Creato da fiumecheva il 06/05/2005

Fiumecheva

E continuo a camminare

 

 

E poi....

Post n°1176 pubblicato il 12 Luglio 2021 da fiumecheva
 
Tag: Diario

E poi
Sapevo che alla fine del fosso avrei trovato la casa dei miei nonni. NonnoStefano spesso mi portava quelle caramelline zuccherose colorate chiamategaribaldini, me le ricordo come buonissime.
Era estate e c’era tanto sole, ma io ero all’ombra delle viti che erano folte eformavano un tunne verde e fresco. Mi sentivo protetta anche se avevo timore adallontanarmi da casa, ma ho continuato imperterrita a camminare nel fosso conle mie corte gambette , Cammina,  camminasono arrivata a casa dei nonni. Mi ricordo Nonna Adele che imbronciata (lei erasempre imbronciata) disse:” Ma che ci fa qui la bambina?” Nonno Stefano invecesorrideva, ma poi è andato subito ad avvisare i miei genitori. Intanto io erostata portata in casa nella stanza della bis nonna Enrichetta. Questo è l’unicoricordo che ho della bisnonna Enrichetta. Era a letto. Un letto enorme conbianchissimi e ruvidi lenzuoli. Vedendomi si è alzata e vestita. E mi è venutaincontro appoggiandosi al bastone. Non so cosa mi disse, so che ridevo, quellanonna mi piaceva. Poi ha infilato il bastone nelle inferiate della finestra e ainiziato a fare la smarrita chiedendomi se avevo visto il suo bastone. Ioridevo, come era possibile che non ricordasse di averlo messo nelle inferiate?Visto che continuava a cercarlo a un certo punto ho dovuto dirgli dove era ilsuo bastone e la sua espressione si sorpresa mi fece tanto ridere. Poi mi presela mano e uscite di casa ci sedemmo nella panchina di pietra che era propriosotto la finestra della sua camera. Poco dopo tornò nonno Stefano e mio babbovenne per riportarmi a casa. Fine dell’avventura. Ma doveva essere stata moltoemozionante per me, perché continuo a ricordarla.

 
 
 

Nonna, e poi??

Post n°1175 pubblicato il 10 Luglio 2021 da fiumecheva
 
Tag: Diario

E’ l’ora del pisolino, ma è anche l’ora delle chiacchiere edelle storie lette e raccontate.
Ripassiamo il libro sui dinosauri e i loro nomi, per me, difficili dapronunciare.
“Ok, ora finito il libro metti la testolina sul cuscino e chiudi gli occhietti!”
“Prima una storia”
“Va bene, ma con le testolina sul cuscino. Che storia vuoi?”
“Quella quando eri piccola”
Mi viene da ridere, ma inizio la storia. Una volta gli ho raccontato unepisodio e ora ne vuole sapere sempre di più, anzi a volta me le fa pureripetere da capo.
“Dunque: quando ero piccola, molto piccola… Avevo 4 anni…”
“Come me!!!”
“Si, avevo 4 anni come te…. Testolina sul cuscino… allora ti dicevo, avevo 4anni e la mia mamma mi raccontava che ero molto birichina e forse aveva ragione…”
“Io invece sono bravo.”
“Si, certo tu sei bravo… ascolta e chiudi gli occhietti… devi sapere che dietrola casa dove abitavo, che ora è la casa della zia Marta, c’era un cancellino,questo cancellino di solito era chiuso, al di là c’erano i campi e il fosso conai lati i filari delle viti. Un campo è lo stesso dove ora giochi tu. Un giornomentre giocavo dietro casa ho trovato il cancellino aperto. La mia mamma, latua bisnonna Zara, o il mio babbo, il tuo bisnonno Mino si erano dimenticati dichiuderlo e io ne ho approfittato subito. Sono uscita dal cancellino e hoiniziato a camminare nel fosso tra i due filari di vite, sapevo che alla fineio avrei trovato….”
Mi sembra che finalmente si sia addormentato e smetto di parlare. Bene ancheoggi missione compiuta, sto per alzarmi…
“Nonna e poi???”


 
 
 

Cicoria ( o radicchio selvatico), il fiore guardiano

Post n°1174 pubblicato il 05 Luglio 2021 da fiumecheva
 
Tag: Diario

In appezzamenti dimenticati, non calcati dal passo parassitario dell’uomo, fiera ai bordi delle strade e tra le macerie di un edificio, possiamo ammirare un giovane cespo o un più maturo fusto dall’andamento sinuoso, alla cui sommità spicca un’infiorescenza bianca o celeste, che all’alba tende al cielo i teneri petali, accogliendo come in un abbraccio ogni singolo raggio solare, e al tramonto saluta delicatamente la luce, custodendo l’androceo e il gineceo in un sogno segreto.
Per tale caratteristica, una leggenda legata alla cicoria narra che il fiore celeste nacque dalla metamorfosi di una bellissima fanciulla di cui era innamorato il Sole; il quale, infuriato dal sentimento non corrisposto, la condannò per l’eternità a osservarlo, da mattina a sera. Un’altra leggenda, invece, narra che una fanciulla abbandonata dal suo sposo, e affranta dal dolore, espresse una preghiera con la quale desiderava morire cessando così le sue pene, e rimanere in vita affinché potesse rivedere il suo amato; la divinità esaudì le sue parole e, rendendola il fiore bianco della cicoria, la distribuì per tutte le strade in cui il suo amato sarebbe passato.
Il fiore della cicoria, tuttavia, contiene una varietà di significati: innanzitutto quello di un amore forzato; poi, di un’attesa dolorosa, tra amato e amata; e ancora, con il legame al Sole, scandisce la rivalità di un incontro impossibile, tra la notte e il giorno; mentre, secondo Charlotte de Latour, simboleggerebbe frugalità.(autore:Dario Orphée La Mendola )

 
 
 

Fiori

Post n°1173 pubblicato il 29 Giugno 2021 da fiumecheva
 
Tag: Diario

Giro per la campagna alla ricerca di fiori. Tra i più comunie soprattutto quelli piccolissimi che in mezzo all’erba tendono a scomparire,ma che sono infinitamente belli e forse anche più di quelli , diciamo, nobili,da giardino. Nelle mie ricerche ritrovo anche erbe  mi fanno tornare in mente la voce di mia madre.Lei ne conosceva parecchie e spesso l’ho accompagnata nelle sue ricerche neicampi. Mi pento di non essere stata più attenta. Erbe amare e erbe dolci damescolare nelle giuste dosi per non far prevalere troppo l’amaro e poicuocerle  e usarle come contorno o comeripieno per quei  fantastici egustosissimi crescione come li sapeva fare lei. No, io non ho la sua abilità. Iocerco fiori. E mentre cerco mi imbatto in un soffione gigante. No, non è untarassaco o piscialetto, come lo chiamava mia madre, è molto molto più grande.Lo fotografo e cerco su google.
E’ scorzobianca, e il fiore prima di diventaresoffione è  bellissimo. Negli anniprecedenti lo avevo notato, ma non mi ci ero soffermata più di tanto, non avevoin quel periodo urgenza di cercare fiori.

Mi incammino soddisfatta della mia scoperta, con in tasca preziosi semi discorzobianca e trovo un piccolo orto. Fiori di melanzana, di pomodoro di melonee….. poi non so, ci sono queste piante che un po’ assomigliano alla malva e  al malvone che cono un po’ un via di mezzocome grandezza, i fiori non sono viola, ma giallo chiaro e ricordano un ibisco.Foto e ritorno a far ricerca su google.
 Eccolo! Gombo una pianta di origineafricana e proprio della famiglia delle malvacee.
Felice col mio bottino dinovità ritorno alla base

 
 
 

Mammut

Post n°1172 pubblicato il 29 Maggio 2021 da fiumecheva
 
Tag: Diario

Siamo seduti sul divano a fare le nostre chiacchiere.
Si, perché prima del pisolino ci vogliono un po’ di chiacchiere.
E’ il nostro momento per rilassarci e raccontarci.
 Leggiamo una storia oppure ce lainventiamo lì per lì.
 Nonno resta in cucina per lasciarci alnostro momento, è un gesto molto bello.
In questo periodo , il piccoletto è sempre più interessato ai dinosauri “Nonna,mi racconti della stella che cade sulla terra!” e gira e rigira siamo arrivati ai mammut, s’illumina all’idea che cipossano essere ancora mammut ben conservati nel ghiaccio.
 Cerco su internet un museo dove sipossano osservare i mammut e mi appare quello di Barcellona.
“un giorno quando sarai grande e inizierai a viaggiare potrai andarli  a vedere qui. Poi mi dovrai mandare tante fotocosì potrò vederli anche  io.”
“Ma tu nonna vieni con me!”
 Mi viene da sorridere “Davvero?”
 “Eh si! Mi devi accompagnare io lastrada non la so!”
“Ah! Ok, allora un giorno, quando sarai grande andremo a Barcellona!”

 
 
 
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