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Il cervello impara

Post n°80 pubblicato il 14 Dicembre 2010 da BROWSERIK
 

breanIl cervello che impara: trovato un meccanismo chiave Dal punto di vista terapeutico, lo studio suggerisce che alcuni farmaci che agiscono su specifici recettori dell'acetilcolina possano essere di grande utilità nel trattamento dei disturbi cognitivi I processi neurali associati all'apprendimento sono abbastanza ben conosciuti; finora tuttavia non è stato chiarito per quale motivo avvengano solo durante certi stati mentali e non in altri. Ora i ricercatori dell'Università di Bristol, nel Regno Unito, sono riusciti a scoprire lo specifico neurotrasmettitore che ha l'effetto di aumentare l'apprendimento e la memoria. L'acetilcolina viene rilasciata nel cervello durante l'apprendimento ed è cruciale per l'acquisizione di nuovi ricordi. Il suo ruolo consiste nel promuovere l'attività dei recettori NMDA, proteine che controllano l'intensità delle connessioni tra i neuroni. Attualmente, l'unico trattamento efficace per i sintomi di deficit cognitivo osservato in patologie quali l'Alzheimer è l'uso di farmaci che aumentano il rilascio dell'acetilcolina, migliorando con ciò le capacità del soggetto. In questo nuovo studio, pubblicato sulla rivista Neuron, i ricercatori della Bristol's School of Physiology and Pharmacology hanno mostrato come l'acetilcolina contribuisca alla funzionalità dei recettori NMDA inibendo l'attività di altre proteine chiamate canali SK che normalmente riducono l'attività degli stessi recettori. La scoperta del coinvolgimento dei canali SK fornisce nuove informazioni sui meccanismi che sovrintendono alle capacità cognitive e apre la strada a trattamenti farmacologici in grado di bloccarne l'attività. “Da un punto di vista terapeutico questo studio suggerisce che alcuni farmaci che agiscono su specifici recettori dell'acetilcolina possano essere di grande utilità nel trattamento dei disturbi cognitivi”, ha spiegato Jack Mellor, che ha guidato la ricerca. “Abbiamo dimostrato come imitando l'effetto dell'acetilcolina su specifici recettori sia possibile rendere più efficaci le connessioni tra neuroni: ciò potrebbe essere di grande beneficio per i pazienti che soffrono della malattia di Alzheimer o di schizofrenia. (fc) *

 
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