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Creato da unocometanti_1 il 09/02/2009

Parole

Trovare le parole

per dirti ti amo,

trovare la forza

per dirti amore

sono due cose

che in ogni uomo

non sono sempre uguali.

Vorrei gridare al mondo

le parole,

ma non ho forza

nè voglia

per farti sapere.

Il mondo naviga

lentamente nello spazio

eppure la vita

scorre veloce.

Il tempo passa

eppure,

non so dirti

Ti amo!

 

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Ma Veronica Lario ci aveva avvertit

Post n°22 pubblicato il 20 Gennaio 2011 da unocometanti_1

pubblicata da Gianfranco Fini Presidente il giorno giovedì 20 gennaio 2011 alle ore 18.45
  • Bisogna chiedere scusa a Veronica Lario per non averle creduto del tutto

di Domenico Naso

 

Veronica Lario ci aveva avvertiti
Vi prego, qualcuno mi dia il numero di telefono della villa di Macherio. Sì, perché qualcuno lo deve pur fare, e vorrei tanto farlo io. Chiamare quel numero, presentarmi e poi dire soltanto una frase, quasi a bassa voce, con pudore: «Signora Lario, vorrei solo chiederle scusa e dirle che aveva ragione, che le cose che ha affermato mesi e mesi fa si sono rivelate vere, quasi profetiche. Ecco, è tutto, signora Lario. Mi scusi ancora. Anzi, ci scusi tutti, che l’abbiamo trattata da donna viziata e straricca, complice chissà di cosa, chissà per quanto tempo».

 

Ecco, questo vorrei dire a Veronica Lario. Perché l’ex signora Berlusconi ci aveva avvertiti. Lei sapeva. Lei ha detto quello che c’era da dire e noi dovevamo capire. Ha cominciato nel gennaio 2007 quando lui, il Cavaliere, ancora stordito dalla sconfitta di misura contro Prodi, si era lanciato in eccessive galanterie nei confronti della fresca onorevole ed ex-soubrette Mara Carfagna: «Se non fossi sposato ti sposerei». E ancora: «Con te verrei in capo al mondo». La risposta era stata durissima. E soprattutto strana, perché l’ex attrice Veronica non era, e non è, donna da copertina. «Questa linea di condotta – scriveva la Lario a Repubblica – incontra un unico limite, la mia dignità di donna che deve costituire anche un esempio per i propri figli, diverso in ragione della loro età e del loro sesso. Oggi nei confronti delle mie figlie femmine, ormai adulte, l’esempio di donna capace di tutelare la propria dignità nei rapporti con gli uomini assume un’importanza particolarmente pregnante, almeno tanto quanto l’esempio di madre capace di amore materno che mi dicono rappresento per loro; la difesa della mia dignità di donna ritengo possa aiutare mio figlio maschio a non dimenticare mai di porre tra i suoi valori fondamentali il rispetto per le donne, così che egli possa instaurare con loro rapporti sempre sani ed equilibrati».

 

Due anni dopo, Silvio è tornato al governo, la Carfagna è ministro, Veronica è a Macherio, nel suo confino dorato. In primavera si comincia a parlare di liste per le elezioni europee e circolano i primi nomi di veline, starlette, bonazze senza arte né parte ma che piacciono tanto, ma proprio tanto al presidente del Consiglio. Di nuovo, reazione furente: «Quello che emerge oggi attraverso il paravento delle curve e della bellezza femminile, e che è ancora più grave,  - dice la Lario all’Ansa – è la sfrontatezza e la mancanza di ritegno del potere che offende la credibilità di tutte e questo va contro le donne in genere e soprattutto contro quelle che sono state sempre in prima linea e che ancora lo sono a tutela dei loro diritti». E ancora, incalzando il marito ormai più che chiacchierato e dando una lezione di dignità a tutti noi, parlava di «figure di vergini che si offrono al drago per rincorrere il successo, la notorietà e la crescita economica». Rileggetela più volte questa frase, come ho fatto io prima di scrivere questo articolo. È profezia. È lucida visione. È vaticinio fin troppo facile su un uomo che conosceva bene.

 

Ma la parte che ci fa più riflettere, che metteva sotto la lente di ingrandimento le debolezze dell’uomo allo sbando, è la seguente: «Ho cercato di aiutare mio marito, ho implorato coloro che gli stanno accanto di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che non sta bene. È stato tutto inutile. Credevo avessero capito, mi sono sbagliata». Siamo in molti, in troppi ad esserci sbagliati. Ci scusi ancora, signora Lario.

 

20 gennaio 2011

http://www.ffwebmagazine.it/ffw/page.asp?VisImg=S&Art=11099&Cat=1&I=..%2Fimmagini%2FFoto+L-N%2Flario_dn_int.gif&IdTipo=0&TitoloBlocco=La+Storia&Codi_Cate_Arti=46

 

 
 
 
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