Maestra Mecala

tra clown, educazione e sogni da praticare

 

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LETTERA AD UNA BAMBINA. (CREPET)

Vorrei che i tuoi Natali non fossero colmi di doni-segnali a volte sfacciati delle nostre assenze ma di attenzione. Vorrei che gli adulti che incontrerai fossero capaci di autorevolezza, fermi e coerenti: qualità dei più saggi. La coerenza, mi piacerebbe per te. E la consapevolezza che nel mondo in cui verrai esistono oltre alle regole le relazioni e che le une non sono meno necessarie delle altre, ma facce di una stessa luna presente. Mi piacerebbe che qualcuno ti insegnasse a inseguire le emozioni come gli aquiloni fanno con le brezze più impreviste e spudorate; tutte, anche quelle che sanno di dolore. Mi piacerebbe che ti dicessero che la vita comprende la morte. Perché il dolore non è solo vuota perdita ma affettività, acquisizione oltre che sottrazione. La morte è un testimone che i migliori di noi lasciano ad altri nella convinzione che se ne possano giovare: così nasce il ricordo, la memoria più bella che è storia della nostra stessa identità. Mi piacerebbe che qualcuno ti insegnasse a stare da sola, ti salverebbe la vita. Non dovrai rincorrere la mediocrità per riempire i vuoti, né pietire uno sguardo o un'ora d'amore. Impara a creare la vita dentro la tua vita e a riempirla di fantasia. Adora la tua inquietudine finché avrai forza e sorrisi, cerca di usarla per contaminare gli altri, sopratutto i più pavidi e vulnerabili. Dona loro il tuo vento intrepido, ascolta il loro silenzio per curiosità, rispetta anche la loro paura eccessiva. Mi piacerebbe che la persona che più ti amerà possa amare il tuo congedo come un marinaio che vede la sua vecchia barca allontanarsi e galleggiare sapiente lungo la linea dell'orizzonte. E tu allora porterai quell'amore sempre con te, nascosto nella tua tasca più intima. Paolo Crepet

 

 

La sobrietà: uno stile di vita che pratica la pace

Post n°13 pubblicato il 18 Aprile 2015 da charmelina78

 Ieri sera sono stata ad una messa, la messa Giò, che la Pastorale Giovanile di Benevento organizza ogni mese. Il prete, don Renato, ci ha regalato come simbolo un cappello da muratore, di quelli fatti con la carta di giornale, poiché il messaggio della funzione era quello di diventare costruttori, di non essere cristiani immobili che si fanno scudo delle mura della chiesa, ma di essere attivi nel praticare sentieri di pace, di muoversi e costruire.  Tante sono state le finestre che mi si sono aperte nella mente e soprattutto i miei pensieri tornavano ad un incontro casuale fatto con don Ciotti, il prete di Libera mentre parlava di lotta, di giustizia, di vita sociale e di cristianità.   Un cristiano credibile, disse in quell’occasione,  e' necessariamente sovversivo rispetto alla cultura dominante, non mercifica, non si rassegna, non tace difronte alla ingiustizie ma nella concretezza dei suoi piccoli gesti sovverte i sistemi che non metto al primo posto la dignità dell'uomo.  Diverse pensieri hanno accompagnato la mia serata e da questi ne ho dedotto che, soprattutto in questo periodo storico,  come cristiani non è possibile rinunciare al fondamento etico dell’agire economico.  Ciò vale sia sul piano teorico che su quello concreto e deve ripercuotersi nella vita personale, nelle scelte e nei comportamenti, cioè appunto negli stili di vita che non sono l’improvvisazione di un momento ma una prassi quotidiana.  La nostra è una società ebbra di consumi, di piaceri, di cose materiali, è una società dell'abbondanza, dell’apparenza, del narcisismo, che ha dimenticato l’uomo sostituendolo con un bamboccio consumatore, ne ha annichilito la dignità mostrandolo come un alieno a se stesso che esiste solo se mostra e pertanto diventa schiavo del tempo e del denaro.  Tutto ciò, inutile sottolinearlo,  che ci allontana pienamente da quella semplicità, essenzialità, leggerezza che quel rompiscatole di Cristo tanto praticava.  Oggi chiamerei sobrio lo stile che aveva Gesù, che non ha nulla a che fare con “l’austerità”  e con il sacrificio, termini super prostituiti in questo periodo.  La sobrietà è uno stile di vita libero dai condizionamenti indotti dal consumismo, personale e collettivo, più parsimonioso, più pulito, più lento, più inserito nei cicli naturali… più in modo di essere che di avere, che sa distinguere tra i bisogni reali e quelli imposti”. È uno stile  attento e meno ingordo, che mette l’essere umano al centro, la sua felicità, il benessere naturale e gratuito che nasce dalle relazioni, dal prendersi cura e dall’avere a cuore, dal sentirsi attivi e protagonisti della vita e del cambiamento. Gesti semplici e concreti che portano come risultato la costruzione di un mondo più equo e più giusto. Beati i costruttori di pace, dice il Vangelo, ed io, parafrasando don Tonino Bello, e don Renato, aggiungerei, "in piedi i costruttori di Pace” è tempo di operare! poichè prima di essere credenti cerchiamo di essere credibili.   Don Ciotti mi stupì dicendo: La spina dorsale della democrazia è proprio la responsabilità. Vivere per la pace non significa vivere in pace. Che nessuno svuoti il vero significato, il vero valore della responsabilità.

 
 
 

considero valore #iostoconerri

Post n°12 pubblicato il 01 Giugno 2014 da charmelina78
Foto di charmelina78

Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.

Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle.

Considero valore il vino finché dura il pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano.

Considero valore quello che domani non varrà più niente e quello che oggi vale ancora poco.  Considero valore tutte le ferite.

Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi, provare gratitudine senza ricordare di che.

 Considero valore sapere in una stanza dov’è il nord, qual è il nome del vento che sta asciugando il bucato.

Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca, la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.  

Considero valore l’uso del verbo amare e l’ipotesi che esista un creatore.Molti di questi valori non ho conosciuto.

 Erri De Luca, da “Opera sull’acqua e altre poesie

 
 
 

cum manus tra relazione, alterità e dono

Post n°11 pubblicato il 30 Aprile 2014 da charmelina78
Foto di charmelina78

 

un viaggio tra la relazione ( umana e professionale), l'alterità e il dono.. un viaggio scritto ma che continua e si evolve nelle esperienze quotidiane di nove donne che provano a cambiare i contesti in cui risiedono…

Autori: Cervelli in onda.  

Presenta Tullia Bartolini.

Argomenti del libro: Il viaggio della vita: la comunicazione e le sue tecniche di Luisa Palumbo

Cambiare in verde di Gianna Volpe

La clown terapia: una rivoluzione di universi possibili di Carmela D’antonio

Teaching in progress Non solo leggere, scrivere e far di conto di Nella Napolitano

Dalla parte degli anziani di Raffaela Letizia

L’ approccio corporeo di Gaetana Iannelli

Illusioni… d’amore: il lavoro con le donne vittime di violenza di genere” di Concetta Gallo

Né alcol né droghe: una storia d’altri incontri possibili di Carmela Longo

Abitare il cambiamento: del gioco d’azzardo... di tutto un po’ di Elisa Liberti

Le tecniche del counseling integrato nella professione educativa: una sperimentazione nell’istituto penale minorile di Airola di Rosa Vieni  

Chi sono i “Cervelli in onda” Cervelli in onda è il nome, volutamente fantasioso, di un movimento di persone che intendono mettersi in rete per progettare percorsi di collaborazione e integrazione tra più professionalità e competenze, oltre che tra singoli e tra associazioni, sorto dal desiderio di trovare modi per stanare il diffuso disagio individuale e sociale sommerso. Tale gruppo è rigorosamente apartitico ed è nato nella Valle Telesina nell’ambito del volontariato e dell’impegno civico, frutto dell’esigenza di conoscersi, riconoscersi e creare rete, per fare proposte fattive sul territorio, senza dunque delegare tutto il lavoro sociale ai professionisti del settore. Ogni persona anche nel proprio piccolo fa volontariato ogni qual volta dà parte di sé (del proprio tempo, delle proprie risorse e capacità) in maniera spontanea e gratuita, secondo un orientamento solidaristico e volto alla tutela del bene comune. In questa logica tutti i cittadini costituiscono una risorsa unica e irripetibile del nostro territorio: vogliamo mettere in rete queste risorse, in una sorta di laboratorio permanente, in cui alla base ci siano princìpi quali l’accoglienza di ogni persona e/o associazione, la gratuità, il confronto e il dialogo basato sulla non violenza, l’umiltà di riconoscersi “parte di un tutto”, senza protagonismi, l’impegno costante per la tutela dell’ambiente, fisico e sociale in cui viviamo.(...)

 
 
 

Io sono le parole che mi dico

Post n°10 pubblicato il 22 Aprile 2014 da charmelina78
Foto di charmelina78

Molti studi della moderna psicologia soprattutto in ambito della PNL( Programmazione Neuro Linguista) ormai trattano sempre di più lo stretto nesso che lega PAROLE ( frasi, verbi, modi di dire, narrare, modi di raccontarsi le cose che filtriamo dal mondo) COSTRUTTI COGNITIVI ( pensieri, idee, rappresentazioni mentali) costrutti NEURONALI (sinapsi, scariche chimiche e attività biologica del nostro corpo e soprattutto del sistema endocrino, ossia ormoni che  mediano le emozioni) ESPERIENZA di vita.

Detta in parole più semplici c'è un diretto legame tra le parole che abitualmente usiamo, le esperienze che scegliamo di fare, le cose che ci capitano nella vita, le delusioni ed i successi. 

Detta così potrebbe sembrare fantascienza! verrebbe da essere increduli e chiedersi:" possibile mai che delle semplici parole possono cambiare il modo di agire nel mondo? e il mio stesso approccio alla vita?" Ebbene si! addirittura le parole che si trasfomano in pensieri che a lungo andare modificano anche le espressioni del viso, oltre a tutte le altre parti biologiche del nostro fisico.

Tutto questo è facilmente esperibile attraverso dei piccoli e semplici esercizi: Prova a metterti nei panni una persona molto critica e pessimista e poi descrivi un immagine con le parole che userebbe questi per almeno due minuti... fatto ciò  osserva il tuo stato d'animo, il tuo volto mentre vesti quelle espressioni, lo stato d'animo che resta dopo la descrizione.

Ora la stessa immagine prova a descriverla con lo stato d'animo di un sognatore, sempre per almeno due minuti e poi fermati ad ascoltare il tuo corpo, la pelle, le emozioni che ha provato, le rughe del volto...  

Trai ora le tue conclusioni.

Basta poco quindi per capire quanto possano incidere le parole reiterate continuamente, giorno per giorno, attimo per attimo. Così come calcificano le rughe sul volto allo stesso modo strutturano il modo di approcciarsi al mondo, la reazione alle esperienza, la scelta delle relazioni, lo sguardo con il quale si interpreta o si scelgono le cose da guardare nel mondo, le persone da frequentare, le cose da sperimentare.

Le parole con cui descriviamo il mondo addestrano i nostri occhi a selezionare cosa guardare, a selezionare solo quello che conferma le nostre idee, che conferma quello che la PNL chiama il nostro METAMODELLO, ossia la rappresentazione mentale attraverso cui interpretiamo, narriamo e sperimentiamo il mondo.

Come fare allora per avere uno sguardo più funzionale al benessere psicofisico? O meglio come educare i nostri discorsi, le nostre riflessioni, i nostri dialoghi interiori affinche possiamo abitare esperienze più nutrienti e meno tossiche? 

Basta semplicemente riaddestrare il nostro modo di parlare in modo da costruire il nostro agio e non reiterare il disagio.  basta davvero poco, in pratica:

  • Ricentrati nel mondo e diventa il protagonista delle tue esperienze: parla in prima persona e sostituisci le locuzioni linguistiche abitudinarie che per loro essere si presentano come deresponsabilizzanti e deleganti, quindi abolisci i tuoi "ci siamo" "abbiamo" "si dovrebbe" " si dice"  e preferisci "io voglio", "mi piacerebbe", "penso" "potrei",  "sento il bisogno"
  • Empowerizza le tue possibilità, abolisci dal tuo lessico i soliti : " non ci riesco", "non ce la faccio", "non sono capace" per dirti invece IO POSSO, "a modo mio, nelle mie capacità posso farlo".
  • Identifica in modo chiaro i tuoi bisogni, i tuoi desideri e descrivili per obiettivi semplici e raggiungibili.  
  • Evita di dirti continuamente le cose che non ti piacciono e che non vorresti ma focalizza le tue enerigie quindi i tuoi verbi e le tue azioni verso quello che vorresti davvero ottenere e dirigiti verso di essi. 
  • Sii gentile con te stesso e con le tue esperienze, quando ti critichi soffermati sui tuoi comportamenti invece che violentarti gratuitamente l'autostima con i classici: "sono un incapace", "non so fare nulla", "non valgo affatto".
  • Abolisci i castranti avverbi "mai"e  "sempre", e utilizza lo spazio creativo, rigenerante e responsabilizzante dei  "non mi va", "mi piacerebbe","nonostante", "oggi", "domani", "forse". 
  • Comincia ad abitare lo spazio emotivo delle e/e piuttosto che il limitante o/o
  • Fa che i tuoi errori diventino i tuoi  migliori maestri raccontando di loro non come dei fallimenti, bensì come delle possibili evoluzioni.
  • Ascoltati più che puoi e sii chiaro a te stesso.
  • Pratica bontà e accarezza i tuoi desideri con gentilezza.

 

 
 
 

il dilemma

Post n°9 pubblicato il 29 Marzo 2014 da charmelina78
Foto di charmelina78

 

"A ridere si rischia di apparire pazzi.  

A piangere si rischia di apparire sentimentali.

 A cercare gli altri si rischia di rimanere coinvolti.

 A esprimere i propri sentimenti si rischia di essere respinti.  

A esporre i propri sogni di fronte a tutti si rischia il ridicolo.  

A continuare, pur con pronostici sfavorevoli, si rischia la sconfitta.  

Ma bisogna saper correre dei rischi perchè  il rischio più grande nella vita è non rischiare mai nulla.  Quelli che non rischiano nulla non fanno nulla, non hanno nulla, non sono nulla.   E' possibile che evitino di soffrire ma non possono imparare, sentire, cambiare, crescere ed amare.  

Solo chi rischia è libero". 

 
 
 
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Un blog di: charmelina78
Data di creazione: 25/11/2013
 

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