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OMELIA DOMENICALE

Spiegazione del Santo Vangelo

 

 

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Omelia 26.07.15

Post n°41 pubblicato il 28 Luglio 2015 da giona2068

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini  4 – 1/6

 

Fratelli, io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace.

 Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti.

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San Paolo sta dicendo che il Signore è solo uno, è Padre di tutti, è al di sopra di tutti, opera tramite tutti ed presente in tutti. San Paolo dice anche  che noi siamo il tempio del Signore e lo Spirito Santo dimora in noi. Nella nostra professione di fede  - il credo -  abbiamo tante volte ripetuto che crediamo in  Dio, ma chi è il Signore Dio per noi?  Per comprendere chi è il Signore Dio per noi  dobbiamo prima di tutto scoprire, scoprire non sapere ,  chi siamo noi. San Paolo ha appena detto che  il Signore Dio è nostro Padre, ma se Lui è il Padre di noi tutti, noi siamo suoi figli e lo siamo veramente. Questo è il primo passo per sapere chi siamo. Se siamo figli siamo stati creati a Sua immagine e somiglianza che è bellezza,  eterna giovinezza, sapienza, potenza,  amore, pace, coraggio, dolcezza, umiltà, mitezza ecc., oltretutto siamo figli di Colui che non è carne e noi non possiamo  essere carne, siamo anche noi spirito. Il nostro corpo è solo un temporaneo involucro dal quale prima o poi  saremo costretti a staccarci e, se avremo creduto, avremo un corpo simile a quello del Signore risorto. Opera per mezzo di tutti perché gli apparteniamo, ma se questo non avviene vuol dire che non la nostra è una fede idea, chiacchiere.  Lui è presente in tutti  ma si manifesta solo in chi  crede; esattamente come la corrente elettrica che c’è nelle case, ma si manifesta solo se schiacciamo l’interruttore.  Chi crede in questa verità non potrà mai fare opere contro la Sua volontà, non potrà mai compiere atti impuri che il peccato li ha denominati “amore”. IL salario del peccato è la morte,  se non siamo santi siamo peccatori,  riusciamo allora ad immaginare quanto il peccato colpisce il Suo cuore di Papà  che vive in noi?

Per questo ogni peccatore pentito, ogni convertito  porta  gioia al Suo cuore. Il figliol prodigo è il nostro esempio.

Se Lui è presente in tutti, ogni volta che disprezziamo, scartiamo, non amiamo il nostro prossimo stiamo disprezzando LUI, stiamo scartando Lui, non stiamo amando Lui che è la vita in persona.

Se in spirito e verità crediamo che è presente in tutti scopriamo che noi, i nostri fratelli e Lui siamo una sola cosa. Se veramente crediamo che Lui è presente in tutti non temiamo più la solitudine, la fame, la sete, la morte del corpo ecc. Se crediamo in questa verità  il Suo Spirito si manifesterà sul nostro volto ed avremo un volto di Amore e di Pace, ritorneremo la Sua immagine e somiglianza. Se crediamo che Lui è in noi, Lui opererà in noi. Il Signore Gesù è il nostro esempio. E’  la via perché con la croce ci ha rivelato il valore della rinuncia. E’ la verità perché ci ha rivelato chi siamo e come siamo. E’ la vita perché se crediamo nella Sua parola vivremo da vivi ponendo fine al nostro vegetare chiamando vita la morte.

 

 

Dal  vangelo secondo Giovanni   6- 1/15

In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.

 Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».

Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.

 Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.

 E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.

 Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

 

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Il Signore Gesù  sale sul mote e porta con se i Suoi discepoli ed anche la folla che li seguiva . Ha scelto il monte per dire a tutti che chi Lo segue sarà portato il alto. Una volta in alto provvede a tutto il necessario,  prende quei pochi pani e quei pochi pesci e dopo aver ringraziato il Padre questo poco cibo disponibile, lo stesso cibo  si moltiplica e diventa sufficiente per sfamare  cinquemila uomini e tutte le donne e i bambini che erano con loro. Questo è per noi un esempio, se abbiamo poco ma ringraziamo il Signore per quel poco,  il nostro poco aumenterà  e saremo nell’abbondanza. In particolare questo riguarda  la grazia che ci è stata data Se Lo  ringrazieremo per  quello che  ci ha donato,  Lui moltiplicherà in noi grazia stessa fino a farci diventare luce del mondo e sale della terrà.

Il Signore sta nutrendo queste persone e non altre che in questo momento hanno fame perché costoro lo stanno cercando e lo stanno ascoltando. Quando il Signore vede il nostro interesse per la Sua parola non tarderà a darci il Suo aiuto.

 Dopo aver dato da mangiare al popolo che Lo seguiva il Signore stesso  incaricò i Suoi discepoli per raccogliere i pezzi avanzati perché nulla andasse perduto. Questo a testimonianza che il Signore è geloso delle Sue grazie, non vuole che vadano minimamente  perdute. Anche di questa parola è geloso, ma la Sua speranza è che serva almeno  a qualcuno di quelli che ne verranno a conoscenza, in particolare spera che serva a chi la diffonde.

 

Grazie Signore Gesù.  

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