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La CGIL fuori di testa

Post n°844 pubblicato il 28 Dicembre 2015 da ilpasquino.controinf
 

Quello che accade di brutto nel nostro paese deve avere a che fare con la perdita di quella memoria storica, pilastro della nostra democrazia e dei nostri valori.

Il sindacato, che Di Vittorio reggeva, mai e poi mai avrebbe aggredito lavoratori in lotta, mai e poi mai si sarebbe schierato con i padroni, per nessun motivo, per nessuna ragione; a soli dodici anni diceva: “ Vogliamo il salario, vogliamo l’orario di lavoro. Viva il grande sciopero, viva la giustizia!”

Nella notte tra il 22 ed il 23 dicembre quattro lavoratori, iscritti al S.I.Cobas, nei pressi del magazzino GLS di Montale (Provincia di Piacenza), sono stati aggrediti da una squadraccia che non aveva le bandiere fasciste, ma quelle della CGIL.

Nella logistica, da tempo, i lavoratori passano al S.I.Cobas, unico sindacato che difende, sul serio, i diritti di chi lavora, un esodo che riduce il “potere contrattuale” di quelle sigle sindacali confederali disposte a firmare ogni nefandezza, pur di rimanere attaccate a tavoli insensati e ben lontani dalle reali esigenze di chi butta il sangue per l’intero giorno.

La cosa deve aver dato fastidio a quei vari burocrati abituati a giocarsi, sui tavoli con le aziende, la vita della gente in cambio di favori personali. Spesso, se non sempre, anche le pietre lo sanno, nelle varie aziende collegate a quella con la quale è in corso la trattativa, se non proprio nella stessa, vengono piazzati, per “ammorbidire” le posizioni sindacali, amici e parenti, figli ed affini di delegati non si sa da chi e neanche perché.

Gente che con chi lavora spesso non ha mai avuto nessun confronto, che sempre ha tradito il mandato assembleare, che giustifica ogni accordo a perdere ed ogni abbandono della naturale lotta con il mantenimento dei livelli occupazionali, poi regolarmente tradito successivamente.

Chi non si adegua non solo non è gradito dai “padroni”, ma sembra che ora dia fastidio anche a chi intende il sindacato come una parte interna alla controparte, una succursale dell’azienda, pronta a punire, con ogni mezzo, chi si oppone, chi si ribella, chi ricorda, chi ha quella dignità che loro vorrebbero schiacciata sotto i piedi.

I quattro lavoratori aggrediti hanno avuto bisogno delle cure del Pronto Soccorso, uno di loro risulta avere gravi problemi e aver subito gravi conseguenze dall’aggressione ed è in lotta fra la vita e la morte.

Il S.I. Cobas, in un suo comunicato stampa dichiara: “Si tratta di un fatto senza precedenti, che segnala il livello di isteria raggiunto dalle organizzazioni confederali a fronte della travolgente cavalcata nel settore logistica-trasporti del sindacato di base S.I.Cobas, che ha restituito dignità e diritti alla classe operaia piacentina. In attesa che le autorità di polizia e giudiziarie procedano agli accertamenti del caso, il sindacato S.I.Cobas si è mosso per tutelare i propri aderenti sin dalla notte della vile aggressione, interrompendo il lavoro per un'assemblea di discussione al termine della quale si è deciso di dimostrare senso di responsabilità rientrando tutti al lavoro, ma riproponendosi di battere tutte le strade possibili per evitare il ripetersi dell'accaduto”.

Proprio la sera di lunedì 21 la CGIL aveva organizzato un'iniziativa sul tema della legalità insieme a varie associazioni poliziesche e sigle padronali del mondo della logistica.

La maschera della loro ipocrisia ha avuto vita solo poche ore.

 
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