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Dal giorno dopo la ricorrenza della “Giornata mondiale contro la violenza sulle donne”.

Post n°430 pubblicato il 26 Novembre 2015 da leo.fortuna
 

Quest’anno non me la sono proprio sentita di partecipare al grande coro che pratica la solita indignazione virtuosa e tante parole vuote.
Non mi sono accodato al solito pastone di finti buoni sentimenti e ipocrisia e corsa a chi grida di più il proprio sdegno per questo fenomeno che così combattuto (appunto, con parole vuote e finti intendimenti) rivela anno dopo anno un incremento esponenziale inaccettabile.
Il mio pensiero alle donne, vittime della violenza fisica e psicologica; lo rivolgo dal giorno dopo, e tutte le volte che riterrò necessario farlo, scelto, sin dal lontano 1999, dalle Nazioni Unite hanno scelto per celebrare la “Giornata mondiale contro la violenza sulle donne”.
Il pensiero di uomo ad una donna che è vista, da me, nel solo contesto di amarla, onorarla e rispettarla, mira essenzialmente a ricordare agli uomini che non occorre uniformarsi al mio pensiero ma di ritenerlo un assunto nella propria vita.
E’ tragicamente sbalorditivo pensare che ci siano tanti uomini che per la debolezza di tante donne arrivino a privarle di corpo e anima rendendole schiave attraverso la violenza.
Ma con quale diritto, animale feroce?
Tu uomo, dall’animo turpe, da dove trai la volontà e la forza di sferzare la schiena della donna che ti vive accanto e che di comune accordo avete scelto di sostanziare una vita in comune?
Da violento umili la sua intelligenza, neghi la sua visione delle cose, la collochi in un angolo della sua vita.
A te uomo che sei così, guardandoti dritto negli occhi, non mi resta che dirti: VIGLIACCO!
E ripetertelo all’infinito: Vigliacco, vigliacco, vigliacco………………………
Alla donna porgo l’augurio di non incappare più in una tragedia così immane e le porgo, idealmente, una mano per incoraggiarla, per esortarla a non avere paura e ricercare sempre quel cuore amico che saprà lenire anche le pene più insopportabili.
Confidare nell’animo buono dei non predisposti alla violenza significa avere la consapevolezza, più della stessa speranza, che non esistono leggi in grado di tutelarvi e, laddove ci fossero, non vengono applicate con coraggio e giustizia da chi è preposto a farlo.
Coraggio, è possibile farcela.
E’ possibile liberarsi dalla schiavitù e dalla violenza.
All’uomo prima o poi verrà in mente che sono stati generati da una donna, che è stata la mamma a crescerli ed educarli e nonostante tutto ciò, commettono nefandezze di cui c’è solo da vergognarsi.

 
 
 

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