ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi di Luglio 2014

QUATTRO MOSCHETTIERI CONTRO I FALSI MITI DEL PROGRESSO

Post n°9139 pubblicato il 31 Luglio 2014 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Una giornalista televisiva, Costanza Miriano, un giornalista ex-deputato e tra i fondatori del Partito democratico, Mario Adinolfi, uno psicoterapeuta, Marco Scicchitano, e un sacerdote dell’oratorio di San Filippo, Padre Maurizio Botta. Sono loro i “quattro moschettieri” che lunedì sera a Lerici, nell’ambito della Festa di Avvenire, hanno tenuto l’incontro-dibattito “Contro i falsi miti di progresso”, che ha tenuto in Rotonda Vassallo fino a tarda ora, anche quando i tuoni minacciavano il temporale, un pubblico attento e partecipe, di oltre quattrocento persone, molti dei quali giovani e famiglie.

«Il titolo è provocatorio» – hanno spiegato don Federico Paganini, parroco di Lerici, e l’editorialista di Avvenire, Lucia Bellaspiga, nell’introduzione. Ma si è trattato di un incontro “per” testimoniare la bellezza e la verità della natura umana, che è oggi insidiata dai “falsi miti di progresso”, frutto di un’ideologia che non mette lo sviluppo a servizio dell’uomo, ma tende a slegare le persone da ogni legame e dipendenza dalla natura e dalle relazioni umane. E’ una sorta di delirio di onnipotenza, un’illusione, che non porta alla felicità duratura, ma all’isolamento e alla delusione. «Non siamo mai contro le persone» – ha premesso Padre Maurizio Botta. «Siamo contro le lobby del “pensiero unico”. Siamo qui per ragionare, riflettere e proporre». Bisogna accogliere chiunque, ma dire sempre la verità. Ogni bambino ha bisogno di un padre e di una madre. «Lo slogan “love is love” non basta. Perché nasca un figlio c’è bisogno di padre e madre. La “neo-lingua” parla di “donatore” e di “maternità surrogata”. In realtà, tali termini nascondono lo sfruttamento del più debole.
I bambini devono sapere da dove vengono, dove sono le proprie radici». Padre Botta ha anche richiamato le parole di Papa Francesco, che, a proposito della diffusione dell’ideologia del “gender” nelle scuole ha parlato di “campi di rieducazione”. «Da cattolici, non possiamo mercanteggiare. La nostra fede è incompatibile con l’ideologia del gender». Il primo libro della bibbia, la Genesi, dice che “maschio e femmina Dio li creò”, «nessun altro attributo, pur importante, viene citato». Gli uomini sono fatti a immagine e somiglianza di Dio. E tale somiglianza prevede la mascolinità e la femminilità, una diversità che rivela l’essenzialità della relazione, come per il Dio trinitario. «Le donne sono discriminate, ma in quanto madri» – ha proseguito Costanza Miriano. «Il femminismo ha adottato le logiche maschili, ma è felice una donna che è uguale ad un maschio? La femminilità esalta l’accoglienza e la dolcezza. Le catechesi che fa il mondo (anche il mondo fa le sue catechesi) creano invece delle donne tigri». Manca ambizione e fantasia. «Bisogna lottare non per le quote rosa, ma per la tutela della famiglia». Bisogna affermare che è un valore che la mamma si possa fermare a casa fino ai tre anni del figlio. «Non dico che poi debba ritrovare la carriera, ma almeno la scrivania». Il femminismo ha cercato di liberare la donna dal condizionamento del proprio corpo. Ma così «si è passati dalla schiavitù del marito a quella del capo-ufficio».
Per una vera promozione della donna, non si può prescindere dalla sua natura. «Appena una donna concepisce un bambino, inizia tutta una serie di cambiamenti fisiologici» – ha spiegato Scicchitano, psicologo e ricercatore clinico. «Sviluppa un’aggressività di tipo protettivo, non si espone ai rischi. Tutti questi mutamenti sono volti ad accogliere il bambino, quando verrà al mondo. Cosa succede se, al termine della gravidanza, viene privata del proprio figlio, ad esempio perché, per poche rupie indiane, si è prestata alla pratica dell’utero in affitto?» Scicchitano ha commentato il documentario “Il paradosso norvegese“, di Harald Eia, che ha rivelato che anche nella nazione dove l’ideologia del gender è più diffusa permane tuttavia una divisone marcata dei sessi per i diversi tipi di lavori. «Siamo esseri sociali, ma la prima componente della nostra identità è la mascolinità o la femminilità». Dopo pochi mesi di vita i maschi sviluppano le strutture che regolano l’aggressività. Anche l’area del linguaggio a un certo punto smette di crescere, mentre nelle donne continua. Bisogna anche smontare il pregiudizio sui regali delle tutine rosa o azzurre. «C’è un dato biologico. Il sistema visivo maschile e femminile sono diversi. L’uomo e la donna sono sensibili a diversi tipi di colori e di oggetti e immagini. Una bambina reagisce più facilmente al pianto di un vicino di culla. Questi dati biologici sono visibili fin dal primo momento di vita e portano a due modi diversi di stare al mondo».
Lucia Bellaspiga ha ricordato la battaglia di Avvenire che ha portato al ritiro da parte del Ministero dell’istruzione dei libretti dell’UNAR. «Dietro l’espediente della lotta al bullismo – sulla quale siamo tutti d’accordo -, i libretti propagandavano l’ideologia del gender nelle scuole di ogni ordine e grado, fin dalle elementari». I problemi di matematica, secondo tali linee-guida per docenti, dovrebbero basarsi su esempi tipo: “Rosa e i suoi due papà comprano tre lattine di thè al bar. Ogni lattina costa X. Quanto spendono in tutto?”. Bisognerebbe anche smetterla con le antiche favole. Meglio che il principe si innamori dello scudiero. Altrimenti, da grande, lo scolaro rischierà di innamorarsi di una donna e magari anche di sposarla. La famiglia tradizionale non esiste, è solo un’invenzione pubblicitaria. «Trovo di una violenza pazzesca questa omologazione dei bambini al “pensiero unico” fin dalle elementari.
Lottiamo per la biodiversità e per il mais, ma siamo indifferenti, anzi promuoviamo la cancellazione della diversità umana che porta la vita», ha concluso Bellaspiga. «Io richiamo gli “haters”, gli odiatori di professione», ha esordito Mario Adinolfi, invitando il pubblico a controllare il suo profilo Twitter. «Sapete perché? Perché nel libro “Voglio la mamma” ho dichiarato in modo apodittico due cose: ogni figlio nasce da un uomo e una donna; e le persone non sono cose. Gli “haters” affermano invece che anche Pino e Ugo fanno nascere figli, e che questo è un “diritto incoercibile”, come sostiene la Corte Costituzionale. Secondo loro, noi siamo medievali. In realtà, si tratta solo di una compravendita, a vari strati. Perché la genitorialità viene frammentata. Prima serve l’ovulo, che si ottiene con bombardamenti ormonali. Poi si affitta l’utero, tipicamente da donne in paesi poveri o in via di sviluppo. Questo è sfruttamento dell’uomo sulla donna». E la giurisprudenza italiana ha già di fatto legittimato tale pratica. «Cosa c’è di più democratico, di rilevante per la democrazia che discutere sulla nascita e la vita degli essere umani? Invece il PD, di cui ero membro, pretende che questa esperienza diventi la norma, e chi si oppone è medievale. La legittimazione delle famiglie arcobaleno è un’emergenza? Vengono letteralmente fabbricati dati falsi. Secondo arcilesbica, i “figli” di coppie omoseseuali sono duecentomila. Secondo l’ISTAT, 475. Questa lobby, questo club si oppone al ragionamento di un popolo, sfruttando abilmente il mondo della comunicazione, dove è chiaro che Platinette sa asfaltare Giovanardi. Si sente dire: “che male c’è se quei due si vogliono bene?” Rispondo con le parole di Filumena Marturano, commedia di Peppino De Filippo, comunista, senatore a vita: “i figli non si pagano”. Quando ci dicono che siamo medievali perché ci rifacciamo al cristianesimo, rispondiamogli con un ragionamento laico. Il tempo in cui le persone erano cose era due millenni fa. C’era la schiavitù e l’imperatore, con il semplice giro di un pollice, decideva della vita e della morte delle persone. Sono loro i retrogradi. La lotta alla schiavitù la facciamo noi». Rispondendo ad una domanda del pubblico, Adinolfi ha citato il caso di Brendhan Eich, genio dell’informatica, che ha dovuto lasciare immediatamente la carica di amministratore delegato di Mozilla perchè sei anni prima aveva finanziato con 1000 dollari la campagna per un referendum, poi vinto, per inserire nella Costituzione della California la nozione dell’unicità del matrimonio tra un uomo e una donna. «Non c’è un vero interesse a fare una famiglia omosessuale, non si risponde ad un vero bisogno. E’ solo una rimodulazione di soldi e potere, un occupare degli spazi. Basti pensare ai deputati che diventano tali solo in quanto omosessuali. Le nozze gay sono legge solo in 16 paesi su 201, non in tutto il mondo. All’inizio c’è il boom dell’entusiasmo, poi il calo delle registrazioni. Non è un bisogno, è una lotta ideologica per soldi e potere. Ma, per ottenere questi, si minano le fondamenta della società. Cosa ci potrebbe essere di più violento?» Ha chiuso la serata Marco Tarquinio, direttore di “Avvenire”. «Il nocciolo della questione è che si vuole togliere dalla nascita di un figlio il fattore fondamentale dell’incontro tra due persone. Con la fecondazione artificiale, si passa presto dal bancone di un laboratorio a quello del mercato. Questo è il grande inganno. La nostra non è una battaglia né di destra né di sinistra. Ha le radici nel cristianesimo, ma vale per tutti. Molti fratelli dei bambini che nascono in laboratorio rimangono congelati. Sono le vittime di un’illusione per la quale la perfezione fisica è garanzia di felicità. Ma, anche ammesso che si possa realizzare il fisico perfetto, chi può dire se la sua psiche sarà perfetta? E se succede un incidente? Questa è la presunzione di mettersi al posto di Dio creatore o comunque dell’amore, che muove il mondo». «Spero che tutti capiscano che il problema è il mettere le mani sui bambini. Tra qualche anno sarà chiaro a tutti questo “neo-colonialismo” sul corpo della donna. Le donne fattrici. In India ci sono intere città fabbriche di uomini, a beneficio di coppie omosessuali ma anche etero, “per non rovinarsi la linea”.

Dicono che siamo omofobi. Ma ci sono persone omosessuali che capiscono benissimo che intendiamo semplicemente difendere i più deboli e l’ “umano”. E continueremo a farlo».

 - Costanza Miriano e autori vari -

 
 
 

DA 1° AL 2 AGOSTO IL PERDONO DI ASSISI

Post n°9138 pubblicato il 31 Luglio 2014 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Dal mezzogiorno del 1 agosto fino alla mezzanotte del 2 agosto si può ricevere, una sola volta, l'indulgenza plenaria detta anche "del perdono d'Assisi".
Condizioni richieste:

1) visita ad una chiesa parrocchiale o francescana e recita del Padre nostro e del Credo;
2) Confessione sacramentale;
3) Comunione eucaristica;
4) Preghiera secondo le intenzioni dei Santo Padre;
5) Disposizione d'animo che escluda ogni affetto al peccato.
Le condizioni di cui ai nn. 2, 3 e 4 possono essere adempiute anche nei giorni precedenti o successivi la visita della chiesa. Tuttavia è conveniente che la comunione e la preghiera per il Santo Padre siano compiute nel giorno stesso della visita.

L'indulgenza può essere applicata sia per i vivi che in suffragio dei defunti.
STORIA DELL'INDULGENZA PLENARIA DEL PERDONO DI ASSISI
San Francesco, per il suo singolare amore verso la Beatissima Vergine, ebbe sempre particolare cura della chiesetta presso Assisi dedicata a S. Maria degli Angeli, detta anche Porziuncola. Qui egli prese stabile dimora con i suoi frati nel 1209 dopo il ritorno da Roma, qui con Santa Chiara nel 1212 fondò il Secondo Ordine Francescano, qui concluse il corso della sua vita terrena il 3 Ottobre 1226.
Alla stessa chiesetta, secondo la tradizione, San Francesco ottenne la storica Indulgenza Plenaria (1216), che i Sommi Pontefici confermarono ed estesero successivamente alle Chiese dell'Ordine e ad altre Chiesa
Dalle Fonti Francescane (cfr FF 3392-3399)
Una notte dell'anno del Signore 1216, Francesco era immerso nella preghiera e nella contemplazione nella chiesetta della Porziuncola presso Assisi, quando improvvisamente dilagò nella chiesina una vivissima luce e Francesco vide sopra l'altare il Cristo e alla sua destra la sua Madre Santissima, circondati da una moltitudine di Angeli. Francesco adorò in silenzio con la faccia a terra il suo Signore!
Gli chiesero allora che cosa desiderasse per la salvezza delle anime. La risposta di Francesco fu immediata: "Santissimo Padre, benché io sia misero peccatore, ti prego che a tutti quanti, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, gli conceda ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe".
"Quello che tu chiedi, o Frate Francesco, è grande - gli disse il Signore -, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio Vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza". E Francesco si presentò subito dal Pontefice Onorio III che in quei giorni si trovava a Perugia e con candore gli raccontò la visione avuta. Il Papa lo ascoltò con attenzione e dopo qualche difficoltà dette la sua approvazione. Poi disse: "Per quanti anni vuoi questa indulgenza?". Francesco scattando rispose: "Padre Santo, non domando anni ma anime". E felice si avviò verso la porta, ma il Pontefice lo richiamò: "Come, non vuoi nessun documento?". E Francesco: "Santo Padre, a me basta la vostra parola! Se questa indulgenza è opera di Dio, Egli penserà a manifestare l'opera sua; io non ho bisogno di alcun documento, questa carta deve essere la Santissima Vergine Maria, Cristo il notaio e gli Angeli i testimoni".
E qualche giorno più tardi insieme ai Vescovi dell'Umbria, al popolo convenuto alla Porziuncola, disse tra le lacrime: "Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!".

TESTI UTILI PER PREPARARSI AL SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE

Dalla seconda lettera di S. Paolo Apostolo ai Corinzi (5, 14-20)
Fratelli, poiché l'amore del Cristo ci spinge, al pensiero che uno è morto per tutti e quindi tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro. Cosicché ormai noi non conosciamo più nessuno secondo la carne; e anche se abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, ora non lo conosciamo più così. Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. È stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. Noi fungiamo quindi da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.

Dal Salmo 103
Benedici il Signore, anima mia, quanto è in benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tanti suoi benefici
Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue malattie;
salva dalla fossa la tua vita, ti corona di grazia e di misericordia.
Il Signore agisce con giustizia e con diritto verso tutti gli oppressi.
Ha rivelato a Mosè le sue vie, ai figli d'Israele le sue opere.
Buono e pietoso è il Signore, lento all'ira e grande nell'amore.
Non ci tratta secondo i nostri peccati, non ci ripaga secondo le nostre colpe.
Come il cielo è alto sulla terra, così è grande la sua misericordia su quanti lo temono;
come dista l'oriente dall'occidente, così allontana da noi le nostre colpe.
Come un padre ha pietà dei suoi figli, così il Signore ha pietà di quanti lo temono.
Perché egli sa di che siamo plasmati, ricorda che noi siamo polvere.
Come l'erba sono i giorni dell'uomo, come il fiore del campo, così egli fiorisce.
Lo investe il vento e più non esiste e il suo posto non lo riconosce.
Ma la grazia del Signore è da sempre, dura in eterno per quanti lo temono; la sua giustizia per i figli dei figli, per quanti custodiscono la sua alleanza e ricordano di osservare i suoi precetti.

L'INDULGENZA
L 'indulgenza che la Chiesa elargisce ai penitenti è la manifestazione di quella meravigliosa comunione dei santi, che, nell'unico vincolo della carità di Cristo, misticamente congiunge la beatissima Vergine Maria e la comunità dei fedeli o trionfanti in cielo o viventi nel purgatorio, o pellegrinanti in terra.
Difatti l'indulgenza, che viene concessa per mezzo della Chiesa, diminuisce o cancella del tutto la pena, dalla quale l'uomo in certo modo è impedito di raggiungere una più stretta unione con Dio. Perciò il fedele pentito trova un aiuto efficace in questa speciale forma di carità della Chiesa, per poter deporre l'uomo vecchio e rivestire l'uomo nuovo, il quale si rinnova nella sapienza, secondo l'immagine di colui che lo creò (cfr Col 3,10).
[PAOLO VI, Lettera apostolica "Sacrosanta Portiuncolae" del 14 luglio 1966]

PROFESSIONE DI FEDE (Credo apostolico)
Io credo in Dio, Padre onnipotente,
creatore del cielo e della terra;
e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore,
il quale fu concepito di Spirito Santo,
nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato,
fu crocifisso, morì e fu sepolto:
discese agli inferi; -
il terzo giorno risuscitò da morte;
salì al cielo,
siede alla destra di Dio Padre onnipotente:
di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
Credo nello Spirito Santo,
la santa Chiesa cattolica,
la comunione dei santi,
la remissione dei peccati,
la resurrezione della carne,
la vita eterna. Amen.

Fonte: Rosario on line

 
 
 

EX SATANISTA RACCONTA LA SUA STORIA CON MARILYUN MANSON

Post n°9137 pubblicato il 31 Luglio 2014 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Sono nata in una famiglia di testimoni di Geova, in un ambiente ostile dove mi hanno fatto credere che Dio fosse spietato e giustiziere. Ho vissuto per anni nelle tenebre senza alcun punto di riferimento ma non voglio parlare di questo al momento. Condivido con voi questa esperienza per mettervi in guardia dalle trappole del Maligno, da come si usa di illusioni o di cose apparentemente piacevoli per allontanarci da Dio. E’ mio desiderio mostravi come Satana si trasforma in “angelo di luce” dietro un’apparenza benefattrice. Ringrazio il Signore che mi ha accolta con lui e mi ha salvata.
Tutto cominciò nel 2000. Ero in contatto con un uomo canadese. Un giorno mi chiese di spedirgli una ciocca di capelli. Non sapevo assolutamente nulla di pratiche magiche, pensai che fosse un gioco e invece …..

Era l’estate del 2001. Mi ero sposata l’anno prima ma fu da subito un matrimonio fallimentare. Odiavo Dio, ero piena di rabbia soprattutto perché non ho mai avuto amore da parte dei miei genitori. Ero triste e delusa dalla vita. Mi recai negli Stati Uniti per incontrare una persona ma le cose non andarono bene. Ricordo che cominciai ad odiare Dio più del solito e per provocazione cominciai ad ascoltare Marilyn Manson. Mi trovavo sola in quella stanza di albergo con l’unico desiderio di morire. Sembrò che Manson fosse in grado di confortarmi. Sentivo come se lui mi dicesse, “tranquilla ci sono io”. Da allora si creò un legame strano, anzi quel legame creato attraverso un maleficio si rafforzò. Cominciai a vedere cosa stesse facendo, a sentire le sue emozioni e i suoi dolori fisici. Inoltre ebbi la sensazione che lui nelle sue canzoni parlasse di me. Tornata in Italia mi avvicinai al Satanismo di Lavey e cominciai a fare sogni premonitori su Manson. Nel primo sogno lui mi disse che mi avrebbe dato ciò che altri non mi avrebbero dato mai. La vita procede nel corso degli anni. Scopro di avere anche un talento musicale e comincio a suonare, a scrivere testi e a comporre musica mentre frequentavo il conservatorio. Le mie condizioni psichiche peggiorarono e dovetti essere ricoverata più volte a seguito di tentati suicidi. Nel Dicembre 2007, a seguito di un’overdose di farmaci, vado in coma e rischio di morire. La prima persona che vidi fu un prete che mi benedisse. Benché ci vollero anni per la conversione non dimenticai mai quel gesto di misericordia. I veri guai con Marilyn Manson cominciarono da allora. Non eravamo ancora in contatto, ma il suo bassista/chitarrista mi scrisse a nome suo. Fu molto gentile, ci fu una certa sintonia, mi disse cose che avevano un certo spessore. Mi impressionò positivamente. Cantai due cover di Manson che a lui piacquero tantissimo. Mi sentivo galvanizzata ma Twiggy Ramirez mostrò subito la sua faccia. Nel 2009 fece un gioco strano, sempre via chat. Si spacciava per diverse persone e soprattutto mi mise sotto pressione affinché stringessi una relazione con lui.

Mi rifiutai perché in realtà mi sentivo attratta da Marilyn Manson mentre lui mi ripugnava. Passano i mesi e lui si rifa vivo ma poi sparisce nuovamente. Nel 2012 torna spacciandosi sempre per lui e ci mettiamo “insieme”. Da una parte mi sentivo felice ma dall’altra avevo paura perchè una parte di me sentiva che era solo un inganno, un’illusione solo che non avevo il coraggio di ammetterlo a me stessa. Cominciai a sognare spesso me e Manson che ci formavamo una famiglia, erano sogni vividi, come se mi trovassi fisicamente nella sua abitazione. Alcune cose sognate accaddero veramente, tipo che arrivai in ritardo ad un suo concerto. L’11 Luglio 2012 mi recai ad un suo concerto a Milano. Cominciai a percepire un senso di panico e di pericolo e scappai via. “Manson” era molto addolorato anche perché nel frattempo avevo intrecciato una relazione con un’altra persona. La “connessione” con lui si fece più forte. Dopo che lasciai Roberto torniamo “insieme”. Lui comincia ad illudermi dicendomi che sarebbe venuto a trovarmi. Mi diede appuntamento all’uscita dal lavoro ma non si fece mai vivo. Sentivo una sensazione di vuoto interiore enorme ma continuavo a rincorrere il mio idolo credendo che lui mi amasse veramente e che ci tenesse a me, mi illudevo inoltre che lui avrebbe risolto ciò che non andava nella mia vita. Ramirez continuò a scrivere a nome di Manson in un account facebook, cose aberranti, pornografiche. Cominciò ad umiliarmi pesantemente come donna ma io non demordevo nel mio “amore”. A Dicembre 2012 vado al suo concerto a Bologna. Fu una giornata orribile. Piansi tutto il giorno desiderando morire progettando il mio suicidio. Tuttavia mi feci forza e nonostante la paura andai. Appena arrivai gli uomini della security mi requisirono gli accendini. Fu una cosa strana in quanto notai che gli altri fan li avevano. Manson mi notò subito e ricordo che mi guardò con dolcezza infinita. Ero in prima fila e lui cantava sempre dalla mia parte. Mi sentivo in estasi nonostante la delusione derivante dal fatto che “lui” mi avrebbe detto che avremmo passato del tempo assieme dopo il concerto. Non accadde nlla del genere. Andai via delusa. Caddi in un profondo stato depressivo dovuto ad altri problemi sia sul lavoro che in casa. Non riuscivo più a far niente e quasi non uscivo di casa. Io lo “amavo” e lui diceva di fare alttrettanto ma appariva sempre con altre donne e questo mi feriva profondamente. Mi sentivo morire dentro ma io vivevo nell’illusione che lui prima o poi sarebbe venuto da me, era la mia ossessione e il mio dio. I primi di Febbraio 2013 Manson mi appare in sogno che stava male e mi supplica di aiutarlo: “sto male, ti prego aiutami. Ti supplico, ho bisogno di aiuto”. Fu un sogno molto vivido e mi lasciò sconvolta. Da quello che mi disse lui pronunciò veramente le parole che mi disse in sogno. Quando accesi il computer appresi la notizia che era collassato sul palco. Ci rimasi molto male anche perché sentivo tutti i suoi stati d’animo. Lui era collassato e il suo migliore amico lo aveva ignorato ridendogli in faccia. Ero profondamente indignata per questa ingiustizia come lo sarei stata con qualsiasi essere umano ma gli “amici” satanisti mi risero in faccia dicendo che era normale. Parlando con Twiggy Ramirez, che si spacciava sempre per lui, gli dissi che non era stato male a causa di un’influenza come aveva dichiarato pubblicamente ma che c’era dell’altro. Fu l’inizio dei miei guai. Cominciai a ricevere minacce, a subire attacchi hacker, ad essere seguita da persone e macchine strane quando uscivo di casa. Nel Marzo 2013 io e “Manson” cominciamo uno stretto rapporto virtuale. Ero convinta che il mio sogno si fosse avverato ma ben presto divenne un incubo.

Pretendeva che stessi in chat tutto il giorno, non avevo la libertà di uscire o di staccarmi dal computer. Se lo facevo venivo accusata di avere comportarmenti promiscui con altri uomini. Nel frattempo lui mi umiliava dicendo che facevo un torto alle sue ex. Mi diceva che aveva rapporti sessuali con loro dicendo che queste donne lo avrebbero stuprato. Fu come ricevere pugnalate al cuore. Fu molto umiliante. Fu peggio che essere violentati fisicamente.

I satanisti sono convinti che se rinneghi Satana tu diventi vulnerabile completamente e ti possono uccidere con la magia nera. Ramirez mi costrinse a pregare per salvare Manson da un attacco di cuore. Mi rifiutai di farlo ma spinta dall’ “amore” che provavo per lui lo feci. Fu veramente dura visto che odiavo Dio. Sicuramente spinto dalla volontà di Dio mi fece un grosso favore perché per la prima volta sentii l’amore e la luce di Dio. Il ghiaccio che avevo dentro di me si sciolse. Piansi tantissimo come non avevo mai pianto in tutta la mia vita e ….. mi convertii veramente. Non dimenticherò mai l’abbraccio di Gesù. La mia conversione non era stata prevista. Cominciai ad andare a Messa anche se non ci capivo nulla. Avevo paura a causa dei traumi subiti quando ero testimone di Geova ma in Chiesa sentivo una pace mai provata prima. Dovevo andarci per trovare sollievo. Fui minacciata di morte ma perseverai ad andare a Messa. All’epoca vivevo ancora come separata in casa e subii pesanti ingiurie e bestemmie da parte del mio ex marito che mi derideva per la mia decisione di diventare Cristiana. Twiggy Ramirez si incattivì parecchio e provò ad indurmi al suicidio. Mi disse per esempio che Gesù voleva che mi uccidessi così avrei potuto stare con lui per sempre. Poi usò tante cose del mio passato per crearmi illusioni, tipo che era in contatto con la bambina persa anni fa. Usò ogni aspetto del mio passato per ingiuriarmi, umiliarmi e mortificarmi. Dovete sapere che questa persona spia la mia vita hackerando i miei account su internet da più di 10 anni per cui sapeva bene dove colpire. La mia vita però cominciava a cambiare. Ero rientrata al lavoro, cominciavo a socializzare. Chiesi aiuto al parroco e cominciai il cammino Catecumenale. Twiggy continuava a vessarmi, ad ingiuriarmi ad accusarmi di cose assurde tipo che invece di fare la segretaria in ospedale in realtà facevo la prostituta. A Settembre lasciai la casa del mio ex marito e vado ad abitare in albergo, lui si arrabbiò tantissimo perché mi voleva a casa col mio ex marito alcolista. La preghiera mi aiutò tantissimo. Piano piano ho conosciuto persone in parrocchia, persone positive, ben diverse da quelle con le quali avevo a che fare in passato. La mia catechista mi spiegò l’importanza dell’autostima e mi fece capire che questa “relazione” non aveva niente a che fare con l’amore. Cominciai a prendere le distanze e a non avere più illusioni. Mi appoggiai totalmente al Signore. Fu un bene perché quest’uomo lavorava molto bene sui sentimenti di colpa provando a farmi credere che ero indegna di Dio. Non fu facile rompere questa dipendenza malsana, ancora più difficile fu evitare di crearmi aspettative. Frequentando i centri di ascolto di lettura del Vangelo, un corso chiamato Effatà e cominciando ad uscire ripresi in mano la mia vita e conobbi una mia cara amica che mi sta aiutando tantissimo nel percorso Catecumenale infatti mi ha insegnato a pregare il Rosario. Il contratto a termine divenne a tempo indeterminato e così cercai casa e lasciai finalmente l’albergo. Il problema non si risolse perché questa persona continuava a molestarmi. Mi rendo conto che avrei dovuto sporgere denuncia molto tempo prima. Pensavo erroneamente che la cosa si sarebbe risolta ma invece lui cominciò a minacciare di fare del male a mia sorella che ha solo 12 anni e a coinvolgere alcuni amici che tra l’altro erano all’oscuro di tutto. Non ho sporto denuncia contro Marilyn Manson ma contro chi mi ha ingiuriata e ha provato ad indurmi al suicidio. In questo frangente appare il vero Manson arrabbiato con me perché convinto che lo avessi denunciato. Mi accusò inoltre di aver ucciso suo madre scomparsa a Maggio, il tutto a causa di questa denuncia. Nonostante le varie pressioni e minacce non l’ho ritirata perché la Madre Santissima mi fece capire che dovevo portarla avanti anche se non ne capivo la ragione. Appogiandomi totalmente al Signore non avevo più bisogno del mio “idolo”. Benché lui dicesse di amarmi alla follia non gli credetti e fu una scelta saggia. Lui mi disse che io gli ho ispirato le sue canzoni e in effetti parla di me e di aspetti della mia vita che mi riguardano. In particolare una sua canzone, Coma White ma non mi sento lusingata per questo. Il Maligno gli crea visioni con le mie sembianze dove “io” gli suggerisco i testi delle canzone e dove sempre “io” gli avrei addirittura salvato la vita. Sembra che questo maleficio sia stato fatto e questo legame indesiderato sia stato creato per danneggiarlo. A quanto pare artisti come Ozzy Osbourne e Rob Zombie sarebbero coinvolti.

Il legame con lui permane nonostante le preghiere e nonostante ne avessi parlato con più sacerdoti tra i quali un esorcista. Dio non mi ha mai lasciata sola. Ho molti amici che mi stanno dando il loro sostegno in preghiera. Ovviamente prego tantissimo. Non manco mai di pregare il Rosario, la Coroncina della Divina Misericordia e di contemplare le Santissime piaghe di Gesù. Riflettendo e invocando l’aiuto dello Spirito Santo ho capito cos’è successo veramente e ora sono in grado di chiedere aiuto mirato.

Dio mi ha benedetta facendomi incontrare un uomo che mi ama veramente e che mi accetta in toto nonostante il mio passato oscuro e nonostante le mie “stranezze”. Ho dovuto raccontargli di questa “connessione” affinché possa capire l’origine delle mie sofferenze.

Vi ho raccontato questa esperienza sia per mettervi in guardia dai legami tra Satana e alcuni tipi di musica ma soprattutto per mettervi in guardia contro il peccato di idolatria. Ero lontana da Dio, ho adorato un essere umano al posto suo. Confidavo in lui ma ne ho ricevuto solo dolore e ferite mentre Gesù non mi ha mai delusa. Essendo anch’io una musicista e artista il Diavolo ha provato a tentarmi con l’illusione della fama, del successo e della ricchezza ma Gesù insegna che per seguirlo dobbiamo rinnegare noi stessi e portare ogni giorno la nostra croce. Non rimpiango la scelta fatta, io scelgo di rimanere con nostro Signore Gesù Cristo. Nel frattempo continuo il mio percorso di fede in attesa di poter ricevere il battesimo non dimenticando quello che disse Papa Francesco: “il sentiero dell’inferno è lastricato di buone intenzioni”.

Ora sono completamente guarita dai problemi psichiatrici che avevo. Le ideazioni suicide e i comportamenti autolesionisti sono spariti. Il mio ex psichiatra, nel certificare la mia guarigione, ha affermato che su di me si vede proprio “la mano di Dio”.

- Annallisa colzi -

 
 
 

MONS. LUIGI NEGRI: L'ODIO DELLA FEDE. I RESPONSABILI VANNO INDICATI CHIARAMENTE

Post n°9136 pubblicato il 29 Luglio 2014 da diglilaverita
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È un fatto enorme questo gigantesco esodo in massa di cristiani espulsi dai luoghi dove da millenni era radicata la presenza cristiana, esclusivamente perché cristiani.

Quindi per quello che la tradizione cattolica chiama l’odio della fede. E questo deve essere detto esplicitamente: non sono soltanto buttati fuori dalle loro case, privati di tutti i loro beni, privati di tutti i loro diritti e quindi della possibilità di sussistenza; ma la ragione di tutto questo è la fede.
E questo i cristiani, la Chiesa, non possono non sentirlo come un evento terribile e insieme grandioso, perché è l’evento del martirio.
Ho ascoltato con molta gratitudine domenica l’intervento all’Angelus di papa Francesco, così forte, così appassionato e insieme così profondamente compreso di dolore, di compassione.  Con non meno gratitudine ho letto la lunga intervista del cardinale Kurt Koch all'Osservatore Romano, che ha offerto un momento di dolorosa riflessione su questo evento. Non si capisce perché alcune cose vengano chiamate Shoah e per queste non venga usato lo stesso termine, che dice di una spaventosa e dissennata ideologica violenza contro l’altro semplicemente perché ha una posizione religiosa diversa dalla propria.
Ma il cardinale Koch ha insistito su un aspetto che non è sempre in primo piano negli interventi del mondo cattolico.
Il problema è che c’è una grande difficoltà a una denuncia esplicita.
I responsabili di questi spaventosi avvenimenti hanno nomi e cognomi espliciti, e non soltanto quelli degli ultimi, degli epigoni di questa vicenda di criminalità ideologica.
Ma c’è una tradizione che risale lungo i secoli della presenza islamica nel Medio Oriente e in Europa.
Ora, il cardinale Koch dice che dovremmo essere più coraggiosi nella denuncia.
Ecco, il coraggio è sempre un elemento fondamentale per una presenza cristiana, ma più che mai in un momento come questo. Il coraggio è un aspetto della testimonianza cristiana, è un aspetto fondamentale dell’impatto con la realtà del mondo e degli uomini che ci vivono.
Queste responsabilità dunque devono essere dette e proclamate, altrimenti anche le denunce e la volontà di condividere la situazione tremenda di tanti nostri fratelli rischiano di essere parziali.
Certamente noi occidentali, in particolare noi cristiani di questo Occidente che giustamente negli ultimi tempi è stato indicato come caratterizzato da una profonda stanchezza, rischiamo di non affrontare la realtà secondo tutti i suoi fattori.
Soprattutto cerchiamo di nascondere o quantomeno di ridurre l’impatto con questo mondo islamico che, ci piaccia o no, ha la responsabilità storica di questi eventi oggi come lungo i secoli che hanno preceduto questo ultimo.
Forse c’è una prevalenza della volontà di dialogo a ogni costo che deprime la verità.
E un dialogo senza la verità o che non parta dalla verità non è un dialogo: è un compromesso, è una connivenza, è un’ignavia.
Ricordo ancora gli interventi di papa Benedetto XVI nel corso dell’indimenticabile Sinodo sulla nuova evangelizzazione quando intervenne dicendo che «il dialogo è in misura della forza della propria identità»; e la forza della propria identità è la pienezza della coscienza critica della propria identità. Il dialogo è espressione di una cultura: il dialogo non produce cultura, la esprime.
E la varietà di culture che si esprimono nella loro diversità è un apporto fondamentale a una convivenza pluralistica e democratica.
Ci nascondiamo o rischiamo di nasconderci di fronte a questa terribile minaccia che incombe sull’Occidente, e non solo sull’Occidente, facendo un po’ quello che hanno fatto le cosiddette democrazie liberali borghesi nei confronti della terribile vicenda hitleriana, nei tempi immediatamente precedenti la Seconda guerra mondiale.
Si era tutti protesi a dialogare con Hitler, a concedere sul piano immediatamente politico la spartizione di alcuni territori sacrificando qualche volta diritti di popoli che sarebbe stato giusto potessero continuare a vivere la propria esperienza di popolo, di nazione e di stato.
Fra tutte la cosa più tragicomica fu quella famosa conferenza di Monaco fatta nell’anno 1938 in cui si andò ancora una volta con il cappello in mano convincendosi che Hitler non era poi così tanto cattivo e che con lui ci potevano essere possibilità di intesa.
Sono così vecchio da aver visto alcuni fotogrammi dei ministri degli Esteri che tornavano nelle rispettive capitali europee lieti di avere segnato un colpo straordinario per l’avvenire pacifico dell’Europa e del mondo.
Pochi mesi dopo Hitler rifiutò tutti gli accordi sottoscritti e in pochi altri mesi fece scoppiare quella guerra mondiale che ingoiò sui campi di battaglia o di sterminio 15 milioni di uomini.
La piaggeria, l’ignavia, la mancanza di coraggio non sono virtù, non sono mai virtù.
Allora di fronte al sacrificio di centinaia, di migliaia di nostri fratelli uccisi o espulsi in odio alla fede abbiamo il dovere di una profonda solidarietà: nella preghiera e nella carità con loro certo, ma abbiamo non meno grave la responsabilità di dire che ci sono delle responsabilità storiche che fanno capo a certe formulazioni ideologico-religiose che rendono permanente il pericolo che i cristiani, e non solo loro, possano essere oggetto di violenze anche sul territorio nell’ambito dell’Europa o dell’intero mondo civile.
Non avere il coraggio di questa denuncia è esattamente nella misura della debolezza della fede. 

Mons. Luigi Negri - Arcivescovo di Ferrara-Comacchio - La Nuova Bussola Quotidiana
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CARDINALE COLLINS: IL SINODO NON PUO' CAMBIARE LA VERITA' SULLA FAMIGLIA

Post n°9135 pubblicato il 28 Luglio 2014 da diglilaverita
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Pubblichiamo la traduzione integrale dell'intervista all'arcivescovo di Toronto, il cardinale Thomas Collins a proposito di matrimonio, divorzio e comunione ai risposati. È una lettura consigliata in vista del Sinodo sulla Famiglia perché chiarisce molte questioni su cui recentemente si è creata molta confusione. L'intervista è stata pubblicata da Word on Fire

L’attuale discussione riguardo al divorzio, alle seconde nozze e alla comunione è in gran parte avvolta nella confusione. Che cosa insegna realmente la Chiesa riguardo a questi temi e perché?

La Chiesa Cattolica insegna semplicemente ciò che Gesù insegna: il matrimonio è un legame indissolubile tra un uomo e una donna, fedeli nell’amore e aperti al dono della vita. Il divorzio e le seconde nozze non sono ammessi quando il matrimonio è valido, sacramentale e consumato.

Quando Gesù predicava in Galilea, la società accettava il divorzio e il secondo matrimonio. La legge di Mosè li consentiva (Deuteronomio 24, 1-4). L’insegnamento di Gesù per cui divorziare e risposarsi non erano comportamenti ammessi fu rivoluzionario. In questo c’era anche l’affermazione della sua divinità, perché solo Dio ha l’autorità di prevalere sulla legge di Mosè. Gesù si richiamava alla creazione stessa per l’affermazione dell’indissolubile legame del matrimonio tra un uomo e una donna. «Non avete voi letto che chi li creò da principio, li creò maschio e femmina? E disse: "Perciò l'uomo lascerà il padre e la madre e si unirà con la propria moglie, e i due diverranno una sola carne". E così non sono più due, ma una sola carne, quello dunque che Dio ha unito insieme, l'uomo non lo separi» (Matteo 12, 4-6). Alla luce delle attuali controversie, è anche importante notare che Gesù afferma chiaramente qualcosa che fino a poco tempo fa era chiaro a tutti: il matrimonio è tra un uomo e una donna.

È sempre dato per ovvio dalla Chiesa che le coppie da lei unite siano sposate veramente, o “validamente”. Chiunque dica che non lo sono ha l’onere della prova. Quando viene richiesto tuttavia, la Chiesa può esaminare un matrimonio per verificare se esso è un impegno vincolante del tipo di cui Gesù parla, cioè un matrimonio valido che non può essere annullato. Se, dopo studi molto approfonditi, la Chiesa scopre che nel momento in cui marito e moglie si sono scambiati le loro promesse durante il matrimonio per un qualche motivo non si sono realmente impegnati nel vincolo coniugale, allora emette un riconoscimento, o “dichiarazione di nullità”, che conferma ufficialmente che il matrimonio fin dall’inizio non è stato “valido”. Questo è molto diverso da un divorzio, nel quale un funzionario del governo conferma che c’è stato un matrimonio valido ma si avvale del potere dello stato per porvi fine.

Alcuni cattolici sperano che la Chiesa cambi presto la sua posizione riguardo alla comunione per coloro che sono divorziati e risposati, magari in occasione dell’imminente Sinodo. Altri sono preoccupati che un tale cambiamento eroda i chiari insegnamenti di Gesù sul matrimonio. Riguardo a questo, quali insegnamenti e quali pratiche sono immutabili e quali invece sono aperte al cambiamento?

Il Sinodo sulla Famiglia si occuperà di tutta la gamma di problemi che oggi la famiglia affronta, non solo della questione della comunione per le persone divorziate e risposate. Per esempio, uno dei problemi chiave che adesso riscontriamo è che le coppie sempre più spesso vivono insieme senza essere sposate. Ci sono molte tendenze sociali, specialmente nel mondo occidentale, che minano l’istituzione familiare. Quello della comunione dopo il divorzio e le seconde nozze è un problema tra tanti e posso immaginare che il Sinodo si concentrerà su questioni più ampie riguardanti il matrimonio e la famiglia.

Il comando di Gesù sull’indissolubilità del matrimonio è centrale per la concezione cristiana del matrimonio e non può essere cambiato dalla Chiesa. Ma possiamo cambiare il modo in cui aiutiamo le coppie a prepararsi per il matrimonio, affiancarle nel viverlo e sostenerle concretamente se il loro matrimonio vacilla.

Anche al di là del comando di Nostro Signore, il divorzio è un grande dramma umano che può avere effetti devastanti sui coniugi e soprattutto sui loro bambini. Questo è il motivo per cui dobbiamo fare tutto ciò che possiamo come comunità cattolica per aiutare le coppie a prepararsi al matrimonio e per assisterle durante la vita coniugale. Prevenire è meglio che curare. Ci sono molti gruppi, come ad esempio “Marriage Encounter” e altri simili, che offrono una grande assistenza ai coniugi. Quando ci sono problemi, gruppi come “Retrouvaille” si impegnano ad aiutare la coppia a ritornare ad una vita matrimoniale sana.

Una cosa che bisogna fare è festeggiare gli anniversari di nozze. Recentemente, nella mia diocesi, c’è stata una grande celebrazione di venticinquesimi, cinquantesimi, sessantesimi e anche più che sessantesimi anniversari di nozze di coppie sposate. Durante la messa, hanno rinnovato le loro promesse. È stato motivante e incoraggiante per loro e per altre coppie sposate. Dobbiamo dare sostegno a tutte le coppie sposate con questi esempi viventi di fedeltà in mezzo alle intemperie dell’esistenza, specialmente nella nostra società, così allergica agli impegni che durano tutta la vita. Spero che il Sinodo mostri la via per una migliore preparazione al matrimonio, sostenga i gruppi che si impegnano a rafforzare i matrimoni e aiuti coloro il cui matrimonio è in difficoltà.

In una società in cui gli impegni permanenti non sono valorizzati – e questo vale per il sacerdozio e la vita religiosa come per il matrimonio – può portare a una grande forza spirituale ed è certamente contrario alla cultura dominante rinnovare ogni giorno un impegno sacro che dura per tutta la vita, confidando nella Grazia di Dio. Questo deve essere il nostro cammino come cristiani, e bisogna opporsi a tutto ciò che tende (anche non intenzionalmente) a rafforzare una cultura che mina la fedeltà ad impegni sacri permanenti come ad ogni azione che suggerisca che la Chiesa non prende seriamente la stabilità di tali impegni.

L’insegnamento di Nostro Signore sul matrimonio, così come tutto il suo insegnamento sulla sequela, può talvolta essere davvero difficile. Nel mondo in cui viviamo in particolare, ma in realtà in tutti i periodi della storia, la vita cristiana richiede un certo eroismo. Siamo tutti chiamati alla santità, questa non è solo la vocazione dei pochi che sono canonizzati, ma di ognuno di noi.

Dunque quello che non può essere cambiato è il fatto che nessuno può separare ciò che Dio ha unito. Ma il Sinodo potrebbe aiutarci ad approfondire la nostra comprensione del matrimonio cristiano, basandosi sul tesoro di insegnamenti della Scrittura e della Tradizione, come ad esempio la bellissima esortazione apostolica di Giovanni Paolo II, “Familiaris Consortio”. Prima di tutto dobbiamo aiutare le coppie a vivere fedelmente e fruttuosamente il sacramento del matrimonio.

Purtroppo, i matrimoni talvolta falliscono e il Sinodo potrebbe aiutare a trovare modi più efficaci per sostenere le persone in queste dolorose situazioni. Se una coppia si separa, nonostante tutti gli sforzi per risanare il matrimonio, e divorzia legalmente, ognuno è chiamato a proseguire in una vita fedele nella sequela cristiana. Non si possono sposare con altri, perché sono già sposati. Molti cristiani divorziati conducono una vita di esemplare santità, riconoscendo la propria realtà. Essi sono un esempio per tutti noi. Spero che il Sinodo dia sostegno a coloro che sono divorziati e vivono fedelmente la vita cristiana.

Può essere che, dopo un divorzio legale, se il matrimonio viene esaminato da un Tribunale Ecclesiastico per il Matrimonio, esso si riveli non valido, e il coniuge sarebbe libero di sposarsi. Ma questo potrebbe non accadere, oppure una persona per varie ragioni potrebbe decidere di non provare a scoprire il proprio “stato matrimoniale” di fronte alla Chiesa (cioè scoprire se in realtà è sposata oppure no). Anche se il personale dei tribunali offre una grande cura pastorale per coloro il cui matrimonio è fallito, il Sinodo potrebbe essere capace di trovare modi per migliorare i procedimenti usati dai tribunali per formulare una sentenza riguardo alla validità dei matrimoni, e questa dunque è area di un possibile cambiamento. Qualsiasi processo umano può sempre essere migliorato.

Molte persone divorziate, che dunque non possono risposarsi, decidono in realtà di convolare a seconde nozze. Ci sono diverse ragioni che possono portare a questa scelta e i loro parrocchiani non dovrebbero occuparsi di far congetture a riguardo. I cattolici che si trovano in questa drammatica situazione possono essere coinvolti in vari modi nella vita della comunità, ma non possono ricevere i sacramenti, come la Santa Comunione, perché qualunque siano la loro disposizione o le ragioni della loro situazione, magari note solo a Dio, persistono in una vita che è oggettivamente contro il chiaro comando di Cristo. Questo è il punto. Il punto non è che hanno commesso un peccato; la misericordia di Dio è abbondantemente garantita a tutti i peccatori. L’omicidio, l’adulterio e qualsiasi altro peccato, non importa quanto sia grave, sono perdonati da Gesù, in particolare attraverso il Sacramento della Riconciliazione, e il peccatore perdonato può ricevere la comunione. Il problema nella questione del divorzio e delle seconde nozze è la decisione cosciente (per qualunque ragione) di perseverare in una situazione di disobbedienza al comando di Gesù. Sebbene sarebbe ingiusto per loro ricevere i sacramenti, dobbiamo trovare modi migliori per aprire un dialogo con le persone in questa situazione e offrire loro un supporto amorevole.

Una cosa che potrebbe aiutare è se tutti noi realizzassimo che prendere la comunione a Messa non è obbligatorio. Ci sono molte ragioni per cui un cristiano potrebbe decidere di non ricevere la comunione. Se si facesse meno pressione sul fatto che tutti devono fare la comunione, coloro che non possono farla sarebbero in qualche modo aiutati.

Spesso, le persone in questa situazione decidono di abbandonare la comunità cattolica, dal momento che non possono ricevere la comunione sacramentale a Messa, sebbene possano sperimentare una sorta di comunione spirituale attraverso l’adorazione devota, pur astenendosi per buone ragioni dal ricevere la comunione; questo, per il cattolico, potrebbe essere davvero un atto penitenziale. È un grande dramma se i divorziati lasciano la Chiesa. È probabile che loro, i loro figli e i loro discendenti non si interessino più alla ricerca della vita in Cristo che si trova nella Chiesa. Dobbiamo capire cosa fare per raggiungere le persone in questa situazione in maniera amorevole ed efficace. Ma nel fare ciò dobbiamo anche essere attenti al comando di Cristo, e alla necessità di non compromettere la sacralità del matrimonio, con conseguenze perfino più disastrose per tutti, specialmente in un mondo in cui la stabilità del matrimonio è già tragicamente compromessa. Se con le azioni, seppur non a parole, affermiamo che la promessa matrimoniale non è realmente ciò che Gesù dice che è, allora questo offre un breve benessere a costo di una lunga sofferenza. Se la sacralità del matrimonio è progressivamente indebolita, saranno ultimamente i bambini a soffrirne di più.

Dunque, sebbene la fedeltà all’insegnamento di Cristo sull’indissolubilità del matrimonio non sia aperta a cambiamenti, ci sono cose che possiamo cambiare per star vicini ai nostri fratelli e le nostre sorelle in Cristo che si trovano in questa situazione difficile e dolorosa. Un aiuto reale può essere dato da miglioramenti nel modo in cui la Chiesa esamina la validità del matrimonio e attraverso l’impegno a dare sostegno spirituale ai Cattolici che sono divorziati e risposati, incoraggiandoli a coinvolgersi nella vita della loro parrocchia quanto più possibile e proponendo loro modi di pregare appropriati alla loro situazione. Dobbiamo considerare cosa può fare la comunità ecclesiale per assistere le coppie con i loro bambini, che spesso vivono in situazioni di famiglie allargate, con i figli del nuovo compagno del genitore. Ma scavalcare l’esplicito insegnamento di Gesù sulla natura indistruttibile del legame matrimoniale non può essere considerate un’opzione. Nessuno ha l’autorità di fare ciò.

Fuori dalla Chiesa, i mass media in grande maggioranza si aspettano che il Sinodo riveda sostanzialmente l’insegnamento cattolico sul matrimonio e il divorzio. Si può fare un paragone con le attese che circolavano prima del rilascio da parte di Paolo VI dell’enciclica Humanae Vitae del 1968?

Negli anni precedenti l’enciclica di Paolo VI che riaffermava l’insegnamento cristiano per cui la contraccezione non è in accordo con la volontà di Dio, c’è stata l’idea diffusa che la Chiesa avesse intenzione di cambiare questo suo precetto. Questo tipo di congettura si basa sostanzialmente sull’idea che la dottrina cristiana è come la linea politica di un governo: quando cambiano le circostanze, o quando più persone sostengono un’alternativa piuttosto che un’altra, allora la linea politica cambia.

Ma l’insegnamento cristiano si basa sulla legge naturale che è inscritta nella nostra natura più profonda da Dio, e soprattutto sulla parola rivelata di Dio. Le scritture e la fede viva della Chiesa ci aiutano a scoprire la volontà di Dio, che non possiamo cambiare basandoci su ciò che al momento ci sembra meglio. Così quando Papa Paolo VI non cambiò ciò che non avrebbe potuto cambiare, ma riaffermò la fede cristiana, molte, molte persone furono disturbate da ciò e semplicemente decisero di ignorare quell’insegnamento. Questa è la nostra attuale situazione. Certamente spero che non si ripeta quanto accaduto per speculazioni infondate riguardo al cambiamento dell’esplicito insegnamento della Chiesa sul matrimonio.

Lei in altre occasioni ha parlato di come Nostra Signora, Scioglitrice di Nodi – a cui Papa Francesco è particolarmente devoto – sia legata in maniera speciale al risanamento di matrimoni finiti, e di come noi dovremmo perciò rivolgerci a lei perché interceda e ci guidi di fronte a questa problematica. Come mai questo collegamento?

Sono venuto a conoscenza di questa devozione solo recentemente, quando ho letto un libretto a riguardo. Sembra che essa abbia la sua origine in una situazione simile a quella che stiamo discutendo: nel 17° secolo, una giovane coppia stava attraversando un periodo di grandissima difficoltà nel proprio matrimonio. Hanno pregato Nostra Signora e lei ha sciolto i nodi della loro relazione. Un discendente della coppia commissionò un quadro di Maria mentre scioglieva dei nodi, ed essa è diventata oggetto di una grande devozione, che papa Francesco ha contribuito molto a popolarizzare. È una devozione che può essere ricollegata a molte situazioni nella vita, ma sembra che essa faccia sorgere molte preghiere alla Vergine per risanare matrimoni in difficoltà. Dovremmo chiedere alla Madonna di aiutarci ad affrontare queste difficile problematiche del matrimonio in maniera fedele e amorevole.

Alcuni teologi hanno cercate nella tradizione della Chiesa esempi di cattolici divorziati e risposati che ricevevano lecitamente la Comunione, talvolta indicando le decisioni del Concilio di Nicea. Cosa disse quel concilio sulla questione?

C’è una norma di quell’importantissimo Concilio che si riferisce per inciso anche alle persone risposate. Questa è stata erroneamente presa per giustificare le seconde nozze dopo il divorzio, mentre in realtà si riferisce a coloro il cui coniuge è morto e che si sono risposati, atto questo senza dubbio in conformità con la nostra fede.

Il processo di annullamento sembra essere un obbiettivo comune di rinnovamento. Molti cattolici pensano che esso potrebbe essere più efficiente e onorevole. Quali potrebbero essere i modi per rinnovare il processo di annullamento senza comprometterne l’integrità?

Non sono un esperto di diritto canonico e so che tutti coloro che sono coinvolti nel ministero dei tribunali sul matrimonio ad ogni livello tentano di servire diligentemente la Chiesa e soprattutto coloro che chiedono loro di esaminare la validità di un matrimonio. Ma sarebbe bene per coloro che sono più esperti di me indagare se ci sono modi di migliorare questo processo.

Al centro della nostra discussione ci sono milioni di cattolici divorziati che sperimentano un dolore e una difficoltà reali. Come può la Chiesa accogliere ed essere d’aiuto a queste persone pur continuando a promuovere il patrimonio della fede?

È di vitale importanza fare tutto ciò che possiamo per raggiungere con un sostegno amorevole tutti i nostri fratelli e le nostre sorelle che stanno attraversando il terribile dolore dato dal divorzio. Ci sono movimenti nella Chiesa che si impegnano nel far ciò ma ciascun parroco e ciascuna diocesi deve porsi come compito anche quello di preoccuparsi delle persone che soffrono questo dolore. I loro bambini potrebbero star soffrendo più di tutti. Questo dovrebbe essere al centro delle nostre preghiere e, nelle situazioni particolari, i pastori e i parrocchiani dovrebbero fare tutto ciò che possono per aiutare.
Brandon Vogt

(traduzione di Filippo Grassi) - Curatore: Oliosi, Don Gino - Fonte: CulturaCattolica.it

 
 
 
 
 

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LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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