Messaggi di Novembre 2017

Undressed

Post n°525 pubblicato il 30 Novembre 2017 da diogene51
 

 

Spippolando sulla tv mi sono imbattuto in una trasmissione che mi sembra proprio la banalizzazione e la meccanizzazione dell'amore, e anche del sesso. Si tratta di Undressed. Davanti alla telecamera due giovani (un ragazzo e una ragazza) si presentano e poi vanno a letto per prova (cioé per vedere se sono fatti l'uno per l'altra). Io ne ho visto un pezzetto, per cui non so come evolva la cosa, ma suppongo che le performance amorose non si vedano. Il presupposto della trasmissione è che entrambi siano intenzionati a trovare un partner e che lo possano trovare attraverso questa prova.

 

Io lo trovo sia mostruoso che ridicolo.

 

Mostruoso perché azzera quanto c'è di spontaneo, anche di casuale nell'incontro tra due persone. E non parlo solo dell'amore con la A maiuscola, ma anche di incontri casuali per fare sesso.

 

E ridicolo per vari aspetti: anzitutto chi sono i concorrenti? Tutti belli, lisciati, pettinati, e in mutande. Con tutta probabilità sono personaggi reali. Persone che poi si ritrovano nel gruppo degli amici, o in famiglia, a parlarne. E' la pulsione ad apparire in qualche modo, a farsi vedere (pulsione assai condivisa nel mondo in cui viviamo), che li spinge? Mettiamo che ci sia l'incontro, che si mettano insieme. Non verranno poi additati come quelli che hanno avuto bisogno della trasmissione per incontrarsi? Una parte della loro intimità sarà palese. Io capisco di più i pornoattori: non recitano la loro vita ma personaggi dell'immaginario. Anche se il livello non è in questi casi molto alto, è sempre una performance di tipo oserei dire artistico, cioé essi mimano una realtà immaginaria, non la loro vita.

 

E chi sono gli spettatori che seguono la trasmissione? Cosa li spinge? Un voyeurismo di basso livello? La conferma che per tutti c'è un'occasione? Mah!

 

Che ne pensate?

 

 
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donne e lavori

Post n°524 pubblicato il 23 Novembre 2017 da diogene51
 

 

Oggi mi sono trovato a fare una riflessione che alcune/alcuni di voi troveranno curiosa, ma a me non sembra. Aspettavo che venisse l'idraulico e mi son detto “ma perché sempre l'idraulico e non “la” idraulico? Tutti i lavori artigianali sono prerogativa degli uomini. Perché non abbiamo le falegname, le meccaniche, le elettriciste? Direte che son lavori da uomini; ma perché? Ormai tutti gli artigiani, se si eccettua forse i muratori, hanno attrezzature che minimizzano la fatica fisica (e ci sarebbe da dire della fatica per le donne: quando partoriscono non fanno fatica?). Ormai nessuno dice che son lavori di basso livello: questi artigiani, quando son bravi, guadagnano molto bene e si fanno pregare per venire, quindi il loro status sociale è alto.

 

Ora capisco che il problema non sta nella capacità, le donne sono intelligenti quanto e più dei maschi e hanno spesso una manualità superiore. Il problema è che quando un lavoro è monopolizzato da un sesso, l'altro fa fatica a cominciare. Nel caso delle donne, poi si pensa che, in una squadra di uomini (mettiamo un'impresa edile) le donne sarebbero fatte oggetto di battutacce e magari di tentativi di violenza. Io non penso che questo sarebbe automatico, semmai la difficoltà sarebbe, in un'impresa, prevedere uno spogliatoio separato, ma niente di più. Certo, le prime a comincire dovrebbero essere delle ragazze solide, magari pronte e mollare un ceffone ogni tanto e a rispondere per le rime, ma ormai ce n'è di donne così. E allora? Quando potrò chiamare una elettricista?

 

 
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Natale prossimo?

Post n°523 pubblicato il 14 Novembre 2017 da diogene51
 

 

 

 

Ricomincia il tam-tam del Natale. Oggi ho visto addirittura il cruscotto di un'auto decorato con del filo natalizio. Ma siamo al 14 novembre: manca più di un mese. A me sembra che questo desiderio di anticipare sia una vera ansia sociale. Come a riempire un vuoto del presente si cerca di anticipare il futuro. Chiaramente c'è l'imperio delle aziende, dei grandi e piccoli fratelli che sussurrano suadenti nell'orecchio dei consumatori la necessità di far festa, di far regali, di riceverne, di spendere, di mangiare, in tutte le declinazioni divise per ceti e per possibilità finanziarie. Per chi sarà un cenone e pochi regali, per chi andrà a far Natale sul mar Rosso, in Tailandia o chissà dove altro. Ma è indubbio che le persone non sono determinate completamente dall'esterno e che quindi sposano consapevolmente questi stimoli.

 

Non sono uno di quelli per cui il Natale è un giorno come un altro. Non per la valenza religiosa, che, come sapete, non condivido, ma se non altro come ricordo dei natali della mia infanzia o dei primi natali nella nostra famiglia con nostra figlia piccolina e anche qualche natale degli anni successivi e più vicini. Non tanto gli orpelli vari dell'albero, del presepe, dei regali (peraltro utili e modesti), quanto per l'atmosfera, per il piacere di ritrovarsi insieme, di condividere giorni di vacanza, fuori spesso freddi o uggiosi, magari con un amico lontano capitato all'improvviso. Questo potrebbe essere il senso di questa festa, così lontano dall'attivismo consumistico di questi giorni.

 

 

 

 

 
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assurdità

Post n°522 pubblicato il 08 Novembre 2017 da diogene51
 

 

Non avrei mai creduto che ci fosse gente che potesse credere nell'assurdità che la terra sia piatta. Eppure c'è. Vengono chiamati i “terrapiattisti” e ce ne sono vari esponenti, negli USA, soprattutto giocatori di basket e di altri sport che naturalmente fanno molta presa sui giovani. Ma ce ne sono anche in altre parti del mondo, irriducibili ad ogni dimostrazione, che fanno affidamento solo su quanto riportano i sensi. Perché, stando sulla terra, è difficile dire se è piatta o sferica. L'orizzonte è circolare, sì, ma questo non contraddice l'idea che si tratti di un disco (piatto).

 

Gli Stati Uniti sono un Paese dalle molte conquiste scientifiche e tecnologiche, ma, a livello di gente comune, c'è una massa di pregiudizi. Per esempio, la disputa tra l'evoluzionismo, accettato dalla comunità scientifica e anche da molti religiosi e la tesi del creazionismo, è molto accesa. Wikipedia racconta che nel 2006 le guide turistiche del Grand Canyon ricevettero la direttiva di non rispondere a chi domanda l'età del canyon (5-6 milioni di anni secondo i geologi), per non "offendere la sensibilità dei fondamentalisti religiosi". Roba da pazzi!

 

 
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