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Un altro pezzo della sinistra si stacca dal PDIl Presidente del Senato, Pietro Grasso, all'indomani dell'approvazione della nuova legge elettorale, si è dimesso dal partito democratico iscrivendosi al gruppo misto. Sconcerto? Neanche per idea. È stato un buon pretesto per evitare una probabile, futura, umiliazione elettorale. Ci è ben noto che il PD targato Renzi sta cambiando pelle. Ne è stata dimostrazione la fuoriuscita di massa di quasi tutti gli ex comunisti. Era rimasto, con pochi altri, l'ex "ragazzo di sinistra" che per continuare a nutrire ambizioni politiche ha voluto rendere pratico, e definitivo, il distacco da Renzi. Con l'approvazione definitiva della cosiddetta Rosatellum bis (nuova legge elettorale) si è, di fatto, aperta la campagna elettorale ed anche il Presidente del Senato ha capito di dover abbandonare il campo, certo che non sarebbe stato ricandidato. Le avvisaglie le aveva percepite molto chiaramente quando l'attuale Segretario del partito democratico propose a Pietro Grasso di candidarsi per il PD alle elezioni regionali in Sicilia ed egli rifiutò l'offerta. Nella circostanza Renzi manifestò, implicitamente, l'intenzione di non volerlo più nel partito a livello nazionale perché figura ingombrante nell'ottica della sua visione politica. Del resto gli obiettivi politici del PD renziano sono ben definiti a seguito di un regolare congresso da lui stravinto. Offrendogli di concorrere in Sicilia fu un bel gesto ma Grasso non intese coglierlo. Si è giunti così al divorzio deciso autonomamente da Grasso. Occorre sottolineare, però, che il gesto non ha un taglio di eleganza istituzionale. Sicuramente in altri periodi storici della Repubblica, questo comportamento, sarebbe stato severamente censurato. Perché non è moralmente possibile accettare che un presidente del Senato in carica, eletto nelle liste del Pd, di dimetta il giorno stesso dell'approvazione della nuova legge elettorale, iscrivendosi nel Gruppo Misto. Ha inteso così contrapporsi alla volontà di maggioranza del partito di appartenenza quando ci saremmo aspettati un altro atto istituzionale: le dimissioni da Presidente del Senato. Ora andrà ad ingrossare quel già corposo arcipelago frastagliato a sinistra del Pd, che già comprende: D'Alema, Bersani, Pisapia, Fratojanni, Scotto, Civati, Montanari, Speranza e da buona ultima la Presidente della Camera Boldrini. Il Presidente del Senato si ritroverà, senza dubbio, in buona compagnia ma non si illuda di diventarne il leader. |
Inviato da: andrea
il 12/07/2020 alle 15:14
Inviato da: Mr.Loto
il 11/05/2020 alle 18:23
Inviato da: cassetta2
il 31/03/2020 alle 16:41
Inviato da: cassetta2
il 26/03/2020 alle 18:22
Inviato da: Mr.Loto
il 08/03/2020 alle 10:35