In parte alla casa c’era un piccolo orto, cintato con una rete metallica sulla quale fiorivano rose rampicanti, roselline selvatiche , semplici, con solo un giro di petali; e in parte all’orto, scendendo un paio di gradini si accedeva al fosso... questo costeggiava per tutta la sua lunghezza la stradina sterrata che arrivava fin davanti al cancello del cortile, passava sotto la strada e riemergeva in parte all’orto. per poi proseguire il suo corso sul retro della casa.
In alcuni punti erano sistemate lastre di pietra sulle quali le ragazze del vicinato si inginocchiavano a lavare i panni, facendo attenzione quando li immergevano a non farli scivolare dalle mani, perche’ l’acqua li avrebbe trascinati via.
Stavo ad osservarle, a volte, nelle calde giornate d’estate, seduta sulla pietra e con i piedi nell’acqua, troppo piccola ancora per quel lavoro, ma affascinata dai gesti, dalla maestria con cui le vedevo strizzare e spazzolare, risciacquare... e ancora oggi, che il fosso é stato coperto, e la strada allargata e asfaltata, a volte mi ritorna il verso di quella canzone:
La bella la va al fosso.
Ravanel, gremolass, barbabietole e spinass
Tre palanche al mass
La bella la va al fosso, al fosso a resentar...
Lilith 0404
Lombardia, primi anni 60
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il 28/04/2017 alle 11:16
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