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Post N° 173

Post n°173 pubblicato il 29 Settembre 2008 da S.D.Esquilino

La settimana della Cgil di Carlo Leoni*

Quella appena trascorsa, dal punto di vista della sinistra,  è stata una settimana diversa dalle altre conosciute dopo il voto di Aprile.
Intendiamoci, la destra è ben salda al governo e i suoi scarponi chiodati si apprestano a marcare senza tentennamenti il cammino verso la compressione della Repubblica democratica dentro la camicia di forza del presidenzialismo plebiscitario.
L’ultima trovata è dell’on. Consolo, parlamentare di AN e avvocato del Ministro Matteoli, che vuole ripristinare l’immunità parlamentare per i membri del Governo al fine di garantire al suo assistito di non dover rendere conto alla magistratura dei reati di cui è accusato.
Ma l’indignazione e le inchieste giornalistiche sulla “casta” valevano soltanto durante il Governo del centrosinistra ? Con la vittoria di Berlusconi questo tema, così come quello dell’insicurezza dei cittadini, non è più all’attenzione dei media . Tutti possono costatarlo. Questo fatto, insieme alla minaccia di chiusura che grava su alcuni giornali di opposizione, e al possesso nelle mani del premier di gran parte dell’editoria, della raccolta pubblicitaria e di mezzi di comunicazione, ci conferma che in Italia esiste un grave problema per la libertà e l’indipendenza dell’informazione, una cappa di censure e autocensure che sta togliendo il respiro ad un Paese inquieto e pieno di contraddizioni.
Ma quella che abbiamo alle spalle è stata una settimana diversa dalle altre, dicevamo, perché si cominciano a depositare i semi di una opposizione che guarda al futuro.
E’ stata la settimana della CGIL. Sul tavolo dell’Alitalia si sono si sono giocate diverse partite. Tra le più importanti c’è stata quella che mirava a isolare e criminalizzare il più grande sindacato dei lavoratori italiani. Epifani e la sua organizzazione hanno invece tenuto duro, in giornate nelle quali da parte del Governo- e non solo- la CGIL veniva descritta come la responsabile del fallimento della trattativa e della rovina migliaia di lavoratori. Hanno tenuto duro fino ad ottenere consistenti miglioramenti per i lavoratori e sul piano industriale. Quei miglioramenti che gli altri sindacati avevano trascurato perché troppo frettolosi di firmare e di contribuire a disegnare la caricatura di una CGIL arroccata e irresponsabile. Una lezione che va ricordata anche nella discussione sulla riforma dei modelli di contrattazione.
Ed è stata la settimana della CGIL perché si è conclusa sabato con migliaia di lavoratori e di pensionati che hanno riempito le piazze delle città italiane per protestare contro la politica economica del Governo.
Nelle scuole italiane è in atto una mobilitazione senza precedenti contro i provvedimenti del Ministro Gelmini. Una mobilitazione spontanea e generosa di docenti e genitori che non vogliono che si paghi sulla  pelle loro e della qualità dell’istruzione i costi della crociata ideologica di un Governo restauratore.
A Castel Volturno, le comunità straniere, la Caritas e gli amministratori locali stanno tessendo un fronte anticamorra che si posiziona innanzitutto lungo la frontiera dei diritti e della dignità del lavoro.
Sono primi importanti segnali di un Paese che non si arrende e sarebbe davvero importante che la manifestazione dell’ 11 ottobre desse voce a tutto questo.
Ma la sinistra dispersa e smarrita dopo il voto di Aprile non può aspettare che altri, ad esempio la CGIL, le tolgano le castagne dal fuoco di un impegno di riflessione e rinnovamento che non ha alternative credibili.
Ad ognuno il suo mestiere. Il sindacato deve fare il sindacato. La sinistra politica deve trovare la ragioni di una nuova presenza unitaria nella società.
Anche qui le novità non mancano. Sabato 20 settembre diversi intellettuali, esponenti politici e delle associazioni, avevano accolto l’invito di Sinistra Democratica a riunirsi  e ad innescare il percorso di una nuova costituente della sinistra italiana.  Esattamente una settimana dopo si sono incontrati a Roma centinaia di compagne e di compagni di Rifondazione per la Sinistra per confermare che il tema di una nuova sinistra, sulla quale avevano condotto la dura battaglia congressuale dentro il loro partito, continuerà a vivere e ad essere condiviso con tante e tanti nel processo di costruzione di una nuova e diversa soggettività politica.

Sono buone notizie. Si stanno piantando i semi giusti. Perché diano frutti c’è ancora tanto da fare. Ma finalmente i protagonisti di questo impegno cominciano ad alzare la testa.

*del Coordinamento Nazionale di Sd

 
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