Creato da uomodelmonte1970 il 21/01/2011

Arcano Incantatore

Gli occhi sono solo i servi sciocchi del pensiero

 

 

Clara Ricci

Post n°31 pubblicato il 16 Novembre 2015 da uomodelmonte1970
Foto di uomodelmonte1970

Clara Ricci sale sul treno per Stoccarda....

 

È stanca, si siede ed attende la sbuffante e chiassosa partenza del treno. L'ambiente è austero, ben illuminato, la carrozza è nuova di zecca allo sguardo e all'olfatto, tutta in legno perfettamente lucidato; pensa ai treni italiani, male illuminati e peggio manutenuti. Il sedile è duro ma accogliente, il legno è sempre piacevole….. la compagnia è tranquilla e riservata, qualche militare qua e la.

Nota con un certo interesse un giovane, dalla faccia pulita, che legge con occhi sognanti una rivista. Ne ha sentito parlare al corso di interpretariato a Roma, la rivista si chiama Das Schwarzkorps, é la rivista delle Schutz-Staffeln meglio note come SS.

Clara vive il sogno ad occhi aperti del ragazzo dove si immagina già in divisa con le due "s" runiche a mo’ di folgore, sfoggiandola agli amici.

Il suo pensiero vola come una nera falena a personaggi che forse incontrerà nel suo futuro lavoro, come Joachim Von Ribbentrop, diplomatico di buone qualità o Albert Speer che al di la del suo incarico di ministro per gli armamenti era un ottimo architetto; ma tanti altri non gli piacciono, come il cocainomane ministro dell'aviazione, il pluridecorato Hermann Goering..... oppure il virtuoso violinista Joseph Goebbles, ministro per la propaganda, persona che ritiene viscida, la sua numerosa e ariana famiglia riempie da tempo i rotocalchi di mezzo mondo….. Clara non si immagina la triste fine di quei bei cinguettanti bimbi biondi con una capsula di vetro piena di cianuro messagli in bocca dalla madre nel bunker del Reichstag. L'oscura farfalla continua il suo volo ai sommari studi di politica internazionale svolti a Roma, pensa che si sentirà sommaria anche lei rispetto alle responsabilità che andrà incontro, rispetto ad un mondo che si muove a passi sommari verso un buio che di buono promette poco. Presa da tristezza prende sonno appoggiata al bordo del sedile, un sonno pesante, che la porta verso un luogo che era l'ossessione di molti, allora: l'isola dei morti di Arnold Böcklin.

 

Clara si trova sulla barca...

Una figura molto alta, magrissima, coperta completamente da un lacero mantello si stagliava impalata alla poppa della barca, come un centauro che invece di avere un corpo di cavallo aveva un corpo di natante, ti squadrava con due luci rosse a mo' di occhi nell'ombra del mantello, questa figura impressionava molto Clara anche per il fatto di poter vedere da vicino questa ferale immagine che da sempre apparteneva al quadro, all'immaginazione e alla penna di molta gente. Nel silenzio, rotto da qualche secco scricchiolio, la barca scivolava silenziosa verso l'isola; Clara si accorge che il mare su cui naviga è formato da piccoli pentacoli di cristallo, cerca di avvicinare le mani ma una sibilante voce la ferma. Il compagno di viaggio gli spiega che non è prassi parlare in quei luoghi perché il rumore potrebbe danneggiare i pentacoli i quali altro non sono che le urne che raccolgono le anime dei morti in attesa del Giudizio Universale.

Il molo di pietra.

Angosciata dalla gelida compagnia Clara sa di essere una particella di sabbia portata a spasso dal fato, disponendosi con quest’animo si prepara ad accettare qualsiasi capriccio del destino. La lugubre imbarcazione si ferma su un molo di nera pietra lavica incastonato da lastre di candido travertino, i passeggeri scendono meccanicamente senza un gesto o una parola; Clara si ritrova da sola, ma cosa peggiore si ritrova in quel luogo senza un perché. Si gira attorno e lo splendido giardino che ricopre l’isola è di una funerea immobilità. Da dietro una staccionata gli si avvicina un giovane di bell’aspetto con lo sguardo fisso nel vuoto; Clara rimane stupita dal contrasto del suo immobile volto con una parlantina vivace, spigliata e gradevole. Questo giovane si presenta; nato come lei a Catania, si chiamava Ettore Majorana.

Lo sparito

Clara chiede al giovane il senso di tutto ciò, in pratica il senso della vita. La risposta fu: "il moto". L'ambìto paradiso sarà molto più materiale di quanto ci possiamo immaginare e saremo contenti di ciò. Oltre il paradiso per gli uomini, cosa a noi comprensibile e desiderabile, ci sarà qualcosa al di la, che sarà per un grado molto più alto di coscienza, fino a liberarsi anche della forma dell’anima ed annullarsi in un punto, estrema sintesi dell'universo creato dal Creatore per proiettarsi finalmente fuori dal Creato per esplorare ciò che non ha regole e farci simili a Dio.

Il giovane continua a dare spiegazioni a Clara; l'Isola dei Morti era un non luogo formato da qualche scoglio in mezzo al mare delle anime. Quel luogo viveva in uno stato di sospensione temporale dove il giorno era perenne e la notte lo era stata. Clara rimane stupita da questi paradossi, mentre intuiva il significato dell'attesa del Giudizio Universale non ne capiva il resto. Il giovane parlò di un inesplicabile arcano che voleva che la temporalità degli eventi fosse speculare rispetto agli eventi del tempo reale. Più semplicemente le prime anime che raggiungevano quel luogo appartenevano a uomini morti nell'approssimarsi dell'Apocalisse e che l'ultima anima a raggiungere il mare delle anime fosse quella di Adamo. Per cui rispetto a lui e a Clara, che erano vivi, il Giudizio Universale e la notte eterna, dannazione dei condannati, sarebbe stata la prima cosa accaduta per cui il tempo per i vivi correva verso la Genesi, invece per i trapassati era il contrario.

Per questo in quel luogo si usavano solo clessidre per misurare il tempo in quanto queste allo specchio non ingannano quanto un orologio.

Di tutto questo arcano il giovane riesce solo a dare una spiegazione religiosa; Gesù disse che gli ultimi saranno i primi e i primi gli ultimi e quindi chi compì il peccato originale sarà ultimo.

 

Theremin….

 
 
 

Mio cane pazzo!

Post n°30 pubblicato il 10 Maggio 2012 da uomodelmonte1970

 
 
 

Mio video a Pratica di Mare

Post n°29 pubblicato il 08 Maggio 2012 da uomodelmonte1970

 
 
 

Mio Gatto Vs. mio Cane

Post n°28 pubblicato il 05 Maggio 2012 da uomodelmonte1970

 
 
 

La volta celeste

Post n°27 pubblicato il 25 Aprile 2012 da uomodelmonte1970
Foto di uomodelmonte1970

La volta celeste è la cattedrale dove spazia la mia anima

Che rifugge dalla mia gabbia toracica tiranna

Le luci del mondo si proiettano sugli affreschi della volta del cielo

In un semplice raccoglimento cerco di connettermi

Al Disegno del Creatore

Che dipinge per noi la cattedrale della vita

Inondandoci di luce e di mistero…

Il nero mistero stellato dal sapore dolce e amaro

Che ci chiede fiducia di sperare nella notte per ottenere il giorno

Intervallata da una ingannevole luna che ipnotizza l’anima

Concentrando gli affreschi della volta del mondo in una languida palla

Capace, anche se per poco, di sciogliere lascivamente

I ceppi che ci ingabbiano con altri più evanescenti ed ambigui.

Non credo che questa esperienza la vivano anche coloro che appartengono al cielo

In quanto gli uccelli hanno avuto in dono un’altra prospettiva

I quali, da attori della volta, hanno il privilegio di rivolgersi direttamente a Dio.

 

David

 
 
 
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