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Mamma li Turchi !

Post n°56 pubblicato il 16 Aprile 2015 da Herebus
Foto di Herebus

 


Chiunque abbia circa quarant'anni ed abbia trascorso la sua prima infanzia a Roma o nel Lazio si ricorderà certamente dell'esclamazione “ Mamma li Turchi ! “ che i nostri nonni o le persone anziane in generale erano soliti pronunciare davanti a noi bambini quando stava per capitare qualche guaio grosso. Effettivamente bisogna riconoscere che nella cultura popolare italiana di qualche decennio fa la popolazione turca non venisse presa ad esempio per dipingere le migliori qualità umane e le frasi del tipo : “ Fumi come un Turco !”, “ Bestemmi come un Turco !” e via dicendo erano piuttosto frequenti ovunque. Oggi, da bravi ed imbelli politically correct, sappiamo che certe cose non solo non si devono dire ma neanche pensare tuttavia sappiamo altrettanto bene che all'origine di ogni credenza o adagio popolare un fondo di verità c'è sempre. In particolare queste maldicenze verso i Turchi derivano dal terrore che nella Penisola si aveva nel XV° Secolo delle orde turco-ottomane che scorrazzavano dai Dardanelli a Venezia e che furono fermate solamente dalle continue e terribili vittorie di un inossidabile quanto poco ricordato eroe europeo e cristiano quale che fu il grande condottiero albanese Giorgio Castriota Scanderbegh. Egli fermò i Turchi alle porte di Vienna e li ricacciò indietro tante di quelle volte che alla fine i potenti Sultani Ottomani dovettero rinunciare all'invasione dell'Europa. Ebbene al di la delle ovvie differenze culturali e religiose tra Turchi ed Europei c'è da dire che, storicamente, la società turca non ha mai brillato come stella o faro di libertà, democrazia e tolleranza anzi tutt'altro. Prova ne sia che a tutt'oggi, nel XXI° Secolo il Presidente turco Erdogan si permette di incarcerare gli oppositori, chiudere internet ed i social networks ogni qualvolta pubblichino idee di chi non la pensa come lui, mantenere un regime repressivo ed illiberale e andare a sterminare un po' di Curdi ogni qual volta gliene capiti l'occasione. Lui non lo chiama sterminio e forse lì far fuori i Curdi verrà considerato uno sport alla stregua della Caccia alla Volpe in Gran Bretagna. Certo è curioso notare come per le povere volpi inglesi si sia mobilitato tutto il mondo liberal e benpensante mentre per vecchi, donne e bambini Curdi gasati da Saddam Hussein e massacrati dalla Turchia di Erdogan e dei suoi predecessori nessuno si scomodi più di tanto. E guai a chiamare quello dei Curdi un massacro, i Turchi, di norma suscettibili e poco sportivi, potrebbero adombrarsi e rimanerci male.

Ora è capitato che una delle pochissime personalità di rilievo mondiale che continui a dire le cose come stanno, il Romano Pontefice Papa Francesco, abbia finalmente avuto il coraggio e la dignità di ribadire pubblicamente quanto già detto, ma solo per iscritto, qualche anno prima dal San Giovanni Paolo II : quello degli Armeni fu un Genocidio ! Un genocidio ne più e ne meno come quello perpetrato da Hitler contro gli Ebrei, operato con la stessa sistematicità e razionalità tant'è che alla sua organizzazione cooperarono anche ufficiali dell'Esercito Prussiano, allora alleati dell'Impero Ottomano. Ma vediamo la Storia : le operazioni di sterminio degli Armeni da parte dei Turchi furono due, la prima nel 1894-96 e la seconda e più pesante nel 1915-16. Nel primo caso l'Impero Ottomano si voleva liberare degli Armeni perchè essi erano sostenuti, nella loro lotta per l'indipendenza, dagli Zar di Mosca che miravano ad indebolire l'Impero loro storico nemico. In più gli Armeni erano pure Cristiani e così il Governo di Costantinopoli fomentò l'odio anti armeno da parte dei Curdi che allora abitavano l'Armenia storica e dopo qualche anno di angherie, oppressioni e tasse allucinanti gli Armeni insorsero causando l'immediata repressione dell'Esercito Ottomano che, affiancato da truppe irregolari curde, provvide a radere al suolo innumerevoli villaggi armeni trucidandone gli abitanti alla moda che “ Biondi Capelli”, ossia il Colonnello George T. Custer, usava per “pacificare” i Nativi Americani. Questo vero e proprio Pogrom fece diverse migliaia di morti. Un paio d'anni dopo, probabilmente mossi dalla disperazione, per compiere un gesto di rilievo internazionale un commando armeno occupò la Banca Imperiale di Istanbul. Il Governo reagì con la consueta pacatezza e sterminò 50.000, cinquantamila, armeni per rappresaglia.

A proposito, forse non sapevate che in quella stessa Turchia che si domanda perchè mai non la facciamo ancora entrare nella UE il fatto di parlare o citare o ricordare, pubblicamente o meno il genocidio armeno è punito con la galera come gesto anti patriottico.

Nel 1905 il Governo dei Giovani Turchi aveva paura che, chissà poi perchè, gli Armeni sopravvissuti potessero allearsi con i Russi loro nemici e così, giusto per chiarire che non avrebbero gradito il gesto, in Cilicia ne sterminarono altri 30.000 circa.

Poco prima della Prima Guerra Mondiale, sfruttando la bizzarra antipatia che gli Armeni avevano accumulato per i Turchi, i Francesi li armavano e finanziavano incitandoli alla rivolta contro il nascente potere repubblicano. Fu così che, aiutati dai Prussiani, i Turchi a partire dalla notte tra il 23 e il 24 Aprile 1915 cominciarono a deportare verso l'interno dell'Anatolia 1.200.000 Armeni, massacrandone sistematicamente diverse centinaia di migliaia lungo la strada. Ovviamente gli storici turchi tendono a diminuire le cifre totali della mattanza, così come quelli armeni tendono ad aumentarle tuttavia tra gli storici moderni ormai la cifra accettata comunemente oscilla tra il 1.200.000 e il 1.300.000 morti. Adesso ci chiediamo : come lo doveva chiamare Sua Santità l'assassinio premeditato e sistematico di più di un milione e duecentomila persone tra uomini e donne, vecchi e bambini ? Un'allegra scampagnata ? Uno sfortunato incidente ? Vediamo come la stessa ONU definisce la parola genocidio : gli atti commessi con l'intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso “. Con buona pace dell'ipocrita, antistorico, illiberale, non-democratico, suscettibile e assurdo Premier turco Erdogan il Papa ha usato la parola giusta per definire ciò che i suoi avi hanno fatto e lui ed i suoi compagni di merende vogliono negare per legge. Tuttavia, come se questo già non bastasse, la Turchia ha addirittura richiamato il proprio Ambasciatore presso la Santa Sede e il Premier si è permesso di minacciare pubblicamente Papa Francesco di non osare ripetere la verità sull'operato dei Turchi contro gli Armeni che, guarda caso, erano, sono e saranno anche Cristiani ! Come si sa però al peggio non c'è mai fine e così prima abbiamo dovuto assistere alle assurde dichiarazioni del Segretario Generale dell'ONU che ha detto, più o meno, che lo sterminio di umilioneduecentomila persone appartenenti ad una stessa etnia e confessione religiosa non si può proprio definire un genocidio anche se è una brutta cosa. Dopo questa “perla” ci auguriamo che il Segretario Generale si dimetta al più presto e scompaia dalla faccia della Terra per la sua ipocrisia e la sua viltà. Non parliamo poi neanche della ridicola reazione italiana che, in nome dei lucrosi affari che l'Italia ha con la Turchia, ha fatto blaterare al nostro Ministro degli Esteri Gentiloni che forse non era il caso che la Turchia se la prendesse così tanto. Gli unici che hanno alzato la voce e detto chiaramente ai Turchi che il Papa ha ragione, infischiandosene degli affari che pure hanno con la Turchia, sono stati gli Stati Uniti di Barack Obama.

Sua Santità Francesco ha avuto il coraggio di chiamare le cose con il loro nome ed è tanto inconcepibile quanto intollerabile che si continui a far finta di niente, a far finta che non più di cent'anni fa qualcuno si permettesse di organizzare veri e propri Pogroms contro i Cristiani Armeni ed oggi si permette di minacciare il Capo della Cristianità per averne parlato chiaramente e condannarlo.

La domanda che ci poniamo allora è : ma c'è proprio tutto questo bisogno di avere nella UE un Paese retrogrado e socialmente involuto, quasi medievale come la Turchia ? Possibile che sull'altare del business si debba sacrificare sempre qualsiasi valore umano e cristiano ? Cambiamo modo di pensare : vuoi vedere che non siamo noi ad aver bisogno della Turchia ma è la Turchia che ha bisogno di UE ed USA ? Non si abbia paura, allora, di dire le cose come stanno, con buona pace di un dittatore di pezza come Erdogan e dei suoi metodi da Alto Medioevo.


Omnia Vincit Veritas

 

 
 
 
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Un blog di: Herebus
Data di creazione: 13/06/2013
 

 

"MORTE DI UN BRAVO RAGAZZO. L'INCREDIBILE STORIA DI MARIO BIONDO."

La Repubblica - Palermo, 13 Novembre 2018


La morte di Biondo un giallo lungo cinque anni na «storia incredibile» di misteri e di archiviazioni, indagata in un libro-dossier che prova a ricostruire, tra memorie private, perizie mediche e documenti d'archivio, il caso di Mario Biondo, il cameramen palermitano trovato morto cinque anni fa a Madrid. È una favola nera raccontata con la precisione di un cronista, il libro di Paolo Gentili, "Morte di un bravo ragazzo" (Sovera Edizioni): un contributo a una verità mancata a cui l'autore, con il contributo della madre della vittima, Santina Biondo, tenta di avvicinarsi, ricostruendo la vita privata del giovane con la moglie giornalista Raquel, più volte interrogata sui fatti, e le incongruenze di quattro armi di indagini, tra sms e dati estratti dal computer del giovane, poi compendiate in un atto scritto dai magistrati inquirenti, dove la vicenda Biondo resta ancora una storia irrisolta. Serve, allora, alla memoria capace di farsi domanda, anche la più semplice operazione letteraria su un giallo di cronaca. Perché di morte di può morire due volte, la seconda è quando si viene dimenticati.


 

 

OMNIA VINCIT VERITAS

 

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ULTIMO LIBRO PUBBLICATO DA PAOLO GENTILI

SOL INVICTUS : Una nuova alba.

 

Pensiamo veramente che ciò che finora abbiamo dato per scontato sia la realtà ? Siamo pronti a scommettere che la Storia che stiamo vivendo sia proprio quello che Dio abbia pensato e desiderato per noi ? L'Uomo moderno è così sicuro di se e del suo potere tecnologico da non riuscire a vedere la verità che gli sta davanti, dietro lo schermo del suo egoismo. Questo romanzo è il primo di una trilogia. Correndo lungo le tortuose strade della Storia dell'Uomo, prende spunto dalle Profezie sugli Ultimi Tempi, proprie di tutte le grandi Religioni della Terra e ci porta d'un balzo a vivere in prima persona il disegno che Dio ha pensato duemila anni fa, per mostrare all'Uomo il Suo vero volto. In una narrazione avvincente e ricca di colpi di scena, che nel primo volume prende le mosse dal 1976, scopriremo come l'Uomo da secoli si sia attrezzato per ostacolare il disegno divino. Ai nostri giorni utilizza l'Associazione maggiormente ramificata, pericolosa e segreta, nata nel cuore della più potente Nazione della Terra, con tentacoli nel nostro Paese ed in altre nazioni occidentali.

 

www.soveraedizioni.it

www.ibs.it


 

HANNO DETTO DI : "SOL INVICTUS : UNA NUOVA ALBA"

" Sol Invictus è un romanzo colto e ben scritto che ripropone tematiche non certo inedite ma comunque stimolanti per chi ama i thriller fantapolitici venati di misticismo millenaristico. "


" Nel tempo dell'inganno chi dice la verità è un rivoluzionario. " Questo il leit motiv del libro, mutuato dal pensiero di George Orwell in 1984. Un testo che posso considerare un saggio camuffato da romanzo.

 

Da Roma a Yale nel Connecticut, dagli archivi segreti del Vaticano alle stanze asettiche della Cia, dalla Buenos Aires della "sporca guerra" dei desaparecidos alla quiete irreale di Salò sul Garda e di Sherbrook nel Quebec, dalle birrerie di Monaco di Baviera ai monasteri benedettini di Subiaco a Roma. Attraverso i dialoghi incalzanti fra chi complotta per imporre sull'intera umanità il dominio satanico della Confraternita della Morte (che ha come motto "Guerra, Sangue e Miseria") e chi invece, nel nome dell'umanesimo di matrice cristiana, tenta di opporsi a questa infernale macchinazione, si snoda l'ingranaggio narrativo costruito da Paolo Gentili, che, mediante una prosa di forte impatto giornalistico, tesse la sua ragnatela di cospirazioni ad alto livello.

 
 

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