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LUSI, RISI E BISI AL GRAN BALLO DEL GARANTISMO DA SALUMERIA POLITICA

Post n°235 pubblicato il 22 Giugno 2012 da chinasky2006
 





Foto di chinasky2006





Che poi uno mette il garantismo al primo posto tra i propri principi cardine. Appena avanti ad una stop volley di John McEnroe, a “Time” dei Pink Floyd o ad un bel paio di gambe accavallate. Poi guardi il recalcitrante fascista La Russa che, momentaneamente riposto il manganello, si riempie la marcia bocca con la parola “garantismo”, e tu Radicale della prima ora rischi di non capirci più un cazzo. Di drogarti, per vedere in modo sfocato quella realtà indecente. Sfogli qualche giornale e leggi di una tizia dipinta come ultranazionalfascista "moderata" da Billionaire, tale Saltamiquì, che si scaglia contro i giudici assassini, rossi, giustizialisti e forcaioli. E monta sottopelle una rabbia antica.
E’ questione di stretta attualità l’autorizzazione concessa dal parlamento all’arresto nei confronti di Lusi, tesoriere della “Margherita” accusato d’aver arraffato qualche milione di euro. Ed è subito una ripugnante ridda di bestialità amorali a catena. Tra biechi interessi da salumieri politici, finto garantismo sottobanco, paure che il tesoriere riveli alcuni scottanti retroscena di casa Rutelli tra cui il tragico morbo petomane della signora Palombelli. Ed il topo è presto partorito. I pidiellini, col simulacro morto intento a lanciare deliranti messaggi dal suo eremo-manicomio, rimangono smarriti. Senza idolo da venerare. O pastore che gli indichi la via dell'orrore. A sinistra vorrebbero rimanere coerenti e votare per l’arresto, ma intimamente sperano di salvarlo e scelgono il patetico voto segreto. E l’unica loro coerenza rimarrà nei secoli la grottesca e caricaturale imitazione di Fantozzi travestito da Tafazzi.
Il chierico Casini, ormai deus ex machina di questo governo, malgrado una percentuale di voti di poco superiore al partito caccia&pesca, è sdegnato nel suo centralismo che tutto domina. “Così si fa un favore a Grillo!”, tuona. Grillo turba i sonni di questa manica di inetti ed indegni figuri che paiono la succursale più penosa di un Ucciardone impunito. Altro che garantismo di De Andrè, delle puttane, spacciatori ed emarginati della società. Con luciferina abilità, hanno rivoltato il concetto ad uso della più nauseabonda impunità di classe. Non c’è però bisogno di molto, per aumentare il consenso del comico genovese. Basta che rimangano lì, ed uno di questi tizi sfuggiti per caso ad un trattato sul lombrosismo si faccia vedere in faccia. Se poi parla anche, il consenso di Grillo s’impenna.
E nell’immonda cloaca cui ormai è ridotta l’italiana politica riluce come più fugido esempio di sterco fumante, quel chirichetto Casini di cui sopra. Ora forcaiolo con gli occhi striati di sangue. Pochi mesi fa sdegnato garantista per i suoi adepti dediti alla più conclamata collusione mafiosa di stampo vetero-scudocrociato, Totò Cuffaro in primis. E sull’integerrima condotta di Totò “vasa-vasa” avrebbe financo messo entrambe le mani sul fuoco. Le avrebbe perse entrambe come un masochista Muzio Scevola, ma questo è un altro conto. Ciò che interessa è la più bieca essenza indegnamente opportunista dell’ingrigito soggetto pluri divorziato in prima fila nel family-day. Un prestigiatore che veleggia col vento in poppa tra i vari regimi di cui è membro, fiancheggiatore e fiero oppositore, il tempo di un giro di valzer. Pilastro di quello stesso berlusconismo che ha poi voluto bruciare quando non gli serviva più. Un giorno vate delle manette facili, quello dopo dell’innocenza fino all’ultimo grado di giudizio.
Fibrillazione e smarrimento in seno al partito dell’amore e delle libertà condizionate: dai massoni, ai corruttori, ai mafiosi, fino alle ultime vittime, quelle olgettine che giustamente non vogliono essere condannate per un pregiudizio e definite prostitute, ma eleganti bocchianare fieramente arriviste, mantenute dal sultano. E’ semplicemente disgustoso. Un principio cardine, sposato per i miserabili scopi di piccola bottega politica. Vent’anni dopo i neri missini ripongono i cappi della propria cultura politica e diventano libertari e garantisti. I presunti uomini di sinistra, comprano il cappio al mercato dell’usato. Proni servi vassalli del plurimpiutato sultano satiriaco si scagliano contro i giudici invidiosi e giustizialisti, magari servendosi anche di qualche canzone di De Andrè. Gli uomini di sinistra tifano invece per i giudici, affinché facciano il loro dovere senza essere ostacolati. Fascistoni col manganello sguainato iniziano a santificare il simulacro del garantismo, Marco Pannella. Al Pd, quel vecchio rompicoglioni lì sta proprio sulle balle.
Il miracolo dell’orrore, clamoroso e folle, è completato. Non è il miracolo italiano o la rivoluzione liberale, quella che ha messo in atto Berlusconi. Ma il più clamoroso capovolgimento di qualsiasi concetto, parvenza di principio o credenza politica. Talmente irreale e quasi irridente l’impunità pretesa a costruita come un castello di orrori da parte dell’unto, disposto a passare su ogni legge e principio come a bordo di un caterpillar, dall’aver fatto crollare tutto. Come nei peggiori regimi. E' riuscito nella titanica impresa di far diventare gli uomini di sinistra ferocissimi ed intransigenti aguzzini dei diritti civili dell’imputato. E trasformare chi fino a qualche anno fa manifestava per il carcere preventivo e la reintroduzione della pena di morte, nei nuovi sacerdoti dei diritti civili.
Ci vuole poco, quasi un batter di ciglia, un manipolo di uomini riprovevoli ed opportunisti come la quasi totalità di chi occupa gli scranni del parlamento, per trasformare un sacrosanto principio in miserabile strumento di misero interesse politico, insozzandolo della loro merda.

 
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