Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 4
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Ultime visite al Blog

fedechiaraamorino11Crowuglybadbanderuola0Anthony101990Jonesossimoraalice.100dgl0Wawkinssurfinia60QuartoProvvisorioKevinYaoing.canalegasparesportautomotoaracnoid.999
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Messaggi del 20/04/2024

La guaina dell'imbecillità collettiva e le guerre del perdono.

Post n°3141 pubblicato il 20 Aprile 2024 da fedechiara
 

La guaina dell'imbecillità collettiva che tutti ci contiene in questo scorcio di millennio entrante mette in scena il secondo atto della guerra-non guerra tra Israele e i guerrieri teocratici inturbantati dell'Iran 'rivoluzionario'.
'Droni? Chi ha detto droni? Non so, non ho visto, se c'ero dormivo.'
Con la variante della 'voce dal sen fuggita' degli altri pretoni e 'pasdaran' che si affannano a dire al mondo. 'Non risponderemo. Per noi la cosa finisce qua.' Ma dai!
Qualcosa di simile all'evangelico 'Porgi l'altra guancia'. O 'perdona sette volte sette'.
Ma Israele è ben poco evangelica, si sa, e potrebbe divertirsi a lanciare attacchi ripetuti ogni secondo giorno e/o festeggiare ricorrentemente il compleanno di qualche pretone in carica giusto 'per vedere l'effetto che fa' - e divertirsi a stuzzicare il serpente sciita fino al momento in cui quello scatta in avanti a fauci aperte e con il veleno stillante dagli incisivi.
Così vanno le guerre nel presente delle 'guerre per procura' infinite e delle sconfitte annunciate.
E la guaina della imbecillità collettiva contiene già il futuro dei rinnovati armamenti all'Ucraina che moltiplicheranno i bombardamenti dei Russi sulle città nei prossimi mesi ed anni.
Con il lardo dell'atomica megatonica dei pulsanti rossi sempre nei pressi dello zampino della gatta morta Nato che non vuole darsi per vinta - e la pace la farà senza la Russia, bensì con l'Azerbaigian o con i Kashmiri, che lo diranno agli Indiani, che avviseranno i Cinesi ed i Mongoli siberiani che al mercato mio padre incontrò...
Angelo Branduardi - Alla Fiera dell' est...
YOUTUBE.COM
Angelo Branduardi - Alla Fiera dell' est...

 
 
 

Del 'dare un nome'.

Post n°3140 pubblicato il 20 Aprile 2024 da fedechiara
 

Non chiamatele 'sostituzioni'. 20 aprile 2023

Non chiamiamola 'sostituzione etnica', non è carino.
Però un nome glielo dobbiamo dare a quel fenomeno corposo, corposissimo, quasi asfissiante che riempie le cronache giornalistiche e televisive tutti i giorni che Dio manda in terra da oltre vent'anni a questa parte: di un assalto alla diligenza, un inseguimento al treno di banditi a cavallo (versione 'western'), un arrembare inarrestabile sulle nostre libere coste, un criminale organizzare, con cifre salatissime pagate ai maledetti trafficanti di vite umane, il proprio naufragio servo assistito dalle solerti o.n.g. che vanno a prenderli, pietose, perfino a poche miglia nautiche dai luoghi di partenza.
'Salvataggi in mare' li dicono, sordi e ciechi quei tassisti, e non intendono le ragioni opposte e l'anomalia rivoltante di un commercio di vite umane da osteggiare e fermare in qualche modo perché così come avviene è l'orrore dei lager, così sono gli annegamenti annunciati e il folle messaggio di 'venite tutti, c'è posto per tutti' lanciato al vento virtuale dell'Africa sub sahariana.
Che nome vogliamo dare allora a questo strano fenomeno sociale e politico, a questo curioso e arrischiatissimo (e organizzato con perfetta coscienza del crimine e della violazione di legalità che si va a commettere) 'naufragare in questo mare' dell'azzardo del poeta dell'Infinito - con conclusione quasi sempre certa a carico del contribuente italiano ed europeo?
La chiamano 'accoglienza', dalle parti del pd e buonisti e 'no borders' associati, con mirabile lancio in alto e abile e furbo rivoltare la frittata politica. Chef politici che fanno un baffo ai più noti televisivi e ci costano molto più cari in quel loro, indigeribile, menù quotidiano.
In realtà quel che si osserva con disincanto e non per partito preso è un disordine sociale in perenne ed esponenziale aumento – come l'entropia degli universi che ci affligge dalla notte dei tempi.
Se volete vi assemblo, dalle emeroteche, una elevata quantità di articoli di giornale che ci descrivono la presenza dei nostri ospiti 'accolti' nelle principali stazioni, nelle case occupate delle periferie urbane e nelle 'piazze dello spaccio' e mendichi fuori dalle porte di ogni supermercato, ma credo che ne abbiate contezza di vostro.
Vogliamo chiamarla, invece, invasione? Se vogliamo stare dalla parte della Elly e dei suoi adoratori pd e buonisti associati anche questa è una parola 'forte' una parola di troppo, da stigmatizzare e sanzionare politicamente, però resta il dato – più forte di tutti – dei 5.1 milioni di immigrati stimati sul suolo patrio, a dire di un 'affluire', di un asfissiante 'migrare' e caotico 'accogliere' (integrare è un parola grossa, grossissima, il sogno di una notte di pieno inverno).
Il dato clamoroso di 'accogliere', dicevo, tutta questa gente di etnie diverse, culture diverse (alcune rancorose e revansciste nei confronti dell'Occidente ospitale), abitudini diverse e nemiche di una serena convivenza.
Per la qual cosa un quartiere cittadino a prevalenza extra comunitaria subisce un picco al ribasso dei valori immobiliari e una fuga a razzo conseguente degli indigeni ai quali si chiede una indigeribile, evangelica coesistenza pacifica. Sentitevi con i consulenti delle agenzie e fatevi dire il valore a metro quadro di questo o quel quartiere.
'Gente che ci è entrata in casa, nel bene e nel male.' scriveva un Gad Lerner d'annata in un suo articolo. Come dire: 'non possiamo farci niente' e subire è d'uopo.
Invasione? No? Troppo forte e fuori misura?
E da tutto ciò esposto scaturisce la 'Soumission' - raccontata pianamente da Houellebecq, noto scrittore francese, nel suo bel libro. Dove si narra di equilibri politici delicatissimi che vengono cambiati d'emblè proprio da quel numero altissimo dei milioni di immigrati che 'ci sono entrati in casa' per il tramite del maledetto grimaldello di una malintesa pietas rivolta ai naufragi organizzati e agli ingressi clandestini e al criminale commercio di vite umane che ne deriva.
Ipotizza Houellebecq che perfino l'approvazione per via parlamentare della 'Sharia' nelle enclaves a prevalenza islamica potrebbe non essere più un tabù, in un futuro prossimo – nello scambio della politica malata di una Francia che ognora si coalizza disordinatamente nell'agone elettorale al fine di arginare un trionfo della Le Pen e dei suoi 'populisti'.
Correva l'anno...
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963