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Divorzi su Palermo

Post n°314 pubblicato il 12 Settembre 2012 da mariopulimanti

Divorzi su Palermo

Palermo. Pietro percorre viale della Libertà. Incontra Calogero. “Se vuoi un caffettino” dice Pietro. Si siedono in un bar, a via Ruggero Settimo. Cose dell’altro mondo” dice Pietro leggendo la cronaca sportiva del Giornale di Sicilia, che alla veneranda età di settantasette anni va ancora allo stadio comunale Renzo Barbera - che lui continua a chiamare con il vecchio nome de La Favorita- per tifare per il suo Palermo.” Miccoli ha detto che il nostro obiettivo è la salvezza”. “Purtroppo il capitano ha ragione” risponde Calogero “non siamo il Palermo di 2-3 anni fa". "Cavolo, stiamo attraversando un momento davvero difficile, non me l'aspettavo”riconosce Pietro. “Ehi, la radio stamattina ha detto che stanno aumentando divorzi e separazioni in Italia” fa Calogero, saltando di palo in frasca, aggiungendo “sembra che abbiano calcolato che, fra i matrimoni che durano da più di cinque anni, il dieci per cento va avanti grazie a interessi finanziari delle parti, il venti grazie al sesso che, da quanto mi dicono parecchi fedeli, è diventato cosa rara e il settanta per cento va avanti grazie alla santa pazienza, che nel frattempo è diventata un’abitudine casalinga”. “Vediamo, vediamo….” dice Pietro sollevando un po’ il braccio, come se dovesse cercare qualcosa nell’archivio della memoria. “Da quanto ne so, molte coppie non sono felici, ma lottano insieme nei momenti difficili”. “Questo è vero, e riescono a superarli. Ma poi a volte non ci riescono”. “Sì, Calogero. La mia esperienza mi ha insegnato infatti che è molto difficile che un matrimonio sopravviva a una crisi economica grave e all’angoscia che ne deriva, ma è pure molto difficile che sopravviva all’agiatezza e alla noia. Non solo, direi che le difficoltà economiche uniscono e, addirittura caricano un matrimonio di progetti, ma il denaro separa, e carica un matrimonio di problemi. Io credo che le difficoltà spesso inizino quando le coppie risolvono i loro problemi e gli rimane il tempo di veder morire la sera nei loro salottini, guardandosi in faccia. Quando hai problemi, non vedi la faccia; vedi il futuro. Quando non ti resta che la faccia, è un brutto affare”. “Giusto Pietro. Anche io penso che la noia tra i coniugi sia uno dei grandi problemi che affliggono Palermo. Anzi la Sicilia. Anzi l’Italia. Anzi l’Europa. Anzi il mondo! Bisognerebbe inventare una legge per porvi rimedio”. “Hai ragione, Calogero, e credo che le grandi crisi domestiche si origino così. Per una coppia di sposi è molto facile avere un progetto di vita comune: entrambi pensano allo stesso tempo ad andarsene di casa, trovare un appartamento, ammobiliarlo, sfogliare i dépliant delle agenzie di viaggio e pianificare una scopata. Questo gli fa pensare che la vita abbia un senso e che siano nati l’uno per l’altra. Ma gli anni di matrimonio a poco a poco modificano la situazione, con la persistenza di una goccia d’acqua: Nulla garantisce che il progetto di vita che desidera il marito coincida con il progetto di vita che desidera la moglie; non solo, uno dei due finisce per intralciare l’altro. Dopo un po’ sono due perfetti sconosciuti che si incontrano, si guardano, si rifiutano e cercano rifugio altrove. Ma non temere Calogero, poiché la saggezza occidentale ha previsto tutto: ormai ci sono rifugi eccellenti, come il lavoro, i pettegolezzi con le amiche. Il cinema, il teatro e il campionato di calcio. Chi crede che in una casa ci sia un mondo, si sbaglia: ci sono due mondi. Nemmeno i figli rinnovano il primo progetto comune, perché per i figli ciascuno ha un progetto diverso”. Pietro, grande frequentatore dei bar palermitani, continua: “Ma torniamo a noi: ci sono due sistemi perché una coppia consumata si prenda ancora per mano e rimanga unita. Uno è trovare un nuovo progetto di vita comune, come per esempio comprarsi un nuovo appartamento e altri mobili. Ma questo non è sempre possibile”. “E l’altro sistema?” chiede Calogero. “Non aver mai avuto un progetto di vita”, dice Pietro, annuendo lentamente. “Questo può sembrare terribile, Calogero” continua “lasciarsi vivere e non essere nessuno. Ma lì potrebbe esserci una delle chiavi della felicità”. Calogero fa un cenno affermativo, non privo di stizza. Poi dice “Certo. Però è triste vivere così. Puzza di merda”. “Sta tranquillo, Calogero. Per farti capire meglio come vanno veramente le cose tra coniugi ti racconto la storia di Andreina e di Vito. Lei, onorata postina. Lui, tecnico bancario”. Pietro prosegue “la donna si sentiva tradita. E aveva ragione: Vito le metteva le corna di nascosto. Così lei gliele ha messe in bella vista. Andava in giro con le amiche e scopava spesso con uno qualsiasi, anzi, con più gente possibile, e poi lo raccontava al marito. E questo non è un caso isolato. A Palermo ci sono più case di quanto credi tu con un marito rimasto a bocca aperta a guardare la porta”. Calogero bisbiglia: “Per strada mi hanno sempre insegnato che chi la fa l’aspetti”. “Appunto. E non credere che sia tanto strano, Calogero; siamo talmente complicati che a volte penso che nessuno possa scrivere la nostra vera storia. Certo, era bella. Molto. Aveva una vulva larga ed elastica, Andreina. Aveva pure una bocca potente e succhiatrice, con l’alta e la bassa marea, piena di forze occulte. E un ano multiuso, onesto e lavoratore, che era una di quelle stelle nane che non brillano e quasi non si vedono, ma che secondo gli astronomi si accaparrano tutto il magnetismo dell’universo”. “Ma tu, Pietro, come fai a sapere tutte queste cose di Andreina?” “Perché ci sono stato anch’io con lei. Capezzoli turgidi. E che culo!” “Cazzo” “ Insomma, Calogero, a Vito non rimase altro che sbattere la testa contro le pareti della sua casa”. “Vito si è risposato?”. “Con chi?”. “Non so…Con una donna, suppongo, anche se al giorno d’oggi e con la faccenda delle coppie di fatto, si sarebbe potuto sposare con uno spazzino comunale con tutte le cose al posto giusto”. “Non credo. Ma, in fondo, che importa?”. Siccome è ora di pranzo, Calogero si alza in piedi. “E’ vero, che importa. E dato che ho fame, vado a pranzo”. E’ sulla porta quando si volta per chiedere: “Ma secondo te il Palermo rischierà di retrocedere quest’anno?”. “Neanche per sogno. Anzi arriveremo in zona Champions. Sulla carta partiamo battuti ma nel calcio nulla è scontato basta giocare con il cuore e sapienza. Santa Rosalia ci protegga!” “Mi pare giusto”. Ed esce. Prima di chiudere la porta del bar sente Pietro canticchiare: “forza Palermo vinci per noi!!!!…” Uscito Calogero, Pietro ordina un aperitivo. Alcolico. Mentre lo sorseggia, pensa che nei film le ragazze portano il reggicalze, ma non in questo quartiere. Qui si vedono stese solo mutande ingrigite e dozzine di collant. Porca puttana.

Mario Pulimanti (Lido di Ostia –Roma)

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relazionidiaiuto
relazionidiaiuto il 10/12/12 alle 13:23 via WEB
Salve Moltissimi complimenti per il blog colgo l'occasione per farvi tanti auguri, A presto, il team per il Sostegno di coppia
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