostro fratello, e penso che nessuno qui andrebbe a pubblicare tutto ciò che combina un nostro fratello reale. Normalmente diamo una coperta e lo copriamo.... è così che si dimostra l'amore cristiano e non con i pettegolezzi e le accuse vere o false che siano.... scusate ma io difendo la chiesa e seguo sempre ciò che mi dice il Papa perchè è attraverso lui che si manifesta e parla Gesù...
 
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emilia maria il 15/09/14 alle 17:18 via WEB
Gesù insegna che dai frutti si conosce l'albero ma, come possiamo capire se ifrutti sono buoni o non buoni? Se facciamo discernimento confrontando ogni cosa con la sacra scrittura e il maggistero della chiesa possiamo distinguere i frutti e a volte l'apparenza inganna esempio: durante il triduo Pasquale il suo posto doveva essere nella Basilica di S.Pietro in quanto la Pasqua è la festa più importante dell'anno liturgico e quindi nel carcere poteva andare un'altra volta ,la lavanda dei piede va fatta agli apostoliil giovedì santo è il giorno che va ricordata l'stituzione dell'Eucaresti c'è il mandato FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME è il memoriale della Pasqua. Dobbiamo tenere presente quando una donna gli lavò i piedi con le lacrime,li ascigò con i capelli e li ha prfumato il capo cosa diise giuda? riflettiamo maestro, si può vendere e il ricavato darlo ai poveri e Gesù rispose: i poveri li aveti sempre... nel caso di papa francesco Gesù direbbe: i carcerati li avete sempre.Se tutti i cardinali , vescovi e sacerdoti avessero preso esempio da papa francesco avrebbero festeggiato l'istituzione dell'Eucarestia,la lavanda dei piedi agli apostoli? Sarebbe stato un vero triduo pasquale,il memoriale? questa è falsa umiltà perchè se fosse andato dai carcerati un giorno qualsiasi nessuno lo notava con questo gesto è stato notato da tutti e la folla lo osanna per quello che ha fatto e così non viene osannato Gesù ma papa Francesco.leggiamo l'Apocalisse 13 versetto 14 parla del seduttore.
 
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Se ti fermi a guardare IL FINITO, L’IMPERFETTO, SE TI FERMI A RACCOGLIERE IL DOLORE, SE TI FERMI A PARLARE CON IL DOLORE, ESSO APRIRA’ DAVANTI A TE SOLO UNO SPAZIO DOVE LE OMBRE SI MUOVONO e l’ombra rappresenta l’incognita;  ma se ti fermi a raccogliere il Mio pensiero, se ti fermi a parlare con l’amore che esso possiede, queste ombre si dileguano e sentirai il mio calore avvolgerti, accarezzare la tua anima.

 

Ecco, questo è l’uomo perfetto che IO desidero, l’uomo che innanzi tutto si è saputo vedere e riconoscere lontano da ME, ma che ha fatto di tutto, per accorciare le distanze, fino a sentire il calore del mio amore, invaderlo e accoglierlo. La vostra paura nasce dall’incertezza e l’incertezza porta l’uomo a condurre sentieri sbagliati: la paura si combatte con la fiducia e l’incertezza con la convinzione che IO posso essere quella mano che vi può condurre oltre il vostro buio, oltre ogni vostra fragilità.

 

“Nella preghiera del Padre Nostro si recita: non ci indurre in tentazione. Questa frase che Io ho inserito significa una cosa sola: non che DIO ci induca alla tentazione, ma ho voluto insegnare che vi deve essere un rapporto tra Padre e Figlio molto stretto, dove il figlio chiede al Padre di non lasciarlo solo nella prova, di non lasciarlo solo quando il male viene a tentarlo e vuole separare il suo cuore dal suo”

 

L’uomo cammina su sentieri tortuosi, ma non si accorge che il mio sguardo è sempre poggiato sul suo capo e che quando IO sembro lontano, in realtà, sono più vicino che mai.

 

Non dimenticare che il grano e gramigna crescono insieme, sotto lo stesso sole, sulla stessa terra, ma poi viene il tempo della separazione, affinché l’erba cattiva non soffochi l’erba buona, perché ricorda, che mai il tuo Dio abbandona l’uomo giusto, mai il tuo Dio può lasciare il suo uomo nella tempesta, ma la mia mano, per amore del giusto si alza e ordina ai venti di placarsi e al sole di tornare a risplendere.

 

 

“Guarire i cuori affrantisignifica: portare consolazione a tutti gli uomini, aiuto e lo spirito di verità affinché la loro fede e la loro fiducia in Dio cresca ed  si possa  istaurare il regno promesso da Dio per l’uomo.

 

 

Il giusto non è solo colui che compie la volontà del Padre,

 il giusto non è solo colui che opera per mezzo della fede,

 il giusto è colui che cammina ancora, dopo tanto tempo e tanta fatica,

 per amore, con coraggio e forza, perché questa forza non appartiene alle vostre membra,

ma mi viene data in conformità alla vostra volontà.

 

 

 

 

 

Vedete sulla terra possono nascere  bambini che hanno degli handicap,  e tutto ciò è fonte di dolore sia per chi è genitore e per lo stesso  bambino che vive quella vita molto diversa dagli altri,  ma pensate che  l’amore di DIO abbia voluto  che  la sua creatura  possa essere cosi diversa da tanti? Eppure esiste la diversità, esiste la sofferenza e  solo elevandovi dalla terra capirete che quelle creature  sono un dono di DIO, perché portano a chi le accoglie una grazia particolare e la vita su questa terra è solo un piccolo percorso, poi quando essi rientrano  nella dimensione  del cielo, essi   si ritrovano a  vivere ugualmente ad altri,  in una perfezione indicibile, e qui si capiscono le parole del CRISTO: BEATI I POVERI DI SPIRITO, perché sono proprio queste persone  che hanno sofferto che possono dare  una conoscenza in più alle tante anime che  sono qui e hanno avuto una vita  molto diversa.

 

 
 

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