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Creato da: ilpasquino.controinf il 02/01/2012
giornale di controinformazione

Messaggi di Luglio 2015

 

Azzolini promosso, Christian Rosso sospeso

Post n°765 pubblicato il 30 Luglio 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Il rottamatore rottama se stesso e tutte le promesse fatte durante il suo scippo del premierato.

Il daspo ai corrotti rimane promessa, diviene invece realtà colpire i lavoratori che denunciano le inefficienze delle aziende pubbliche, mettendoci la faccia e rischiando in prima persona.

Il senato italiano, ancora una volta, salva un suo “socio” in affari dalla richiesta di arresti domiciliari. Sembra che sia la “coscienza” dell’aula ad aver votato questo…una coscienza che, probabilmente, “piscerebbe in bocca” alla verità ed alla giustizia pur di rimanere inalterati i privilegi di cui continua a godere, alla faccia delle bugie del rottamatore fiorentino.

Non gode degli stessi privilegi, e delle stesse coperture, Christian Rosso, autista Atac, che ha avuto l’ardire di pubblicare un video-denuncia sulle inefficienze del servizio trasporti romano, sottolineando le totali assenze di quei vertici che dovrebbero consentire, con l’efficienza dei mezzi, che il cittadino non si senta preso in giro.

Accade, nel nostro strano paese, che chi ruba viene osannato dal nostro parlamento e chi lotta, per migliorare i servizi ai cittadini ed il proprio lavoro, sia condannato da chi preferisce mettere sotto la solita coltre del silenzio le vere responsabilità alimentando quella lotta tra poveri, in questo caso cittadini e lavoratori, che serve ai soliti, per continuare a pappare sulla vita di tutti.

Due provvedimenti diametralmente opposti che, per un caso strano, si sono incontrati nella giornata del 29 Luglio, giornata che rimarcava i fallimenti di un governo che ha portato l’Italia a fanalino di coda dell’Europa ed il Sud del nostro paese 10 gradini sotto la Grecia fallita.

Il segno ormai inequivocabile non solo di un fallimento, ma del grande inganno che i cittadini del nostro paese hanno dovuto subire per decisioni prese fuori la nostra Costituzione e contro il volere del popolo.

La “rivoluzione” del fiorentino si riduce ad una riproposizione, becera ed arrogante, del potere di sempre, un ritorno sui percorsi della lotta alle libertà dei lavoratori, dei pensionati, dei ceti più deboli ed alla salvaguardia dei furti della casta e dei suoi adepti e servi, causa già da tempo dello stato in cui versa il nostro paese.

Non per nulla, a detta di tutti, anche di quella troika che Renzi tanto osanna, siamo ultimi, ultimi in tutto…in occupazione, in sviluppo, in ricerca, in quella crescita mai neanche accennata.

Da quando c’è l’euro, passando per Berlusconi, Monti, Letta e quest’ultimo, il paese ha avuto un vero e proprio tracollo…ristoranti, luci, tunnel, cinture di sicurezza sono solo il vaneggiamento di una classe politica vecchia e decrepita, non rilevabile dagli anni anagrafici dei ministri, ma dal vecchiume delle idee e dei programmi proposti e dall’ incapacità congenita del rendersene conto.

 
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I ristoranti restano vuoti

Post n°764 pubblicato il 28 Luglio 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

L’iniezione di fiducia del premier, mai eletto da nessun, certo sig. Renzi, sembra perdere, giorno per giorno, la sua già fragile credibilità difronte ai fallimenti ripetuti di tutti gli obiettivi che lo stesso si era posto.

I ristoranti, che Berlusconi vedeva pieni, rimangono vuoti, vuoti della fiducia dei consumatori, che continuano a ridurre le spese, ed anche in flessione per quelle aziende che hanno usufruito di notevoli riduzioni della pressione fiscale e di quel “capolavoro”, chiamato jobs act, che ad oggi non è stato capace di creare neanche un posto di lavoro in più, ma, in compenso, di cancellare, quasi del tutto, la parola “sicurezza”, ormai ritenuta costo inutile e da scaricare sulla vita di chi lavora.

Lo stesso FMI boccia, nei fatti, il governo: “Ci vorranno almeno venti anni per tornare alle condizioni pre-crisi…per la Spagna solo dieci”.

Insomma benché segua alla lettera i diktat della troika, si adempia a cancellare tutto quanto sa di pubblico, dalla scuola alla sanità, e riduca il lavoro a schiavismo malpagato, i conti continuano a non tornare…forse perché nel suo partito, ed in quelli che l’appoggiano, il rubare rimane l’unica reale e costante attività quotidiana.

“Razionalizzare le spese”, urla la Lorenzin, con il tipico sorrisetto di chi non capisce neanche cosa dice, dagli schermi delle nostre tv, senza riuscire a comprendere, lei ed il governo del quale fa parte, che tipo di razionalità ci sarebbe nei loro stipendi, visti i risultati sinora portati.

Renzi attacca tutti, le opposizioni interne, quelle esterne, i sindacati, i lavoratori, i malati, i pensionati, mai i banchieri e le lobby di ogni genere, chissà perchè…e dimentica quelle promesse di rottamazione di quei privilegi della casta che continuano a rimanere intoccabili, che permettono, a mogli, figli, parenti ed affini, di occupare posti di rilievo nel pubblico e nel privato, perpetuando quella corruzione morale e materiale che fa del nostro paese il fanalino di coda di un mondo che almeno, questi problemi, li affronta e li risolve.

Non parliamo qui di politiche di destra o di sinistra, in Italia i due schieramenti ormai sono sulle stesse posizioni e nulla li distingue, se non la sete di potere e di poltrone, parliamo di onestà, coerenza, dignità…parole senza senso per chi, burattino della troika, è stato messo lì solo per distruggere la nostra Costituzione e la nostra democrazia.

 
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Vite in fumo

Post n°763 pubblicato il 27 Luglio 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Tre ragazzi napoletani con gravi danni al cervello dopo l’assunzione di quella che ora chiamano “amnèsia” e che noi un tempo chiamavamo spinello.

La camorra, che ne gestisce il traffico, “raffina” la marijuana con sostanze chimiche, come l’eroina, il metadone, la cocaina, l’acido delle batterie dell’auto, rendendola devastante per la salute dei ragazzi che ne fanno uso.

Sedici, diciotto e diciannove anni l’età dei giovani che ora si trovano in stato confusionale da giorni, la prima avvisa anche disturbi motori.

Lo Stato italiano, che non riesce a mettere alcun freno a questo fenomeno, in aumento esponenziale negli ultimi anni, neanche si decide a presentare ed approvare una legge che renda la cannabis legale, gestita dallo Stato, distribuita in dosi minimali, controllata e quindi non letale.

Il perbenismo di facciata di chi osteggia la legalizzazione di una sostanza approvata come terapeutica, con il decreto 18 aprile 2007, mette a rischio la vita dei nostri figli, incrementa il mercato delle mafie ed i loro introiti, nasconde, dietro i no di chi fa finta di non vedere, l’ipocrisia di una classe dirigente spesso, se non sempre, collusa proprio con quelle organizzazioni che fanno miliardi con lo spaccio di questa droga.

L’Uruguay ha avuto il coraggio, anche se fra mille ritardi e mille bastoni tra le ruote che le Nazioni Unite gli hanno posto, di legalizzare l’uso della cannabis, di rendere possibile ai privati la sua coltivazione, presentando un disegno di legge che prevede una distribuzione di dieci grammi settimanali a chi si iscrive ad un registro statale, colpendo, alla pancia, i narcotrafficanti e rendendo possibile non solo il decisivo ridimensionamento del “business” della malavita, ma un controllo accurato sia della sostanza che del quanto venga utilizzata dai giovani.

Far finta che questo problema non esista è tipico delle società bigotte e sorde, ceche ed ipocrite, dove spesso i guadagni del malaffare ritornano anche nei palazzi del potere, indirizzandone le scelte…che ricadono su di noi ed i nostri figli.

 
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Meno tasse in cambio di più ingiustizie

Post n°762 pubblicato il 26 Luglio 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Si chiarisce il “disegno” del fiorentino abusivo, catapultato a Palazzo Chigi direttamente dalla troika e dai suoi programmi di distruzione delle democrazie e dei welfare europei.

Il taglio delle tasse avverrà con la distruzione definitiva della sanità pubblica, previsti altri 10 miliardi in meno, e con la cancellazione di quelle agevolazioni fiscali delle quali, nella maggior parte, usufruiscono i nuclei familiari più in difficoltà.

In perfetta linea con i disegni della troika Renzi va avanti come un treno, attaccando anche i diritti sindacali di quei lavoratori, vedi Alitalia, in sciopero contro gli ennesimi posti di lavoro a rischio (1.000) o di quelli che protestano per l’esiguo numero di persone addette al controllo di uno dei siti più importanti, a livello storico ed artistico, del mondo (Pompei).

La “visione” del nostro premier non prevede, nei fatti, il vero rilancio del paese, ma solo l’allargamento di quella base elettorale, da “sinistra” ormai sempre più esigua, pescando tra gli aficionados di quel Forza Italia che della cancellazione del welfare e la distruzione dei diritti dei lavoratori ha da sempre fatto la sua bandiera.

Stretta contro le intercettazioni,  che hanno salutato il primo intervento, di un certo peso, del fantasma Cantone, evasione e corruzione, lasciate libere di continuare a mangiarsi il paese, trivellazioni e “grandi opere”, sulla scia del suo mentore e predecessore, sono il menu di un governo di destra che, a breve, si avvarrà, come appare ormai chiaro, dell’appoggio del plurinquisito Verdini e dei suoi adepti.

Un menu che prevede aiuti solo alle imprese, alle banche, ai grandi capitali, alle multinazionali che si occupano di illudere la gente con scommesse e giochi, sino a portarle alla povertà ed alla disperazione.

Meno tasse per i più ricchi, a scapito dei più poveri, meno democrazia e meno diritti, per gli anziani, gli ammalati ed i lavoratori…il gran caldo di questa estate non ferma il rottamatore della nostra Costituzione e delle nostre libertà.

 
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Lavoro di morte

Post n°761 pubblicato il 25 Luglio 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Forse nessuno se ne sta accorgendo o molti fanno finta di non accorgersene o nascondono, dietro i proclami del “grande premier”, una verità che viene sempre più a galla: “ per lavorare devi anche rischiare di morire”.

Anni ed anni di svendita dei diritti, del primato produttivo che riduce le vite a mere merci, a macchine da utilizzare sino allo stremo.

Il calo occupazionale italiano non ha significativamente inciso sul numero di morti sul lavoro, soprattutto evidenzia, in modo inequivocabile, a che livello di sfruttamento si sia arrivati, tanto da far morire, sotto la calura di questa estate, i propri braccianti (nel Salento), costringere, a turni forzati, operai che lavorano con i fuochi d’artificio e che necessitano della massima attenzione per la pericolosità del lavoro che svolgono (7 morti e 4 feriti gravi a Modugno, provincia di Bari), soprassedere sull’adeguamento degli impianti di controllo climatico, con l’aggiunta di un accordo integrativo che peggiorava turni e cancellava pause, sino a trovarsi a raccogliere l’ennesima vittima, nel reparto presse, dove la temperatura raggiunge i 48 gradi, deceduta per shock termico (Marangoni Pneumatici di Rovereto).

Il jobs act è solo la legalizzazione di quanto Cisl e Uil in testa, ora seguiti a ruota anche dalla Cgil, hanno permesso nelle fabbriche Fiat. Aumento dei ritmi di lavoro, negazione dei diritti fondamentali, come la scelta democratica dei propri rappresentanti sindacali, compresi quelli sulla sicurezza, ormai diretta emanazione della dirigenza aziendale, totale asservimento alle esigenze produttive a scapito della propria vita, del meritato riposo, delle necessarie ferie, sono il segno di quel ritorno al passato che vedeva i nostri connazionali morire nelle miniere di Marcinelle, travolti dai muletti o schiacciati nelle catene di montaggio, precipitati dai cantieri edili o saltati in aria nelle fabbriche pirotecniche.

“Errore umano” è la tipica sentenza che accompagna la strage voluta da questa classe dirigente, da questa politica, da questi sindacati, da chi non si ribella, da chi crede che sia giusto rischiare la propria vita per quel tozzo di pane che a stento ti permette di mangiare.

Un errore figlio di quello sfruttamento che annebbia le capacità, cancella la dignità, opprime ogni libertà ed ogni speranza, rendendo il lavoro strumento di morte, morte sociale, delle coscienze, delle conquiste, di quella Costituzione calpestata, di quel futuro che così non sembra avere più alcun senso inseguire, se questo è quanto lasciamo in eredità ai nostri figli.

 
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