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« Il lavoro secondo RenziMorire a Napoli »

Omicidio a Napoli

Post n°584 pubblicato il 05 Settembre 2014 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

17 anni sono troppo pochi per morire, sono troppo pochi per dare un motivo ed una giustificazione a chi ha commesso questo vile ed ignobile gesto, sono troppo pochi anche in una città come Napoli, che vive travolta da una violenza e dai rifiuti cancerogeni che le “forze dell’ordine” non hanno mai fermato.

La “grande colpa” del ragazzo ucciso a Napoli era quella di girare su di un motorino senza patentino e senza assicurazione…a Napoli, dove fare un’assicurazione per un qualsiasi mezzo di locomozione costa più dello stesso motoveicolo, dove i controlli delle varie polizie si concentrano nella caccia ai “senza cintura” e tralasciano, da venti e passa anni, che interi carichi di spazzatura mortale arrivino in Campania, attraversando l’intero stivale, senza essere mai fermati, accade che ad ucciderti non siano solo i colpi di kalashnikov delle camorre, che si sparano per strada tra la gente, ma che siano gli stessi “tutori dell’ordine”, quelli pagati da noi per darci protezione, ad utilizzare le maniere “forti” contro chi scappa per un bollo non pagato, per uno spinello, per una pianta di cannabis.

Forti con i deboli, con quella parte della popolazione che già vive in condizioni di difficoltà, un pugno duro spietato a colpire le piccole colpe di chi è costretto a vivere di espedienti, che cerca, nella crisi, di non mollare, di crearsi spazi di vita, senza ledere la libertà di nesuno e senza nuocere a nessuno, per sopravvivere ad uno Stato che sa solo tassare e punire...e che si è lasciato alle spalle l'obbligo di istruire ed aiutare. 

Interi quartieri di Napoli sono lasciati nell'abbandono totale anche da quel sindaco arancione, Luigi De Magistris, che aveva promesso una svolata proprio per queste realtà e da queste e da queste realtà era stato appoggiato e votato.

Traditi due volte, da uno Stato che ha permesso di avvelenarci e da un’istituzione locale che ha disatteso tutte le promesse fatte in campagna elettorale…ed ora anche inseguiti e sparati da quelle forze dell’ordine che, proprio in questi giorni, chiedono solidarietà per il blocco dei loro stipendi e minacciano uno sciopero che la legge non solo non permette ma che ha l’obbligo di fermare e punire.

Non ci può essere alcuna solidarietà con chi manganella operai e studenti, con chi ferma persone innocenti per strada e li ammazza di botte, con chi nasconde i propri delitti, con chi aiuta i colpevoli ad evitare la giusta punizione, con chi si schiera con i forti e sputa sulla Costituzione sulla quale ha giurato, con chi non si è accorto, in venti anni, dei carichi di rifiuti tossici che avvelenavano la mia e la loro terra, con chi spara ad un ragazzo di 17 anni e poi cerca di far passare il suo gesto omicida per un “fatto accidentale”, con chi tortura, con chi calpesta, con chi ingiuria il ruolo per cui viene pagato dai cittadini.

Una riforma radicale delle forze dell'ordine, a cominciare dai metodi di arruolamento e dai principi di selezione, oltre alla necessaria immediata identificazione dei responsabili di quegli atti che travalicano i limiti della funzione, sono i principi basilari che, chi si occupa della difesa della gente, deve affrontare e risolvere. Tacere, nascondere, sviare, depistare è l'ennesimo tradimento non solo dei cittadini che pagano il loro stipendio, ma dello stesso motivo del loro arruolamento e del loro compito. La parte "buona", estranea ad azioni che hanno più volte violato leggi e diritti delle persone, appare altrettanto responsabile ed altrettanto colpevole, in mancanza di una qualsiasi presa di distanza da chi infanga il ruolo e la divisa che indossa. 

La rivolta del rione Traiano di Napoli, che ha visto le auto della polizia bersagliate da sassi, è la giusta ribellione contro chi del suo mestiere non ha capito lo spirito e protegge, in un silenzio ed in un’omertà simil-mafiosa, i responsabili di un omicidio senza giustificazioni.

 
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