Creato da fabbri.giancarlo il 08/08/2012
Giancarlo Fabbri giornalista freelance

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La Coop sei tu? Ma mi faccia il piacere!

Post n°6 pubblicato il 11 Agosto 2012 da fabbri.giancarlo

Se a un redivivo Totò, che era “uomo di mondo”, dicessero: «La Coop sei tu» risponderebbe con una pernacchia e con un: «Ma mi faccia il piacere!». Eh sì perché non tutti i clienti, soci o no delle varie Coop, sono uguali di fronte al colosso cooperativo della distribuzione. Ne ha avuto conferma una socia (oltre che dalle differenze di prezzo praticati per lo stesso articolo nelle varie strutture: IperCoop, Coop&Coop, Supermercati Coop, InCoop, discount DiCo e Librerie Coop) dalle risposte avute da un dirigente di Coop Adriatica in un’assemblea di presentazione del bilancio 2011 della Coop di Pianoro (Bologna).
Tanto che la socia, Giuseppina Mammucci, ha poi preso carta e penna scrivendone al periodico pianorese “L’Idea”. Nella sua relazione in assemblea, dopo molte critiche alla gestione del supermercato, la socia riferiva che i prezzi della struttura pianorese «sono più cari del 20% rispetto ad altri supermercati; addirittura più che Loiano (Coop Reno, ndr)». Sentendosi rispondere che «la nostra politica è quella di tenere i prezzi bassi a Bologna, per via della concorrenza di altri grossi punti vendita, soprattutto della Esselunga, invece a Pianoro, dove non esiste concorrenza, applichiamo prezzi maggiorati». E la Coop sei tu?
Proprio in questi giorni, sulla stampa bolognese, impazza la polemica agostana sul peso quasi di monopolio assunto a Bologna dalla Coop nel commercio con l’acquisizione di altri otto Plenty Market dopo i 12 acquisiti negli anni scorsi «per tutelare l’occupazione e l’economia». Se girando per Bologna si vedono vie dove è scomparso il commercio (ripreso in parte dai cinesi per l’abbigliamento e dai pachistani per l’alimentare), la colpa è anche degli stessi negozianti. Molti esercenti hanno fatto studiare i figli da avvocati, medici, ingegneri, eccetera, senza poi trovare nessuno che rilevasse l’attività. Ma la maggior parte della colpa è della grande distribuzione che con prezzi più competitivi ha quasi distrutto la rete dei negozi di vicinato che svolgevano anche una funzione sociale soprattutto nei confronti di anziani e disabili.
A scanso di equivoci preciso di essere socio Coop col padre che fu tra i fondatori della Cooperativa di Consumo di Pianoro. E convinto che non esistono (o non più) legami privilegiati con la sinistra ma strategie di mercato; ci sono infatti supermercati Coop (e non dimentichiamo la “cugina” Conad) in Alto Adige e nel Trentino così come in Puglia. E bisogna dare anche ragione al presidente di Coop Adriatica, Adriano Turrini, quando sul “Carlino” del 4 agosto scrive «che a Bologna manca l’imprenditoria privata». Ma bisogna chiedersi anche il perché?

 
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