BUBY[on]BOARD

Ero in enoteca sabato sera.
Degustavo un vinello di quelli buoni immersa nell'atmosfera slow and easy che mi piace tanto.
Shaun chiama che sono tipo le 23.
Mizzica dico, non propormi bagarre adesso. Detesto la discoteca e non ho voglia di birra. Neanche di giocare a scacchi e tirare freccette.Stanotte.
Resta quieta. Mi dice. E' per domani, c'è neve, si surfa.
Al che il respiro mi manca e quasi grido. Per l'esaltazione e la voglia.
Mi sveglio che è l'alba. Dormo un'ora in più, può farmi solo bene.
Mi sveglio col sole e Shaun al telefono - ritardo, di un po'. Va bene, fa niente.
Scendo ansiosa ma distratta. Preparata per bene, quasi fosse il giorno della gita scolastica. Mi alletta l'idea si tratti di oggi.
L'autunno coperto di neve. Foglie cadute su un tappeto bianco.Il sole, negli occhi e il lento ruscello di un monte che sgocciola.
...Io c'ero.

Mi fabbrico la neve

col polistirolo

Da queste parti ha nevicato di nuovo.
Straordinariamente.
Così - ho detto a mio fratello - carichiamo le tavole, un giorno di questi, e ci arrampichiamo fino a che si può. Poi scendiamo. Lenti.
Così ci imprimiamo nella testa ogni sensazione.
Per rendere più sopportabile l'attesa.

Intanto: Il Village [Le Canarie - PE] ha allestito uno skate park gestito da Brother Store. Ho deciso: una di queste sere mi cimento sull'half pipe e inauguro una stagione.

Forse è finita.
La stagione dico.
Finita perchè la neve non è più neve.
Per me.
Che adoro la fresca.
Perchè il sole scioglie ogni giorno di più e ogni giorno c'è sempre più sole. Peccato.
Ho un'altra estate da far passare.
In fretta. Possibilmente.

E’  stato bello essere [me] ancora una volta.
Lo avevo dimenticato.
Come ci si possa sentire a casa. Con qualcuno. Che condivide chi sei e non ha nulla da chiederti, se non di continuare ad esserlo. Che non si nasconde e non ha paura.
Sono tornata in montagna in questo week-end.
Con i miei pantaloni troppo larghi e la mia felpetta striminzita.
Con quella voglia di andare. Sempre più in alto.
E di scendere. Sempre più veloce.
Sky mi ha guardata con una specie di ammirazione dentro mentre affrontavo una nera senza nome e ha riso, mentre affondavo nella neve di un fuori pista nel bosco.
Poi ho incontrato Shaun. Proprio in cima. L’ho raggiunto a colpi di lamine e l’ho tenuto abbracciato per un po’. Perché mi è mancato. Tanto.
Volevo dirgli che ho speso del tempo dietro alle cose sbagliate.
Che avevo un’ombra strana addosso. Capita.
Volevo dirgli che sono tornata però. Nella neve.
Ma non l’ho fatto. Perché a volte le parole sono di troppo.
Mi sono  guardata intorno a occhi spalancati.
Ho pensato: non mi abituerò mai a tutto questo, mai.
Poi siamo scesi insieme. Ridendo come matti e tagliando la strada a quelli che cercavano di imparare.

[Dirk, lo so che non si fa!]

Tutto va.
In equilibrio. Sulle cose.
Tra lavoro e serate fuori.
Fuori casa. Fuori porta. Fuori di testa.
Quando posso ancora neve.
Che non mi basta mai.
Surfata con stile che per una femminuccia è sempre un bel fare e affrontata senza paura che per uno snowboarder è importante.
Il divertimento poi.
Componente indispensabile di qualsiasi pratica.
Surfare, scrivere, lavorare, vivere, perchè no.
E' quando torna la malinconia che tutto va a rotoli.