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Post n°11 pubblicato il 05 Settembre 2008 da NonTemeraiTerrore
Mirko un giorno se ne stette zitto. Fino all’ora di tornare a casa. Tolse dalla tasca il suo quaderno, me lo regalò. Poi mi chiese se avevo capito, solo questo. E avevo capito. Si. “E allora?” disse, solo questo. Non dissi nulla. Ci salutammo, e basta, fino al giorno dopo. Dopo quell’estate se n’è andato, lo rividi solo anni dopo. Non era uguale Mirko, adesso aveva una diagnosi in più. Dissero sindrome depressiva bipolare. E un dito in meno, neppure la fabbrica, come le persone, aveva perdonato il suo scostarsi dalla vita. Ci sedemmo ancora lì, davanti alla Chiesa. Non tornò a casa da solo, mi disse. Lo ritrovarono riverso nel suo vomito, sul marciapiedi della periferia d’una città che non era la sua, non parlò, quel giorno, ma aveva ancora i documenti in tasca, così seppero chi fosse, e come un pacco lo consegnarono al mondo dal quale era evaso. Aveva degli amici, disse, o così pensava. E senz’accorgersene iniziò un elenco. Cocaina. ketamina. Eroina. E via. Il dito l’aveva perso perché s’era addormentato, disse. E pianse. Prima tacevo per la sua voglia di parlare, ora per il non saper bene cosa dire. Iniziò a farsi di litio, col beneplacito di tutta la comunità, ora. Tutti contenti, non più drogato, stavolta, potevano dire malato, adesso, e questo si, stava bene. Iniziammo a vederci per la seconda volta nella nostra vita. Un giorno spento, piange. Un giorno fa l’elenco. Un giorno lo dice, che ci prende per il culo tutti, a cominciare dallo stronzo che lo dovrebbe analizzare, dice. Quelli che prima l’avevano rifiutato ora venivano da me, a dire che Mirko era cambiato, che aveva bisogno d’aiuto. Che bisognava stargli vicino. Che non era più lo stesso. Così tutti li, vicini, a tenerlo per mano. In realtà Mirko non era cambiato, aveva semplicemente vissuto quello di cui prima aveva solo scritto. Io lo sapevo, gl’altri se ne accorsero presto, e per questo il loro affetto durò poco. Mirko ritornò reietto, e tutti attorno a puntare il dito, dannandosi, perché, dicevano, pensavano che avesse capito. Capito. Non è sufficiente l’aver vissuto, a modo suo, ma è quello che ha fatto. E tornò loquace, e presi a farglielo notare spesso.
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