Versi e prose

Due punti non possono essere mai così distanti da non trovare un segmento che li unisce

Creato da IOeMR.PARKINSON il 06/06/2011
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« NicoleESPERIENZE...PARANORMALI »

PK

Post n°27 pubblicato il 06 Settembre 2011 da IOeMR.PARKINSON
 
Tag: Varie

 

                                                            PK

 

PK, due semplici lettere che hanno una infinità di significati, uno in particolare mi ha colpito: PK è l'abbreviazione del termine parkour. Da vecchio curioso quale sono, ho cercato il significato di questa parola e su Wikipedia ho trovato questa definizione:

"Il parkour (IPA/paʁ.'kuʁ/), abbreviato in PK, è una disciplina metropolitana nata in Francia agli inizi degli anni ‘80. Consiste nel superare qualsiasi genere di ostacolo, all'interno di un percorso, adattando il proprio corpo all'ambiente circostante[1].
I primi termini utilizzati per descrivere questa forma di allenamento furono "arte dello spostamento" (art du déplacement) e "percorso" (parcours).[2].
Il termine parkour, coniato da David Belle e Hubert Koundé nel 1998, deriva invece da parcours du combattant (percorso del combattente), ovvero il percorso di guerra utilizzato nell'addestramento militare proposto da Georges Hébert. Alla parola parcours, Koundé sostituì la "c" con la "k", per suggerire aggressività, ed eliminò la "s" muta perché contrastava con l'idea di efficienza del parkour[3]. Un terzo termine, coniato da Sébastien Foucan, fu Free running, il quale viene però distinto dai due precedenti in quanto rappresenta una forma di movimento, nato sulla base del parkour, che ricerca la spettacolarità e l'originalità dei movimenti a scapito dell'efficienza.
I praticanti di parkour sono chiamati tracciatori (traceurs), o tracciatrici (traceuses) al femminile"

Vi starete chiedendo: e allora?

Il parkour è una disciplina pseudo sportiva,  anche un percorso di guerra, ma può diventare .... una semplice espressione di teppismo urbano o peggio ancora di delinquenza minorile!

Esagerato, mi direte!

Esagerato? ma si forse!

                                                                 La storia di L......                           


Fra le persone che mi sono più care al mondo c'è un ragazzo di nome L....., lo conosco da quando è nato, anzi da quando era nel grembo di sua madre dove non era solo, condivideva lo spazio con un fratellino gemello; un parto prematuro con complicazioni e uno dei gemelli,
quello che sembrava in migliori condizioni, se ne va dopo qualche giorno ....ma L.... resiste, si aggrappa alla vita, passa i primi mesi nel reparto prematuri dell'ospedale di Bergamo, il suo corpicino porta un segno ( come una cicatrice), che il suo fratellino, più sfortunato di lui gli ha lasciato, causato dallo stretto contatto dei due feti negli ultimi mesi di gravidanza.

L.....  che adesso ha 14 anni, porta ancora questo livido e lo porterà per sempre!

Io gli dico sempre: "tuo fratello ti ha lasciato un segno per ricordarti che non sarai mai solo, Riccardo (il nome del gemello) sarà sempre vicino a te e dal luogo dove si trova adesso, ti proteggerà!"

Forse, in questi ultimi mesi, Riccardo si è un pò distratto, perchè L....., due giorni fa, è finito al pronto soccorso, con delle ferite, alcune profonde, in tutto il corpo: escoriazioni, lacerazioni e dolori estesi!

Da qualche mese, L.....  nasconde queste ferite; alla madre, ai fratelli, agli amici dice: sono caduto dalla bicicletta e altre bugie! l'unica che non crede a questa versione è la sorellina che, pur essendo la più piccola di casa, da buon Scorpione, ha un sesto senso molto sviluppato! Di notte, perchè L.... non vuole che sua madre si accorga,  sua sorella gli medica le ferite, da brava donnina qual è, e intanto, con saggezza, pazienza e tanta dolcezza indaga: fa domande sempre più pressanti e alla fine L..... le confessa che le ferite se le è procurate a causa del parkour.

L..... è un ragazzo dolcissimo, crede nell'amicizia e nei buoni sentimenti (no, non è una storia tratta dal libro Cuore), e quando due suoi coetanei, qualche mese fa gli chiesero se voleva giocare con loro, in un parco isolato di un paese della Val Seriana (BG), per cimentarsi in un percorso di guerra, L..... accettò, senza sapere che si sarebbe tramutato in un incubo......
I due ragazzi, d'accordo fra  loro, imponevano a L..... percorsi ed esercizi sempre più pericolosi mentre loro, da spettatori e da vigliacchi lo stavano a guardare! E se L..... si rifiutava, pugni e calci mirati a colpire la milza; e poi minacce: se l'avesse detto a qualcuno avrebbero rincarato la dose!
Tutto questo non accadeva in un lager nazista, ma è accaduto in Val Seriana, e gli aguzzini non erano ufficiali delle SS, ma sono due ragazzi, della stessa età di L....., due ragazzi "perbene" (sic).
Al pronto soccorso il dottore di turno ha fatto scattare una denuncia contro ignoti (sic) e la cosa non finirà qui!
Spero che L..... esca più forte da questa storia e  che, pur conservando il suo carattere dolce e mite, si renda conto che nella vita s'incontrano spesso dei "lupi", ma che non bisogna avere paura e subire......, ma avere il coraggio di  reagire, non con l'uso della violenza ma con l'esercizio della ragione!


PK, abbreviazione di parkour, una disciplina pseudo sportiva, un percorso di guerra.....ma in che mondo viviamo!


Che giovani stiamo allevando, distratti come siamo a procurarci soltanto benesseri materiali, senza preoccuparci di fornire a questi giovani una educazione, lasciando questo compito alla televisione, ai videogiochi violenti, al web e alle sue insidie!
Quando nelle famiglie non si ha più il tempo di occuparsi dei propri figli e ad insegnare loro le basi di una corretta convivenza civile, il ripudio della violenza, e che certi limiti non si possono superare (MAI!), considerato che i giovani sono il futuro, è l'inizio di una pericolosa deriva dalle conseguenze inimmaginabili: per molto meno, in passato, sono scomparse intere civiltà!
 
A L.... e alla sua sorellina, dal nonno..

 

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Commenti al Post:
marinad63
marinad63 il 06/09/11 alle 16:19 via WEB
l'ho stampato su volantini che ho distribuito, ho insegnato per venti anni ma, di fronte a tutto ciò, mi sento impotente STORIE TRA IL VEROSIMILE E IL PROBABILE: UNA GENERAZIONE DI RAMMOLLITI "AL PARCO" Al parco di un paese qualunque, in un giorno qualsiasi, un bambino, poco più grande di mia figlia -tre anni-, in modo prepotente (si capiva dalla velocità con cui saliva sullo scivolo) passa per tre volte davanti alla piccola, che voleva salire a sua volta sullo scivolo. La mamma del bambino guarda la scena senza intervenire. A quel punto, io dico al bambino: “Puoi aspettare un attimo?” ma lui non risponde e continua a scalpitare. Gli ripeto: “Puoi aspettare per far passare lei una volta? Tanto poi andiamo a casa”. Queste le testuali parole. Il bambino sembrava non curarsi di quello che avevo detto. La sua mamma non dice nulla. Per la terza volta dico al bambino: “Non puoi proprio aspettare?” in tono più deciso, ma educato, senza aggiungere alcun rimprovero, senza urlare affatto, soltanto usando un tono fermo e adeguatamente deciso. La madre finalmente si esprime: però non si rivolge al figlio ma a me, dicendo: “Poteva dirlo in modo più gentile”. Rispondo: “Già fatto, due volte”, E lei: “E’ sempre un bambino che sta giocando!” COMMENTO: Non capisco. Che cosa ho fatto? Non ho mai messo in dubbio che fosse un bambino e che stesse giocando. Dimostrarsi decisi, mantenendo il proprio punto, è un modo di educare i bambini, insegnando loro a capire gradualmente che non possono fare sempre quello che vogliono, perché esistono anche gli altri. Quei genitori che difendono i figli a oltranza, nonostante l’evidenza di un comportamento prepotente, non solo non agiscono per il bene del figlio, ma contribuiscono anche a crescere una generazione di futuri “rammolliti”; e purtroppo ne siamo già circondati. Con rispetto, ringraziando per l’attenzione, la mamma di una bimba educata OGNI RIFERIMENTO A PERSONE O FATTI REALMENTE ACCADUTI E' PURAMENTE CASUALE
 
 
IOeMR.PARKINSON
IOeMR.PARKINSON il 07/09/11 alle 21:15 via WEB
Ti ringrazio Marina, la tua è un'altra storia esemplare. Aggiungerei solo che questa futura generazione di "rammolliti" sarà anche una genia cresciuta al culto della violenza, una miscela esplosiva dagli effetti imprevedibili!
 
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