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TU LO CONOSCI, SILVIO?

Post n°226 pubblicato il 03 Maggio 2012 da chinasky2006
 

Foto di chinasky2006

Alla tv una rusticana battaglia all’ultima bassezza tra Sarkozy e Hollande. Sul pc un pornetto esistenzialista degli anni ’90, con nella finestrella un vietnamita torneo di tennis. In sottofondo, amalgamano questo affresco dell’orrore, le leggiadre note di Stravinsky. E’ una serata intensa la mia, insomma. No, dite? Pensate che potrei essere morto, e vi apparirà intensa. 
Ma bene. Mi concentro sull’ultimo arroventato confronto tra i due candidati per l'Eliseo, prima del decisivo ballottaggio. Con tanto di dibattito televisivo. Me lo gusto tutto, alla faccia del campionato di calcio italiano. Sarkò, malgrado gli stornelli narcolettici della moglie Carlà, è battagliero. Deciso a provare l’improbabile rimonta verso il lanciatissimo avversario socialista, trovando un casuale coupe de theatre. Anche le ultime dichiarazioni della signorina Le Pen, che un poco confondo con una delle protagoniste del filmetto intente a mugolare per un rapporto contro natura, non gli lasciano molte speranze. La bionda figlia di cotanto padre ha infatti invitato il suo elettorato neonazista alla “scheda bianca”, senza cedere alle voglia di sostegno a quella destra moderata.
In questo, da derelitto italiano “pizza, baffetti neri, mandolino e bungabunga”, intravvedo una certa qual coerenza, pur nell’orrore di fondo. Anche oltralpe v’è un partito di minoranza razzista, ultranazionalista e xenofobo. Ma dignità, casualità o rispetto per le elementari basi democratiche vogliono che non arrivino mai al potere. Non possono. Malgrado quei voti risultino fondamentali. Vi viene forse in mente una specie di clown che sdoganò i neri missini? A lui si devono i fieri picchiatori giovanili al governo. Sindaci, ministri, tutti conclamati bombaroli neri, con precedenti e fermi della questura. Pensate ancora alla parodia di statista satiriaco che pur di mantenere il potere ha lanciato al governo del paese quei quattro avvinazzati, ladri e barbari razzisti che vaneggiavano all’indipendenza padana? Sarà il caso, o il semplice rifiuto della Le Pen, ma questa aberrante situazione tipica del bel paese, in Francia non la vedranno. Bontà loro, bontà di uno stato con tante contraddizioni, ma che ci risparmia l’indecenza politica, almeno.
Molto benissimo, allora. Il dibattito si fa intenso. Arriva all’acme. Io non capisco un cazzo di niente. Volgo l’attenzione al torneo di tennis in Vietnam tra due rachitici nani del circo, poi giro al pornetto con Moana Pozzi. Sto scrivendo la biografia non autorizzata di Moana, vuoi che non debba approfondire? Quelle foreste pluviali e tundre inguinali, mi fanno pensare ad una teoria filosofica. Poi torno alla rusticana battaglia politica francese. I due non si risparmiano accuse, ingiurie, offese irripetibili, in un delirio alfanumerico. “Tu vuoi meno ricchi”, parte Sarkò a testa bassa. “Tu invece vuoi più poveri”, risponde Hollande. Sembra una lite al giardino d’infanzia. Colpe future ed ipotetici disastri. I due si danno in modo assai galante del “monsieur”, e poi partono a testa bassa: si va dalle accuse di inettitudine, corruzione, incapacità, classismo, inefficienza, ruberie, Hitler, Castro, gassazioni, omicidi, depravazioni equine, stupri di gruppo, cannibalismo, saprofagia. Incassano con garbo la qualsivoglia accusa nefanda, accennando un risolino accompagnato da una specie di pernacchietta.
Poi ecco l’insostenibile, quando Hollande arriva a proferire la frase: “Tu eri amico di Silvio Berlusconi, che ha portato al fallimento l’Italia…”. L’altro sbianca. E’ pallido come un cencio, livoroso e furente. Questo è davvero troppo. La cosa proprio non si può sopportare perché travalica la minima decenza e rispetto dell’avversario. "No, no...quello lì è amico tuo, visto che tifa per te.", risponde l'altro. Passi per l’accusa di stupro di gruppo su ragazzini armeni o le devianze sessuali di origine ittica, ma AMICO DI SILVIO MAI. A tutto c’è un limite.

 
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