Piazza delle Erbe

Non per snobismo ma per noia, di tre serate sanremesi hai visto 10 minuti di tv, ascoltato un’ora di Gialappa’s alla radio, letto Conchita De Gregorio sulla Bertè. Ma adesso ti fermi, accendi la tv e ti godi i tre minuti della re-reunion che aspettavi: Mario Venuti stasera canta con i Denovo. Rock catanese che negli anni Ottanta ebbe il suo momento di gloria, in piena movida siciliana ma prima di Carmen Consoli, buone vendite, buone critiche, qualche Festivalbar, un paio di Sanremo. L’ultimo album prodotto da Battiato, poi ognuno per la sua strada. Alla prima reunion, 11 anni fa, c’eri, te lo ricordi benissimo: l’ultima lunga estate siciliana, la prima dopo la fuga a Milano, un concerto passato a cercarla con gli occhi, lei che naturalmente non c’era. Non li sentivi da anni, ma ricordavi quasi tutte le loro canzoni. E ora eccoli lì: Venuti più gaio e rotondo, Madonia pressoché identico ma col capello bianco e guance vissute alla De Andrè, gli altri visibilmente invecchiati (ma perché sono sempre i leader a restare giovani?). Viene fuori una buona esibizione, entrambi hanno sempre una gran bella voce, la canzone non è memorabile ma si fa apprezzare, già ieri sera la borbottavi, tra un paio di giorni sarà l’unica cosa che ti ricorderai di Sanremo insieme a Gazzè, Frankie Hi NRG e i Frank Head. Spegni la tv, è l'ora di tirar fuori un vecchio cd...

Ho una mano che fa contatto col gomito, l'altra chissà.
Con entrambe, almeno per il momento, riesco ancora a scrivere.
Tutto questo, sempre per il momento, sembra abbastanza fico...

Strano personaggio R. Versione ebrea e meno grassa del tuo amico P., è in giro per il mondo un giorno sì un giorno pure, con idee che non sai come riesce quasi sempre a vendere. Passa a trovarti dopo più di un anno che non lo vedi e, in un inglese che hai imparato a capire, ti racconta di storie e personaggi che sembrano troppo inventati per non essere veri. Mezz’ora d’aperitivo ed è già oltre, e chissà dove va. Tu resti qui, in questo bar che ti vede poco, con un sorriso da cinema e gli occhi sul culo della ragazza che lo accompagna: li vedi uscire e vedi te stesso rimanere, come un pianosequenza con una lunga carrellata all’indietro. Ci starebbe bene un altro Traminer, e magari un toscanello che ammazzi l’eternità di questa pausa pranzo. Ci vorrebbe un tavolo fuori e una primavera che duri un po' più di un paio d’ore. Magari è l’anno buono per andare a trovarlo al suo Paese. Sempre che lui sia a casa.

Guardi un video, rivedi il suo irresistibile sorriso da canaglia, ma decidi che resterai a casa. È una cosa troppo stupida, la morte. Ed è una cosa troppo intima, quella che vorresti. Saresti solo in mezzo a troppi, e tu vorresti essere solo e basta, oppure in compagnia di chi deciderà davvero di dividere questa cosa insieme a te. In fondo, è solo un piccolo, piccolo rinvio.

Negli Usa la politica non può fottere con il conflitto d’interesse,

in Italia il conflitto d’interesse ha già fottuto la politica.

P.S.: la pagina del titolo non è quella di Repubblica, troppo facile!

«Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando hai finito
di leggerli e tutto quel che segue, vorresti che l’autore fosse un tuo amico
per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira»
(Il giovane Holden, J.D. Salinger)

Se il giovane Holden avesse avuto un collegamento internet sarebbe stato più felice? Chissà. Io, intanto, un po’ spinto da jo_march1979 che mi consigliava di mandare davvero le cartoline dell’altro post, ho approfittato dell’esistenza di un indirizzo e-mail diretto per fare una cosa forse un po’ adolescenziale: ho scritto a un autore italiano. Un’e-mail breve, semplice, solo per dirgli che ho appena finito il suo secondo libro di racconti, che l’ho trovato davvero intenso e ben scritto, che mi ha emozionato, e che leggerò al più presto anche il primo. Penso che se uno mette il proprio indirizzo e-mail nel colophon del suo libro, il minimo che si possa fare sia scrivergli. Io, al suo posto, oggi sarei un po’ contento di ’sta cosa.

Cari Antonello Grimaldi e Nanni Moretti,
ho visto il vostro film. Grazie, avete fatto un buon lavoro. Ho pianto molto ma sono uscito con un inaspettato sorriso. E non è poco.
Con affetto e stima,

Caro Nanni Moretti,
si dice che tra noi antipatici ci si odia: dia retta a me, sono tutte minchiate, io la amo molto. Dato che non ho letto il libro, però, mi dica una cosa... Quelle cose che fanno tanto Michele Apicella, c’erano anche nel romanzo? Voglio dire, «Affacciati affacciati» è un po’ parente di «Voltati voltati», e anche quel giochino di «Se prima di saltare mi guarda...» mi ha ricordato altri suoi film. O no? Ahem... ci sarebbe un’altra cosa... Potrei insegnarle come si leccano e maneggiano i capezzoli? Secondo me, sono più bravo di lei.
Con affetto e immutata stima,
visto che lei sembra affezionato al personaggio di Gianni Orzan, posso sperare in una sua risposta alla mia di qualche tempo fa?
Cordiali saluti,

Caro Ivano Fossati,
in una già bella colonna sonora, la sua nuova canzone è proprio la ciliegina sulla torta. Mi ha emozionato e ricordato quando ho visto Il toro a Bologna. Ma stavolta, all’uscita, non c’era nessuno con cui ballare. Peccato.
Le voglio un gran bene,

Cara Laura Muccino,
complimenti per il suo bel lavoro di casting, un po’ meno per essere sorella dei suoi fratelli. Che vuole farci, a ciascuno la sua croce.
Con simpatia,
Caro Antonio Ricci,
credo che Striscia la notizia potrebbe essere un programma geniale e crudele. Peccato che invece sia patetico. Spieghi anche al suo amico Staffelli che la pubblicità nei film è fondamentale, che si fa da quasi quarant’anni e che le persone non sono tutte stupide.
Con poca stima e un certo fastidio,
Caro don Nicolò Anselmi,
la scena del film che ha tanto stigmatizzato ha un solo difetto: è inutilmente lunga. Per il resto, perché per una volta non prova a scopare? Ha capito bene, non fare l’amore, scopare. Credo che le farebbe molto, molto bene.
Con nessuna stima e molto fastidio,
Cara Lo’,
avevi ragione, Caos calmo è un film da vedere tenendo per mano qualcuno.
Stavolta ci è andata male, pazienza...
Baci,

Certo che se Roberto del Grande Fratello fosse un infiltrato della Gialappa’s,
se questa canzone l’avesse scritta Corrado Guzzanti
e Giovanni Allevi fosse un’invenzione geniale di Neri Marcorè,
forse potrei guardare alla realtà con meno sospetto.

Il tutto è falso o il falso è tutto?

P.S.: il titolo del post è la battuta folgorante di una storia di Lucky Luke ambientata in un circo e scritta da due grandi che non ci sono più, Morris e Goscinny. Se me la ricordo dopo anni ci sarà un perché. La mia infanzia deve molto a entrambi.

Con E. da Tallywallycippylyppy, un franchising pieno di foto con fintosmutandate e coniglietti, musica a palla da febbre truzza del sabato sera, commesse vagamente piramidali ma con un bel sorriso, vestiti – vivaddio – bellini e poco cari. Com’è tuo compito (Harry o Raimondo non si sa bene se di Sally o di Sandra e in che ordine), te la studi, te la misuri, sconsigli, suggerisci, palpi il tessuto, guardi la trama, ti scopri a dire «Questo ti cade male» invece del solito «Questo t’ingrossa il culo»… Le commesse piramidali pensano di averti già individuato come l’amico gay. Le spiazzi un po’ quando mostri interesse per la scollatura della seconda camicetta, poi fughi ogni loro dubbio quando rimetti a posto un gilè con la grazia di un elefante in una cristalleria. Logica spicciola: sei etero, dunque sei il suo fidanzato, quindi ti becchi un «Arrivederci, auguri!». Ma auguri de che? Guardo la data. Oh, già, quella cagata di san Valentino.