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Post n°855 pubblicato il 29 Giugno 2015 da Nues.s
Da giorni il mare prima di vederlo era un odore. Un sudore salato, ognuno immaginava di che forma.
Sara' una mezza luna coricata, sara' come il tappeto di preghiera, sara' come i capelli di mia madre.
Beviamo sulla spiaggia il té dei berberi, cuciniamo le uova rubate agli uccelli bianchi. Pescatori ci offrono pesci luminosi, succhiamo la polpa da scheletri di spine trasparenti.
L'anziano accanto al fuoco tratta coi mercanti il prezzo di salire sul mare di nessuno.
Notte di pazienza, il mare viaggia verso di noi all'alba l'orizzonte affonda nella tasca delle onde.
Nel mucchio nostro, con le donne in mezzo un bimbo muore in braccio alla madre.
Sia la migliore sorte, una fine da grembo. Lo calano alle onde, un canto a bassa voce.
Il mare avvolge in un rotolo di schiuma, la foglia caduta dall'albero degli uomini.
Vogliono rimandarci, chiedono dove stavo prima quale posto lasciato alle spalle.
Mi giro di schiena questo è tutto l'indietro che mi resta. Si offendono, per loro non è la seconda faccia.
Noi, onoriamo la nuca da dove si precipita il futuro che non sta davanti, ma arriva da dietro e scavalca.
Devi tornare a casa. Ne avessi una, restavo. Nemmeno gli assassini ci rivogliono.
Rimetteteci sopra la barca, scacciateci da uomini non siamo bagagli da spedire e tu, Nord non sei degno di te stesso.
La nostra terra inghiottita non esiste sotto i piedi. La nostra patria è una barca, un guscio aperto.
Potete respingere, non riportare indietro. E' cenere dispersa la partenza, noi siamo solo andata.
Faremmo i servi, i figli che non fate. Le nostre vite saranno i vostri libri d'avventura.
Portiamo Omero e Dante, il cieco e il pellegrino, l'odore che perdeste. E l'uguaglianza che avete sottomesso.
Erri de Luca
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