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Setoseallegorie

BLOG DI SILVIA DE ANGELIS

Messaggi di Aprile 2014

BURLESQUE

Nella burla irriverente

d’un guizzo d’arte retrò

esalano

sofisticati sorsi

femmine graffianti

Sul motteggio seduttivo

al di là d’un memore rituale

sfoggiano

ritmi e mimi ammalianti

nel tocco d’oscurità

vedo non vedo

Lasciano annusare

esili fremiti

nella gestualità leccata e lussuriosa

Sfoggia una verve audace e raffinata

scolpita nel corpetto a stringhe

mentre

ruba un fiato solenne

accesa ammenda  di carne


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati

                        

 

 

 
 
 

IL DEMONIO IN CASA NOSTRA

Post n°1062 pubblicato il 28 Aprile 2014 da das.silvia

Ma, ha ancora senso parlare del demonio ai nostri giorni?
Quale valore possono avere le dissertazioni poc’anzi fatte per i cittadini di una moderna ‘Tecnopolis’? Si può ancora dare credito a quelli che appaiono rigurgiti mitici dei primordi dell’umanità?
Eppure, nonostante la tecnologia, il demonio va ancora di moda.
Roland Villeneuve, nella prefazione del suo libro L’Universo Diabolico, scrive:

Come uno dei controsensi tipici della nostra epoca, in piena cultura desacralizzata, negatrice dell’essenza superiore del Bene e del Male, mentre l’ateismo e l’agnosticismo tendono sempre più a diffondersi, ecco che il diavolo è diventato di ‘moda’. In un primo momento, giunse al seguito di un’operazione commerciale che coinvolgeva in un unico fascio magia e occultismo, parapsicologia e religioni orientali, magari accompagnate dalla cattiva fama che un ‘Satana’ contemporaneo, Charles Manson (7), poteva conferirgli. Poi, poco alla volta, la sua figura è andata identificandosi con l’entità maligna che da sempre pare combattere una guerra la cui posta è l’uomo (8).

E’ vero però, che se il demonio torna d’attualità fra congreghe millenaristiche e clubs di annoiati ricercatori psichici, la sua figura perde decisamente importanza nelle sagrestie e negli staff dei teologi di professione. Il problema è evidenziato con arguzia e sarcasmo dal filosofo polacco Kolakowsky. Nel suo agile volume Conversazioni con il diavolo lo scrittore immagina una conferenza stampa tenuta da Satana nella città di Varsavia; conferenza che ha lo scopo di farsi pubblicità presso i contemporanei:

Naturalmente io so che voi non mi credete più. Lo so bene, ma a me non interessa proprio niente. Che crediate o no non è affar mio; è affar vostro. Ciò che importa è che la mia opera di distruzione continui. Il credere o non credere alla mia esistenza non altera la finalità e la serietà del mio lavoro…Tuttavia l’incredulità sembra partire proprio da me. Sembra più facile scartare il demonio, poi si passa agli angeli, poi alla Trinità e infine a Dio…Io noto che coloro che credono con convinzione, con entusiasmo, talvolta con fanatismo…anche costoro escludono il demonio dalle loro credenze. Essi non ne parlano più, rimangono incerti e perplessi quando vengono interpellati su di lui…A volte entro nelle chiese e ascolto le prediche…capita proprio raramente…che un predicatore…si ricordi di parlare di me dal pulpito…ha proprio vergogna. Perché ha paura di fare la figura del matusa, del sempliciotto, che crede ancora alle favole e non si adegua ancora allo spirito dei tempi (9).

Finalmente il demonio si rivolge direttamente ai teologi, che così apostrofa:

Perché mi ignorate signori?…avete paura di essere presi in giro dagli scettici, di essere messi in ridicolo negli spettacoli del sabato sera? Voi avete paura di una cosa sola,di essere ritenuti sorpassati, di essere tacciati di medio-evo, di ricevere l’infame accusa di essere non-moderni…non scientifici…non industrializzati…Nella vana speranza di riuscire a stare al passo con gli scettici, con i vostri compiacenti compromessi e diplomazie…E’ sintomatico e strano il fatto che il mio nome risuoni solo occasionalmente e solo sulla bocca degli atei. Essi lo ricordano senza alcun imbarazzo…Tra i burattini degli shows delle fiere compare a volte il ‘diavoletto’ per divertire i bambini, ma quando compare in un’opera teatrale o in un libro, potete stare sicuri che si tratta di atei…E voi vi chiamate cristiani? Cristiani senza il diavolo? (10).(WEB)

                      

 
 
 

ALLA MIA META'

Nelle sillabe rarefatte

fai volare  infiniti impulsi d’amore

inventati  nel riflesso

d’una cruenta meteora

Ha ostentato violacea acredine

sulle orme buie dei miei polsi

disallineati dall’armonia

d’un fragile afflato  d’esistenza

La tua consegna al tempo dei miei respiri

è divenuta dolce ritrovo

coagulato dalla supremazia

di mani vibranti d’anima

mentre discosta il vuoto

d’una scena devastante

il sorriso che s’arrampica fra i denti

 

Silvia De Angelis tutti i diritti riservati

 

(Ho scritto questa lirica per mio marito, quando mi sono fratturata

i polsi, apprezzando le sue cure, in quel momento di mia forte disabilità)

                      

 

 
 
 

LA VERITA' DEL CUORE

Post n°1060 pubblicato il 26 Aprile 2014 da das.silvia

Molte volte di fronte ad una situazione complicata, o in un momento molto difficile della nostra vita, in cui ci si sente bloccati e non si sa che decisione prendere e ogni cosa che facciamo ci sembra sbagliata, spesso ci viene detto segui il tuo cuore, solo che non ci viene spiegato come bisogna fare per seguire il nostro cuore. Sembrerebbe una cosa semplice ma di semplice c’è solo il fatto di sapere che il nostro cuore si trova al centro del petto. Mi sono chiesta perché ci viene detto segui il tuo cuore? In fondo credo che la maggior parte di noi è consapevole che la voce del cuore ci porta alla nostra verità. Una verità che è solo nostra. Una verità di amore e rispetto per noi stessi. Quando si ascolta il proprio cuore l’effetto che si ottiene su noi stessi è un senso di pace e di gioia, nel nostro cuore ogni elemento e bisogno della persona viene ascoltato e rispettato. La voce del cuore è una voce dai mille colori e dai mille volti dell’anima, è una voce di unità e di integrazione. Ogni cosa di noi per il nostro cuore è degna di essere accolta e rispettata, è come una madre amorevole che ci accoglie tra le sue braccia. La verità del cuore va oltre la frammentarietà dei pensieri della mente.
Cosa ostacola l’ascolto e il contatto con la nostra verità? Si crede a una molteplicità di fattori, tra cui i condizionamenti sociali. Infatti molte volte la nostra verità è confusa con la verità di qualcun altro, ma non è la nostra verità. In questo caso credo contribuisca molto il grande bisogno di ognuno di noi di essere approvato e accettato nel proprio agire e il grande senso di solitudine dell’animo umano. Ancora la natura della nostra mente, troppo piena di idee e pensieri per dare attenzione alle verità più profonde. E infine le nostre emozioni, paura, rabbia, dolore possono allontanarci dalla nostra verità, quando ne siamo totalmente dominati. Colui che cerca la propria verità per il semplice fatto che la cerca la troverà, perché lei è dentro di lui e lo aspetta per accoglierlo e essere accolta. Una verità che ci porta a riconoscere e ad accettare il nostro bisogno più profondo, troppo spesso negato e poco riconosciuto a noi stessi. La via che ci porta a risentire la voce del nostro cuore non è semplice, la maggior parte delle volte, come Gesù, bisogna passare per il deserto dove saremo continuamente tentati dal diavolo. Per diavolo intendo i nostri pensieri e le nostre emozioni che ci allontanano dal sentire veramente noi stessi. Anche per vivere una vita densa di relazioni gratificanti è necessario prima incontrare noi stessi con i nostri bisogni per poi incontrare l’altro con i suoi bisogni. Si può imparare ad ascoltare il proprio cuore e a lasciare andare i condizionamenti della mente. Cosi facendo in qualunque situazione in cui vi troverete se avrete imparato ad ascoltare il vostro cuore troverete sempre la via giusta per risolvere ogni difficoltà, con amore e rispetto per la persona più importante della vostra vita “voi stessi”. E nell’incontro con voi stessi viene reso possibile anche l’incontro con l’altro. (web)

                       

 
 
 

L'ATTESA

Post n°1059 pubblicato il 25 Aprile 2014 da das.silvia
 

S’alternano a tregua

quei nodi scomposti

della mente

nel dibattito

d’un’attesa prolungata

Accelera il respiro

titubante d’una meta

ondeggiante fra un si e un no

sull’asfalto che non dà risposta

Quasi sconnesso

il pensiero

si consuma

nella vista d’un’insegna

che si muove

disallineando

le linee d’un volto…

ora sfuma nella traiettoria

d’un costellazione precipitata


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati

                  

 

 
 
 

IL SOGNO E'UN MESSAGGIO DELL'INCONSCIO

Post n°1058 pubblicato il 24 Aprile 2014 da das.silvia

Il sogno è un messaggio dell’Inconscio, ovvero di quella parte della psiche dalla quale l’IO ha preso forma. Attraverso i sogni l’inconscio, in qualche modo”orienta” e “guida” l’IO, bilancia gli aspetti della personalità del sognatore. L’IO infatti è la nostra parte cosciente e razionale “adibita” a permetterci l’adattamento nella vita, parte logica e razionale finalizzata a trovare compromessi tra i nostri desideri e le richieste dell’ambiente. Attraverso il sogno, ovvero attraverso le immagini e i simboli onirici, il nostro inconscio ci “parla”, esprime all’IO quale sia lo stato psichico reale, se stiamo vivendo troppo difesi, se un eccesso di adattamento inibisce o annulla le nostre reali potenzialità, per esempio se siamo sbilanciati in atteggiamenti troppo impulsivi che potrebbero ostacolare la realizzazione del nostro progetto esistenziale o se aspetti concreti e pratici della nostra personalità vengono inutilizzati compromettendo l’equilibrio psicofisico del sognatore (per esempio). Ma non solo. Il sogno offre anche soluzioni (che vanno ricavate all’interno di un percorso terapeutico ad orientamento analitico nella relazione paziente-terapeuta) per cercare di riportare ad un equilibrio tra desideri e paure, tra atteggiamenti estroversi ed introversi, tra opposti modi di essere e sentire che se troppo distanti tra loro possono creare disagio psichico e malattie (depressione, ansia, malattie psicosomatiche, scarsa autostima…).

Ogni sogno contiene un significato unico per quel particolare individuo che lo ha avuto, i simboli sono universali, ma il senso e il significato che assumono ha valore unico ed individuale in relazione a quel sognatore, a quel particolare contesto di vita nel quale è inserito ed al suo vissuto personale. L’Inconscio di ciascuno invia messaggi personali non generalizzabili, pertanto l’interpretazione di un sogno è un lavoro che implica competenze specifiche e non lo si può ricavare dalla semplice sommatoria del significato dei singoli simboli. Un sogno anche molto simile seppure con uguali immagini (simboli), può avere significati completamente differenti se fatto da due diversi sognatori e ciascun sogno trasmette all’io messaggi differenti. Per concludere: perdere i contenuti che l’inconscio vuole trasmettere all’IO, significa privarci di una ricchezza interiore importante, di un valido alleato ai fini di una sana e coerente crescita psicologica ed individuazione personale.

Il brutto sogno, o incubo, si forma quando l’inconscio ci “obbliga” al confronto con le nostre paure, con quegli aspetti psichici rifiutati dall’IO, emozioni che l’io nega a se stesso, comportamenti che rifiuta, conflitti e traumi che andrebbero rielaborati ed integrati, paure con le quali sarebbe importante confrontarsi anziché evitarle, emozioni dalle quali ci tieniamo lontano, come per esempio l’aggressività. Quando i messaggi sono troppo “forti”, ovvero totalmente rifiutati, “impensabili” per la parte cosciente, il disagio aumenta e lo si conserva anche dopo il risveglio. Questo conflitto tra ciò che è ritenuto importante dall’inconscio e ciò che la parte consapevole rifiuta, andrebbe capito e risolto.

 (WEB)

                                  

 
 
 

A UN AMANTE

Quella patina incensurata

del tuo sorriso

in realtà

cela

un’insana simulazione amorosa

Ti piace la recita

d’amante che tinteggi

parvenza accelerata

d’un flamenco sentimentale…

Lasci fluttuare

sottili dolcezze di porpora

speziate d’accenti sensuali

Non a caso straripano

su bocche vibranti

calde scorribande

ove i tuoi dolci

e scabrosi sotterfugi

sazino i vicoli più reconditi

d’una perfetta femminilità


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CHE COS'E' LA COSCIENZA?

Post n°1056 pubblicato il 21 Aprile 2014 da das.silvia

La coscienza è il più grande dei misteri. È forse uno dei problemi più difficili al quale la scienza deve ancora dare una risposta. Le scienze fisiche sono ben comprese, e le scienze biologiche hanno rimosso molti degli antichi misteri che circondavano la natura della vita. Molti progressi sono stati compiuti anche nella scienza della mente. Gli studi recenti nell'ambito della scienza cognitiva e delle neuroscienze ci hanno portato ad una migliore comprensione del comportamento umano e dei processi sottostanti che lo guidano. Certo non conosciamo nei dettagli la cognizione umana ma le ricerche fanno prevedere che nuovi risultati non siano così lontani. 
La coscienza, tuttavia, sembra sfuggire alle leggi fisiche, chimiche e biologiche; è qualcosa di straordinariamente familiare e indiscutibile, ma, nello stesso tempo, diviene misteriosa non appena la pensiamo sullo sfondo dell'immagine fisica del mondo. 
La nostra esperienza cosciente è costituita da innumerevoli stati qualitativi, ovvero colori, odori, sapori, dolori, sensazioni tattili, cinestetiche, propriocettive; e ancora piaceri, emozioni, stati d'animo ecc. Tutte queste sensazioni sono profondamente reali e indubitabili e contornano la nostra vita soggettiva. Eppure non è chiaro in che rapporto la coscienza sia con la realtà che ci circonda; la realtà scoperta e illustrata dalle leggi fisiche. Negli ultimi anni è stato scritto molto sulla coscienza e questo potrebbe far pensare che stiamo facendo dei progressi. Tuttavia, la gran parte dei lavori non tocca i problemi più spinosi relativi alla coscienza. Essi si occupano spesso di quelli che potrebbero essere chiamati i problemi semplici della coscienza. Si rimane quindi con la sensazione che il problema centrale resti enigmatico come d'altronde è sempre stato. Questo enigma, come sostiene Chalmers non deve essere fonte di scoraggiamento; esso piuttosto fa del problema della coscienza una delle più eccitanti sfide intellettuali del nostro tempo. (WEB)

                             

 
 
 

V E L E

Post n°1055 pubblicato il 20 Aprile 2014 da das.silvia
 

Distante dai suoni e rumori della vita

mi crogiolo in un non senso…

un quasi abbandono

ove in lontananza tintinnano scalpori

e risonanze d’estensioni d’amore

prendono forma impasti d’emozione

nell’eco racchiuso nel vento  in subbuglio

mentre sibila nel gioco delle mani

un vissuto di mare e  vele alla deriva


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati

                                 

 

 
 
 

DISTRATTO UN'ORA SU DUE,LA VERA FUGA DEL CERVELLO

Post n°1054 pubblicato il 19 Aprile 2014 da das.silvia

CHE fascino avrà mai la realtà, di fronte alla fantasia. Sembra che il presente

per il nostro cervello sia una gabbia da cui fuggire. La metà del tempo in

cui siamo svegli la trascorriamo infatti pensando ad altro rispetto

all'attività in cui - apparentemente - siamo concentrati. All'università di

Harvard si sono divertiti a tracciare una mappa delle divagazioni della

mente, o "mind wandering".

Lo studio di Matthew Killingsworth e Daniel Gilbert esce oggi su Science

e conclude che: "A differenza degli altri animali, l'uomo trascorre gran

parte del tempo pensando a cosa non sta accadendo attorno a lui,

contemplando eventi che sono avvenuti nel passato, che potrebbero

avvenire nel futuro o che semplicemente non avverranno mai".

La divagazione, secondo i ricercatori, è il modo operativo dominante

del cervello, quello che si instaura in automatico quando proprio non

siamo costretti a impegnarci. Da distratti trascorriamo il 46,9 per cento

delle nostre giornate e c'è una sola attività in cui scendiamo al di sotto

del 30 per cento: quella sessuale. Lavoro, computer, televisione e

conversazione sono gli sfondi ideali per la divagazione. Fare sport, giocare,

ascoltare la radio, prendersi cura del proprio corpo o dei figli sono al

contrario compiti che mantengono la mente relativamente aderente alla realtà.

"In questo non c'è nulla di strano. Il mind wandering è tanto diffuso

perché fermare il pensiero è impossibile. Il cervello umano è fatto per

lavorare senza posa", spiega Maria Brandimonte, autrice per Il Mulino

del libro "La distrazione" e docente di psicologia dei processi cognitivi

all'università Suor Orsola Benincasa di Napoli. "Più è impegnativo il

compito che svolgiamo, più la nostra mente incontrerà spunti interessanti

da inseguire, strade alternative da percorrere. La concentrazione resta

più alta nelle attività che ci coinvolgono emotivamente, come quella sessuale".


Per seguire il corso dei pensieri dei loro 2.250 volontari, gli psicologi

di Harvard hanno usato uno strumento del tutto nuovo per la loro

disciplina: l'iPhone, con un'applicazione messa a punto apposta per loro.

Durante la giornata, i soggetti studiati dovevano ripetutamente comunicare

via web l'attività che stavano svolgendo e confessare quanto fossero distratti.

Spesso (42,5 per cento dei casi), la mente era attratta da divagazioni

piacevoli. Nel 26,5 per cento dei casi la distrazione riguardava pensieri

sgradevoli e nel 31 per cento dei casi l'immaginazione era neutra.

Nel complesso, il non riuscire a concentrarsi provocava senso di frustrazione,

tanto che i due ricercatori hanno intitolato il loro articolo "Una mente che

divaga è una mente triste". Sarà questo il motivo, suggeriscono gli autori,

per cui "molte filosofie e religioni insegnano che la felicità consiste nel

vivere il presente, addestrando i praticanti a concentrarsi, a restare "qui e ora"

e resistere alle distrazioni". In effetti, un'altra attività oltre al fare l'amore

si è rivelata impermeabile ai pensieri sporadici: la preghiera unita alla

meditazione.  (web)

                                  



  

 
 
 

AMICIZIE FINITE

Post n°1053 pubblicato il 18 Aprile 2014 da das.silvia

S'intraprende stupore

negli scorci di vedute affini

modellate nell'architettura

di lagune trasparenti

Ritmano flussi

nei sentori di salsedine sfumata

nella bruma d'incanti e turbamenti

Riflettono rumori d'aggettivi quotidiani

diluiti nella sagoma di tempie

corrose poi nel tempo

s'azzittiscono mischiate nell'argilla rossa

nel lucore scaduto

sul gradino d'un tono più basso


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PASQUA E SCIENZA DELLO SPIRITO

Post n°1052 pubblicato il 17 Aprile 2014 da das.silvia

 Un’azione rientra in un cerimoniale quando ogni suo gesto è caricato di un significato, è compiuto con consapevolezza ed è rivolto verso un fine comune.
L’elemento primaverile del risveglio è l’Aria e le azioni che ci pongono in rapporto con essa sono la meditazione, l’emissione del suono ed i movimenti armonici.
Il suono, che rappresenta il verbo creatore, attiva l’aspetto creativo del pensiero e ne potenzia la sua diffusione.

Attraverso di esso tutte le facoltà della mente si espandono.
L’aria dell’inverno, corrispondeva alla memoria, al pensiero intenso esercitato dai saggi che approfondisce tutto ciò che osserva e ascolta, senza disperdere nulla.
E’ come la brace silenziosa contenente la Potenza e la Luce.
Su questa brace noi poniamo un grano di incenso che, sciogliendosi con il calore, si dissolve nell’aria disperdendosi con il suo profumo. Così facendo percorriamo quel ponte simbolico:
L’Equinozio che rappresenta il passaggio delle energie dell’inverno a quelle primaverili.

La Pasqua significa “transito”, “passaggio” e oggi più che mai ci rammenta il passaggio verso la nuova Era, che comporta la trasformazione da una vibrazione energetica ad un’altra e dello stato di coscienza allineato per ottenere Giusti Rapporti e Qualità della Vita.
Il Grano d’Incenso che poniamo sulle braci è simbolo di calore associato alla Luce e rappresenta l’intensità del nostro pensiero, la percezione della nostra coscienza, la capacità di trasformazione, il sacrificio come servizio, la facoltà di innalzare la preghiera verso il Cielo, il veicolo per la diffusione del nostro “profumo interiore”. (WEB)

                             

 
 
 

FINZIONI NELLA SOCIETA'

Post n°1051 pubblicato il 15 Aprile 2014 da das.silvia

E' un riferimento accentuato
sostare nei vicoli del pensiero
dilungandosi nella prospettiva seducente
d'avvincenti finzioni
ove s'insinua una logica ambigua
per convergere in complicità collettive
di demoni e artifici
insiti nei cardini esistenziali
boicottano nel senso saliente
una valida proiezione intellettuale
in grado far riscontrare eclatante effetto


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati

                              

 

 
 
 

LA PASQUA FRA USANZE E TRADIZIONI ANTICHE

Post n°1050 pubblicato il 14 Aprile 2014 da das.silvia

Siamo in pieno periodo primaverile quello, che in antiche comunità ancestrali, iniziava con grandi feste nelle quali si celebravano riti propiziatori e si consumavano roghi di simulacri, bene augurali per la fecondità della terra. La purificazione attraverso il fuoco era un gesto simbolico, di origine contadina, che incarnava idealmente il passaggio dalla vita alla morte e da quest’ultima ad una nuova rinascita,  seguendo il ciclo fisiologico della natura.

L’ideologia cristiana ha assorbito queste usanze idolatre trasformandole in una solennità religiosa di resurrezione e di speranza per una nuova vita oltre la morte: la Pasqua.

Sull’origine del nome che  deriva dall’ebraico Pesàh, dal latino Pascha e dal greco πἄσχα e che possiamo tradurre con il termine “transitare oltre”, “saltare”, vi sono molte versioni. Quella giudaica la collega allo scampato pericolo dalla morte dei primogeniti egiziani, quando l’angelo vendicatore  “transitò oltre” le case  degli ebrei “segnate” col sangue degli agnelli. In pratica, però, il suo ricordo storico è da identificarsi con la liberazione di questo popolo che iniziò precisamente  in quella notte e che viene fissata il 14 del primo mese (nisan) dell’anno, che nell’antico calendario lunare, cadeva nel primo plenilunio, dopo l’equinozio di marzo.

La variante pagana la lega  alle consuetudini pastorali giudaiche  e alle feste che si celebravano, sempre nel plenilunio di primavera, nei giorni antecedenti la partenza per i pascoli estivi, in cui si sacrificavano i primi nati del gregge, col cui sangue si marcavano le abitazioni e gli animali al fine di preservarli dalle sventure. Per loro, il Pesàh , nel significato di “saltare”, era riferito ai balzi rituali delle danze che accompagnavano la festa. (WEB)

                                           

 
 
 

LUOGO D'INCONTRO

Post n°1049 pubblicato il 13 Aprile 2014 da das.silvia

Si incolla alla sguardo
rinfrangendo ammalianti onde
del tuo eccitante carisma
quel luogo d'incontro
ambita meta di scenografie d’amore
contaminate da dolci presupposti
che inebetiscono al di là d'una passione coinvolgente
Sembra agguantare con un'indomabile forza... inarrestabile
eppur si diluisce lentamente
tramutandosi in un'insulsa piuma
ondeggiante scontrosa
nel lieve mormorìo del vento
fino a scomparire nell'ultimo fremito del giorno
quando la luna nel lato che non mostra
s'aggrappa a un'uggiosa nuvola per non morire...


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati

                             

 

 
 
 

IL TAGLIO AFFILATO

Post n°1048 pubblicato il 12 Aprile 2014 da das.silvia

E' un gorgo fatiscente
nell'implodere chiassoso di membra
a far soccombere sfilacciate idee
soggiogate nei ricordi dipinti d'amore
fanno giungere l'eco d'un suono...
quasi il rumore d'un uscio
che sbatte e non si chiude
ma lascia trapelare esili ticchettii di parole
ancor brucianti in desinenze scarne
che della lama non più trattengono
la lucentezza... ma il taglio affilato

Silvia De Angelis tutti i diritti riservati

                            

 
 
 

PROVOCAZIONI SPERIMENTATE

Post n°1047 pubblicato il 10 Aprile 2014 da das.silvia

Nel cromatismo di sensazioni  ancora acerbe, instaurate nella coscienza dei fanciulli, si fa forte una pulsione di crudeltà  volta a interferire con cattiveria nella vita di qualche coetaneo per il quale, senza un valido motivo, si prova un'epidermica repulsione.

In realtà, non si tratta di vera e propria repulsione, ma di un senso di rivalità o di risentimento per la diversa situazione familiare o scolastica che rende inarmonici i rapporti fra i due individui.

Quando entra in azione la vera e propria attività disfattrice, nei confronti dell’altro, la mente cerca di individuare quei fattori cruciali, che, in qualche modo, possano provocare profondo senso di malessere alla controparte e ne elabora una traccia ben delineata per poi metterla a fuoco e renderla vitale.

E’ così che Patrizia, che ha una forte forma di gelosia nei confronti di Ilaria, decide di metterla fortemente in difficoltà, rubandole i denari che la nonna di Ilaria affida  giornalmente alla bambina  per fare la spesa.

Ilaria è una bambina spontanea e responsabile, vive con la nonna, che l’accudisce da tempo e nei negozi del quartiere, ove risiede, la conoscono tutti e sono ben felici di riempire il suo paniere con la spesa quotidiana.

Patrizia approfitta di brevi istanti d’assenza di Ilaria per rubarle i denari e al ritorno in aula della bambina conversa amichevolmente con lei …anzi la aiuta nell’elaborazione di un disegno, che la compagna ha difficoltà a ultimare.

Trascorrono i giorni e Ilaria quando si trova a dover saldare il conto della spesa si trova in forte imbarazzo perché le mancano i denari…e la cosa avviene per  giorni consecutivi.  La bambina si chiede come sia possibile perdere così spesso i soldi e decide, per le volte a venire, di nascondere i denari nella tasca del suo abito.

Presa in contropiede Patrizia, nel non trovare più le monete nel cestino della compagna, si innervosisce parecchio  e lascia cadere inavvertitamente, nello stesso, uno dei suoi colori, marcati in modo specifico.

E’ con dispiacere che Ilaria, trovando l’oggetto della compagna, nel suo cestino comprende l’inganno di cui è stata vittima ed anche il suo autore.

Il giorno successivo, con grande dolore, chiede all’insegnante di essere spostata qualche banco più avanti adducendo di avere qualche problema alla vista e di non riuscire a distinguere in modo nitido le scritte sulla lavagna.

Questa di Ilaria sarà una delle prime  crude esperienze di vita che segneranno il suo percorso…perché anche in età adulta, troverà immancabilmente qualcuno che, in un modo, o nell’altro le creerà delle difficoltà  senza un motivo  valido, ma solo per un’assurda e inesistente forma di risentimento

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OLTRE LA SOGLIA

Post n°1046 pubblicato il 09 Aprile 2014 da das.silvia

lasciarsi andare da un ramo
precipitando in una inaudita sensazione
di dolce voluttà
volare nell'ossigeno libero... senza peso
fluttuando nel vuoto
sembra dolcemente fasciare nelle sue spire vellutate
dai contorni che emanano ebbrezze al sapore di melograno

ora come una piuma di seta
si accarezzano le avvolgenze
di quell'astrusa quanto impalpabile dimensione
coinvolge in un'eterea languidezza e infinita possenza...
oltre la soglia d'un sogno che s'estingue nell'iride di vernice

Silvia De Angelis tutti i diritti riservati

                        

 
 
 

STRATEGIA D'UN ANGELO

Post n°1045 pubblicato il 08 Aprile 2014 da das.silvia

C’e molta confusione nelle logge del paradiso, infatti gli angeli, che ambiscono al titolo di arcangeli, dovranno essere assegnati ad un partner umano, e non sempre riusciranno adadeguarsi, con malleabilità, alla scelta che  il Signore ha perpetrato, designando loro, l’una  o l’altra, creatura terrena.

 Joy, che è il più giovane dei custodi di ultima generazione, teme che il gran Consiglio Superiore lo avvicini a una persona scontrosa e aggressiva, e, in tal caso, il suo lavoro di mediatore e consigliere d’anima, risulterebbe oltremodo complicato, se non addirittura catastrofico…Infatti essere l’ombra costante di un individuo, che si cacci continuamente nei guai, e di tanto in tanto si faccia trascinare dalle tentazioni di belzebù, sembri richiedere un notevole impegno  e una pazienza oltremodo collaudata.

Se l’angelo non riuscisse a convincere  il suo  protetto a intraprendere “un modus vivendi” lineare,alla fine del  mandato, il messaggero alato verrà retrocesso nelle stanze del limbo, con mansioni assai poco  gratificanti,  di salvaguardia delle anime ancora in sospeso.

Joy  è nervosissimo ,e per far si che la sua mente si posi su altri pensieri, decide di “gettarsi” in un volo di ricognizione, sulla terra, per sondare la rosa degli individui che sono stati designati nell’affiancamento ad uno spirito. In realtà non sono  molti, ma ad attirare l’attenzione della creatura celeste è  una ragazza assai vanitosa,  che, con fare ammiccante ostenta, a grandi linee, la sua personalità, ed anche se è  davvero graziosa, quel suo atteggiamento vistoso non la rende affatto simpatica.

 Joy si avvicina timidamente alla donna, che, appena ne percepisce la presenza, diviene sgraziata e scontrosa, lasciando chiaramente trapelare che non ascolterà i suggerimenti di Joy, anzi farà di tutto  per rendere la vita difficile a quel povero diavolo…(si fa per dire!!)

L’angelo, nel frattempo viene richiamato con urgenza in Paradiso, in quanto si sta per ufficializzare il mandato che spetterà alle reclute alate, e, con amara sorpresa apprende, che proprio Sandy, quell’adolescente irascibile, dovrà diventare la sua ombra obbediente.

Notevolmente stizzito, per la pesante sentenza, Joy si rinchiude nel suo habitat, meditando profondamente sulle varie tattiche da usare con quella fanciulla ribelle, che farà certamente di tutto, per ostacolare la missione del malcapitato.

 Tra un pensiero accettabile, e un’idea da scartare, il messaggero divino decide infine di assumere un atteggiamento di parte, cercando di assecondare la ragazza, evitando gli attriti. Sandy visibilmente spiazzata, da questa  condotta, decide di fare un accordo col diavolo in persona, per punire Joy. Infatti promette a Satana di donargli l’essenza di un angelo puro, a patto che lei possa interagire  come meglio crede sulla personalità di Joy, reso inabile ad opporsi.

La creatura celeste tartassata dal contegno devastante della donna, e, non sapendo più come contrastarla decide di tramutarsi, per un po’, in umano, e con una dolcezza inaudita e un fascino strepitoso la fa innamorare di lui…..Questa mossa inattesa della persona alata, rende assai fragile Sandy, che non potendo più mantenere la promessa stipulata col diavolo, decide di porre fine alla sua vita gettandosi dalla cima  d’un grattacielo…..sarà la creatura incorporea, in un volo improvvisato, a salvarla e ad annullare con una solenne benedizione, l’accordo stipulato col maligno.

Questi, infuriato, ha smarrito i suoi poteri,  sprofondando negli inferi più tenebrosi e ardenti, dopo che Sandy ha deciso di  condividere le motivazioni spirituali di Joy, ritenendole fondamentali per un’adeguata  e saggia circumnavigazione di vita….


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GIRI DI VITA

Post n°1044 pubblicato il 07 Aprile 2014 da das.silvia

nel sembiante girovago che avvolge sensi rimbalzati
rincorrendo lontane mete
si scardinano insoluti crucci e disarmoniche realtà
onde posarsi con deciso camminare
nel rarefatto incavo dei graffiti segreti
(magici passi evolvono su tracciato di velluto
nelle morbide impronte a delineare un enfatico percorso)

e nella flebile luce del tramonto quando s'acchetano sipide energie
si capovolge il passato assioma in una latitudine oltre l'inedia
inabile ad agire... sbriciola bazzecole del giorno
in un quasi ineccepibile sopportare...


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