Messaggi di Febbraio 2014
Post n°1014 pubblicato il 27 Febbraio 2014 da das.silvia
Quando sul far del giorno
peregrinano
discordanze di fieno secco
e ciuffi di ginestre
s’adombrano
nel rumore ostile
di fatalità metalliche
riaffiora un degrado interiore
di motivazioni viola
rarefatte nella foggia d’un ventaglio
che scomponga i raggi
nelle mezzelune di cielo
ove proiettarsi
rimboccando un’ancora di vento
e far riaffiorare parole dimenticate Silvia De Angelis tutti i diritti riservati
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Post n°1013 pubblicato il 25 Febbraio 2014 da das.silvia
Una sensazione improvvisa e fastidiosa, difficile da spiegare per il suo ambiguo e labile porsi, sui margini della coscienza, di tanto in tanto sembra prendere piede nei meandri del nostro segreto, trasmettendoci un inspiegabile senso di irrequietezza. Improvvisamente ci sentiamo pervasi da un malessere indescrivibile, subdolo e insinuante che sembra volerci, in qualche modo mettere in guardia, da un evento quanto meno spiacevole che dovrebbe accadere di lì a poco tempo. Le difese dell’organismo passano immediatamente al contrattacco, trasmettendo ai ricettori della sensisitivà immagini sfavillanti e positive, ma lei, l’istintiva inaccettabile compagna, sembra superarle tutte e instaurarsi in modo deciso nei nostri pensieri. Perché accade questo evento? Probabilmente perché ci troviamo in un momento delicato della nostra esistenza, in cui dobbiamo prendere delle decisioni importanti e la complessità della vita incide fortemente sull’andamento del nostro quotidiano. La stanchezza mentale non andrebbe mai sottovalutata, perché anch’essa grava sul nostro sistema immunitario, rendendolo fragile e attaccabile da parte di agenti capaci di danneggiare l’organismo. L’istinto della sopravvivenza è una grandissima risorsa, alla quale dobbiamo sempre far capo, ricordandoci che una sana dose di egoismo ci preserva da danni maggiori e volersi tanto bene e piacersi aiuta a raggiungere un benessere personale notevole, che ci difende accuratamente anche dagli attacchi, inevitabili, di persone che non vorrebbero la nostra serenità e il nostro buon profitto. Silvia De Angelis tutti i diritti riservati
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Post n°1012 pubblicato il 24 Febbraio 2014 da das.silvia
E’ importante
una certa postilla
impressa in modo quasi illeggibile
nella tempra scalpitante
Rafferma un’esigenza plateale
celata nella fodera del bavero
a inventare guizzi trasgressivi
per dare giusto verso
a un’esistenza tediosa
nell’etere pesante
Un orpello indispensabile
che sprizzi grumi di vernice
laddove regni il grigio
reso appariscente
da un distillato d’energica follia Silvia De Angelis tutti i diritti riservati
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Post n°1011 pubblicato il 23 Febbraio 2014 da das.silvia
Goran , con a seguito la sua famiglia, e altri gruppi comunitari, è in viaggio da giorni, dopo aver lasciato lo stretto di Bering, divenuto ormai impraticabile, per l’assidua quantità di ghiaccio che ne ha invaso i territori.I cani, trainano, sullo stremo delle forze, la slitta, che sembra consumarsi lentamente, per la gran mole di tragitto effettuato.Gun, il mitico animale alla guida degli altri quadrupedi, trascina i compagni, in quel percorso astioso, che sembra non aver mai fine…ma ecco che Goran, finalmente, intravede una pianura della Groenlandia, che potrebbe rappresentare un meritato traguardo e un ambito territorio, per sé e gli altri, su cui stabilirsi per vivere a lungo.Anche Aina, la compagna di Goran è sfinita da quel viaggio faticoso, e non appena il convoglio si ferma, per la necessaria sosta, sembra cadere in un sonno profondo.Nei giorni seguenti, gli affiatati componenti del nucleo, hanno un gran da fare per la costruzione di iglù, rifugi freddissimi che saranno foderati con pellicce di renna e sulla cui base saranno disposti una sorta di sacchi a pelo, fatti di pelliccia d’orso. Una primitiva lampada, bruciando grasso di balena, produrrà luce e calore, per rendere il soggiorno degli ospiti, del paesaggio artico, meno ostico.Col trascorrere del tempo l’esistenza fa toccare ritmi giornalieri accettabili e così il clan ,e il suo seguito a quattro zampe, raggiungono un affiatamento davvero ottimo.E’ in un giorno di sole, in cui Goran decide andare a pesca col suo kayak, perché il mare sembrerebbe sgombro da lastre di ghiaccio, che si imbatte in un inaspettato incontro….Sul bordo del mare, affiancato da una famigliola di foche giace il corpo di un uomo….forse è ferito, se non addirittura inanime. Goran si avvicina per rendersi conto della reale situazione e avverte il respiro affannato dell’individuo….senza perdere tempo, procura lui la respirarazione bocca a bocca, per rianimarlo, e poi, se lo carica sulle spalle dirigendosi verso l’ iglù.Dopo aver ricoperto lo sconosciuto di calde pellicce, e averlo imboccato con cibi caldissimi, Goran e Aina, cercano di capire in quale disavventura si sia imbattuto l’uomo, che borbotta qualche parola a malapena….ma abilisissimo, nella gestualità, fa capire che l’aereo in cui viaggiava è precipitato e lui aveva cominciato a camminare per procurarsi un rifugio e, con un po’ di fortuna, del cibo, poi aveva perso i sensi….Si alternano gelide notti e giorni di sole e Steven (questo è il nome dell’ospite) lentamente si adatta alla nuova vita, iniziando anche ad apprezzare l’ alimentazione, molto diversa da quella, cui era avezzo ,da sempre.E’ in una sera tempestosa, che Ake, lo sciamano della comunità, convoca Goran per denunciare negativamente la presenza di quell’individuo nella loro collettività. E anche se l’esquimese cerca di rassicurare lo stregone, che quella persona non sia dannosa per la vita della società, anzi è certamente collaborativa nelle mansioni del quotidiano, Ake è irremovibile dal proposito di allontanare Steven.Goran è pensieroso e non vede proprio come affrontare questa nuova situazione.Il giorno dopo decide di intraprendere una battuta di caccia e poi deciderà sul da farsi….I cani sono molto nervosi e tenerli a bada non è impresa facile…..la corsa sui ghiacci si rivela colma di imprevisti, del resto le riserve scarseggiano e procurarsi delle prede per alimentarsi ed estrarne il fegato, per i riti sacri, è diventata un’irrinunciabile necessità. A un certo punto, Gun, il cane guida, frena di colpo il percorso e cade a terra, trascinandosi dietro i compagni…la slitta, si piega a forza su un lato, lasciando rovinare sul gelido suolo, Goran, che sviene per il contraccolpo subito. La malasorte infierisce sui malcapitati, mettendo in atto una furiosa tormenta di gelido vento, che investe gli sfortunati viaggiatori della neve.Steven, Aina e il resto della famiglia, nel frattempo stanno riordinando le tende, sistemando gli attrezzi in osso, pelle e avorio, perché hanno il sentore, del maltempo in arrivo.Goran quella sera, non fa ritorno al suo rifugio e Steven, preoccupatissimo, decide di andare alla ricerca dell’uomo. Il vento infuria tempestoso e la neve investe gli occhi di Steven, a una velocità incredibile, anche se protetti da occhiali d’osso, ma il coraggioso amico di Goran, lotta contro i violenti elementi d’una natura ostile per ricondurre a casa il suo salvatore. Di lì a poco si imbatterà in uno scenario terrificante, i cani sono letteralmente assiderati nel ghiaccio e, semesepolti, giacciono in terra, e Goran, privo di sensi, è incastrato fra i metalli della slitta. Dopo aver fatto un energico massaggio a Goran, Steven fa bere all’amico una forte bevanda alcolica e incollatosi l’uomo sulle spalle si dirige faticosamente al rifugio Tornato alla base Steven, dopo aver affidato Goran alle cure di Aina, avverte gli uomini della comunità di soccorrere i poveri cani intrappolati ancora nel ghiaccio, se ancora in vita.Trascorsa una settimana dall’accaduto, lo sciamano Ake, preme ancora perché Steven venga allontanato dal collettivo.E’ a questo punto che, i rappresentanti dalla comunità, in circolo intorno all’iglù di Ake, contestano animosamente la sua decisione e , con suggestivo impeto, mettono in atto un antico rito propiziatorio, corredato di danze mascherate, per far decadere quanto sia in animo dello stregone.Da quel giorno Steven non solo rimarrà “nel villaggio del freddo”, ma sarà nominato consigliere, nelle migrazioni estive, che il collettivo,dovrà intraprendere, di volta, in volta. Silvia De Angelis tutti i diritti riservati
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Post n°1010 pubblicato il 21 Febbraio 2014 da das.silvia
Nel soppalco elevato
d’un’altura insormontabile
strascico stanchi passi
cadenzati dall’idea
di raggiungere l’ardua cima
Attorcigliati ai miei calzari
sono taciti impedimenti
che annodino il cammino
al suolo discorde
Ma l’allusione a un’utopia istintuale
sgrava le barriere
nell’involucro nascosto
sedotto dal delirio dell’assenza Silvia De Angelis tutti i diritti riservati
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Post n°1009 pubblicato il 20 Febbraio 2014 da das.silvia
E’ una sera qualunque e le sovrastrutture della giornata fanno il loro gioco nella mente, facendola soffermare sulle varie incombenze, che si sono portate a termine, e i particolari non ancora conclusi…insomma il solito canovaccio del quotidiano….
Il riflesso di luce, che arriva di sbieco dalla finestra, trasmette un imput gioioso, che dà adito alla crescita di nuove idee da mettere in pratica nell’arco delle ore a venire..
Ma ecco, inaspettatamente, mentre controllo la corrispondenza del giorno, che una busta dalla forma insolita e dal cartaceo anticato, colpisce la mia attenzione. La scrittura non è rotondeggiante, ma a tratti piuttosto rigidi….finalmente riesco a leggere il contenuto dell’affascinante missiva.
Si tratta dell’ invito, di un fantomatico corteggiatore, ad un coctail di beneficienza….
Inizio una faticosa ricerca nei meandri della memoria, ma non riesco a ricordare, fra le mie conoscenze qualcuno che si chiami Osvaldo.
Penso che si tratti di uno scherzo, o di un errore….ma e non è possibile perché il nome e l’indirizzo, riportati sulla lettera, sono inequivocabilmente precisi, si riferiscono proprio alla mia persona…
Tra l’altro Osvaldo si rivolge a me con toni assai garbati, direi da vero gentiluomo, cosa assai rara, in tempi come questi, ove sono tutti sbrigativi e molto poco intriganti…
Non perdo l’occasione per cominciare a sognare che Osvaldo sia un nobile, residente in un castello tramandato, e nel fascino d’uno scenario autunnale, ospiti delle persone speciali, nella sua residenza per mettere all’asta delle antichità di famiglia e narrare agli ospiti l’avvincente storia dei suoi antenati…
Comincio già a pensare a quale sarà il mio abbigliamento per quel giorno…certamente romantico, per essere intonata ad un’atmosfera, forse medioevale, e provo un abito che sarà perfetto per l’occasione.
Il tempo sembra togliere respiri alle giornate, trascorrendo velocissimo, fino alla data del fatidico incontro…
Aziono, nella mia piccola autovettura, il navigatore satellitare per giungere alla meta senza problemi, e sono visibilmente emozionata, e pronta, a vivere questa avventura, inedita, propostami dalla vita…
Ma a metà del percorso il mio veicolo inizia a fare i capricci, finchè, inesorabilmente, arresta la sua corsa…scendo dalla macchina, piuttosto adirata e mettendo un piede in fallo, cado in una buca sottostante, colma di fango….non ci posso credere, il vestito si è tutto stropicciato e macchiato e ora sono davvero impresentabile e impanne!
Improvvisamente sento dei rumori, che si fanno sempre più densi…sono dei passi decisi ... intravedo la sagoma precisa di una persona che si avvicina a me….sorridendo mi porge la mano e mi aiuta a tirarmi su, poi con voce suadente mi ricorda che ogni evento che accada, ha un suo preciso significato e soprattutto che non bisogna mai eccedere nell'intensità d’un desiderio, perché in quel caso la nostra ferrea volontà metterà in azioni delle energie opposte, che si interporranno, fra l’urgenza dell’evento, e la sua realtà, creando delle complicazioni….
Mi soffermo col pensiero su questo ragionamento e nel frattempo sento una forte strattonata sul braccio….è mio figlio….. mi ricorda che abbiamo un appuntamento e mi sono assopita sul divano…
Ci rechiamo all’ufficio immobiliare per trattare la vendita d'un appartamento e la persona che ce lo propone stranamente si chiama Osvaldo!
Silvia De Angelis tutti i diritti riservati
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Post n°1008 pubblicato il 19 Febbraio 2014 da das.silvia
Nella veglia
d’un sentimento che sta morendo
furtivamente
mi approprio di rimasugli d’amore
Ancora trasudano
dalle fessure d’una carnalità
che fa eco a un risentimento
capace infuocare le vene
Morde l’anima quel lasciarsi andare
a un disavanzo di sensualità
nell’odore acre della notte
squarciata dall’agonia d’un gemito forzato
dell’ugola ribelle
a un inutile librare di mani, di fianchi
di labbra logori d’un rituale
alla ricerca d’un alibi incensurato Silvia De Angelis tutti i diritti riservati
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Post n°1007 pubblicato il 18 Febbraio 2014 da das.silvia
Nella piana di Amarna il faraone Onuris ama stabilire sua elegante residenza, indiscussa, naturalmente per solidità ed eleganza.Infatti è immersa in ampi e verdi cortili rettangolari, ravvivati dal turchino d’una piscina in cui sguazzano pesci variopinti, alla mercè di vistose piante acquatiche.
L’atmosfera vivacissima nelle ore del giorno, si tinge di mistero, nelle ore del buio, velato di sussulti e aliti arcani , che rendono ancora più intriganti i respiri di quegli ambienti.
E’ Nefret la ragazza enigmatica, che da qualche giorno s’addentra fra le stanze della suntuosa dimora e Onuris, che ne ha notato la presenza, per l’indicibile bellezza , cerca sondare il terreno, circa notizie che la riguardano, rimanendo il più possibile nell’anonimato.
L’entourage del sommo, rende noto allo stesso,che la donna è una delle ancelle addette al controllo delle stanze e al riordino dei papiri, riguardanti trame ataviche e tracce di mappe astronomiche, in corso di aggiornamento.
In una sera particolare, in cui l’acqua del Nilo è bassa, e un vento di tramontana fa sentire il suo sibilo, fino all’udito di Onuris, questi si sente pervaso da un incomprensibile inquietudine, che rende agitate e schiuse le sue palpebre….come se una invincibile contrasto, gli impedisse un sonno tranquillo…
Il re, allora, si avvicina al tavolo per bere una morbida tisana, che col suo calore renderà più facile il rilassamento delle ore notturne….ma quando cerca di allungare il braccio, per afferrare la bevanda, una mano, lo trattiene, accarezzandolo con dolcezza, e con voce suadente, narra di essere lo spirito di Isis, la figlia morta dopo poche ore dalla nascita. L’eterea fanciulla, afferma, di voler incarnarsi in una delle donne che si addentrano nella residenza,per riprendere, il posto e l’autorità che le spettano, e che le sono sfuggite di mano per la morte prematura.
Onuris è quanto mai sbigottito, per l’incredibile evento, e certo che si tratti di un’allucinazione, si corica, cercando di non dare importanza all’accaduto. Isis insiste, e sedendosi accanto al padre, inizia a parlargli con un tono quasi trascendente, indicando in Nefret, la persona in cui lei immedesimerà il suo spirito.
All’alba il faraone si sofferma con gli scribi per delle missive importanti, quando ecco comparire, bellissima negli abiti smaglianti, Nefret….subito Onuris torna col pensiero a quanto accaduto la sera prima, ma cerca di convincersi, che ha sognato e chiede udienza alla donna non appena lui avrà congedato gli amanuensi.
Nefret è ragazza dolcissima, e affascinante, e il re è quasi rapito dal suo raffinato porsi e dalla sua voce aggraziata, mentre lei lo aggiorna sul significato di complicati geroglifici, riportati sugli antichi papiri.
Ma inaspettatamente, mentre la donna sta esprimendo il suo dire, muta il timbro di voce, assumendone altro, assai cupo e velato, e iniziando a muoversi lentamente… indi si rivolge al sovrano in modo del tutto anomalo, facendo chiaramente capire che non è altri che Isis, che si è introdotta nel corpo di Nefret, prendendone le sembianze.
La donna fa capire chiaramente al padre che intende portare avanti, in modo definivo, la situazione, ma cercherà di non farlo intendere, al resto dei presenti, nella regia dimora.
Il suo scopo è quello di riappropriarsi di una vita, che le è stata negata sul nascere, per via di una malformazione…ma il suo spirito ha continuato a vivere ed è carico di energia.
Il sovrano è sconcertato, dalla rivelazione di Isis, e molto pensieroso si rivolge, al sacerdote, suo fedele consigliere e amico, per avere un parere sulla situazione e su che tipo di atteggiamento assumereper l'occasione.
Naturalmente il religioso rende noto al sovrano che nessuno si può impossessare della vita d’un'altra creatura, tanto più che ormai sia stato designato alla tenebra, quindi dona al re un manoscritto, con una formula, che il sovrano dovrà recitare, alla
presenza di Isis, per farla tornare nella dimensione remota da cui è venuta.
Così, suo malgrado, e molto combattuto, Onuris decide di optare per la soluzione proposta dal religioso, e non appena Isis è alla sua presenza, recita “il dictat” per farle lasciare il corpo di Nefret…immediatamente la ragazza inizia a tremare, poi innalza
un acuto gemito e cade a terra svenuta.
Soccorsa e curata dai medici, dopo molte ore, riprende conoscenza e con grande sollievo del re, la ragazza ha la voce di Nefret, che è ritornata perfettamente lucida nel suo corpo.
Trascorrono molti giorni e non ve ne è uno in cui Onuris non pensi a Isis e le dedichi profondi pensieri affettuosi, anche se fortemente rammaricato per le sue decisioni.
Ma è in un dì fatale, durante un viaggio del faraone sul Nilo, che d’un tratto, il fiume comincia ad agitarsi e ad elevare onde altissime, che fanno sobbalzare l’imbarcazione…l’equipaggio precipita rovinosamente in acqua, ed è quel punto che si sente la voce di Isis inferocita, perché è stata fatta tornare, contro la sua volontà, dove non c’è luce, e, per vendetta, attirerà nella tenebra lo spirito paterno e quello di Nefret, perché soffrano in eterno nella dimensione del buio e della solitudine.
Silvia De Angelis tutti i diritti riservati
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Post n°1006 pubblicato il 17 Febbraio 2014 da das.silvia
S’affollano
nel circuito della mente
le ansie
seminate fra le sponde
del cammino
Assumono toni cruenti
nelle stoccate di timori
che reclinano
incursioni di positività
Sono disperse
in briciole introvabili
nella mozione
d’un palcoscenico
asincrono
a predizioni di crescita
del rango sciocco d’umanità Silvia De Angelis tutti i diritti riservati
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Post n°1005 pubblicato il 15 Febbraio 2014 da das.silvia
Qual’è la differenza fra sentimenti ed emozioni?
Questi vissuti sono un po’ il "sale" della vita, perciò la domanda è un ottimo spunto per approfondire distinzioni di significato che spesso risultano trascurate mentre sono molto utili per una migliore comprensione dei fatti emotivi. |
Post n°1004 pubblicato il 14 Febbraio 2014 da das.silvia
Sconfina la soglia del pensiero quell’indicibile manciata d’emozione che solo tu hai saputo esternare nel ruolo breve d’amante Sorpreso dall’entità insaziabile d’una motivazione profonda hai squarciato lembi di passione resa interprete d’una malìa che trascolori la lava dilagante d’un singulto d’amore mentre si fa piuma in sospeso su tocchi evanescenti d’alba Silvia De Angelis tutti i diritti riservati
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Post n°1003 pubblicato il 13 Febbraio 2014 da das.silvia
L'amore può esistere senza l'odio e viceversa. La domanda presuppone una buona consapevolezza circa la complessità dei fatti affettivi. In primo luogo, occorre riconoscere che difficilmente proviamo un solo sentimento per volta, ma che il nostro sentire fa più spesso riferimento ad in mix d'affetti diversi, anche contrastanti. Accostare amore e odio rivela come questi due sentimenti siano frequentemente le facce di una stessa medaglia. Sono, infatti, sostenuti da uno stesso desiderio, che può essere accolto o respinto. |
Post n°1002 pubblicato il 12 Febbraio 2014 da das.silvia
Girano occhi d'ammonio di falena inquieta nel ceppo di mediocrità c'ha invaso languidi segreti porgendosi a giorni di vita insulsa Boicotta animosamente intessute atmosfere sprezzando valide situazioni e chi intona l'esistenza a saggi pretesti Sciantosa nell'ammaliante e avvenente figura si proietta a rampicanti spasmi compiacendo chi le potrà elargire fastosi doni avvolta nelle ombre d'un vuoto insensato Sconfina in grigie cadenze dipinte di presagi stravolti nei toni più inquieti di flemmatici sospiri immersi in aliti deliranti di luna nel buio dischiuso a ventaglio Silvia De Angelis tutti i diritti riservati
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Post n°1001 pubblicato il 11 Febbraio 2014 da das.silvia
La tradizione popolare siciliana, come tutte le tradizioni popolari, trova fondamento nella realtà. La realtà crea il mito che lungo il cammino della storia si trasforma e si fonde con la leggenda trovando espressione nel canto, nel proverbi, nelle poesie e nelle fiabe. Il viaggio di Ulisse e le sue imprese si intrecciano da sempre con la cultura popolare siciliana. Sono patrimonio popolare le imprese dell’eroe che approdato in Sicilia libera i suoi compagni da Polifemo. Il terribile gigante adirato per il torto ricevuto dall’ingegnoso Ulisse scaglia in mare i macigni, oggi Isole dei Ciclopi. Nella tradizione popolare si narra che “ Polifemu era un omu longu ammatula” ( Di Mino 1957) perché nonostante la sua statura, la sua forza si è fatto ingannare dall’eroe omerico. Ma queste sono storie conosciute …
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Post n°1000 pubblicato il 09 Febbraio 2014 da das.silvia
Nelle percussioni
d'un tempo irriverente
si sbiadiscono
sagre rilevanti
in cui ho assolto
quella parte di me stessa
che ha impastato garbugli
e controsensi...
Ora tornati sulla linea del pensiero
infieriscono rapaci come uccelli
su cenci d'animo alla berlina
in un vicolo scevro
da richiami di luce
e vaporosi aromi di vita Silvia De Angelis tutti i diritti riservati
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Post n°999 pubblicato il 08 Febbraio 2014 da das.silvia
Quando in una conversazione dico che mi occupo di sentimenti, so già quale sarà la domanda che mi sarà rivolta di lì a poco: "Che cosa è l’amore?". Domanda che non è esattamente come chiedere: "Che ore sono?". |
Post n°998 pubblicato il 07 Febbraio 2014 da das.silvia
Nun je sembrava vero d’ave ritrovato ‘a possenza
d’a passata gioventù co’ tutto er suo vigore
‘mbriacandose de pasticchette maggiche
che se chiameno viagra
Così ringalluzzito a la grande de ‘sta virilità niscosta
faceva er cascamorto co’ ‘e pischelle che se ‘o rimiraveno
strafottenni penzando ‘ndo voleva annà a parà ‘sto sbruffone
Una de ‘ste rigazzette ‘ncuriosita je fa capì
de volè ‘n’approccio ‘ntimo co’ lui
e subbito er maschione s’addopra pe’ dimostrà a se stesso
che mo è più vvirile d’en ventenne…
ma giunto sur più bbello je viè da tremà tutto pe’ l’emmozzione
e nun riesce nimmanco a sbottonasse li pantaloni
Così che ‘ a regazza,je dà ‘na strattonata
e je dice de rimanno: “ Ah nonno che fai er balletto de San Vito
pe’ ‘ncoraggià l’amico tuo a diventà più granne?”
IL TOCCASANA
Non gli sembrava vero di aver ritrovato la virilità
della gioventù passata con tutto il suo vigore
eccedendo nel deglutire pasticche magiche
chiamate viagra
Così ringalluzzito tantissimo per questa ritrovata virilità
faceva il galante con le ragazze che lo assecondavano
strafottenti pensando fino a che punto volesse arrivare
l’audacia di questo sbruffone
Una di queste ragazze incuriosita fa capire a lui
di desiderare un approccio intimo
e subito il maschione fa di tutto per dimostrare a sé stesso
che ora è più virile di un ventenne
ma giunto sul più bello trema tutto per l’emozione
e non riesce ne anche a sbottonare i pantaloni
Così la ragazza gli dà una strattonata
e replica.” Nonno che fai il balletto di San Vito
per incoraggiare il tuo amico ad ingrandirsi?” Silvia De Angelis tutti i diritti riservati
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Post n°997 pubblicato il 06 Febbraio 2014 da das.silvia
La mente e il corpo reagiscono agli stimoli con un insieme di sensazioni che assumono per noi un significato. Chiamiamo emozione, moto dell’animo, questa esperienza.
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Post n°996 pubblicato il 05 Febbraio 2014 da das.silvia
L’amore ha un oggetto di desiderio, l’affetto, un’affinità, quasi un’integrazione, con l’oggetto mentre nell’amicizia l’oggetto del sentimento è "altro", ma sta dalla nostra stessa parte. |
Post n°995 pubblicato il 04 Febbraio 2014 da das.silvia
Lievemente
dissimula
le tinte dell’attimo
quel salto di tempo dell’esistere
Assottiglia
il vortice d’un’emozione
resasi quasi piana
al riflesso del turchino
affranto dalla malìa
d’un sole irriverente
mentre silenzioso
diserta
il manto d’alchimie vissute
Silvia De Angelis tutti i diritti riservati
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