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Figli di un dio minore

Post n°143 pubblicato il 21 Maggio 2011 da pioggia_sottile0

È tardi pomeriggio, scendo dal tram col mio braccio ingessato (regalo inaspettato di una caduta che mi ha procurato una frattura al polso). Appena chiuse le “porte” automatiche del tram dietro di me, davanti, un ragazzino di circa dieci anni, con una valigetta nera in mano, che sembra più grande di lui, mi fa cenno di fermarmi. –Signora, signora…-  la sua voce è sottile come quella di un uccellino. Cerco di vincere le solite dannate resistenze. Lo guardo meglio : un bel bambino, di carnagione bianca, con la faccia pulita, vestito in modo semplice ma più che dignitosamente. L’accento lascia trapelare che forse le sue origini sono dell’Est.
- Signora, mi può dire dove passa il ‘95’ ? – So che il tram che chiede lui, va in direzione della parte opposta di dove si trova, perciò gli chiedo di spostarsi dall’altra parte della strada , dove poco più distante c’è una fermata. Lui però mi dice che c’è già stato e che da lì non si ferma. Mentre penso a quale indicazione più utile posso dargli, il ragazzino disorientato, dice avvilito : - E adesso come faccio a tornare a casa? – In quel momento sento una stretta al cuore, un senso di tenerezza e la voglia di proteggerlo. Cosa ci fa un bambino tutto solo in un paese che conosce poco? Qualcuno forse gli ha affidato delle commissioni da fare, spiegandogli come fare poi a tornare a casa?A quel punto sono certa che non sia italiano. Ormai, dalle mie parti, non si vede più nessuno in giro da solo a quell’età.

Forse qualcuno lasciava liberi di girare i propri figli così, negli anni ’70. Quando ancora non si sentiva parlare di pedofilia o di bambini che improvvisamente spariscono nel nulla….Ora i ragazzini di quell’età sono rigorosamente accompagnati da un genitore o da un nonno, o comunque da un adulto che ne fa le veci.
- Dove devi andare ? – gli chiedo, cercando di capire meglio. Mi spiega che deve arrivare in un paesino di campagna distante circa 10 km. Gli dò delle indicazioni per arrivare alla stazione, perché so con certezza che da lì passa il ‘95’. Poi penso che se un ragazzino così piccolo è passato inosservato al conducente del tram precedente, forse potrebbe esserlo anche per gli altri… Allora gli vado dietro e gli chiedo se vuole telefonare ai suoi genitori. Lui mi risponde, che non può farlo perché ha finito i soldi , andando dritto nella direzione che gli ho indicato. – Se vuoi, li chiamiamo con il mio cellulare! – Gli dico. Lui mi risponde, sorridendo con fierezza, che non importa, continuando a camminare. A quel punto lo saluto e mi avvio nella direzione opposta per tornare a casa.

Passano 5 minuti e vedo il tram ‘95’ dirigersi verso la stazione. Ce l’avrà fatta quel piccolo a prenderlo o dovrà aspettare quello successivo? Ora posso solo augurargli che vada tutto bene.

Più tardi viene a trovarmi a casa un’amica buddista. Sento il bisogno di raccontargli questo episodio. Le chiedo poi di inviare un pensiero positivo a questo ragazzino…

Lei mi guarda con un sorriso beffardo, e mi dice : - Doveva essere uno zingaro! – Come a dire : non hai capito niente, ti sei preoccupata inutilmente. Il suo sguardo è come se mi dicesse : - quella è solo "feccia", sono ragazzini che vengono lasciati in giro per andare a rubare nelle case! –

Ipocrita! Tu che vai a fare “corsi spirituali” e spieghi agli altri che cos’è la compassione del Budda! Dove è andata a finire ora , quella famosa “compassione”? Sento una rabbia enorme, esplodere dentro di me.

A parte il fatto che *non era affatto uno zingaro* ma se anche lo fosse stato?
Si tratta in ogni caso di un bambino che si è perso, io non vedo altro.
Forse che i “nostri” bambini  con le camicie stirate dalla mamma, hanno più diritto di essere aiutati?

Oppure è molto meglio fregarsene e mettersi in pace la coscienza con un – tanto è uno zingaro –

Rabbrividisco di fronte alla paura e all’indifferenza delle persone.
Ma in che epoca sto vivendo?

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Data di creazione: 08/12/2007
 

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