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SULLA COMUNI/CAZIONE

Vittorio Del Piano 

In principio era…

il Verbo, dice la Sacra Scrittura. Non occorre aver visto “2001: Odissea nello spazio” per restare a pensare che forse in principio fu il “grrr-grrr-grrr”(grugnito) e che lintelligenza – quella umana – per arrivare ad un chiaro, efficiente articolatissimo scambio d’informazioni tra uomo e uomo ha dovuto impiegare migliaia e migliaia di anni (c’è chi insinua che non ci si è arrivati neppure adesso). Poi fu...(dopo la vista, l’olfatto, il gesto, il segno…), la parola, la “parola scrittura-pittura” nelle caverne, il disegnno-scrittura…e l’“immagine” dalla parete al supporto, dal supporto al foglio, l’ “immagine” e la “scrittura” insieme, la pittura, e la miniatura, la poesia, il libro, il giornale, la comunicazione.

 La comunicazione, è via estetica, è via linguistica, è via poetica.

 (continua)

No si può "fare una" conferenza per 100  giorni"...Come non si può "fare" un teschio tempestato di diamanti, per comunicare o per fare arte...E' solo Kitsch.                                                                                                                                                               (VDP)

 
 

SULLA COMUNI/CAZIONE

Vittorio Del Piano 

In principio era…

il Verbo, dice la Sacra Scrittura. Non occorre aver visto “2001: Odissea nello spazio” per restare a pensare che forse in principio fu il “grrr-grrr-grrr”(grugnito) e che lintelligenza – quella umana – per arrivare ad un chiaro, efficiente articolatissimo scambio d’informazioni tra uomo e uomo ha dovuto impiegare migliaia e migliaia di anni (c’è chi insinua che non ci si è arrivati neppure adesso). Poi fu...(dopo la vista, l’olfatto, il gesto, il segno…), la parola, la “parola scrittura-pittura” nelle caverne, il disegnno-scrittura…e l’“immagine” dalla parete al supporto, dal supporto al foglio, l’ “immagine” e la “scrittura” insieme, la pittura, e la miniatura, la poesia, il libro, il giornale, la comunicazione.

 La comunicazione, è via estetica, è via linguistica, è via poetica.

 (continua)

No si può "fare una" conferenza per 100  giorni"...Come non si può "fare" un teschio tempestato di diamanti, per comunicare o per fare arte...E' solo Kitsch.                                                                                                                                                               (VDP)

 

MEDITERRANEA” ( La Città ) DELL' ARTE-PURA

dove la vita è “concetto-estetico Puro

da questo luogo puoi raggiungere la Città-Altra

e in questa vivono

gli “Artisti Spiriti Liberi” dell’arte

qui s’ideano pure “immagini a-decll age

  parole/versi ex-tra/immagini-pure” E-schegge di

V-e-r-s-i-immagini-a-l-f-a-b-e-t-o-Dell'Arte-Pura

di Poesia-ImmaGine...

...di Immagine-PoesiArt-pur...

DA

è  nel

BLeu DeL-mAre

                                                        (by/VDP)

 

MEDITERRANEA” ( La Città ) DELL' ARTE-PURA

dove la vita è “concetto-estetico Puro

da questo luogo puoi raggiungere la Città-Altra

e in questa vivono

gli “Artisti Spiriti Liberi” dell’arte

qui s’ideano pure “immagini a-decll age

  parole/versi ex-tra/immagini-pure” E-schegge di

V-e-r-s-i-immagini-a-l-f-a-b-e-t-o-Dell'Arte-Pura

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BLeu DeL-mAre

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CittàMuseo-MuseoCITTA'-MuseoPuroCittà

Vittorio Del Piano  (nella foto a destra), mentre introduce la presentazione della personale: "I protagonisti dell'avanguardia"del "poeta-visivo" Eugenio Miccini e del  ciclo di mostre per l'inaugurazione della prima " stagione" del suo "Centro d'Arte  Sperimentale d'Avanguardia .0 " - ideato/fondato, realizzato (1971/'73) - e diretto, per oltre un decennio. Con i cui lavori (pubblicazioni, studi, opere d’arte d’avanguardia, serigrafia), ha partecipato e contribuito alla trasformazione della fruizione   pura dell'arte. Con originale impegno d’artista e di docente nella AA.BB.AA. per lo studio delle immagini dei mass-media, come della critica d'arte e della comunicazione con l’arte. Suo è il “Manifesto” dell’Arte-Pura (1), e per una più attuale visione della purezza delle arti (della "CittàMuseo MuseoCITTA'Museo Puro") nel "caos"  artistico, della "natura urbana" della "città" del mondo contemporaneo.

(1)-Vittorio Del Piano, "Manifesto dell'Arte-Pura e Programma Progetto di Mediterranea", copyright  1986 - by videoartesperimentale  -Taranto/Nizza.

 

SULLA COMUNI/CAZIONE

Vittorio Del Piano 

In principio era…

il Verbo, dice la Sacra Scrittura. Non occorre aver visto “2001: Odissea nello spazio” per restare a pensare che forse in principio fu il “grrr-grrr-grrr”(grugnito) e che lintelligenza – quella umana – per arrivare ad un chiaro, efficiente articolatissimo scambio d’informazioni tra uomo e uomo ha dovuto impiegare migliaia e migliaia di anni (c’è chi insinua che non ci si è arrivati neppure adesso). Poi fu...(dopo la vista, l’olfatto, il gesto, il segno…), la parola, la “parola scrittura-pittura” nelle caverne, il disegnno-scrittura…e l’“immagine” dalla parete al supporto, dal supporto al foglio, l’ “immagine” e la “scrittura” insieme, la pittura, e la miniatura, la poesia, il libro, il giornale, la comunicazione.

 La comunicazione, è via estetica, è via linguistica, è via poetica.

 (continua)

No si può "fare una" conferenza per 100  giorni"...Come non si può "fare" un teschio tempestato di diamanti, per comunicare o per fare arte...E' solo Kitsch.                                                                                                                                                               (VDP)

 

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Vittorio Del Piano  (nella foto a destra), mentre introduce la presentazione della personale: "I protagonisti dell'avanguardia"del "poeta-visivo" Eugenio Miccini e del  ciclo di mostre per l'inaugurazione della prima " stagione" del suo "Centro d'Arte  Sperimentale d'Avanguardia .0 " - ideato/fondato, realizzato (1971/'73) - e diretto, per oltre un decennio. Con i cui lavori (pubblicazioni, studi, opere d’arte d’avanguardia, serigrafia), ha partecipato e contribuito alla trasformazione della fruizione   pura dell'arte. Con originale impegno d’artista e di docente nella AA.BB.AA. per lo studio delle immagini dei mass-media, come della critica d'arte e della comunicazione con l’arte. Suo è il “Manifesto” dell’Arte-Pura (1), e per una più attuale visione della purezza delle arti (della "CittàMuseo MuseoCITTA'Museo Puro") nel "caos"  artistico, della "natura urbana" della "città" del mondo contemporaneo.

(1)-Vittorio Del Piano, "Manifesto dell'Arte-Pura e Programma Progetto di Mediterranea", copyright  1986 - by videoartesperimentale  -Taranto/Nizza.

 

CittàMuseo-MuseoCITTA'-MuseoPuroCittà

Vittorio Del Piano  (nella foto a destra), mentre introduce la presentazione della personale: "I protagonisti dell'avanguardia"del "poeta-visivo" Eugenio Miccini e del  ciclo di mostre per l'inaugurazione della prima " stagione" del suo "Centro d'Arte  Sperimentale d'Avanguardia .0 " - ideato/fondato, realizzato (1971/'73) - e diretto, per oltre un decennio. Con i cui lavori (pubblicazioni, studi, opere d’arte d’avanguardia, serigrafia), ha partecipato e contribuito alla trasformazione della fruizione   pura dell'arte. Con originale impegno d’artista e di docente nella AA.BB.AA. per lo studio delle immagini dei mass-media, come della critica d'arte e della comunicazione con l’arte. Suo è il “Manifesto” dell’Arte-Pura (1), e per una più attuale visione della purezza delle arti (della "CittàMuseo MuseoCITTA'Museo Puro") nel "caos"  artistico, della "natura urbana" della "città" del mondo contemporaneo.

(1)-Vittorio Del Piano, "Manifesto dell'Arte-Pura e Programma Progetto di Mediterranea", copyright  1986 - by videoartesperimentale  -Taranto/Nizza.

 

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DA

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BLeu DeL-mAre

                                                        (by/VDP)

 
Creato da: mediterranea.atelier il 02/06/2007
MEDITERRANEA” ( La Città ) DELL' ARTE-PURA dove la vita è “concetto-estetico” Purodove la vita è “concetto-estetico” Puro dove la vita è “concetto-estetico” Puro da questo luogo puoi raggiungere la “Città-Altra”e in questa vivono e in questa vivono gli “Artisti Spiriti Liberi” dell’artequi s’ideano pure “immagini e parole pure à-deccllage-autre” “parole/versi extra/immagini-pure Visioniche” E-schegge di V-e-r-s-i-/-i m m a g i n i-/-a-l-f-a-b-e-t-o-Dell'Arte-Pura di “Poesia-Immagine...di Immagine-PoesiArt-pur...nel Blu del Mare dovè alla fonda nella BAIA DEL MARONERO la barca alla fonda peonta a salpare non appena Zefiro è propizio a gonfiar le vele e il Marinaio è pronto a sciogliere le gomene per navigare oltre ogni linite dei limiti assloluti - dall'<<ASILO-ESILIO >> di MediteraneArtePura/Atelier di VITTORIO DEL PIANO ( PIERRE RESTANY - è nell'immagine in alto a sinistra )

 

 

Restituzione e ritorno a Taranto della “Persefone Gaia” conosciuta anche come la “Dea in trono”, attualmente a Berlino.

Post n°57 pubblicato il 25 Novembre 2014 da mediterranea.atelier
 
Foto di mediterranea.atelier

 

Egr. Ministro Dario Franceschini,

in visita a Taranto, al Museo archeologico MAR.TA. e al Centro Storico della Città Lei ha affermato: «Taranto … grande sfida del Paese…… l’unica città spartana del mondo. Sparta è un brand che ha un successo incredibile nel mondo dello sport e in tanti settori…., investire su questo deposito di memoria è anche una grande carta nella competitività del turismo mondiale…..la storia, l’archeologia, la principale carta che ha il Mezzogiorno nel mondo, e bisogna fare un grande investimento come sistema Paese»

 

Come cittadini di Taranto e della Provincia, consapevoli dei contenuti delle Sue affermazioni, siamo pronti a spenderci oggi, come lo siamo stati più volte in passato, per il bene della Città e del Paese, anche se talora inascoltati.

Riteniamo, tuttavia, che il grande investimento da Lei sollecitato, non possa essere solo motu proprio ma concorso di tutta la Nazione perché effettivamente investire su questo deposito di memoria- come lei ha giustamente detto- è una grande carta nella competitività del turismo mondiale e nell’impegno comune Le chiediamo di volersi spendere con noi in un’azione politica piuttosto che finanziaria: la restituzione a Taranto della “Persefone Gaia”  come taluni vogliono ovvero la “Dea in trono”, che oggi si trova a Berlino.

Quella statua monolitica fu rubata e trafugata e laddove si trova, fuori dal suo naturale contesto storico-culturale  e paesaggistico,  ha solo il senso di un pezzo d’Antiquaria.

Negli ultimi tempi è circolata notizia che, per tacitare le pressanti richieste di restituzione, si voglia riprodurre la statua e consegnarne a Taranto la copia, fatta probabilmente di materiale sintetico… quindi un falso, una merce taroccata che, giustamente, ha disgustato e non poco la pubblica opinione, la sensibilità dei più e, uno tra i tanti, lo stesso Prof. Luciano Canfora, storico, filologo che il Mondo c’invidia.

La statua è simbolo indiscusso di Taranto e di Magna Grecia (e non già di brume teutoniche, che a simboleggiarle sono già sufficienti le Valchirie…) e noi ne abbiamo ripetutamente richiesto la restituzione sin dal 1995 sicché è tempo che, forte della nostra richiesta, Lei si faccia alfiere e promotore del rientro dell’originale della Dea in Patria.

La stessa Dea oggi Le direbbe:

ὦ  ὑπουργἐ, ὄς  τὸν καλὸν Τάραντα ἐμοῦ  ἐπέσκεψαι,

ἐμὲ  ὠϕέλει  ὡς  πρὸς  τὴν ϕίλην  πατρίδα ἐγὼ  ᾔλθω

(Ministro hai visto la mia bella Taranto/ aiutami a tornare nella Patria eletta)

In attesa di un Suo riscontro a breve ed augurandole un sempre più proficuo lavoro, gradisca i sensi della nostra stima.

 

PER FIRMARE QUESTA PEZIONE SEGUIRE QUESTO LINK: 

https://www.change.org/p/all-on-dario-franceschini-ministro-dei-beni-e-delle-attivit%C3%A0-culturali-e-del-turismo-restituzione-e-ritorno-a-taranto-della-persefone-gaia-conosciuta-anche-come-la-dea-in-trono-attualmente-a-berlino?just_created=true

 

 
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NOTA BIOBIBLIOGRAFICA

Post n°56 pubblicato il 05 Novembre 2010 da mediterranea.atelier
Foto di mediterranea.atelier


Fondatore del movimento del ''[[Nouveau Réalisme]]''  all’inizio degli [[Anni 1960|anni sessanta]], è stato presente con numerosi interventi, saggi, mostre e provocazioni intellettuali nel dibattito culturale e artistico della seconda metà del secolo.

Nato nel 1930 ad Amélie-les-Bains nella regione francese dei Pirenei Orientali, dopo aver frequentato le scuole superiori in [[Marocco]] e conseguito la laurea in Lettere, Pierre Restany prosegue gli studi di [[estetica]] e di [[storia dell'arte]] in [[Italia]] ed in [[Irlanda]].

Stabilitosi a [[Parigi]] nel [[1948]], comincia a scrivere novelle e saggi letterari in collaborazione con le riviste ''Libres Propos'' di Parigi e ''Symphonie'' di [[Algeri]]. In questo periodo inizia la sua carriera di [[critico d'arte]]. È legato da profonda amicizia con il pittore [[Jean Fautrier]], che considera il maestro dell’[[informale]]; a lui dedica numerosi articoli ed interviste.

Negli [[Anni 1950|anni cinquanta]], Restany prende parti al dibattito francese sulla [[pittura]], che oppone [[astrazione lirica]] e astrazione geometrica. Si interessa alla gestualità pittorica presente nelle opere di [[Camille Bryen]] e [[Georges Mathieu]] e stringe amicizia con gli artisti [[René Laubies]] e [[Claude Bellegarde]]. Nel [[1955]] e nei due anni successivi presenta le realizzazioni di quest’ultimo alla galleria milanese Apollinaire, diretta da [[Guido Le Noci]]. Difende il lavoro di questi artisti sulle riviste ''14 Soli'' di [[Torino]], ''Cimaise'' e ''Prisme des Arts'' di Parigi. Nel [[1956]], crea il movimento ''[[Espaces Imaginaires]]'', formato dagli artisti Claude Bellegarde, [[Gianni Bertini]], [[Peter Bröning]], [[Sacha Halpern]] e dallo scultore [[Jacques Delahaye]]. Presenta i loro lavori nel gennaio [[1957]] alla galleria H. Kamer di Parigi nel luglio 1957 alla galleria di Guido Le Noci a [[Milano]].

Direttore delle pubblicazioni H. Kamer nel 1956-57, fa uscire uno studio su ''Espaces Imaginaires'', seguito da varie monografie dedicate ai pittori Bellegarde, Bertini e Hundertwasser. Parallelamente alla [[Scuola di Parigi]], si interessa agli artisti americani dell’[[Espressionismo Astratto]], soprattutto a [[Jackson Pollock]]. Gli anni 1957 e [[1958]] sono un periodo di rimessa in questione della validità di questi movimenti artistici. Il suo libro ''Lyrisme et abstraction'', scritto nel primo semestre del 1958, ma pubblicato da [[Guido Le Noci]] solo nel [[1960]], è un’interrogazione sul futuro dell’Astrazione Lirica e dell’Espressionismo astratto, del quale sottolinea l’importanza ma anche i pericoli di conformismo e la necessità di evoluzione.
L’incontro con [[Yves Klein]] nel [[1955]], avvenuto tramite [[Arman]], è decisivo per le future scelte estetiche di Restany. In quel periodo Yves Klein giunge al culmine delle sue ricerche sul monocromo e  trova in Restany, che cura le prefazioni di tutte le sue mostre, un sostegno importante. L’opera di Yves Klein consente a Restany di superare la problematica senza via di uscita dell’astrazione lirica a vantaggio di una maggiore apertura verso la cultura industriale.

Nel 1959, nel corso della prima [[Biennale di Parigi]], dove sono esposti una proposizione monocroma di Yves Klein, la macchina per dipingere di [[Jean Tinguely]] e la palizzata di manifesti lacerati di [[Raymond Hains]], Restany trova un denominatore comune in questi artisti nella loro capacità di appropriazione della realtà industriale del dopoguerra. Il 16 aprile 1960 pubblica il Primo Manifesto del ''Nouveau Réalisme'', in vista di un’esposizione di Arman, [[François Dufrêne]], [[Raymond Hains]], Yves Klein, Jean Tinguely e [[Jacques de la Villeglé]] che avrebbe avuto luogo il mese seguente alla [[galleria Apollinaire]].

Il [[27 ottobre]] 1960, presso l’abitazione parigina di Yves Klein, fonda il gruppo dei ''Nouveaux Réalistes''; agli artisti presenti a Milano, si aggiungono [[Daniel Spoerri]] e [[Martial Raysse]]. [[César Baldaccini|César]] e [[Mimmo Rotella]], invitati, sono assenti. Parteciperanno alle manifestazioni successive del gruppo al quale si uniranno in seguito anche [[Niki de Saint-Phalle]], [[Christo e Jeanne-Claude |Christo]] e [[Gérard Deschamps]]. La dichiarazione costitutiva del gruppo, scritta di proprio pugno da Restany su sfondi preparati da Klein, è firmata in nove esemplari, uno per ciascun componente del gruppo, sette su monocromo blu, uno su monocromo rosa, uno su monocromo oro.

Nel [[1961]], Restany fonda con Jeannine de Goldschmidt la galleria J, per consentire ai ''Nouveau Réalistes'' di portare avanti la loro ricerca. In occasione di una mostra collettiva presso questa galleria, nel maggio 1961, Restany redige il Secondo Manifesto del ''Nouveau Réalisme'', dal significativo titolo ''A 40° au dessus de dada'' (''A quaranta gradi sopra Dada''). Nel luglio 1961 si inaugura il primo festival del ''Nouveau Réalisme'' a [[Nizza]], Pierre Restany registra un gran successo personale, con vario pubblico che partecipa e s'incontra con vari amici e artisti vicini a Jacques Lepage (l'amico poeta parigino, ma da sempre residente a Nizza); il poeta Jacques Lepage, promotore dell'''École de Nice'', gli fa rincontrare il giovane artista pugliese Vittorio Del Piano (nato a Grottaglie, Taranto); conosciuto in occasione di una sua venuta a Nizza (dicembre 1959) per un incontro con Lepage e con César nella casa-studio dello stesso Lepage nella campagna nei pessi del "Var" e (per motivi artistici - dovendo curare un catalogo con alcuni artisti vicini a Lepage e un libretto), e fargli visitare l'atelier dell'artista Arman. In seguito, Lepage, fa stringere rapporti - (sapendolo spesso a Nizza con Pierre Restany e stabilmente, non solo nei mesi estivi, anche per interessi familiari), incoraggiato generosamente da Restany, ad avvicinarsi all'ambiente artistico e culturale di Nizza, del ''Papier Mache'' e della ''Scuola di Nizza'' - con: Claude Viallat, Bernard Pages, Fhari, Ben Vautier, Frederic Altman, Sosno, Noël Dolla, Henry Olivier, Serge Sekler, Brigitte Nahon, Serge III e Denis Castellas. Senza trascurare il gruppo dei ''Nouveaux Réalistes'' e in particolare lo scultore César (molto vicino a Verdet) - l'artista Arman (unito da "antica" amicizia a Lepage).
 
Nello stesso mese Restany organizza la mostra ''Le Nouveau Réalisme à Paris et à New York'' alla galleria ''Rive Droite'' di Jean Larcade, che gli consente di stabilire delle relazioni tra gli artisti francesi e americani ([[Robert Rauschenberg]], [[Jasper Johns]], [[Chryssa]], [[Richard Stankiewicz]], [[Richard Chamberlain]]). L’anno successivo, nell’ottobre [[1962]], ''nouveaux réalistes'' e [[neodadaisti]] si trovano nuovamente a confronto nella mostra ''The New Realists'' alla galleria Sidney Janis di [[New York]]. Nel febbraio 1963, in occasione del secondo festival del ''Nouveau Réalisme'' a [[Monaco di Baviera|Monaco]], Restany pubblica il Terzo Manifesto del ''Nouveau Réalisme'',una sorta di bilancio sulle nuove direzioni di ricerca offerte dalle opere degli artisti (estetica dell’oggetto, arte di ''[[assemblage]]'', ambiente, …). Il festival di Monaco segna la fine dell’avventura dei ''Nouveaux Réalistes'' come gruppo; ognuno proseguirà sulla propria strada. Restany continuerà a scrivere sul ''Nouveau Réalisme'' in diversi cataloghi e riviste, pubblicando nel 1968 la sua sintesi teorica intitolata appunto ''Nouveaux Réalistes''. 

Nel [[1963]], Restany si interessa all’Arte Meccanica o [[Mec-Art]], in particolare alle riprese fotografiche dei décollage di manifesti di Rotella. Nell’ottobre 1965, alla galleria J, nel corso di un omaggio a [[Nicéphore Niepce]], redige il manifesto della Mec-Art, che riunisce [[Serge Béquier]], [[Gianni Bertini]], [[Pol Bury]], [[Alain Jacquet]], [[Yehuda Neiman]], [[Nikos]] e Rotella. Restany considera Alain Jacquet come uno dei protagonisti principali della Mec-Art; a lui dedicherà nel marzo 1989 una monografia alla galleria Beaubourg.

Nel corso degli anni Sessanta, Restany è anche impegnato nel dibattito sulla crisi delle istituzioni museali e culturali francesi nel campo dell’arte contemporanea. Nel dicembre [[1967]], pubblica per le edizioni Apollinaire di Milano un manifesto intitolato ''Contro l'Internazionale della mediocrità, verso l'estetica generalizzata: manifeste du 14 novembre 1967''. Sabato 18 maggio 1968, dalle pagine del quotidiano ''Combat'', chiede le dimissioni del Ministro degli affari culturali [[André Malraux]] e del Ministro dell’educazione nazionale [[Alain Peyrefitte]] e annuncia l’occupazione del Museo di arte moderna di Parigi per mettere in evidenza la sua inutilità e la necessità della sua chiusura.
Nel 1963 inizia la collaborazione – mai interrotta – con la rivista milanese ''[[Domus]]''.

Nel 1969, nel corso della [[Biennale di San Paolo]], mentre è incaricato dell’organizzazione di una sezione speciale ''Arte e tecnologia'', prende parte al suo boicottaggio. Nel contesto della crisi del 1968, pubblica ''Le Livre rouge de la révolution picturale'' (''Il libro rosso della rivoluzione pittorica''), nel quale opera una messa a punto delle sue scelte artistiche  e esprime i conflitti della politica artistica e culturale in materia di arte contemporanea. Qualche mese dopo ''Le Livre blanc de l'art total'' (''Il libro bianco dell’arte totale'') gli permette di esprimere la sua visione artistica nel dopo-1968, in particolare nel campo dell’arte pubblica.

Dall’inizio degli anni Sessanta, Restany non ha smesso di viaggiare per il mondo e continuerà a farlo nei decenni successivi, soprattutto tenendo conferenze e collaborando a esposizioni negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], in [[Quebec (provincia)|Québec]], in [[Brasile]] (dove Mario  Pedrosa gli ha aperto le porte della Biennale di San Paolo), in [[Australia]], [[Cecoslovacchia]], [[Israele]], [[Corsica]], [[Giappone]], [[Argentina]] (è invitato da Jorge Romero Brest àll’Istituto Torquato di Tella), [[Russia]].

Nel [[1970]] Restany e Guido Le Noci organizzano, con il concorso della municipalità di Milano, la celebrazione del X Anniversario della fondazione del gruppo dei ''Nouveaux Réalistes''. Per tre giorni, nel mese di novembre, le azioni-spettacolo degli artisti che avevano preso parte al gruppo portano scompiglio nel centro di Milano. per l'occasione coinvolge Francois Dufrène, Rico Weber e [[Armando Marrocco]] a collaborare con Jean Tinguely all'allestimento della sua scultura pirotecnica ''Vittoria'', in Piazza Duomo a Milano.

All’inizio degli [[Anni 1970|anni settanta]], Restany si interessa alle nuove correnti artistiche della ''[[Body Art]]'' e dell’''[[Art Sociologique]]''. In questo periodo si interessa anche all'arte di [[Armando Marrocco]], conosciuto nel corso degli anni '60 in occasione delle sue frequentazioni delle Gallerie milanesi ''Cenobio-Visualità'' e ''Apollinaire''.  Lo chiama infatti a partecipare a ''Operazione Vesuvio'' sull'asse Napoli-Milano-Colonia, nonché alle rassegne sul tema della comunicazione ''Inter-Etrennes'' e ''Intervention sur les mass-media'', tenutesi a Parigi presso la Galleria Lara-Vincy e organizzate assieme a [[Alex Mlynarcik]]. Presta particolare attenzione alle opere di [[Fred Forest]] sui media, scrivendo un saggio su ciascun intervento dell’artista e partecipando a diverse azioni video, fra cui la celebre ''Restany dîne à La Coupole'' (''Restany cena a La Coupole'') del [[1974]]. In occasione della mostra: ''Progetto per un manifesto: NO all'abrogazione della legge sul divorzio in Italia'' - promossa e organizzata da Vittorio Del Piano (fondatore del ''Centro d'arte d'avanguadia ".0"'' di Taranto); Pierre Restany, è l'unico intellettuale francese a partecipare allo storico I° Referendum sul Divorzio in Italia (maggio 1974) e prontamente invia da Parigi un suo importante "testo verbo-visivo" a colori, intitolato ''de Cruciverba'', per la presentazione alla "mostra-documento" e Del Piano lo stampa - in migliaia di ''cartoline-messaggio'', unitamente a quelle dei vari artisti. Il "catalogo in edizione limitata e numerata", è a cura del giovame amico artista pugliese, che ne pubblica un'edizione in collaborazione con l'Editore Piero Lacaita di Manduria (Taranto), unendovi una "scheda" con una "nota" sttolineante l'impegno degli artisti del "NO", l'analisi storico-critica-realistica di Pierre Restany con riferimenti a ''Le Livre rouge de la révolution picturale''.

La ricerca critica di Restany nel corso degli anni ’70 e ’80 si volge verso una riflessione sull’equilibrio tra natura e cultura. Cerca di mettere in relazione estetica comunicazione ed urbanistica, si interessa agli artisti che lavorano nella città e nella natura. Nel [[1976]], nel corso della [[Biennale di Venezia]], conosce lo scultore di ambiente [[Dani Caravan]], cui dedica numerosi articoli, cataloghi e opere.

La sua attenzione si rivolge anche ai lavori di [[Nissim Merkado]], di [[Jean Pierre Raynaud]], del gruppo [[SITE]], di [[Peter Gnass]] e di  [[Ignazio Moncada]]. Negli Stati Uniti partecipa alla fondazione della ''Stuart Collection'', museo vivente di sculture ambientali, situato nel campus dell'Universita' di San Diego in [[California]], nel quale è uno degli esperti degli anni ’80.

Nel giugno-luglio [[1978]], Restany intraprende un viaggio in [[Amazzonia]], dove risale in battello il [[Rio Negro (fiume colombiano)|Rio Negro]], principale affluente dal lato nord del [[Rio delle Amazzoni]]. Durante questo giro, redige il 3 agosto del 1978 il ''Manifeste du Rio Negro du Naturalisme Intégral'', esalta la rigenerazione della percezione e della sensibilità attraverso una riscoperta della Natura. Nel 1979 e nel [[1980]] Pierre Restany, Sepp Baendereck e Frans Krajcberg organizzano in diversi paesi una serie di conferenze su questo tema del rapporto natura/cultura. Dall’aprile-maggio [[1979]] al febbraio-marzo [[1981]], dirige a Milano, con [[Carmelo Strano]], la rivista ''Natura Integrale'', che dà conto dell’ampiezza di queste ricerche e della loro eco nel mondo dell’arte anche con conferenze e incontri in grandi e piccoli centri. Pierre Restany aveva compiuto già un viaggio in Amazzonia nel 197. Nello stesso anno, infatti, il periodico di cultura e comunicazione visiva D’Ars (con il quale inizia a collaborare nel '65 e di cui diventa direttore dal 1984 fino alla sua scomparsa) pubblica in tre puntate il Diario brasiliano, ovvero il resoconto giornaliero dei 45 giorni che Restany trascorre nella foresta amazzonica, navigando lungo il Rio Negro.  Da questo e dal viaggio che compie nel 1978 con Krajcberg nascerà il Manifesto del Naturalismo Integrale.
Nei primi anni '80, per il '''Progetto''' della "Città dell'Arte-Pura", la cosiddetta ''comunicazione-visionica'' dell'Arte-Pura per ''l'immagine pura della città'' (poetica elaborata dall'artista pugliese [[Vittorio Del Piano]]), da Parigi Pierre Restany scrive - trasmettendolo via fax a Del Piano - un "testo di presentazione" (''ancora inedito''): "Miracolo a Taranto", dove, traccia delle linee essenziali sull'operazione e sulle "opere" ''post industriali'' degli artisti, tra gli altri, per primo Alessandro Mendini, Nino Franchina, Vittorio Del Piano, Giuseppe Chiari, Guido Baldessari, Mimmo Conenna, Franco Gelli, Ugo Marano, Renaldo Nuzzolese, Sosno, Salvatore Spedicato. Instancabile, l'''Esperto d'Arte Internazionale'' Pierre Restany, ''vola'' da una parte all'altra del pianeta e la sera del 2 febbraio 1985, tiene nella piccola cittadina di Grottaglie in provincia di Taranto, la nota conferenza "Natura e Cultura" con la ''proiezione straordinaria'' del film girato in Ammazonia ''Naturalisme Intégral'', la presentazione è (a cura di Vittorio Del Piano), con il patrocinio della municipalità, guidata dal Sindaco avv. Antonio Cavallo.--[[Speciale:Contributi/62.13.169.96|62.13.169.96]]

Negli [[Anni 1980|anni ’80]], la sua riflessione sulla cultura postmoderna porta alla pubblicazione di un’opera intitolata ''Les Objets Plus et leurs présentations informationnelles'' (versione rivista e ampliata a Milano nel [[1990]]), nella quale si occupa del rapporto tra l’arte e la cultura post-industriale. Nel 1984-85, su invito di Maria Grazia Mazzocchi, prende parte alla fondazione a Milano della ''Domus Academy'', un istituto post-universitario di ricerca sulla moda ed il design. Membro del comitato organizzativo dell’Olimpiade delle Arti, programma artistico legato ai giochi olimpici di [[Corea]], dà vita al Parco Olimpico di Sculture di [[Seul]], realizzato nel 1987-88, che riunisce 200 opere internazionali. Per l'occasione seleziona tra gli scultori italiani  [[Asnaghi Carlo Massimo]], [[Pietro Consagra]], [[Piero Gilardi]], [[Armando Marrocco]], [[Urano Palma]], [[Arnaldo Pomodoro]], [[Giuseppe Spagnulo]], [[Mauro Staccioli]]. Dal 1985 è inoltre direttore della rivista italiana ''[[D'Ars]]''. Nel 2002 cambia totalmente l'assetto della redazione fondando una redazione-laboratorio formata da giovani critici da lui scelti, che continua tuttora ad operare secondo le sue direttive.

Nel 1992 è chiamato a dirigere e a selezionare gli artisti partecipanti alla mostra itinerante [[Art & Tabac]]. La mostra esordisce nel dicembre 1993 a Roma, nelle scuderie di Palazzo Ruspoli, per proseguire negli anni successivi a Riccione, Vienna ([[Tabak Museum]]) e Amsterdam ([[R.A.I]]).

Verso la fine degli anni '90 teorizza il cosiddetto "shock tecnologico", ideato dall'artista padovano [[Renato Pengo]]

Dal [[1999]] al [[2003]], Restany è presidente del ''[[Palais de Tokyo]]'', punto di incontro dell’arte contemporanea a Parigi.

Il suo ultimo saggio ''Le Feu au cœur du vide'' (''Il fuoco nel cuore del vuoto''), pubblicato nel 2000, riguarda ancora una volta Yves Klein. Questo importante saggio è stato tradotto in italiano da Cristina Trivellin (che ha lavorato con lui alla redazione della rivista D'Ars) e pubblicato da Giampaolo Prearo Editore nell'aprile 2008.

Pierre Restany muore a Parigi per un arresto cardiaco il 29 maggio 2003, all’età di 72 anni.
È sepolto nel [[cimitero di Montparnasse]].

 
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Post N° 55

Post n°55 pubblicato il 17 Maggio 2008 da mediterranea.atelier
Foto di mediterranea.atelier

Convegno E Mostra-Documento Itinerante Per  I   Sessamt’anni DellaCarta  Costituzionale Italiana Richiesto L’alto PatrocinioDel  Presidente Della  Repubblica

Patrocinio della Città di Taranto

DA/FROM: Atelier MediterraneArtePura                                     

di Vittorio Del Piano       Via Lago di Como, 3-A.                                                                                                                                                               à AGLI ARTISTI  di

                                                                                                                                                                                                        “MEDITERRANEA”                        

74100-TARANTO (Italia)                                       Email: delpiano.artepura@libero.it                                                                                                                                                                                                            

( Autore “Libro d’Artista” ) *

INTERVENTO CRITICO DI

OMAR CALABRESE

(Semiologo)

PER LA MOSTRA-CONVEGNO ITINERANTE DEL

<< “LIBRO (DOCUMENTO) D’ARTISTA DI VITTORIO DEL PIANO  LX TAVOLE VERBOVISIVE - CON ARTISTI ITALIANI INVITATIE INTERVENTI D’INTELLETTUALI CON ANNULLI SPECIALI POSTALI FIGURATI” >>.

Per i Sessant’anni della Costituzione.

 

DIFENDIAMO LA NOSTRA CULTURA DELLA CREATIVITA’ E LA

COSTITUZIONE

DELLA

REPUBBLICA

ITALIANA

1 Gennaio 1948 1 Gennaio 2008

DIFENDIAMOLA CON I CONCETTI  PIU’ AMPI  DI  SENSIBILITA’ PURA E DI LIBERTA’.

                                                                                  A cura di

VITTORIO DEL PIANO

 C O M I T A T O * P R O M O T O R E

Domenico Maria Amalfitano (già Sottosegretario alla P.I.),

 Giovanna Barbero (critico d’arte),Giovanni Battafarano (già Senatore e Sindaco di Taranto), Giuseppe Caforio (già Senatore della Repubblica), Alfengo Carducci (già Sindaco di Taranto e Provveditore Agli Studi della Città),

Lilli Ch.D’Amicis (giornalista),

Vittorio Del Piano (artista-docente AA.BB.AA./MIUR-AFAM),

 Fiore Dettoli (dirigente scolastico,

Bruno Di Castri (operatore socio-culturale),

Gianni Jacovelli (medico, già Presidente dell’A. P. di Taranto), Alfonso Lomartire (agronomo), 

Marisa Marmottini (avvocato), Mauro Palminteri (avvocato),

Pierpaolo Piangiolino (avvocato),  Tina Varchetta (già Assessore alla Cultura di Rossano (CS). 

________________________________________________________________________________

© Copyright by Giugno 2006- Giugno 2008 - “Atelier MediterraneArtePura” * di Vittorio Del Piano., Taranto-Nizza.

 SI TERRA' LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO D'ARTISTA DI VITTORIO DEL PIANO

IL  6 GIUGNO 2008, NELL'ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE "G. K. SHKANDERBEG" DI FAGIANO-TARANTO. L’ANNULLO E’ GIA’ STATO PRESENTETATO IL 26 U.S. NELLA BIBLIOTECA CIVICA  "PIETRO ACCLAVIO, (Piazza Dante, TARANTIO), CON LA PARTECIPAZIONE DI GIOVANNI BATTAFARANO, ALFENGO CARDUCCI,  SABRINA DEL PIANO, FIORE DETTOLI, MAURO PALMINTERI, GIUSEPPE MELE, ENRICO MEO, PIERPAOLO PIANGIOLINO, MICHELE DI LEO, MICHELE PSTORE, I

IL 1° maggio SI  E' SVOLTO  IL  PRIMO SEMINARIO D'APERTURA  PER IL 60° DELLA CART A COSTITUZIONALE, CON LA PARTECIPAZIONE DEL SINDACO DOTT. EZIO STEFANO RAPPRESENTATO DALL'ASSESSORE LUCIO PIERRI, COORDINAMENTO A CURA DI Vittorio Del Piano - 328-3187713.

INVITO APERTO

 
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NOTE: "ARTE-OPERACITTA'" di Vittorio Del Piano

Post n°53 pubblicato il 25 Aprile 2008 da mediterranea.atelier
Foto di mediterranea.atelier

(1). Cfr. La Gazzetta Del Mezzogiorno – 15. 09. 2005 – (…). E’ più difficile è che ricordasse un concorso nazionale per un teatro all'aperto, che si tenne a Pescara nel 1958 e di cui riferì Pasquale Carbonara su «L'architettura. Cronache e storia», la rivista di Bruno Zevi. Eppure nel progetto vincitore (degli architetti Mariano Pallottini, Antonio Castaldi Madonna e Filippo Mariucci) c'è l'anticipazione di un aspetto fondamentale della composizione dell'organismo architettonico di Piano: la divisione degli spalti in due corpi distinti. Una prima gradinata che poggia sulle pareti del cratere artificiale e, al di sopra di essa, separata dalla terra, galleggia nel vuoto la teoria dei 22 petali di differente misura (come previsto in un altro progetto del concorso pescarese). È proprio l'idea di staccare l'edificio dal suolo, sospenderlo sulla linea dell'orizzonte quasi in un armistizio con le leggi della gravità, ciò che induce il critico francese Jean François Pousse a definire lo stadio barese  «Il grande soffio» (…).

(2).Ibidem. (…), Si è detto che lo stadio barese è stato «copiato» da quello tunisino di El Menzah, costruito nel 1967. Ma la somiglianza non va oltre la suddivisione degli spalti in settori. Una soluzione analoga era già stata adottata da Gino Valle nel 1971 per il progetto (non realizzato) dello stadio di Udine, strutturato «come sommatoria e giustapposizione - scrive Pierre-Alain Croset - in una monografia di Electa - di singole unità di 800 spettatori (?) un modulo che consenta una grande flessibilità di realizzazione».(…).

(3). Cfr. Alessandro Mendini, “Museo all’aperto”, 2007 – Atelier Mendini. «La città può essere letta, vissuta e interpretata come un “museo all'aperto”. La scena urbana ha un obiettivo preciso, consiste nel progetto del bello e delle forme degli spazi pubblici. A questa utopia del bello nella città ci riferiamo con l'idea di andare oltre all'idea tardo funzionalista dell'arredo urbano. Le piazze, le strade i mercati, le passeggiate e i loro allestimenti vanno considerate come opere estetiche, come spezzoni di teatro esterno dotato di senso emotivo e antropologico, adatti a coinvolgersi profondamente con gli abitanti, ad essere dei palcoscenici per i cittadini. L'architetto, il designer, l'artista, lo scenografo, il grafico, il progettista delle luci, sono gli operatori di queste opere integrate, siano esse grandi o piccole. Per trovare la sua motivazione profonda, la radice del suo essere, il  disegno urbano deve attingere e collegarsi a culture precedenti a quelle industriali. In sostanza, l'arredo della città deve porsi come scenografia. Si tratta del preciso genere di un'architettura non destinata a contenere, fatta di quinte, di pavimenti, di chioschi, di singoli oggetti, tutto inteso come opera d'arte: come MUSEO ALL'APERTO. I giardini barocchi, le fontane di Roma, le piazze medievali, gli spazi zen sono i referenti lontani di questo atteggiamento progettuale. E poi la presenza di opere d'arte nella città, un  sistema di punti nodali ad alta intensità emotiva, adatti a fare da referenti emblematci per il cittadino che si deve spostare: un patch-work estetico e visivo, ed ancora ripeto: un “museo all'aperto”».

(4). Cfr. Vittorio Del Piano, “Per la fondazione di Mediterrananea “ – «ASILO-ESILIO», (Manifesto dell’Arte Pura ), 1986. La Città dell’Arte-Pura, documenti. «“Nel bacino del“Mediterraneo” è sorta “la civiltà”(…) Il Mar Jonio“accarezza” le prime città “con un nuovo modello urbano” introdotto da Hippodamos di Mileto: colui che inventò le tracce geometriche delle città…, l’uomo che introdusse l’angolo nell’architettura, egli cambia la funzione di questo angolo. Con Hippodamos l’angolo cambia regole, desacralizzato, egli organizza la città in sistema e stabilisce la residenza umana su di una terra nuova, quella dei matematici, egli non fu solo architetto di genio, fu uno spirito puro, multiforme, un sociologo, un teorico politico, etico e metaforico, un tantino utopista, il primo artista puro. Egli non sottomette alla legge geometrica un tempio o un monumento, ma il disegno stesso o della città, le sue strade, le sue piazze, le sue abitazioni e, i suoi cittadini. E’ colui che impose l’ordine della razionalità alla dimora degli uomini. Ma, oggi sono arrivato a credere anche, che l’uomo non debba essere sempre razionale».

© 2008 – by Vittorio Del Piano, Atelier MediterraneArtePuraGrottaglie-Taranto-Nizza.

 
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Post N° 52

Post n°52 pubblicato il 25 Aprile 2008 da mediterranea.atelier
Foto di mediterranea.atelier

 

Arte-OperaCittà – ricerca dell’identità pura, smarrita – come “Stato ideale” – perché opporsi al progetto, previsto da Renzo Piano a ridosso del centro storico di Torino?

                                                                       ___________________________ 

                                                                      Sopra  a destra nella foto: PIERRE RESTANY

    

«Comunicazione» 

di

Vittorio Del Piano

§

«In ogni modo, l’opera d’architettura verticale dello stupendo grattacielo per me è affascinante, ma prediligo fortemente di più il Trullo (dal greco tardo τρουλλος, cupola) costruito, terra terra, ancora oggi in pietra dal “mastro trullaro” pugliese come casa in cui “abitare, vivere e pensare”».

 

Ecco perché

intervengo per la “critica” di Lucia (Exibart.com, 03/04/2008”). Mi pare che la sig.ra “Lucia” non scriva corbellerie. Alla fine al suo intervento ricorda Antonio Cederna (e Le dico brava!), le discipline che in un tempo relativamente recente abbiamo inventato, gli studi storici, le scienze dell’antichità, l’archeologia, la

storia dell’arte, l’estetica ci impongono, “se vogliamo veramente essere moderni e civili, di rispettare le testimonianze della storia, di fare cioè quanto non è stato possibile in passato”. Anche questo è il punto, è una validissima ma non specifica ragione per la quale uno debba opporsi al grattacielo. L’immagine della Città (la bella vista con la “Mole antonelliana” con quell’immagine delle Alpi sul fondale), è l’immagine pura che non può essere “obliterata”; ha ragione anche su questo punto Lucia.

È dal 1973 che io vado ancora sostenendo: “La città se non è per l’uomo non è città / lo spazio urbano deve essere strutturato esteticamente/”.  L’immagine presuppone una lettura con l’intervento della nostra percezione, ed esiste un livello di lettura delle immagini, dei significati profondi e cosa esprimono attraverso le barriere delle diverse culture e nelle varie articolazioni del linguaggio visivo. Vediamo che il mondo contemporaneo presenta una gran quantità di vari materiali iconografici, una vasta produzione d’immagini e di forti sollecitazioni sensoriali - visive, auditive, tattili -  e sotto il nostro sguardo quotidiano si combinano, con l’enorme influenza che generano su tutti per le diverse virtù e caratteristiche dell’individuo e secondo la natura propria di molte immagini. Lo stesso dicasi per i segni urbani sul territorio già strapieno che, se fosse un tetto, tutti i collassi ci mostrerebbero le macerie del suolo, mentre sono incombenti altri collassi per il troppo «pieno». Ha ragione Gilllo Dorfles con il concetto dell’ “Horror Pleni”: nel suo ultimo bel libro ha centrato con la definizione della “(in)civiltà del rumore”, il nostro contemporaneo modo di vivere, volenti o nolenti.

La stessa città, oggi, può far “rivivere” l’opera dell’artista nel terzo millennio, per le mutate/mutanti esigenze con quell’arte che deve tessere quotidiani rapporti con la realtà dell’uomo, nello spazio del cielo, della terra e del mare della sua città, in ogni parte del mondo, senza dover alterare i processi esistenziali di ogni essere vivente e né aggravare l’esistenza economica ed estetica del presente.

Progettare oggi…

l’“opera” d’arte: perché finisca in un “museo” non ha più senso metterla in “teca”, ma “farla vivere” si. Concepire l’arte per la coesistenza dell’Uomo e della Città ha senso per il presente e per le generazioni future. Il destino dell’arte, perché sussista, non come un “quadro opera” con l’uomo, è farla esistere – sapendo comunicare l’espressione dell’invisibile con l’immagine e il comunicatore è: l’artista puro – come “OperaCittà”, coesistere nella Città e “visibile” come tessuto cellulare puro (e cellula-moltiplicata o moltipiclicabile…), nel suo «spazio urbano», proiettandovi (un unicum “materiale” amalgamatesi con quelli delle altre arti), la percettibilità pura dell’artista della “Città-Opera di Medi-terra-nea” generatrice dello spazio estetico «OperaCittà» del presente e dell’oltre percettivo. Il vettore più puro (immateriale) possibile, deve essere fortemente collegato all’evolutivo sviluppo dell’afflato spirituale dell’Artista-Puro dotato di sensibilità Mediterranea (la Città dell’’Arte Pura). Non è finita l’epoca dei “dispendiosi” musei, anche con costose spese di gestione, come per le verticali “macchine architettoniche” – i grattacieli – (grandi contenitori di tutto: super-mercati, alberghi, vasti saloni, camere, appartamenti, ristoranti, tavole calde griffate, bar, piscine, night, uffici, banche, miniboutique, cinema & teatri, biblioteche, gallerie d’arte, ristoranti, palestre, box office, box auto, ecc., anche se resta segnato nella nostra memoria collettiva quel tragico 11 settembre di New York. Resta indicativo ancora il caso della città di Brasilia), ma li ritengo superati come oggetti e segni urbani nella città d’oggi. Però devo ricordare: proprio il critico, l’esperto d’arte internazionale Pierre RESTANY (…nel 1968, chiuse a Parigi le porte della Galleria d’Arte Moderna… un segno purissimo esteticamente per affermare che, l’arte vive se è nella città), ancora una volta, in una delle sue ultime conversazioni con me sull’arte, mi rivelò che la Corea oggi è il  Paese più aperto per la ricerca e per lo sviluppo del futuro dell’arte contemporanea più avanzata” e mi confermò quanto aveva già espresso in una sua nota ultima intervista rilasciata ad un quotidiano: l’artista è un “comunicatore” come “artista-autore“ della CittàOpera, e la CittaOperaMuseo è il luogo degli accadimenti delle nostre azioni e della comunicazione con il linguaggio dell’architettura. Credo fortemente in questa bella visione cosmica, dinamica e pura, scaturita dal colloquio con l’indimenticabile Pierre Restany.

Bisogna prenderne coscienza in tutti i sensi, maggiormente ora anche per l’accentuarsi dei caratteristici e chiari segnali di crisi economica provenienti da più parti del mondo e che, ogni prudente e sensibile politica  culturale deve poter riconoscere, capire e, inoltre, deve considerare ormai finite molte delle originarie funzioni legate ad un “museo tradizionale”, oramai (obsoleto). Mentre  dovremmo rivolgere le nostre attenzioni alla città: martoriata dal traffico, dai tanti e forti inquinamenti sonori, da quelli visivi dell’archi-tettura del post-modernismo kitsch, con concetti apparentemente nuovi, ma “scaduti”, replicata – pur se superata - per il forte potere della “globalizzazione estetica che è figlia della globalizzazione economica” e che la potenza diabolica dei mass-media ha contribuito a creare con i corti-circuiti massmediatici con scorie in eccesso, soppiantando molte attività culturali. Ormai occorre sviluppare celermente e più soddisfacentemente ogni funzione vecchia e nuova da offrire ad ogni grado educativo per la socializzazione di massa all’arte (interferendo nell’“Arteidentità”). Per evitare ogni successivo degrado della città, la stessa potenza espressiva “pura” dell’arte va utilizzata in tutti gli ambienti inquinati dagli insensibili (imbonitori e falsificatori del gusto estetico puro), per tenere allenata la sensibilità nella mente e nel cuore di ognuno di noi.

 

Lo spazio urbano…

deve essere strutturato esteticamente per i nuovi apporti percettivi al mondo della Città Contemporanea. Ci vuole la fede profonda della sensibilità mediterranea per la nuova città dell’uomo, che salvaguardi la purezza dell’atto creativo, ne tuteli l’espressività e la comunic/azione “pura”, ne esalti la libertà; bisogna tendere ad un naturalismo estetico nuovo che salvaguardi quella forma d’Arte Pura più vicina all’uomo e che riesca ad essere l’energia di quell’estetica ideale architettata come “opera” nella Città e con la Città, per far sì che (l’azione sensibile) l’operazione combinata “Arteopera”,  Cittaopera” dell’arte pura, si formi e si enuclei permanentemente nell’esistenza dell’uomo e nella vita sociale della sua Città tendente verso l’estetica generalizzata. Desidero rifermi al progetto – del Groninger Museum, Groningen, Olanda – di Alessandro e Francesco Mendini, un esempio di come un’opera d’architettura deve avere in sé l’originalità ideativa progettuale dello spazio urbano interpretato e strutturato esteticamente nella Città…– “Arte-immagine-visibile- espressione dell’invisibile”/crisi e fine del museo tradizionale. Occorre tendere al “Museocittà”/opera in divenire - “Museopuro-MuseoCittà”/arte da fruire, “Arteopera” /Museo Nuovo-Città Nuova con cui comunicare, “Arte-Pura”/artista-comunicazione-superazione-naturacultura, “Spazio urba-no”/Museo-arteinvisibile-visibile come architettuura-comunicazione, “Artericerca”/ricerca della bellezza primordiale della terra madre…, “Arteidentità”/ricerca dell’i-dentità  pura smarrita… – così mi pare che voglia rifererirsi, con sensibilità e criterio, anche l’intervento di “Lucia” (di Torino) quando scrive: “gratta-cieli, se si vogliono fare, li si faccino nelle remote periferie dove potrebbero, forse, contribuire anche alla riqualificazione urbana. Ma penso che lì non ci sia alcuna convenienza – né di immagine, né di rendita immobiliare”. A Renzo Piano, noto architetto, noi – di MediterraneArtePura – desideriamo dire che non ce l’abbiamo con quelli che all’università e all’AA.BB.AA. insegnano a ragazzi di vent’anni a diventare artisti, che li lanciano subito verso gesti eclatanti, alla ricerca dell’ispirazione (dell’idea sensibile); lo trovo non spaventoso (come egli ha dichiarato), ma fortemente giusto. Penso invece che, dal punto di vista educativo, sia molto meglio coltivare in loro la curiosità di pensare, ideare e fare opere originali, fornendo loro al contempo gli strumenti dell’imterpretare, capire e inventare, e non di replicare l’esistente.

 Desidero anche far sapere a Renzo Piano…

che, sono d’accordo con lui quando sostiene: “L’architettura è come un iceberg dove la parte visibile è dieci volte più piccola di quella che non vedi, che dal basso la sostiene. Affonda le sue radici nell’an-tropologia, nella sociologia, nell’economia, nella scienza, nella storia, nella memoria, e poi ovviamente nella poesia, nell’espressione artistica”. Rispetto le sue valide idee e i suoi progetti realizzati – con altis-simi costi, ma l’impresa è impresa non può lavorare sotto costo… altrimenti fa andare in fallimento i piccoli imprenditori e la concorrenza – “visivamente belli”, però per la sua memoria (1), vorrei richia-margli alla mente la città di Bari e il suo stadio, “Stadio San Nicola” – firmato appunto da Piano –, dove una vasta zona archeologica pare sia stata  d i s t r u t t a all’epoca della costruzione del suo “progetto” – valido si come idea, ma pare “copiata” (2), (ed anche  per la “pianta ellittica” pare si sia ispirato al  bel Colosseo), ma nemmeno debolmente innestato alla Città… perché? Poiché la città la intendo come Pierre Restany e anche come Alessandro Mendini (3), aggiungo ancora: il “San Nicola poteva contenere costru-zioni sociali, culturali e altre del tempo libero ecc. ed essere una ”architettura-urbana” anche “dentro” l’«immagine visibile invisibile» della «Città » sita ad una quota più bassa rispetto a quella dello stadio, e (forse) avrebbe raggiunto migliori risultati salvaguardando tutte le testimonianze archeologiche (con un piccolo parco archeologico aperto). In ogni caso rimane un progetto “ancora utilizzabile…” ma, come? Data la velocità di come va la visionica oggi della comunicazione e della immagine nel mondo. E – per l’attraente grattacielo – come non posso essere d’accordo con Renzo Piano quando nell’intervista dice: “Come la scrittura, anche la città per essere leggera deve essere pensata con una giusta armonia tra spazi costruiti e spazi vuoti, elementi di discon-tinuità, che permettano di alternare segni forti e momenti di silenzio”. Anche «Lucia e Renzo», però, devono essere d’accordo con me che l’architettura come “Arte-Pura”, deve essere COMUNICAZIONE/ARTE nella “OPERA/Città” e lo «Spazio Urbano» va interpretato… non va «violentato», per l’uomo d’oggi e per quelli di domani. Infine, vorrei concludere con un verso del Nobel Salvatore Quasimodo: – “Dalla notte che verrà avrò speranza” e con una frase di Giulio Carlo Argan: “La cosa più bella al mondo è capire” – ricordando il mio concetto già precisato nella mostra «15 Tracce di operatori in Puglia» (Pinacoteca Provinciale di Bari, 1973):  “Lo spazio urbano  deve essere strutturato esteticamente” e va interpretato e non violentato, con le ristrutturazioni e gli sventramenti selvaggi, con le sopraelevazioni abusive, con l’espansione “progettata” e (in)controllata delle zone d’espansione o residenziali speculative fuori città”. E’ da ricordare anche l’accidente «delle case Perotti» alla fine del lungomare di Bari, abbattute (qualche anno addietro) col tritolo come quelle nel Comune di Cesano Boscone (Milano fine Anni 60), ecc, e non è tutto qui.

Come possiamo far funzionare questa macchina-grattacielo di ultima generazione rispettando lo spazio urbano… ma diciamo anche il «deus loci»? Quale punto d’incontro tra artisti-architetti-designer (con arti e tecniche nel dibattito internazionale), in un momento critico dell’innovazione e dell’aggiornamento delle varie tendenze? Abbiamo la capacità far funzionare meglio tutto l’organismo città e anche la qualità della vita dell’uomo? Il mio pensiero ritorna a quell’Hippodamos di Mileto, in ciò che sosteneva con gli antichi greci (4), le testimonianze di quella civiltà sono ancora visibili nell’intero territorio della Magna Grecia e non ancora tutte studiate e comprese. In ogni modo, l’opera d’architettura verticale dello stupendo grattacielo per me è affascinante, ma prediligo fortemente di più il Trullo (dal greco tardo τρουλλος, cupola) costruito, terra terra, ancora oggi in pietra dal “mastro trullaro” pugliese come casa in cui “abitare, vivere e pensare”.

 

3 aprile 2008.

Vittorio Del Piano

                    delpiano.artepura@libero.it 

 

 

 

 

 

 

 

 
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Post N° 51

Post n°51 pubblicato il 13 Dicembre 2007 da mediterranea.atelier
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*BIOGRAFIA  essenziale -aggiornata al 12 Gennaio 2001.

Vittorio Del Piano, nasce a Grottaglie il 12 Gennaio 1941, vive a Taranto – Cell. 328-3187713 – Atelier MediterraneArtePura, Via Giovan Giovine, 47 GROTTALIE-Taranto - svolge attività artistica d’arte contemporanea e pura, con sperimentazioni e ri cerche poetiche-visuali decontestualizzando distinti – e pur se non sono percepibili a livello di massa – certi lin guaggi artistici, sperimenta combinazioni visive d’arte d’avanguardia; nell’Italia meridionale (operando per una sua scelta estetica nel l’area mediterranea), è tra i protagonisti più interessanti e operativi, nel panorama artistico-critico di tutti  questi anni (dalla fine anni ’50 ad oggi), anche a livello internazionale contribuisce alla nuova visione del mondo contemporaneo della città e dell’arte, dei beni culturali/artistici, partecipando a varie  mostre di gruppo e in importanti collettive oltre che a convegni di studi a dibattiti sulla ricerca visuale, alla problematica arte-natura-cultura e del mondo popolare e all’arte pura generalizzata nel contesto urbano, ai rapporti fra le arti e ai problemi artistici connessi e combinati con i vari mass-media delle arti-cortenporanee. Sono aspetti che problematicamente sperimenta e affronta come docente all’Accadenia di Belle Arti di Stato di Bari – titolare della Cattedra di “Teoria e metodo dei mass-media” e dell’altro insegnamento del Corso Foto Video Editing” – con lezioni frontali, tesi, laboratori sperimentali e operazioni artistiche-estetiche di poetica dell’ immagine visionica pura generalizzata nell’ambito dell’arte contemporanea combinando più linguaggi artistici, poetici e visuali – (Poesia visiva),  scrittura espressiva a-decollage (Il libro puro d’artista), (la grafica-moltiplicata), (l’Arte digitale) – propri dei vari medium di massa: della fotografia, della stampa, del fumetto-d’autore, del video-tape dell’immagine analogica, elettronica a led,  virtuale-digitale...sperimentale e pura, (…)…

Il suo incontro con Pierre Restany (1955-1960), è fondamentale. E’ l’incontro che gli è stato occasione storica operativa di una rimessa in discussione dei valori anche di linguaggio. Negli ultimi anni Sessanta, fonda il Gruppo Videoartesperimentale, gruppo a livello d’arte d’avanguardia pura, che egli presenta, nel <ma: a cura di Fulvio Salvadori: “i video-tape su grande schermo”>>, con  interventi di presentazione, tra gli altri,  di McLuhan, Ferrarotti, alla Biennale di Venezia”, per  invito dall’ASAC-della Biennale di Venezia – e a Taranto, dove egli vive collabora alla promozione e alla realizzazione del “libro” di Salvatore Quasimodo: il Leonida di Taranto (Edizioni Apollinaire), in seguito collabora alla “Mostra dei frammenti dei versi” (curata e allestita nella Biblioteca Civica di Taranto), dedicata insieme al figlio Alessandro al Poeta (“siculo-greco”) subito dopo  la scomparsa del Nobel, e alcuni anni più tardi (1968-1973) – dopo un incontro nell’Apollinaire a Milano con Le Noci e Restany – progetta, programma e dà vita al Centro“.O”e allo spazio-galleria omonima, dove ospita e presenta i movimenti artistici d’attualità e mostre inedite, progetti, operazioni, opere, produzione e presentazione di edizioni d’arte dedicate ai principali esponenti protagonisti dell’arte, della Poesia Visiva e ai “movimenti d’avanguardia” internazionali.

Promuove incontri, rassegne, manifestazioni che hanno contribuito alla traformaxione dell’arte e pubblica delle opere consacrate all’arte sperimentale. Importanti sono le mostre d’impegno civile che promuove, organizza e cura (1970-1977) con l’adesione, tra gli altri, di:  Rafael Alberti, Pierre Restany, Guido Le Noci, Piter Nichols, Carlo Ripa di Meana, Giacomo Mancini, Aldo De Jaco, Mario Penelope, Carlo Bo, Pietro Nenni, Giulio Carlo Argan, Gillo Dorfles, Sandro Pertini, Eugenio Miccini, Edgardo Abbozzo, Paolo Grassi, Gianni Jacovelli, Giorgio Bassani, Ettore De Marco, Filiberto Menna, Omar Calabrese, Oreste Amato, Rino Di Coste, Adriano Spatola, Bruno Caruso, Alessandro Quasimodo, Massimo Grillandi, Rina Durante, Giovanni Dilonardo, Umberto Eco, Michele Achilli, Titino Lenoci, Jacques Lepage, Lamberto Pignotti, Giuseppe Squarzina, Arnaldo Picchi, Nanni Loy, Cesare Zavattini.

Alla fine degli anni ’70 il critico Pierre Restany  (prima glie ne “parla” lugamente una sera a Nizza), e in un secondo incontro gli fa dono di due esemplari del Manifesto del Rio Negro” e Del Piano coglie loccasione per una riflessione critica del ruolo dell’arte contemporanea e della posizione attuale dell’artista. E dopo aver esposto il progetto a Restany una sera del 1979, nell’Hotel Manzoni a Milano, Del Piano fonda la “Città  dell’Arte-Pura di Mediterranea” (approfondisce le sue conoscenze sui segni e sull’architettura Federiciana e su i segni dei trulli e il design degli oggetti della civiltà contadina e della manualità degli artieri-ceramisti grottagliesi, con opere, studi, interventi), e durante i suoi soggiorni a Nizza in Francia, scrive il  Manifesto dell’Arte-Pura.

Quest’esperienza provoca un allargamento dell’operatività su la comunicazione con l’arte nella sua sensibilità “mediterranea”, e realizza  anche una serie di Quadernie piccoli Volumetti “grafici” concor-dati con Restany, intitolati:“Tavole Cosmiche dei Segni Magici del Sudsigillandoli con  Annulli Postali Speciali Figurati .

Il Manifesto, redatto e perfezionato tra Nizza e Taranto (tra il 1980-’81 e il 1983’-84), lo discute lungamente con il poeta Jacques Lepage, e nel 1985 lo presenta all’Expo/Arte di Bari con un convegno internazionale, presieduto dall’Assessore alla Cultura della Regione Puglia dell’epoca e dal poeta Jacques Lepage, con interventi, tra gli altri, di  Mario Colonna, Noel Dolla, Ugo Marano, Mimmo Conenna. E qualche mese dopo lo presenta in Francia al Papier Machè di Nizza, con una serie di opere consacrate all’Arte-Pura, su invito del  poeta critico-d’arte anima operativa animatrice della nota “école de Nice” Jacques Lepage. L’allargamento delle riflessioni sulle possibilità poetiche dell’ “Arte-Pura” prende i suoi interessi: ricerca affettiva della sensibilità, come risposta oggettiva, cosmica alle domande che l’artista si pone (funzione dell’arte, della propria esistenza...), per tentare di supe rare (con studi e opere realistiche) la crisi dell’agire insensibile nell’  “artistico-cullturale” contemporaneo.  La sua sensibilità (naturale-culturale) si collega anche al tema dell’ASILO e in quest’ottica si situa la sua nota oper/azioneAsilo-Esilio”, “Museo-Città/-Mueo-Puro” abbinata anche alla restituzione (a Taranto) dalla Germania della famosa statua “trafugata” dall’Italia ed ora al Pergamonmuseum di Berlino: la Persefone Gaia/La Dea in Trono di Taranto” (un marmo del V-V Sec. a. C.).

Nell’ambito d’operazioni autogestite di sua ideazione  “Biennale Graficamultipla”, “Omaggio Mediter-raneo”, cura esposizioni itineranti - con  Annulli Postali Speciali Postali Figurati (ideati per l’occasione) - lungo l’Antica Via Appia e  produce varie opere ideando opere grafiche a-decollage in folio. Diverse mostre-evento sono collegate  all’Arte-Pura abbinate alla  sua variegata produzione artistica autogestita di grafica-moltiplicata  e della propria ricerca espressiva del “Libro d’artista” e dei “Livre d’art pur d’artiste” di fine Secolo nell’epoca della crisi dell’ “immagine di massa” e della disumanizzante <<super comunicazione>> con la massificazione, polverizzazione delle immagini, Del Piano nelle recenti opere strutturalizza pensiero, poessia, sensibilità artistica e comunic/Azione come opera fenomenica  d’Arte-Pura e si colloca nello spazio speciale di quell’ “altra faccia dell’arte” alla ricerca di un linguaggio d’arte <oltre> e realizza “opere” - d’arte pura – eliminandone la “forma-immagineclassica tradizionale e ne va riducendo la “visibilità-formale”, limitandosi a notificarne l’essenza “pura” con  una  comunic/azione pura – come il “ telegramma-opera-pura” e “l’opera fax”, "l’opera digitale”,  l’opera (pre-testo)“scrittura dell’immagine” e delle "lacerazioni (facendo il recupero delle immagini destinate al macero), a-decollage di immagini di mass-media stampati.

Ricerca del “corpo dell’immagine” per l’espressione dell’invisibilità pura (visibile-invisibile in divenire), per il 90°compleanno di J. Lepage al museo MAMAC di Nizza - per l’80° compleanno di R.Vitone al Museo Villa Croce di Genova - per  l’80° compleanno del poeta visivo E. Miccini al Museo Pecci di Prato – per l’80° genetliaco  di  “ S.S. Gioavanni Paolo II” in occasione del Giubileo 2000, per Il Giubileo degli artisti, Chiostro di S. Sofia/MUSEO DEL SANNIO” della Provincia di BENEVENTO, con l'esposizione del “Libro-Puro d’Artista” – dedicato a S.S.Giovanni Paolo II, “Mostra Evento Itinerante lungo l’Antica Via Appia”, con il percorso:   Brindisi-Roma-Brindisi   presentato nel  Convegno: “Arte-Pura Sensibilità e Spiritualità” Auditorium e Gabinetto Delle Stampe, con 2 Annulli Postali Speciali Figurati abbinati – per l’Opera-Omaggio dedicata a Papa Wojtyla - Giubileo Degli Artisti” curato da Vittorio Del Piano, nell’Anno Santo M M.

_______________________

*Mostre :personali, di gruppo, collettive, bibliografia e pubblicazioni,...etc. - c/o

    Atelier MediterraneArtePura

    E-mail: delpiano.artepura@libero.it

 

 
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photoshop monalisa gioconda

Post n°50 pubblicato il 09 Dicembre 2007 da mediterranea.atelier
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Post N° 34

Post n°34 pubblicato il 24 Luglio 2007 da mediterranea.atelier
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A PROPOSITO DELLA 52^ BIENNALE DI VENEZIA 2007

E COME PUO’ FARE UN GIOVANE DI TALENTO DELLA PERIFERIA O DEL SUD AD AVVIARSI ALL'ATTIVITA' ARTISTICA?

Vittorio Del Piano Arte per arte Per chi? 

Essere e fare l'artista quasi nessuno lo sa - se non lo è - è molto più difficile fare l’attività artistica di qualità pura nel sud, dove c’è una potenzialità speciale ma, fare la professione artistica oggi in Italia è deprimente per un giovane talento e per tutti quelli, che non lo sono più ormai già da tempo. Occorre capire bene queste realtà per poterle eliminare e vanno seriamente studiate, analizzate e risolte, altrimenti addio "creatività futura" dell’"Arte-Pura" mortificata...o morente sul nascere. Far spegnere la gioia ideativa dell'arte pura s’impedisce la crescita della sensibilità, l'anima s’inari-disce e finisce l'uomo. Occorre fare di tutto per dare uno impulso giusto ma, occorre bloccare le stortu-re ed rimuovere questo stato di cose. E cosa si deve fare? Per farlo occorre saperlo o scoprirlo… Basta fare anche un’indagine sulle pagine dei quotidiani locali (o nazionali), leggere bene le “recensioni”, chi le scrive e su quali artisti? Di quali gallerie si scrive (si, sono sempre le stesse…E’ mortificante leggere sempre gli stessi nomi con le citazioni delle gallerie-boutique! – locali – sparsi come “salumerie”), quali titoli e autori si pubblicizzano tra le righe, quali nomi di artisti, quali mostre si recensiscono “positivamente” e capire perchè altre si “rottamano”? Di quali correnti artistiche originali e di che tipo di poetiche scrivono questi “critici” (si autodefiniscono “storici dell’arte”!...). Molti non hanno mai proposto uno studio su di un autore, non hanno mai fatto proposte di ricerche e mai danno notizie originate da studi e scoperte proprie. Le volte, che hanno fatto delle proposte, sono risultate falli-mentari culturalmente,economicamente e artisticamente. Nelle pubblicazioni e negli “articoli” si leggono solo parole vuote e ridondanti, stilate per far da “specchietto per le allodole” e attirare “a pagamento clienti pittorastri” anziché sceverare delle proprie tesi e sane opinioni estetiche. Quando l’artista non è di quel “loro giro”scrivono solo “sentenze”. Molti altri usano un frasario fatto di espressioni pure nate in menti altrui contrabbandandole come proprie con tanti ecc.,ecc. alla fine delle frasi – è anche un fatto di mestiere – e quando perdono il “filo critico”, o rispolverano e riscrivono vec-chie cose o “s’ispirano” agli articoli – scritti da altri – sulla stampa nazionale di “ieri l’altro” su le mostre più importanti, che fanno testo in quanto gli autori sono autori bravi studiosi e storici riconosciuti. Mentre questi “criticoli-giornalistici-pompisti”, per dover mascherare la loro miserissima ignoranza, fanno dei “riassumè” presi dai testi scolastici di storia dell’arte , come se fosse “farina storico-criticica” del proprio sacco (e anche loro scrivono così…su Caravaggio di qua, su Piero della Francesca di là, su Tiziano a Napoli, su Mantengna a Mantova, su Annibale Carracci al Museo di Bologna, su Warhol a Milano, e poi su cataloghi – a pagamento – di testi ne fanno lunghissimi, di metri e di metri, complicatissimi, per non dire nulla concettualmente, e privi di alcun valore estetico!). In una qualsiasi esposizione artistica locale o giù di lì, seria o meno seria, tutta la sconcezza emerge chiaramente, quando si “leggono” nominativi sconosciuti (controllando l’albero genealogico si scoprono artisti parenti, amici di famiglia, notabili pittori della domenica…e così via), e inesistenti sulla scena artistica vera. Sulla pagina del giorno pubblicano le note relative di costoro con la precisa scelta tempistica “da furbastro scribacchino mestierante”. Le stesse note su questi mass-media (nelle pagine della rubrica “cultura e mostre”…), vengono pubbli-cate …dai colleghi di “altre redazioni amiche…”, sembra essere una vera associazio-ne a …“falsare la verità” – l’informazione vera è da farsi per etica professionale o per senso del dovere dell’informazione? – la verità viene frammentata e quella sulle idee nuove e valide sull’arte viene sottaciuta, elusa e disattesa (l’immagine dell'arte pura viene appannata dalla complicità della disinformazione estremamente negativa). Gli “autori pompisti”, sanno bene come la maggioranza delle persone (non addetti ai lavori) non ha la possibilità e il tempo di andar per mostre – quasi tutte…poi sono allestite in poche regioni lontane! – e di comprare il catalogo dal costo minimo di 45 70 euro (?). I “critici pompisti ci” , invece, ci vanno, ospitati e ricompensati in vari modi (!). A proposito della Biennale. Si è visto e sentito all’inaugurazione: non c'è nessun’opportunità (o quasi) valida, per i giovani artisti o ricercatori in erba, in questa 52/a edizione della “Nuova Biennale 2007”. E’ una delle edizioni già da ora tra le più “chiacchierate” precisamen la più “ciabattata” della recente storia. Avrà un tracollo per le precise critiche? Affonderà nella “grigia Laguna” delle disapprovazioni?. Gli addetti ai lavori come A.B.O. ed altri (…e pur questi non sono i soliti critici chiacchieroni o astiosi come alcuni nuovi, nuovi, ancora con i vecchi piedi nell’Università per poter campà…), hanno salvato solo qualche modestissimo pezzetto dell’attuale esposizione veneziana veramente “lacunare” poco “rivelatrice” d’arte. Per la prima volta siamo d’accordo con il grande critico salerinitano , anche se il “Ferrarese” Assessore alla cultura Milanese, ha le sue ragioni per non essere d’accordo? – Ma, sono cavoli loro. Un giovane laureato, bravo e preparato, o un valido candido ricercatore, ha difficoltà insormontabili da superare nel sud. L'artista in erba, neanche riuscendo ad esprimersi onestamente ad una decina di Biennali Veneziane può inserirsi nel “giro dell'arte”, neanche in seguito ai suoi specifici studi (è triste dirlo!), dopo le sue ricerche, gli studi , che s'infrangono sul muro dei vari concorsi per aspirare ad un “premio”, ad un posto in una galleria, in un museo del “Mibac”, ad una docenza nelle varie facoltà universitarie del MIUR/Afam. Qualche proposta… Come si fa ad essere fiducioso nell’oggi e nel domani con questi “chiari di luna”? Il collezionismo chi lo incensa? Dove si forma? Da chi s’informa? Chi soffia notizie di prima mano agli sponsor? Ai galleristi salumieri ? Invece a quelli veri chi le passa? I mercanti (dai mille precedenti mestieri…), approdati poi alle televendite, da dove si forniscono di “pitture” e opere varie in esclusiva? Questi altri da chi sono informati? Quelle, sono le stesse proposte, che poi restano chiuse nei cassetti comunali degli ad-detti vari fidati informatori degli “Assessori alla cultura”?, Ancor di più, perchè gli "Eventi Collaterali" di qualità (non quelli messi in discussione anche qui) non sono presentati anche in regioni? Magari secondo un calendario flessibile con un serio protocollo operativo (razionalizzando la spesa di concerto con l’ente regionale e/o comunale?). Far evitare alle regioni la promozione di costose mostre a mò di minestre riscaldate, scopiazzate & imballate da una “curatrice artistica ammanigliata ai vip” (con la complicità pericolosa un critico di grido, che si “presta” a fare anche il gran “direttore scientifico triennale” vista la disponibilità di qualche troika di segretarie locali/artistiche super “curriculate” e un pò toste. Dare carattere scientifico “ di mas-sa” agli “eventi” vuol dire fare mostre in vari “Castelli Federiciani" d’inverno con tanti sperperi e con una “cinquina” di artisti? Programmati con buoni rapporti e “trat-ative private” tra “Ente pubblico e critico VIP” (tramite una qualche curatrice uscita da “un cilindro”), sostenuto sulla stampa locale amica (della ex 3^ pagina) e dalla famiglia delle corrispondenti giornaliste ? Per giunta con incarico triennale invernale (lo scrivono…) ma, con quali somme perché non lo dicono per iscritto? Dov’è la trasparenza degli “atti”? E le risposte non date alle spiegazioni richieste, fatte pubbli-care dai cittadini (?), oppure è più trasparente: invitare apertamente con un bando propagandato per tempo almeno tre mesi prima ( un 90gg.), dove ognuno può concor-rere con titoli specifici e riconosciuti. Insomma. con regole uguali per tutti, con la minor spesa possibile preventivata e non più modificabile.? E’ possibile far qualcosa anche di meglio in questo Paese per l’arte? Oppure Milano, Venezia, Bologna, Roma, Napoli, Bari…, non battono la Bandiera Tricolore Italiana? E' utopistico pensare di far gestire (anche queste iniziative culturali artistiche espositi ve locali “regionali”, “comunali razionalizzandole e combinandole con le “Biennali”, le “Triennali”, le “Quadriennali”), con i vari “Eventi” coordinati e curati, da addetti ai lavori di provata professionalità con titoli artistici e di studio e meriti scientifici reali (non con le false medaglie di cartone). Mettendo in prima fila quelli rilasciati dalle uniche istituzioni abilitate e previste dalla Carta Costituzionale Italiana: le AA. BB. AA. MIUR/Afam., e le facoltà universitarie umanistiche, individuandole tra quelle più operative per la qualità e l’originalità della ricerca. Dicasi così anche per quelle altre varie Accademie parificate legalmente riconosciute dal MIUR. L'Istituzione dell’antica Biennale Veneziana, è stata trasformata con un decreto legislativo in una poco pubblicizzata “Fondazione La Biennale Di Venezia” e dell’avvenimento (prima del 2004), perchè è venuta amancare un’aperta discussione? Con l’adeguata 'informazione? Si domanda: La Biennale è veneziana (?), è italiana (?), è veramente internazionale (?), è “pensante” (?), è una vetrina pubblica finanziata anche con il denaro dello Stato (?), “sente” le grida delle tante proteste e proposte (tutte restate “lettera morta”(!), che sono fatte da anni (?). Una Comunic/Azione…Pura Allora perché – dopo ben più di 52 anni suonati – non farla – caro Ministro alla Cultura (e carissimo Presidente Croff e caro direttore “americano”) – a porte aperte per tutti gli artisti? Perchè non fare un Grandissimo Laboratorio d'Arte dell'intero pianeta? Con una squadra giovane di artisti, curatori, autori, critici, studiosi e dar loro “carte blanche” (con un conto spese uguale per tutti), e tanti idonei e capaci “esperti” per esaminare tutto questo "potenziale" ideativo e le “esplosioni” delle "Rivel/Azioni" dei talenti artistici puri si “scoprirebbero edogenamente” sotto gli occhi di tutti? Razionalizzare i vari contributi statali, investendoli per poi recuperarli. Quanti vanno veramente investiti e quanti devono essere “necessariamente” spesi con progranni flessibili? Mi pare abbia molta “serenissima e santa ragione” il Sindaco di Venezia, il prof. Cacciari (magari diventasse il futuro Primo Ministro del nostro Governo Italiano). Mi pare giusto la sua metafora del “tirar fuori la pistola” per non farsi scippare dai romani i fondi destinati ai veneziani. Mi pare giusta, inoltre, contro lo sperpero e l’abuso come spesso accade ma, quei giornali che praticano la “Congiura del silenzio” non devono essere censurati dall’Ordine dei Giornalisti per la mancata informazione? Oppure per conflitto d’interessi (?). Basta esaminarne i loro articoli (!), comparare i nomi, le date, le mostre, con le altre testate locali e nazionali… perché "l'Ordine" non si adopera? Come controlla il “Mibac” – nella 52/a Biennale Veneziana la sua azione? – le spese fatte dalle attività "Eventi collaterali non ufficiali”? Per quelle nemmeno previste (non autorizzate!) nel calendario-programma presentato nella prima “Conferenza” in fotocopie scopiazzate, consegnate all’Ufficio Stampa e ai galleristi durante la pre-sentazione registrata e pubblica, alla presenza delle autorità ufficiali e del Governo. O basta solo farsi "sponsorizzare" (mascherando la pubblicità “invisibile” – occulta –?) Il fisco, i garanti della informazione non vedono? Come sono regolati gli inviti? Lo vogliamo scrivere? Il direttore “cri-tico” & “artista”, ecc. “l’Americano R. S... – (il nostro pulcinella diceva: “non si possono servire due padroni”) – nominato a dirigere l’attuale “Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea” dal veneziano Presidente della “Fondazione La Biennale di Venezia”, a quale mulino porterà l’acqua?... (Quanto tempo "ruba" alla sua attività di critico? Quanto tempo "regala" alla sua attività d’artista? E quanto ne sottrae alla Direzione della “Yale school” e al “Filadelphia art museum (?), io so che in quel suo museo americano rubano le “carte” con gli “autografi” di Yves Klein (!), e senza pistole alla mano e incappucciati come hanno fatto domenica, purtroppo, al vecchio Museo “de Beaux-Arts”di Nizza. Da chi sono coordinati gli sponsor della 52/a Biennale d’arte e tutto il gruppo degli "sponsor tecnici"? Per gli inviti degli altri addetti ai lavori con quale criterio artistico-critico è fatta la lista? Chi n’è il vero responsabile? Inoltre i vari “Critici IN…elenco”, tra gli invitati accreditati, perché hanno (loro si!) rimborsi flessibili e non vanno (pare certo) mai controllati e protocollati e registrati insieme ad altri che ne avrebbero diritto per motivi di studio o per studi specifici effet-tuati? I "disegni di legge", i "decreti legisla-tivi" non possono prevedere anche diritti a favore dei poveri giovani artisti in gamba? Senza far finta di non capire? <>, titola l'arti colo di Giorgia Vallese, nella "Guida Ragionata" a sua cura (Allegato Arte, n. 407, luglio 2007 - Editoriale Giorgio Mondadori), e "guida alla mano" non spende molte parole, ma, la capia-mo), sul quantum del budget su le qualità artistiche, critiche, culturali del "Direttore americano", dei tre assistenti che lo aiutano (!)", di quant’è il loro contratto? Quanto hanno dato all'arte e quanto prendono dall'arte? Ma, fa emergere bene l'operazione disgustosa...urlata e amplificata - priva dieleganza - al microfono dal "4° premio...della Giovane Arte Italiana " (assegnazione e partecipazione non convincente) e in quel Padiglione Italiano emerge dell'altro di gran sch.... in questo Padiglione italiano (facciamo un bel convegno aperto a tutti a entro ottobre con un bel O.d.G. dal tema: "Meditazione, impegno ,eros politica. L'arte chi la sa fa, la fa e la può “comunicà” dalla Città, alla Città?") Con i vari partecipanti, mercanti, galleriste, giornaliste, curatrici, imbavagliati? E con carta bianca a tutti gli altri addetti ai lavori. Nel frattempo ci vorrebbero le visite, dei bravi Ispettori Tributari e sareb-bero utili all’arte italiana e alla Agenzia delle Entra-te, in tante di queste “gallerie-boutique” per po-ter scoperchiare varie “pignate” piene di fatture e forse anche registri fasulli con solo pochi incassi reali (in bianco e nero) e spese di rappresentanza e (forse?) per varie consulenze “come esperti” dalle Regioni e da altri Enti retti anche con il contributo del denaro pubblico? Manca la legalità del con-trollo dei bilanci (pur se depositati in tribunale, da quando ne fanno due diversi? E' certo “uno" nella 24 ore segreta e "uno" nel cassetto dell’Ufficio), com'è pur certo – ormai la cosa è pubblica, il debito è di “900,1 Milioni d’Euro” – sia stato fatto in questa nostra povera Città, che prima era conosciuta come la “Città dei due Mari” e d’ora in poi (in questa triste epoca di eccessi), passerà alla storia come la”Città dei due Bilanci e dei due Mari” dell'Italia del Sud e dell’ex famosa “questione meridio-nale” mai risolta dalla politica e dalla organica “burocrazia pubblica” sempre più abile e radicata come la “gramigna” nei “palazzi” e “fuori”(?). La puntigliosità dei “riforma-tori” per correggere le antiche e nuove storture dove si applica? Siamo al-l’altezza per far delle rifor-me culturali reali senza scomodare americani e dirigenti d’azienda della “forza” di Davide (?), credo di si. Basterebbe recuperare il denaro pubblico e le spese (anche dei gettoni dei C.d.A.) degli Enti (parassiti), che La Corte Dei Conti ancora non riesce ad eliminare gli “Enti inutili” – clientelari – ne restano ancora ben 101 (Centouno), che bruciano (!) del denaro pubblico, che danno? Questa Fon-dazione della Biennale di Venezia, ormai in partenza è già sulla strada per essere una fondazio-ne rivoluzionaria “Inutile all’arte” e “Utile a tesaurizzarla” e per chi? Mi voglio augurare, che si possa arrivare a fare operazioni più qualitative, che quan-titative, per far "Sentire l’arte con il cuore e con la mente” e non per “Pensare con i sensi della globalizzazione estetica" , che è "figlia della globalizzazione economica" ricevendo i tanti vari sponsor, interessati a pubblicizzare il proprio nome invece di finanziare realmente i giovani artisti e i progetti dei ricercatori delle varie AA. BB. AA. e delle Facoltà Universitarie Italiane. Ora, occorre evitare quelle iniziative mol-to strane e incre-dibili per l’intelligenza e la sensibilità non solo artistica. Cito una per tutte, questa delle “Attività collaterali” astrusa. Descrivibile solo come anacronistica – e non sarebbe ironia critica alla napo-letana, con Salvatore Di Giacomo per definir-la come una delle più enormi “stronzate?” di questa “52/a Biennale Lagunare…”. Immaginate, per oltre tre mesi “100 Conferenze per 100 giorni”…, su di un fatto anacronistico più pubblicitario privè, che artistico?” Delle gigantesche C…e (!), covate sotto la testolina (?) della baronessa (vedova) soprannominata nel l’ambiente: “La Baronessa delle 3-D. (D.D.D)”. Nominata persino Cavaliere (sul campo della cultura - sic!), dall’ex Presidente della Repubblica C. A. Ciampi. Per quali meriti precisi culturali “reali” ? (è un po’ come le “Lauree Ho-noris Causa” date da certi rettori “post moderni” di Università di fama (affamate di pubblicità gratuita) farebbe-ro bene i Ministri a nominare degli ispettori del MIUR e anche tributari – io un paio d’ispettori l’invierei subito – per far luce e porre termine a codeste “sciagurate ceri-monie fasulle” certamente anche a pagamento? Pare, che il neo laureato pilota moto-ciclista debba miliardi al fisco per evasione fiscale ?). PER CHI? Quando invece ci sono studiosi, bravissimi – invecchiati sui libri, nei loro santi studi e laboratori d’artista, spesso senza nessuno, alcuni pure ammalati e altri abbandonati dai “mercanti-galleristi "caimani dell’arte” – “Artisti veri”, protagonisti originali del-la cultura artistica, che ven-gono perduti nel grigio dimenticatoio dell’oblio più triste. A queste nobili signore (mano-vriere esperte e rauche salottiere e per giunta o per mo da si dichiarano politicamente anarchiche, però disertano da anni le “Elezioni politi-che ecc.”, e non esprimono mai nessun voto. Sono gli assenteisti dell’impegno civico; altro che per meriti artistici, revocherei il loro titolo di “Cavaliere” (e pur questo è in-flazionato al pari del titolo di laurea honoris causa). Quel nostro grande imperatore intellettuale, Federico II di Svevia, fondando quella prima Università a Napoli (oggi porta il suo nome), come poteva prevedere questo sistema molto criti-cabile? Domando a chi spetta: in un Paese civile (com’è il nostro) l’impunità sulle cose cul-culturali deve con-tinuare a regnare sovrana ancora senza porre rimedio alcuno. Lo sanno anche le pietre, queste sono operazioni “montate” per far “apparire” sotto la sigla e il timbro della “Biennale” quattro poveri infelici ignoranti “peudo “pittorastri" della domenica (accidiosi) nemmeno idonei a far una “o” con un bicchiere; nemmeno ciabattari operatori del Kitsch alimentatori confusionari di cose inganne-voli “cariate dal Kitsch”, con la complicità di mezz’imbusti pompisti “criticiastri indipendenti” (impiegati statali a mezzoservizio) e da analfabeti “giornalisti-critici-stici” di un quo-tidiano della “controra del giorno” è definibile più che del “Giorno dellaivetta” della “ Sera del merluzzo melota” (specie non rara nel nostro territorio, che prende il nome dal“ Mar Jonio”) In combutta con l’onnipresente gran criticone con tanti pregiudizi di linguaggio – dalla recensione facile, facile, non più nuova, nuova, anzi dalla critica ingannevole e vecchiotta, stile: “fumoso elegante” grigio.debole (politicamente ex Martelliano…), com’è conosciuto nell’ambiente dell’avanguardia emiliana << invece è un gran cacchione critico il furba-stro prof.“R.B.”>>, che si crede un genio al pari di Gugliermo Marconi,,,(sic!) – dell’Università Bolognese, quella che ha “laureato” il cam-pione motociclista oggi inseguito e denunciato dal fisco per la colossale evasio ne fiscale miliardaria. Mascherata in Inghilterra? E’ lecito chiedere spiegazioni... …a chi spetta? E ancora – si osserva – e si chiede: si può fare una Biennale Interna-zionale d’Arte Ve-neziana (con un più rappresentativo gruppo – o comitato – di cate-gorie artistiche uffi-ciali?). Purtroppo questa 52/a dizione 2007, con l’attuale fronte (nemmeno) tiepido di artisti sparpagliati nei “Giardini” con tante foto e video ovun-que sparsi e con “poco puro buon gusto” in questa Italia estiva arroventata dagli in-cendi criminali e distrut-tori di tanto Paesaggio naturale e di tante specie di fauna, che solo a pensar la triste fine fatta dalle bestiole nel fuoco, rabbrividisce il “core” anche a chi lo ha di pietra! E nessun “artista biennalista” o gallerista ha dato un segno di solidarietà pura, do sta la sensibilità? Come si può far dell’arte nel mord e nel sud se non si ha coraggio, è incredibile dirlo? Ci vuole in ogni modo più coraggio a vive-re in Italia, che ad emigrare, ad espatriare, per trovare soddisfazioni in un lavoro molto difficile ovunque uno lo svolga da artista, da poeta... (in “Esilio-Asilo”). La "Fondazione Agnelli" (va sostenuta), approfondisca con altre brave ricercatrici, affi-ancate da giovani delle AA. BB, AA. BB. AA., ampliasse i fondi per le borse di stu-dio da assegnare all’Archeologia Classica e per promuovere quella Industriale (onde rivederne le tecniche per altri utili brevetti), all'Arte Contemporanea e all’Arte Spe- rimentale (e oltre ad "Attingere denaro" dai Vari Ministeri e sponsor lo attinga anche dalle varie Associazioni degli Industriali – l’efficiente e attivo Presidente (Fiat) e del-l’Assindustria Cordero di Montezemolo e il neo Presidente della Fondazione della riformata Biennale (fatta in “camera caritatis”) promuova anche la “cultura” per gli artisti, i designer, gli ingegneri e anche degli architetti-artisti oltre che quella della Ferrari. Cancelli con dei corsi di aggiornamento la mediocrità dell’ignoranza impren-ditoriale-commerciale di certi industrialotti (più arricchiti che validamente istruiti). Costoro dall‘antica e storica Olivetti vicinissima all’arte, poco hanno appreso? Magari promuova un efficiente “Convegno/Forum” di un buon livello internazionale affidando la gestione ad un “comitato” di giovani studiosi e intellettuali e validi do-centi-artisti, a bravi giovani ingegneri ed economisti e bravi giornalisti intelligenti per avere proposte fattibili ed applicarne le soluzioni pure, studiate, snelle, efficaci, ope-, rative flessibili, sviscerabili per la ricerca e la cultura artistica, poetica e sproni i valen ti giovani industriali a finanziare progetti per rinnovare l’immagine, le “strutture” e le loro fabbriche, promuovendo grandi progetti anche per nuovi utili brevetti. Questo mio intervento è un appassionato "Cantico Mediterraneo Delle Creature” de-dicato a quelle Artistiche sensibilità pure delle aree dei Mezzogiorni d'Europa e di tutto il Sud del Mondo. Mi dicono, che sono un puro e romantico combattente Sparta no Francescano “comunicatore instancabile” del Concetto dell’Arte-Pura, ma, molti non sanno come costoro costoro sanno, che sono anche il fondatore dell’"Ordine Del Gruppo Degli Ingegneri Del Tempo Libero" e il mio tempo libero lo dedico al volon- tariato sociale, dando una mano al “Gasddej” (Gruppo Autonomo Sud dei Disturbato- ri Estetici Jonici). Sì, è vero, sono il principale animatore perché mi sento rotto, molestato e disturbato dal cattivo gusto – Kitsch – l'ha ben definito in un gran libro: "Il Kitsch, antologia del cattivo gusto, Milano 1967”, uno dei nostri più conosciuti in studiosi d’estetica d’Europa e il più originale tra i critici-operativi di livello interna zionale, Gillo Dorfles, che ho avuto la fortuna d’incontrare e avere vivi contatti in più occasioni indimenticabili qui a Taranto, a Bari e a Milano e tuttora in atto. Purtroppo, mi manca tempo per le oper/Azioni e le pure “comunic/Azioni”, che non vorrei comunicare al vento. Ho molta, santa speranza e tanta sacra pazienza e abbon-dante tenacia spartana*, testarda, con viva e immensa fede nell’Arte Pura e in quella degli artisti "autentici" e in quelle persone ric-chissime di sensibilità mediterranea. Ma, basta un segnale, una semplice comucazione vera dalle persone ricche di spirito per sentirmi “rigenerato” e pronto ad andare oltre il già dato dall’arte, non per fare del’altro (come fanno quei poveri spirito e pieni d’insensibilità acerba e vuoti di ori-ginalità). Intendo confermare,che l’artista autentico con la piena onestà intellettuale lavora, studia, opera per andare oltre… per dare contributi autentici all’arte con la gioia dell’originalità inventiva dell’Arte Pura con la critica poe-tica del vecchio-gio vane poeta, il sempre sorridente Jacques Lepage e i consigli generosi dell’indimenti-cabile Guido Le Noci, con l’illuminante visione estetica della “Natura e Cultura” del Nuovo Realismo con il Natura-lismo Integrale di Pierre Restany, trasfusami nelle tante nostre occasioni d'incontro con delle lunghe, belle, gioiose piccole e profonde conversazioni sempre associate alle intelligentissime disquisizioni artistica anche durante squisiti e ottimi pranzi semplici – della cultura marinara “Mediterranea” – co-ronati da spiritosi brindisi con vino rosé, bianco e lo squisito “spumante” – gustoso alla maniera del classico “champagne” – delle antiche cantine del contado Grottaglie-se comè il “Don Attilio” (della nota cantina “Pruvas”), senza alcun “falso critico” fra i piedi e numerosi artisti intorno e qualche persona di famiglia e amici come Alesan-dro Mendini architetto-artista, mio fratello Tullio il più caro, “Tonino” Cavallo già Sindaco dei migliori, mia figlia Sabrina specialista archeologa (paletnologa), molto attenta anche all’arte dei giorni nostri. E in tante altre volte, nelle nostre lunghe estati a Nizza, anche con il poeta – della poesia pura “Neo-Mediterranea” – Jacques Lepage, tra i più puri e sensibili critici d’arte dall’antico linguaggio poetico dell’Arte Pura del nostro territorio – la Magna Grecia ricchissima terra dei tanti misteriosi miti – gli antichi Segni del Sud, della cultura Mediterranea, artistici, poetici, estetici, comunicativi originali purissimi… - /continua

(Bozza in correzione…                      19/ago)                delpiano.artepura@libero.it

 
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Post n°33 pubblicato il 15 Luglio 2007 da mediterranea.atelier
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"L'AUTOMME"

Un cheval s'écreoule au milieu d'une allée

Les feuilles tombent sur lui

Notre amour frisonne

Et le soleil aussi.

Jacques Prévert

vittorio del piano...immaginie e parole a-decollage autre...  - Continua

 
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veleggiare sul mare dal color cobalto...

Post n°32 pubblicato il 15 Luglio 2007 da mediterranea.atelier
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Veleggiare sul mare dal color porpora al tramonto... con te...arte

 BUON VENTO MARINERO 

MEDITERRANEA” ( La Città ) DELL' ARTE-PURA

dove la vita è “concetto-estetico Puro

da questo luogo puoi raggiungere la “Città-Altra 

e in questa vivono

gli “Artisti Spiriti Liberi” dell’arte

qui s’ideano pure “immagini a-decollage

 “parole/versi ex-tra/immagini-pure”  e schegge di

V-e-r-s-i-immagini-a-l-f-a-b-e-t-o-Dell'Arte-Pura 

di Poesia-ImmaGine...

...di Immagine-PoesiArt pur...

DA

è  nel

   BLeu DeL-mAre 

                                                                                                                     (by VDP)

 

 
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Post n°29 pubblicato il 14 Luglio 2007 da mediterranea.atelier
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MARINERO...AUGURA BUON VENTO ALLA TUA VELA...

GIA'

DA QUANDO L'ARTE PURA E' STATA IDEATA...                     il VENTO TIRA...SOFFIA...SPIRA...

con poesie d'immagini e con immagini scritte lacerate        a-decollage autre

lacèrer artistiquiment

 
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Post n°28 pubblicato il 11 Luglio 2007 da mediterranea.atelier
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“OMAGGIO PURO A PIERRE RESTANY”, dal 15 Dicembre 2006 al 30 Gennaio 2007 - a cura di Vittorio Del Piano  -

Con opere dedicate

a Pierre e a Tullio,

scrittura, fotoimmagini d’immagini,

parole lacerate artisticamente e immagini pure 

 Lacer/Azioni  

a-decollage/autre  oper/azione comunic/azione: 

 Dalle lune di Magritte a "Le Quattro Lune Cosmiche con l'Immagine dell'Eclisse della Quarta Luna nel Cielo dell'ArtePura"

Tecnica:                                                     a-decollage-autre

lacérer/artistiquement 

 "Omaggio Puro a Pierre e a Tullio "                                                                                 Libro d'artista  di                                                                      Vittorio Del Piano 

Annullo Speciale Postale-francobollo "Salvatore Quasimodo"

 Atelier MediterraneArtePura, Taranto/Nizza.  

 
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INVISIBILE/INVISIBILE E' ARTE-PURA

Post n°27 pubblicato il 10 Luglio 2007 da mediterranea.atelier
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 Omaggio Puro dedicato a

 Pierre Restany

 
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Post N° 26

Post n°26 pubblicato il 09 Luglio 2007 da mediterranea.atelier
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<<PubbliCittà & Immagini digitali d’Artista per la Città>>.

La recente iniziativa «PubbliCittà & immagini d’Artista per la Città»,

è l’“Omaggio Puro dedicato a Pierre Restany”,

con la trasmissione digitale d’immagini d’artista su

 tabellone elettronico luminoso a led modulare, con una collezione d’immagini digitali

d’Arte-Pura per la CittàMuseoPuro-MuseoCittàOperaCittà,

operazione ideata e curata da Vittorio Del Piano-(1), promossa e organizzata a Taranto con il “Videoartesperimentale-Taranto-Nizza” & l’ “Atelier MediterraneArtePura” con gli artisti:

Pino Chieco, Mario Colonna, Vittorio Del Piano, Alessandro Mendini, Eugenenio Miccini, 

Pietro Guida, Natalino Tondo, Rodolfo Vitone, più Pierre Restany con il suo V Manifesto

“Contro L’Internazionale Della Mediocrità –

Verso L’estetica generalizzata. 2

 Omaggio Puro a Pierre Restany <<PubbliCittà & Immagini d’Artista per la Città >> è il titolo di questa “mostra particolare”, accolta nello spazio urbano più popolato della città di Taranto, sull’apposito Videotabellone a led (elettronico) posto, appunto, in Viale Magna Grecia, sul lato destro della corsia sud, all’incrocio con Viale Trentino. La collezione di “videoimmagini pure digitali” degli artisti italiani selezionati, tra gli altri, i più vicini alla mia poetica, invitati per il loro specifico linguaggio operativo e da me voluti al mio fianco e inseriti nell’attuale Comunic/Azione artistica dedicata a Restany e alla Città… Museo-Città & Arte-Pura in divenire… con l’originalissimo frame opera-sequenza dell’immagine elettronica, una produzione d’Arte Pura Digitale originalissima dato il linguaggio artistico digitale  <<… che segna la fine della videoarte – già segnalatami a suo tempo (in quanto scaduta…e anacronistica…) da Pierre Restany e al quale oggi rivolgiamo l’Omaggio Puro – e segna il passaggio alla nuova dimensione pura del linguaggio elettronico e della estetica dell’Arte-Pura, che enuclea il concetto del “processo creativo” comunicato in una sua conferenza (Filadelfia, 1951) dal precursore del’avanguardia Marcel Duchamp, “l’alchimista” dell’ “Arte Pura>> dove afferma che l’opera dell’artista viene completata dall’osservatore nel momento della lettura visiva utilizzando il proprio gusto e la propria cultura in comunicazione con lo spirito concettuale dell’artista-autore…

In questa nuova dimensione dell’Arte-Pura, digitalizzata ora, lo scenario post-duchampiano giunge al “plus oultre” dell’immagine ready made pura tradizionale nella quale s’innesta, in piena epoca di “globalizzazione estetica (figlia della globalizzazione economica)”, questo “processo creativo da me analizzato con occhio puro mediterraneo d’oggi e con il cervello sulla lunghezza d’onda della sensibilità e della gran purezza duchampiana interpretata e combinata a quella di Pierre Restany e testimoniatami con la sua lettera, tra le più importanti scrittemi già molti anni fa a proposito di un mio librettino dedicato proprio a questo studio del “processo creativo”. Doverosamente devo dire tutto ciò in  quanto Pierre Restany è stato il mio più caro amico e precettore. Io in qulità d'ideatore e curatore dell'attuale eccezionale operazione artistica sperimentale nuova - che ho promosso e organizzato con il GruppoVideartesperimentale-Taranto/Nizza & l'Atelier MediterrananeArtePura-(anche per la presente comunicazione e doverosa testimonianza con la quale affermo, che la videoarte, dopo la scomparsa di Nam June Paik, ha esaurito il suo ruolo. Ormai è finita e può essere messa in soffitta - lo confermo e lo sottoscrivo coscientemente, per essere stato il pioniere assoluto, autore della prima opera di videoarte con la iniziale realizzazione della prima e sperimentata “videoinstallazione” allestita dal sottoscritto in una galleria d’arte pubblica in una collettiva – appunto nella Galleria d’Arte “A.R. Cassano” dell’E.P.T. di Taranto (1965-1966), dopo le sperimentazioni e le installazioni effettuate in studio dal 1963 - ’64 al 1965 -‘68) di cui un evento è testimoniato dal poeta visivo Michele Perfetti), con un articolo sulla terza pagina , in quel tempo diretta, con grande sensibilità e intelligenza giornalistica dal dott. Vincenzo (Cenzino) Petrocelli, purtroppo  prematuramente scomparso (5) .

Questo “Omaggio” con la suddetta mostra sperimentale e con le nostre <<comunicazioni pure fatte nel’apposito I°Forum dell’anno u.s. >>-(6) attraversa tutte le barriere dell’insensibilità artistica, e traccia la nuova Via Artistica e Poetica  della Ricerca Espressiva Linguistica Digitale, con la poetica operativa de “La Visionica pura”, indicata a catturare con la velocità d’oggi la qualità dell’immagine digitale pura della comunic/azione e della trasmissione elettronica com’è questa mostra immessa ora da: Del Piano, Mendini, Miccini, Vitone, Colonna, Chieco, Tondo e Guida, nel Mondo dell’arte digitale per l’arte totale nello Spazio della Città d’oggi, per l’immagine della Città Pura …per il MuseoPuro-OperaCittà – ArtePura e CittàPura-OperaMuseo. “Contro l’internazionale della mediocrità – Verso l’estetica generalizzata”: concetto preconizzato da Pierre Restany che abbiamo innestato/innescato a quell'altro concetto di Marcel Duchamp: il “Processo Creativo” il rivelatore puro dell'Arte Pura e della comunic/azione della sensibilità dell'artista  con ogni

osservatore  sensibile e intelligente.

 

                                                         (Atelier MediterraneArtePura)

                                                                   Vittorio Del Piano

____________________                                                                                    

1)-Vittorio Del Piano, invitato/Videoartesperimentale - Arts Tapes dell’Asac (a cura di) Fulvio Salvadori.  La Biennale di Venezia, Eventi del ’76 -’77, Marie George Gervasoni,  Annuario 1977-1978.  A Cura dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee, La Biennale di Venezia, 1979.

(2)-Pierre Rerstany, 5° Manifesto “Contro L’Internazionale  Della Mediocrità – Verso L’estetica Generalizzata”. Edizioni Galleria Apollinaire, Milano 1961.

(3)-Vittorio Del Piano,”I colori dell’Olio e del Vino-La Rosetta Murgiana”- Presentazione della personale di Rosetta Cotugno (catalogo autogestito edizione fuori commercio) - Galleria  Comunale  d’Arte Contemporanea - ’”Acchiatura”,, Grottaglie-Taranto. Stagione artistica 2005-2006.

(4)-E’ detta “la sindrome del criceto” in quanto la pubblicità incosciamente ci fa realizzare acquisti e immagazzinare anche nel frigo quanta più merce è possibile per timore di restarne privi. Dagli studi del comportamento animale per il cibo si è determinato, pare, questo accostamento all’individuo il quale  è “preso” dalla sindrome quando vede il  proprio  frigo vuoto. . artistica, poetica espressiva e comunicativa dell'Arte Pura.

(5)-Michele Perfetti -“Videoartesperimetale”alla Biennale di Venezia/ E’ nato  a Taranto il videotape mezzo dì espressione estetica.- Corriere del Giorno, 29 Dicembre1977 -  infatti la “Terza Pagina” di questo quotidiano locale diretta dal giornalista Vincenzo Petrocell, è stata una punta avanzata di altissimo livello culturale e più   prestigiosa di molte  altre“terze” di quotidiani nazionali. Ora purtroppo è precipitata molto in basso per la manichea gestione retrò,  dell’attuale responsabile redattore “illimitato tuttologo” culturale della “controra artistica meno prche provinciale”. Peggio per chi lo legge! "Tanto va all'Archivio...che ci lascia lo zampino..

(6)-L’incontro si è tenuto al“1° Forum Arte e Territorio” c/o Ist. Statale “G. K. Shkanderbe”,16. 11.2006, nel quale  si  è trattato: “ dell’Omaggio a Pierre Restany (G. Jacovelli – V. Del Piano)”; del“concetto delle tecniche pure che vanno applicate con l’estro e con la  pura intelligenza e la fine percettibilità dell’artista comunicatore per l’immagine della CittàMuseo/OperaCittà” – limiti espressivi – (V. Del Piano)”; del noto manifesto “Contro  l’internazionale della mediocrità  -“Verso l’estetica  generalizzata” (Restany-Le Noci,’61;)  della città sul “preciso  genere di un'architettura non destinata a contenere, fatta di quinte, di pavimenti, di chioschi, singoli oggetti, tutto teso come opera d'arte: come Museo All’aperto” (Mendini); del “territorio-laboratorio” vedere la città con la poetica della Poesia Visiva “il vedere è atto simbolico che genera allegorie” (Miccini); della  presentazione su grande schermo “delle elaborazioni d‘immagini dalle analogiche alle  digitali, del montaggio della immaginie del frame e della progettazione tecnico-operativa con elaborazione al computer e trasmissione computerizzata su tabellone luminoso elettronico a led, modulare” ( Ing.  Mauro Del Piano). Le relazioni n sono state videoregistrate nel convegno sotto la direzione del  prof. dott. Fiore Dettoli, Dirigente Scolastico dell’Istituto Statale “G. K. Shkanderbeg” di Faggiano/Taranto. La copia della trascrizione è disponibile presso la Direzione dell’Atelier MediterraneArtePura, via G. Giovine, n. 47.cap.74023-Grottaglie/Taranto.

   

 

                                                        §

LA CITTA' SE NON E' PER L'UOMO NON E' CITTA’-

LO SPAZIO URBANO

DEVE ESSERE

INTERPRETATO E STRUTTURATO ESTETICAMENTE, NON VIOLENTATO DAL "KITSCH DEI PROGETTI"

DEGLI ANALFABETI INSENSIBILI

DELL'ARCHITETTURA

DEL MAL

COSTUME POSTMODERNISTA.

 

 

 
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Post n°24 pubblicato il 19 Giugno 2007 da mediterranea.atelier
 
Foto di mediterranea.atelier

LIBRO D' ARTISTA DI
VITTORIO DEL PIANO

dedicato a Pierre Restany

OMAGGIO PURO A PIERRE RESTANY,

"Caro Pierre, amico mio e dell'Arte Pura..."

"a-decollage-autre/lacèrer" immagini e parole lacerate artisticamente, poeticamente pur

Atelier MediterraneArtePura-Taranto/Nizza 2005-'07

 
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Post n°22 pubblicato il 16 Giugno 2007 da mediterranea.atelier
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"SEZIONI AD ARTE"

ESPOSIZIONE E TAVOLA ROTONDA E PRESENTAZIOENE DELLA MOSTRA D'ARTE CON

 il Patrocinio Città di TRANI-Assessorato alla Cultura – Org. da Michele Di Leo (a cura di) Alvaro Spagnesi,, è stata allestita –  e ideata per l'occasione dall'artista-docente dell'AA. BB. AA. di Bari: VITTORIO  DEL PIANO – una serie di opere dedicate come um "OMAGGIO PURO" a PIERRE RESTANY l'Esperto d'Arte Internazionale noto anche come autore del famoso volumetto rosso - LE LIVRE ROUGE DE LA RIVOLUTION PICTURALE (1^Ed. Apollinaire, Milano 1968),studioso,critico e grande intellettuale, fondatore del NUVEAU REALISME (1960), del MANIFESTO DEL NATURLISMO INTEGRALE (1979 -1980), unito per anni al gallerista dell'Apollinare Guido Le Noci il martinese-milanese al quale l'univa una grande amicizia condivisa; ai due era unito lo stesso Del Piano (sin dal 1959-1960), anche per l'attività artistica, che è stata sempre sostenuta da Guido Le Noci e operativamente condivisa da Pierre Restany, caratterizzando la ricerca artistica e operativa dell'artista pugliese tra i più puri artisti dell’avanguardia sperimentale pugliese (1960) con base internazionale a Nizza, per la collaborazione avuta anche dall'altro grande amico comune - poeta e critico d'arte - Jacques Lepage (il Parigino) della nota Scuola di Nizzacatalizzatrice con Jacques Lepage di tutti i più importanti avvenimenti artistici degli ultimi 50 anni in Costa Azzurra  i cui testi critici sono raccolti in un libro edito a Nizza e presentato a in Italia (a Taranto) prima che in Francia, con l’intervento di Vittorio Del Piano e in presenza dello stesso entusiasta autore il poeta-critico d'arte Jacques Lepage.  

 

 
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Post N° 17

Post n°17 pubblicato il 11 Giugno 2007 da mediterranea.atelier
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"L'ARTE-PURA, E' VIA

LINGUISTICA,

E' VIA ESTETICA PURA DELLA

SENSIBILITA',

 E' LA VIA ARTISTICA/POETICA

 DI 'MEDITERRANEA':

LA 'CITTA' DE L' ART PUR ."

 
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Post N° 16

Post n°16 pubblicato il 10 Giugno 2007 da mediterranea.atelier
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Vittorio Del Piano, (Venezia 1974), con Carlo Ripa di Meana, - da poco insediato - all'epoca Ripa di Meana era Presidente della BIENNALE INTERNAZIONALE D'ARTE DI VENEZIA, Vittorio Del Piano (nella foto a sinistra), fu invitato con una opera video-tape per gli Arts tapes-ASAC (dell'Archivio Storico delle Arti Contemporanee)della Biennale diVenezia, (a cura di)F.Salvadori con proiezione su grande schermo,1976/1977. Intervenne il filosofo canadese M.McLuhan, e tra gli altri, il sociologo italiano prof. F. Fer-rarotti - videotape "L'Artista del NO"- Arte-Performaces, Interventi Artistici, Poesia visiva - del Referendum, Taranto 1°Maggio 1974 - Videoartesperimentale -1/2", b.n. 30 min.). Dalle pagine del catalogo (ediz. Lacaita Editore, Manduria TA),Del Piano ha ideato un libro d'artista - per L'Omaggio all'Esperto d'Arte Internazionale Pierre Restany ( Taranto, 15 Novembre 2006 - 15 Gennaio 2007) - "a-decollage/lacérer-autre" a mano, con una personale tecnica-grafica e carta speciale. Ogni esemplare riporta la firma dell'artista-autore ed è numerato 1/30, con (5) prove d'artista siglate altresì e numerate I-V, collezione personale, un Livre Documento-Omaggio con dedica alla moglie di Pierre, per la Fondazione Pierre Restany, una "prova d'artista" con "lettera pura"... Caro Pierre Restany, amico mio dell'Art-Pur... in donazione all'Institut national d'histoire de l'art INHA Paris. Département de la bibliotèque e de la Documentation

 
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Post N° 15

Post n°15 pubblicato il 07 Giugno 2007 da mediterranea.atelier
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ANNULLO SPECIALE POSTALE FIGURATO, PER L’OCCASIONE DELL’OPERAZIONE (*)

CULTURALE IDEATA E CURATA DA VITTORIO DEL PIANOMEDITERRANEARTEPURA.

LETTERE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA * 15.11.2006 *     

 
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Post N° 14

Post n°14 pubblicato il 07 Giugno 2007 da mediterranea.atelier
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MEDITERRANEA” ( La Città ) DELL' ARTE-PURA

dove la vita è “concetto-estetico Puro

da questo luogo puoi raggiungere la Città-Altra

e in questa vivono

gli “Artisti Spiriti Liberi” dell’arte

qui s’ideano pure “immagini a-decll age

  parole/versi ex-tra/immagini-pure” E-schegge di

V-e-r-s-i-immagini-a-l-f-a-b-e-t-o-Dell'Arte-Pura

di Poesia-ImmaGine...

...di Immagine-PoesiArt-pur...

DA

è  nel

BLeu DeL-mAre

                                                        (by/VDP)

 

CittàMuseo-MuseoCITTA'-MuseoPuroCittà

Vittorio Del Piano  (nella foto a destra), mentre introduce la presentazione della personale: "I protagonisti dell'avanguardia"del "poeta-visivo" Eugenio Miccini e del  ciclo di mostre per l'inaugurazione della prima " stagione" del suo "Centro d'Arte  Sperimentale d'Avanguardia .0 " - ideato/fondato, realizzato (1971/'73) - e diretto, per oltre un decennio. Con i cui lavori (pubblicazioni, studi, opere d’arte d’avanguardia, serigrafia), ha partecipato e contribuito alla trasformazione della fruizione   pura dell'arte. Con originale impegno d’artista e di docente nella AA.BB.AA. per lo studio delle immagini dei mass-media, come della critica d'arte e della comunicazione con l’arte. Suo è il “Manifesto” dell’Arte-Pura (1), e per una più attuale visione della purezza delle arti (della "CittàMuseo MuseoCITTA'Museo Puro") nel "caos"  artistico, della "natura urbana" della "città" del mondo contemporaneo.

(1)-Vittorio Del Piano, "Manifesto dell'Arte-Pura e Programma Progetto di Mediterranea", copyright  1986 - by videoartesperimentale  -Taranto/Nizza.

 

SULLA COMUNI/CAZIONE

Vittorio Del Piano 

In principio era…

il Verbo, dice la Sacra Scrittura. Non occorre aver visto “2001: Odissea nello spazio” per restare a pensare che forse in principio fu il “grrr-grrr-grrr”(grugnito) e che lintelligenza – quella umana – per arrivare ad un chiaro, efficiente articolatissimo scambio d’informazioni tra uomo e uomo ha dovuto impiegare migliaia e migliaia di anni (c’è chi insinua che non ci si è arrivati neppure adesso). Poi fu...(dopo la vista, l’olfatto, il gesto, il segno…), la parola, la “parola scrittura-pittura” nelle caverne, il disegnno-scrittura…e l’“immagine” dalla parete al supporto, dal supporto al foglio, l’ “immagine” e la “scrittura” insieme, la pittura, e la miniatura, la poesia, il libro, il giornale, la comunicazione.

 La comunicazione, è via estetica, è via linguistica, è via poetica.

 (continua)

No si può "fare una" conferenza per 100  giorni"...Come non si può "fare" un teschio tempestato di diamanti, per comunicare o per fare arte...E' solo Kitsch.                                                                                                                                                               (VDP)

 

CittàMuseo-MuseoCITTA'-MuseoPuroCittà

Vittorio Del Piano  (nella foto a destra), mentre introduce la presentazione della personale: "I protagonisti dell'avanguardia"del "poeta-visivo" Eugenio Miccini e del  ciclo di mostre per l'inaugurazione della prima " stagione" del suo "Centro d'Arte  Sperimentale d'Avanguardia .0 " - ideato/fondato, realizzato (1971/'73) - e diretto, per oltre un decennio. Con i cui lavori (pubblicazioni, studi, opere d’arte d’avanguardia, serigrafia), ha partecipato e contribuito alla trasformazione della fruizione   pura dell'arte. Con originale impegno d’artista e di docente nella AA.BB.AA. per lo studio delle immagini dei mass-media, come della critica d'arte e della comunicazione con l’arte. Suo è il “Manifesto” dell’Arte-Pura (1), e per una più attuale visione della purezza delle arti (della "CittàMuseo MuseoCITTA'Museo Puro") nel "caos"  artistico, della "natura urbana" della "città" del mondo contemporaneo.

(1)-Vittorio Del Piano, "Manifesto dell'Arte-Pura e Programma Progetto di Mediterranea", copyright  1986 - by videoartesperimentale  -Taranto/Nizza.

 

MEDITERRANEA” ( La Città ) DELL' ARTE-PURA

dove la vita è “concetto-estetico Puro

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e in questa vivono

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qui s’ideano pure “immagini a-decll age

  parole/versi ex-tra/immagini-pure” E-schegge di

V-e-r-s-i-immagini-a-l-f-a-b-e-t-o-Dell'Arte-Pura

di Poesia-ImmaGine...

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è  nel

BLeu DeL-mAre

                                                        (by/VDP)

 

SULLA COMUNI/CAZIONE

Vittorio Del Piano 

In principio era…

il Verbo, dice la Sacra Scrittura. Non occorre aver visto “2001: Odissea nello spazio” per restare a pensare che forse in principio fu il “grrr-grrr-grrr”(grugnito) e che lintelligenza – quella umana – per arrivare ad un chiaro, efficiente articolatissimo scambio d’informazioni tra uomo e uomo ha dovuto impiegare migliaia e migliaia di anni (c’è chi insinua che non ci si è arrivati neppure adesso). Poi fu...(dopo la vista, l’olfatto, il gesto, il segno…), la parola, la “parola scrittura-pittura” nelle caverne, il disegnno-scrittura…e l’“immagine” dalla parete al supporto, dal supporto al foglio, l’ “immagine” e la “scrittura” insieme, la pittura, e la miniatura, la poesia, il libro, il giornale, la comunicazione.

 La comunicazione, è via estetica, è via linguistica, è via poetica.

 (continua)

No si può "fare una" conferenza per 100  giorni"...Come non si può "fare" un teschio tempestato di diamanti, per comunicare o per fare arte...E' solo Kitsch.                                                                                                                                                               (VDP)

 

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e in questa vivono

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  parole/versi ex-tra/immagini-pure” E-schegge di

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In principio era…

il Verbo, dice la Sacra Scrittura. Non occorre aver visto “2001: Odissea nello spazio” per restare a pensare che forse in principio fu il “grrr-grrr-grrr”(grugnito) e che lintelligenza – quella umana – per arrivare ad un chiaro, efficiente articolatissimo scambio d’informazioni tra uomo e uomo ha dovuto impiegare migliaia e migliaia di anni (c’è chi insinua che non ci si è arrivati neppure adesso). Poi fu...(dopo la vista, l’olfatto, il gesto, il segno…), la parola, la “parola scrittura-pittura” nelle caverne, il disegnno-scrittura…e l’“immagine” dalla parete al supporto, dal supporto al foglio, l’ “immagine” e la “scrittura” insieme, la pittura, e la miniatura, la poesia, il libro, il giornale, la comunicazione.

 La comunicazione, è via estetica, è via linguistica, è via poetica.

 (continua)

No si può "fare una" conferenza per 100  giorni"...Come non si può "fare" un teschio tempestato di diamanti, per comunicare o per fare arte...E' solo Kitsch.                                                                                                                                                               (VDP)

 

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(1)-Vittorio Del Piano, "Manifesto dell'Arte-Pura e Programma Progetto di Mediterranea", copyright  1986 - by videoartesperimentale  -Taranto/Nizza.

 

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dove la vita è “concetto-estetico Puro

da questo luogo puoi raggiungere la Città-Altra

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I miei link preferiti

- SPESSO, QUANDO PARLO DEL SOLE, MI S'IMPIGLIA NELLA LINGUA UNA GRANDE ROSA ...
- ...TUTTA ROSSA. EPPURE MI E' IMPOSSIBILE TACERE (O.Elitis))
- PER L’OMAGGIO PURO A GUIDO LE NOCI
- Artw-Pura à-decollage/immagine e parola lacerata -"Laceration outre" DEL PIANO
 

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Vittorio Del Piano  (nella foto a destra), mentre introduce la presentazione della personale: "I protagonisti dell'avanguardia"del "poeta-visivo" Eugenio Miccini e del  ciclo di mostre per l'inaugurazione della prima " stagione" del suo "Centro d'Arte  Sperimentale d'Avanguardia .0 " - ideato/fondato, realizzato (1971/'73) - e diretto, per oltre un decennio. Con i cui lavori (pubblicazioni, studi, opere d’arte d’avanguardia, serigrafia), ha partecipato e contribuito alla trasformazione della fruizione   pura dell'arte. Con originale impegno d’artista e di docente nella AA.BB.AA. per lo studio delle immagini dei mass-media, come della critica d'arte e della comunicazione con l’arte. Suo è il “Manifesto” dell’Arte-Pura (1), e per una più attuale visione della purezza delle arti (della "CittàMuseo MuseoCITTA'Museo Puro") nel "caos"  artistico, della "natura urbana" della "città" del mondo contemporaneo.

(1)-Vittorio Del Piano, "Manifesto dell'Arte-Pura e Programma Progetto di Mediterranea", copyright  1986 - by videoartesperimentale  -Taranto/Nizza.

 

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- ...TUTTA ROSSA. EPPURE MI E' IMPOSSIBILE TACERE (O.Elitis))
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 La comunicazione, è via estetica, è via linguistica, è via poetica.

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(1)-Vittorio Del Piano, "Manifesto dell'Arte-Pura e Programma Progetto di Mediterranea", copyright  1986 - by videoartesperimentale  -Taranto/Nizza.

 

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 La comunicazione, è via estetica, è via linguistica, è via poetica.

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  parole/versi ex-tra/immagini-pure” E-schegge di

V-e-r-s-i-immagini-a-l-f-a-b-e-t-o-Dell'Arte-Pura

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 La comunicazione, è via estetica, è via linguistica, è via poetica.

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 La comunicazione, è via estetica, è via linguistica, è via poetica.

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