Creato da lauro_58 il 10/11/2006

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A volte ho vinto, molto più spesso ho perso. Cammino tra le strade della speranza senza ripari. E se inizia a piovere, mi fermo e guardo attorno. Poi alzo il bavero del cappotto, accendo una bionda e ricomincio a camminare.

 

 

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Io e te sulla cresta del tempo

Post n°146 pubblicato il 03 Giugno 2008 da lauro_58
 

Io la chiamavo porporina magica; è quella che resta attaccata ai pospastrelli quando catturi una farfalla per le ali intenta a svolazzare tra i fiori.
Ero convinto ne fosse piena la corolla, spesso gialla come l’oro o come il sole e per questo magica.
Pensavo fosse per quello che volassero ed allora pulivo le dita imporporate con la lingua sicuro che prima o poi avrei volato anch’io.
La sera poi quando la luce si spegneva ed i colori andavano via, loro si trasformavano in lucciole.
Credevo che la luce intermittente le aiutasse a cercare i fiori … portatori di fragranze, vestiti di petali col centro giallo prezioso pronto a trasformarsi  in porporina magica al contatto.
Ma nessuna corolla dischiusa attende le lucciole di notte!

Quando ti conobbi eri lucciola, alla ricerca della magia che accendesse la luce e aprisse le tue ali.
Io avrei potuto essere il tuo fiore, non sapevo come schiudere la corolla e donarti ciò che conteneva, ma avrei voluto essere il tuo fiore.
Mi tratteneva l’incertezza; quella di non essere per te quello che tu eri per me.
Una sera al chiarore tra l’intenso ed il soffuso del lampione sotto il quale stavamo parlando, ripensai però a quelle mie convinzioni giovanili e te le confidai.
Ridesti divertita dicendo che il pericolo era di “scambiare lucciole per lanterne” … dicesti proprio così.
Aggrappato ad un filo di voce continuai:
“Tu come ti senti ? “
“Quando sono con te leggera …”
“E’ gia qualcosa, allora potresti riuscire a volare.”
“Ma dai ti prego … “
“Non ci credi ?”
“Certo che no !!” fu la tua risposta … io sorrisi, poi ti sfidai.
“Gli occhi più di guardare non possono il resto ce lo mette il cuore, baciami. Io ho assaggiato quella polvere, baciami e diventerai farfalla.”
Lo feci io senza indugi; come un battito d’ali colorate poggiai le mie labbra sulle tue.
La luce vigile ed educata partiva intensa dal ricurvo e si diffondeva a cono verso il basso illuminando tutto ciò che poteva contenere, poi amica e ruffiana sfumava  soffusa concedendo fiochi bagliori di intimità a quello che sostava attorno.
Noi ci stavamo sotto mentre ci baciavamo, a me sembrò un lungo volo dove tutto è soltanto sfondo e tu l'unica cosa a colori in un mondo in bianco e nero. Sulla cresta del tempo per me non esisteva più nulla.

Da allora abbiamo imparato a volare insieme, anche se è notte e magari piove.
Il tempo delle farfalle, dei fiori e delle lucciole è lontano ma quando ci baciamo è come se il cuore ci abitasse nella testa e la pioggia non trasforma la terra di cui siamo fatti in fango ma in creta da plasmare, uno con l’altra assieme al vento, al sole, ai fiori e così i giorni non scorrono mai pigiati dall'immediatezza del vivere in superficie.
Perché prima di baciarci, aggrappati ad un filo di voce è come se ci dicessimo …
“Tu come ti senti ? “
“Quando sono con te leggera …”
"Allora puoi anche volare."
“Assieme a te si.”
"Dammi la mano e chiudi gli occhi"
“Dove andiamo ?”
“Dove non serve sognare!”

Io e te sulla cresta del tempo è un riflessodigitale di Lauro

Questo racconto partecipa al gioco letterario indetto da tuttiscrittori sul tema  "Mi sono innamorato(a) di te..."

 
 
 
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